Alla faccia,per un anno almeno credo che non potrai dirmi di stringere...
Volendo potrei smontare tutto il tuo ragionamento,molto condivisibile e ricco di esempi diretti,fermandomi alle prime righe.
Tu scrivi che per lavori semplici o ripetitivi la faccenda degli hobbies ha meno rilevanza,ed è più o meno quello che ho scritto io quando ho detto che per lavori particolari serviranno competenze al di la della preparazione e delle abilità manuali.
Allora ha senso analizzare i candidati in maniera più ampia.
Se ad esempio mi dovesse servire una persona per un lavoro che comporta relazioni con i clienti,con il pubblico,creatività e inventiva allora ci sta che io preferisca una persona il più possibile attiva e con la mente aperta.
Ma il problema è che questi criteri vengono applicati anche nelle selezioni per lavori ripetitivi o di fatica o che non hanno a che fare col pubblico.
Lavori poco specializzati in cui è brutto da dire ma un candidato vale l'altro a patto di stare bene fisicamente e avere voglia di lavorare.
Secondo me in questi casi usare gli hobbies come discriminante è un'assurdità.
Se io ho bisogno di una persona che mi scarichi i camion,oltretutto che lavori in autonomia,allora quello che farà quella persona nel tempo libero sarà del tutto irrilevante.
Gli esempi che hai riportato poi sono sicuramente validi,ma non credo che tu possa derivarne una regola generale,non una regola infallibile.
Anche se finora i migliori collaboratori che hai avuto sono stati quelli pieni di interessi domani potrebbe capitarti un collaboratore talmente pieno di impegni e passioni da seguire da risultare demotivato o a corto di energie sul lavoro.
Mentre potrebbe capitarti un lavoratore che magari fuori dal lavoro si riposa e conduce una vita monotona,ma che sul lavoro è una macchina da guerra che non dice una parola per 8 ore e lavora come un mulo.
Magari non vincerà il premio per il più simpatico dell'ufficio,però per la mia esperienza personale in ogni luogo di lavoro ci sono due o tre muli che tirano e poi altri colleghi molto meno produttivi proprio perchè molto dispersivi.
E se mancano i primi sono cavoli amari,se invece mancano quelli che tirano i remi in barca si sopravvive.
Io ti dico la verità sul mio curriculum alla voce altri interessi c'è scritto qualcosa,ma a un colloquio di lavoro io sarei meravigliato se venisse dedicato più tempo ad approfondire la conoscenza di questi aspetti della mia persona piuttosto che parlare di cose concrete tipo "il lavoro che c'è da fare è questo,l'orario è quest'altro,te la senti?".
La cosa più brutta secondo me è che molto spesso il candidato non sa per quale lavoro sta facendo il colloquio.
Specie quando si tratta di grandi aziende,che hanno bisogno di figure professionali diverse da inserire in diversi settori,i colloqui vengono effettuati a fronte della candidatura di una persona,molto spesso spontanea o in risposta a un'offerta di lavoro molto vaga.
Il candidato probabilmente durante il primo colloquio non verrà messo a conoscenza nemmeno del minimo dettaglio sul possibile impiego,giusto qualcosa di vago sul tipo di contratto ma non gli verrà spiegato cosa ci si aspetta che faccia di preciso.
Poi magari avrà più informazioni in un secondo colloquio,ma intanto durante il primo la selezione è stata già fatta,magari seguendo criteri discutibili e il risultato secondo me è che non sempre vengono scelti i candidati migliori.
Comunque io per ora non ho il problema di dover fare colloqui,o meglio li potrei anche fare ma non sono a spasso quindi che vadano bene o vadano male non ne va della mia sopravvivenza.
Però onestamente l'idea di dover recitare un ruolo durante un colloquio o dovermi preoccupare di rispondere bene anche a domande che non hanno nulla a che fare con la mia professionalità sul posto di lavoro non mi fa piacere.
Preferirei di gran lunga una prova pratica per vedere se sono in grado di svolgere il lavoro in cui poter fare del mio meglio senza parlare più di tanto,piuttosto che chiacchierare per mezz'ora con qualcuno e poi dovermi chiedere se avrò detto le cose giuste oppure no per fare buona impressione.
Volendo potrei smontare tutto il tuo ragionamento,molto condivisibile e ricco di esempi diretti,fermandomi alle prime righe.
Tu scrivi che per lavori semplici o ripetitivi la faccenda degli hobbies ha meno rilevanza,ed è più o meno quello che ho scritto io quando ho detto che per lavori particolari serviranno competenze al di la della preparazione e delle abilità manuali.
Allora ha senso analizzare i candidati in maniera più ampia.
Se ad esempio mi dovesse servire una persona per un lavoro che comporta relazioni con i clienti,con il pubblico,creatività e inventiva allora ci sta che io preferisca una persona il più possibile attiva e con la mente aperta.
Ma il problema è che questi criteri vengono applicati anche nelle selezioni per lavori ripetitivi o di fatica o che non hanno a che fare col pubblico.
Lavori poco specializzati in cui è brutto da dire ma un candidato vale l'altro a patto di stare bene fisicamente e avere voglia di lavorare.
Secondo me in questi casi usare gli hobbies come discriminante è un'assurdità.
Se io ho bisogno di una persona che mi scarichi i camion,oltretutto che lavori in autonomia,allora quello che farà quella persona nel tempo libero sarà del tutto irrilevante.
Gli esempi che hai riportato poi sono sicuramente validi,ma non credo che tu possa derivarne una regola generale,non una regola infallibile.
Anche se finora i migliori collaboratori che hai avuto sono stati quelli pieni di interessi domani potrebbe capitarti un collaboratore talmente pieno di impegni e passioni da seguire da risultare demotivato o a corto di energie sul lavoro.
Mentre potrebbe capitarti un lavoratore che magari fuori dal lavoro si riposa e conduce una vita monotona,ma che sul lavoro è una macchina da guerra che non dice una parola per 8 ore e lavora come un mulo.
Magari non vincerà il premio per il più simpatico dell'ufficio,però per la mia esperienza personale in ogni luogo di lavoro ci sono due o tre muli che tirano e poi altri colleghi molto meno produttivi proprio perchè molto dispersivi.
E se mancano i primi sono cavoli amari,se invece mancano quelli che tirano i remi in barca si sopravvive.
Io ti dico la verità sul mio curriculum alla voce altri interessi c'è scritto qualcosa,ma a un colloquio di lavoro io sarei meravigliato se venisse dedicato più tempo ad approfondire la conoscenza di questi aspetti della mia persona piuttosto che parlare di cose concrete tipo "il lavoro che c'è da fare è questo,l'orario è quest'altro,te la senti?".
La cosa più brutta secondo me è che molto spesso il candidato non sa per quale lavoro sta facendo il colloquio.
Specie quando si tratta di grandi aziende,che hanno bisogno di figure professionali diverse da inserire in diversi settori,i colloqui vengono effettuati a fronte della candidatura di una persona,molto spesso spontanea o in risposta a un'offerta di lavoro molto vaga.
Il candidato probabilmente durante il primo colloquio non verrà messo a conoscenza nemmeno del minimo dettaglio sul possibile impiego,giusto qualcosa di vago sul tipo di contratto ma non gli verrà spiegato cosa ci si aspetta che faccia di preciso.
Poi magari avrà più informazioni in un secondo colloquio,ma intanto durante il primo la selezione è stata già fatta,magari seguendo criteri discutibili e il risultato secondo me è che non sempre vengono scelti i candidati migliori.
Comunque io per ora non ho il problema di dover fare colloqui,o meglio li potrei anche fare ma non sono a spasso quindi che vadano bene o vadano male non ne va della mia sopravvivenza.
Però onestamente l'idea di dover recitare un ruolo durante un colloquio o dovermi preoccupare di rispondere bene anche a domande che non hanno nulla a che fare con la mia professionalità sul posto di lavoro non mi fa piacere.
Preferirei di gran lunga una prova pratica per vedere se sono in grado di svolgere il lavoro in cui poter fare del mio meglio senza parlare più di tanto,piuttosto che chiacchierare per mezz'ora con qualcuno e poi dovermi chiedere se avrò detto le cose giuste oppure no per fare buona impressione.