<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> L'estetica di una auto secondo me non è una opinione personale. | Page 9 | Il Forum di Quattroruote

L'estetica di una auto secondo me non è una opinione personale.

Ci sono auto che sono fatte apposta per essere "diverse" e quindi non sono belle auto ma "piacciono"

Una di queste la ricordo bene era la Daihatsu Trevis, su cui tentennai invece della cuore. Ancora oggi le poche redivive che vedo hanno il loro perchè....

Un'altra la Cappuccino, da noi in pochi esemplari

Ben più diffusa e "trendy" la vecchia Mazda 323 l'auto di topolino (e dei fighetti nella Milano postdabere) e oggi direi che se l'importano è sulla stessa falsariga....
 
Ci sono auto che sono fatte apposta per essere "diverse" e quindi non sono belle auto ma "piacciono"

Una di queste la ricordo bene era la Daihatsu Trevis, su cui tentennai invece della cuore. Ancora oggi le poche redivive che vedo hanno il loro perchè....

Un'altra la Cappuccino, da noi in pochi esemplari

Ben più diffusa e "trendy" la vecchia Mazda 323 l'auto di topolino (e dei fighetti nella Milano postdabere) e oggi direi che se l'importano è sulla stessa falsariga....
A me piaceva molto la "MATERIA"...
Così come m'è sempre piaciuta la KIA SOUL
 
La bellezza è negli occhi di chi guarda, io prediligo la razionalità, l'armonia, l'equilibrio, la linearità, la coordinazione, la raccordatura, etc... la maggioranza delle auto moderne non mi attrae esteticamente, neppure quelle che ho in garage... tra i designer, preferisco Giugiaro, sopratutto per i disegni anni 80-90, o il minimalismo Volvo o le prime outback anni 2000... tanto per fare qualche esempio...
 
Non sono tanto in accordo con chi pensa che alla fine " non é bello ciò che é bello, ma é bello ciò che piace".
Nel design automobilistico va tenuto conto che esistono regole compositive riconosciute e condivise (come in architettura), anche se esiste ovviamente un certo spazio "di manovra" per interpretazioni creative. Il settore non è affatto una "terra di nessuno", ma piuttosto un equilibrio tra vincoli tecnici, normativi, industriali ed estetici.La riuscita di un modello ed il suo successo dipendono dal loro sapiente mix.
Il nostro cervello "gradisce" essere sollecitato da stimoli che inducano piacere. Piacere che deriva ad esempio dal rispetto delle proporzioni: regola aurea e rapporti armonici che guidano la distribuzione delle masse, il dinamismo del profilo delle fiancate, il " less is more" delle linee di cintura, di scalalature, che devono risultare ben equilbrate tra i ruoli funzionali e stilistici (es. prese aria).
Il tutto quindi si riassume nella distribuzione coerente dei pesi visivi (fari, ruote, montanti, sbalzi), nella coerenza tra il frontale e posteriore.
Ovviamente nel rispetto dell' identitá del marchio, del suo linguaggio formale (il doppio rene BMW, il trilobo Alfa, ecc.).
Ma gli aspetti estetici trovano il loro contrappunto in quello tecnici che influenzano profondamente le scelte formali: altezza parabrezza, curvatura tetto, proporzioni finestrini, ecc. Insieme ai vincoli tecnici pesano nel design le normative, sia quelle legate alla tecnica, sia quelle di sicurezza: sicurezza pedoni, visibilità, illuminazione, ingombri, che impongono limiti compositivi che tutti devono rispettare.
 
Non sono tanto in accordo con chi pensa che alla fine " non é bello ciò che é bello, ma é bello ciò che piace".
Nel design automobilistico va tenuto conto che esistono regole compositive riconosciute e condivise (come in architettura), anche se esiste ovviamente un certo spazio "di manovra" per interpretazioni creative. Il settore non è affatto una "terra di nessuno", ma piuttosto un equilibrio tra vincoli tecnici, normativi, industriali ed estetici.La riuscita di un modello ed il suo successo dipendono dal loro sapiente mix.
Il nostro cervello "gradisce" essere sollecitato da stimoli che inducano piacere. Piacere che deriva ad esempio dal rispetto delle proporzioni: regola aurea e rapporti armonici che guidano la distribuzione delle masse, il dinamismo del profilo delle fiancate, il " less is more" delle linee di cintura, di scalalature, che devono risultare ben equilbrate tra i ruoli funzionali e stilistici (es. prese aria).
Il tutto quindi si riassume nella distribuzione coerente dei pesi visivi (fari, ruote, montanti, sbalzi), nella coerenza tra il frontale e posteriore.
Ovviamente nel rispetto dell' identitá del marchio, del suo linguaggio formale (il doppio rene BMW, il trilobo Alfa, ecc.).
Ma gli aspetti estetici trovano il loro contrappunto in quello tecnici che influenzano profondamente le scelte formali: altezza parabrezza, curvatura tetto, proporzioni finestrini, ecc. Insieme ai vincoli tecnici pesano nel design le normative, sia quelle legate alla tecnica, sia quelle di sicurezza: sicurezza pedoni, visibilità, illuminazione, ingombri, che impongono limiti compositivi che tutti devono rispettare.
Condivido in pieno. Per me la forma DEVE seguire la funzione. Attualmente, per quanto riguarda il mondo automobilistico, stiamo vivendo una sorta di Barocco 2.0 imho.
 
Condivido in pieno. Per me la forma DEVE seguire la funzione. Attualmente, per quanto riguarda il mondo automobilistico, stiamo vivendo una sorta di Barocco 2.0 imho.
Beh il barocco in realtá ha avuto grandi esempi di bellissima architettura, e a torto viene citato come esempio per indicare esagerazione compositiva formale e pesantezza espressiva. Parlerei più di una forma di "decadentismo" che trova la sua forza nella povertà culturale dei nostri tempi.
 
Beh il barocco in realtá ha avuto grandi esempi di bellissima architettura, e a torto viene citato come esempio per indicare esagerazione compositiva formale e pesantezza espressiva. Parlerei più di una forma di "decadentismo" che trova la sua forza nella povertà culturale dei nostri tempi.
Condivido, magari mi sono espresso male, ma in tema automobilistico.... credo che ci intendiamo.
 
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