<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Maglionne 2 | Il Forum di Quattroruote

Maglionne 2

spartacodaitri ha scritto:
....chiudera' pure uno stabilimento vicino a Termini che produce bus....
a rischio 700+ 1000 posti di lavoro....
fallito l' accordo con DR
l'avevo già preventivato alla nascita di Irisbus .
il fatto che dalla fusione tra iveco bus e renault bus la parte gestionale è rimasta quella francese, e i prodotti attualmente sul mercato sono tutti basati sui bus renault della generazione precedente era un chiaro segnale.

fiativeco ha messo soldi e motori.
il resto, gestione compresa, no.
 
Beh, insomma...c'è da dire che nonostante le ottime cose che ha fatto, mi pare che Marchionne abbia un po perso la trebisonda pretendendo di sanare le aziende "col sangue" dei dipendenti e collaboratori!
I rapporti di lavoro vanno basati sul rispetto reciproco e il principio di scambio: io ti do...tu mi dai...
Il sacrificio (se cosi vogliamo chiamarlo) chiesto per la gloria e fine a se stesso...mi pare che stia convenendo solo a lui che, non a caso, si è aumentato gli introiti non di poco.
Bene che ogni tanto c'è qualcuno che prova a mettere in chiaro le cose!
Quest'uomo, a parer mio, si è abituato fin troppo bene a non concedere contradditorio e ne sta anche abusando...
Tutto ha un limite...anche per lui... ;)
 
hewie ha scritto:
Beh, insomma...c'è da dire che nonostante le ottime cose che ha fatto, mi pare che Marchionne abbia un po perso la trebisonda

Anche l'Inter ha perso con la Trebisonda :D

Scusa l'OT Belpi, ma era un assist troppo bello.
 
:?:Visto che i bus li comprano al 90% le aziende di trasporto pubbliche, quindi soldi dei contribuenti, per farli viaggiare in perdita, meglio chiudere le aziende costruttrici. é un risparmio per tutti.
 
saturno55 ha scritto:
:?:Visto che i bus li comprano al 90% le aziende di trasporto pubbliche, quindi soldi dei contribuenti, per farli viaggiare in perdita, meglio chiudere le aziende costruttrici. é un risparmio per tutti.

Infatti a tutti piace viaggiare con autubus vecchi sporchi e che perdono pezzi, poi perchè la colettività dovrebbe comprare autobus fatti in italia, e dare lavoro quando ci sono ottimi autobus stranieri?
W Cialtronne!
 
saturno55 ha scritto:
:?:Visto che i bus li comprano al 90% le aziende di trasporto pubbliche, quindi soldi dei contribuenti, per farli viaggiare in perdita, meglio chiudere le aziende costruttrici. é un risparmio per tutti.
gli ultimi appalti in molte zone d'italia li hanno vinti mercedes e scania (in particolar modo con carrozzati irizar).
solo in sardegna è stato rinnovato quasi tutto il parco bus pubblico nel giro di un paio d'anni.
oltre 400 veicoli (se avete idea del prezzo di un bus, capirete le cifre in gioco rispetto alle auto) spartiti tra i due costruttori.
e tutti con pacchetto veicolo + manutenzione inclusa.

se irisbus non si aggiorna, hai voglia aspettare i miracoli....

il bus da città, il citelis, che dovrebbe fare i grandi numeri, è basato sull'agorà renault, a sua volta risalente a un modello degli anni 80.
in europa il citaro di mercedes ha venduto battendo ogni record. da viaggiatore su tutti e tre i bus citati, il mercedes non è nememno paragonabile. spazio e confort a livelli più alti. oltretutto gli arredi hanno subito molto meno l'invecchiamento (scricchiolii, parti smontate....)

gli interurbani attuali in italia hanno commesse ridicole rispetto agli altri e alla stessa irisbus meno di 10 anni fa.

i turistici e i top di gamma sono a livelli più bassi della concorrenza.

i prezzi però sono allineati agli altri. a volte più alti. logico che non smepre si vincono gli appalti.
 
NEWsuper5 ha scritto:
saturno55 ha scritto:
:?:Visto che i bus li comprano al 90% le aziende di trasporto pubbliche, quindi soldi dei contribuenti, per farli viaggiare in perdita, meglio chiudere le aziende costruttrici. é un risparmio per tutti.
gli ultimi appalti in molte zone d'italia li hanno vinti mercedes e scania (in particolar modo con carrozzati irizar).
solo in sardegna è stato rinnovato quasi tutto il parco bus pubblico nel giro di un paio d'anni.
oltre 400 veicoli (se avete idea del prezzo di un bus, capirete le cifre in gioco rispetto alle auto) spartiti tra i due costruttori.
e tutti con pacchetto veicolo + manutenzione inclusa.

se irisbus non si aggiorna, hai voglia aspettare i miracoli....

il bus da città, il citelis, che dovrebbe fare i grandi numeri, è basato sull'agorà renault, a sua volta risalente a un modello degli anni 80.
in europa il citaro di mercedes ha venduto battendo ogni record. da viaggiatore su tutti e tre i bus citati, il mercedes non è nememno paragonabile. spazio e confort a livelli più alti. oltretutto gli arredi hanno subito molto meno l'invecchiamento (scricchiolii, parti smontate....)

gli interurbani attuali in italia hanno commesse ridicole rispetto agli altri e alla stessa irisbus meno di 10 anni fa.

i turistici e i top di gamma sono a livelli più bassi della concorrenza.

i prezzi però sono allineati agli altri. a volte più alti. logico che non smepre si vincono gli appalti.
Non conosco il settore ma confermo che anche nella mia zona gli autobus nuovi sono tutti mercedes e scania.
 
spartacodaitri ha scritto:
....chiudera' pure uno stabilimento vicino a Termini che produce bus....
a rischio 700+ 1000 posti di lavoro....
fallito l' accordo con DR

proprio ieri sera stavo sentendo alla radio un intervento di un senatore in aula sulla questione. Da quello che ho capito sembra che non ci sono i soldi per comperare gli autobus. Ovviamente se scendono le vendite, e non sei competitivo è doppia mazzata.
Vedendo i dati di agosto del settore automobilistico Fiat fa lo stesso. Il mercato cresce e lei scende.
 
cosa avevo scritto qualche settimana fa?

ecco l'articolo di tuttotrasporti....

http://www.tuttotrasporti.it/passeggeri/articolo.cfm?codice=361801

STORIA DI UNA FINE ANNUNCIATA
Pubblicata il 29/09/2011

È quella dell'impianto produttivo della Irisbus a Valle Ufita (AV). Premesso che abbiamo il massimo rispetto per i 700 operai dello stabilimento di Valle Ufita, e di altrettanti operatori dell'indotto, che si ritroveranno senza lavoro a fine anno (salvo improbabili operazioni di rilancio), il destino dello stabilimento italiano della Irisbus appariva segnato già nel 2006.
Allora tuttoTrasporti faceva polemicamente notare come dalla fabbrica avellinese fossero sparite nel giro di poco più di un anno sia la linea di montaggio degli Euroclass, sia quella degli interurbani Myway; mentre la fine del Cityclass era già stata decisa. In buona sostanza, tutti i modelli italiani avevano lasciato, o stavano per lasciare, il catalogo Irisbus in favore degli omologhi francesi. Per i linea sarebbe subentrato l'Arway/Crossway, di fatto un aggiornamento dell'Ares by Renault, e per gli urbani toccava al Citelis, di un mezzo Agorà sempre ex-Renault. Una situazione che ci fece titolare: dov'è finita l'"italianità" di Irisbus?
A inizio 2007, a Valle Ufita restavano giusto i turistici new Domino e il fase-out del Cityclass, un po' poco... Poi, in pompa magna, furono annunciati per lo stabilimento irpino ben 8 milioni di euro d'investimento, con l'avviamento di una linea per il Citelis, che fino ad allora era fatto solo in Francia. Peccato che la qualità iniziale di quello italiano non fosse affatto esaltante, al punto che sembravano due mezzi diversi i nostri e quelli di Annonay. Addirittura l'Atm Milano sospese il ritiro di veicoli già assemblati e non rispettò l'accordo quadro che prevedeva altri ordinativi.
Intanto lo stabilimento Irisbus ex-Karosa della Repubblica Ceca cresceva d'importanza, fino ad accaparrarsi tutta la produzione dei veicoli di linea. E tiene per adesso anche la produzione francese di Irisbus, a dispetto di una fabbrica tutt'altro che razionale come quella di Annonay: a due piani e addossata a una collina. E in Francia esiste pure una fabbrica-bis, che è la Heuliez di Rothais, dove gli avveniristici Civis/Cristalis sono ormai usciti di produzione, ma si allestiscono i corti che non fa più Cacciamali (Europolis) e delle belle copie degli urbani originali da 12 e 18 metri (i GX su pianale Citelis).
Perché al di là delle Alpi si continua a lavorare a da noi no? Sostanzialmente perché il Governo francese per salvaguardare l'occupazione dalla crisi del 2008 ha sveltito l'ammodernamento delle flotte (Ratp in primis), garantendo a Irisbus un buon portafoglio ordini. Probabilmente perché il sindacato francese è un osso più duro rispetto a quello italiano. Forse c'è anche un discorso legato alla qualità. In ogni caso, alla fine, l'anello debole della catena è diventato lo stabilimento di Valle Ufita. E Marchionne, uno che non va troppo per il sottile quando si tratta di far tornare i conti, non ci ha pensato due volte ad abbassarne la saracinesca. Del resto la sostituzione del Domino con il Magelys Pro decisa già lo scorso autunno aveva messo in seria discussione la "questione" italiana.
Il resto è storia recente: l'unico paventato acquirente, Di Risio, ha preferito un altro stabilimento Fiat, quello di Termini Imerese (PA). Né si capisce come avrebbe fatto a costruire e vendere autobus con un marchio sconosciuto in Italia, dopo che non ci è riuscito convenientemente il leader del mercato. Irisbus, appunto. E qui nasce la domanda: quale futuro per il Delfino, al di là di Valle Ufita? Attendiamo spiegazioni dalla conferenza del prossimo Salone di Courtrai (a fine mese), ma i rumors anche dai cugini francesi sono preoccupanti: neppure Oltralpe possono continuare a godere degli effetti di un mercato drogato dalle sostituzioni anzitempo del parco circolante. Né è pensabile che il taglio del 75% dei finanziamenti italiani al TPL possa solo svecchiare i nostri bus, altro che ringiovanire?

Danilo Senna
 
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