Naturalmente la Darraq e' la seconda immagine quella anche in Francese
,le ho messe in ordine ma sono state caricate cosi'.
E' per tutti anche,sopratutto, per chi non la conosce.ottovalvole ha scritto:letto ma già la conoscevo la storia
Complimenti Multy,MultiJet150 ha scritto:AlfistaMilano ha scritto:scusa multy, ma sei napoletano? no perchè non capisco tutto questo accanimento alle origini dell'alfa napoletane quando è abbastanza evidente che napoli non c'entra niente con l'alfa di milano. certo, se non ci fosse stato nicola romeo l'alfa non sarebbe andata avanti, ma egli è subentrato dopo, quando il portello esisteva già ed era anche già fallito. se poi mi parli di pomigliano d'arco, allora ti dico che quello stabilimento non doveva nemmeno essere aperto, se non fosse entrata in mezzo la politica.
No, non sono Napoletano, era solo una precisazione, molti pensano che Alfa Romeo sia nata ad Arese, mentre Arese viene dopo e come conseguenza dell'evoluzione della società legata a doppio filo a quella del paese Italia.
francescoalt ha scritto:Complimenti Multy,MultiJet150 ha scritto:AlfistaMilano ha scritto:scusa multy, ma sei napoletano? no perchè non capisco tutto questo accanimento alle origini dell'alfa napoletane quando è abbastanza evidente che napoli non c'entra niente con l'alfa di milano. certo, se non ci fosse stato nicola romeo l'alfa non sarebbe andata avanti, ma egli è subentrato dopo, quando il portello esisteva già ed era anche già fallito. se poi mi parli di pomigliano d'arco, allora ti dico che quello stabilimento non doveva nemmeno essere aperto, se non fosse entrata in mezzo la politica.
No, non sono Napoletano, era solo una precisazione, molti pensano che Alfa Romeo sia nata ad Arese, mentre Arese viene dopo e come conseguenza dell'evoluzione della società legata a doppio filo a quella del paese Italia.
non vedo perchè non dover legare le origini dell'Alfa all'asse Napoli-Milano, quando la storia è piena di riferimenti storici ad entrambe le città; quelli milanesi sono ben noti, ecco quelli napoletani che credo siano fondamentali nella storia e nell'evoluzione del nostro appassionato marchio:
Nel 1906 nacque la Società Italiana Automobili Darracq, con sede a Napoli che poi decise di spostare la produzione nella periferia di Milano, costruendo l'opificio del Portello.
Nicola Romeo nacque nel 1876 a Sant'Antimo (Napoli)e studiò all'istituto tecnico a Napoli.
Nel 1926 fu fondata a Pomigliano d'Arco (Napoli) una fabbrica di aeroplani.
Il 1972 fu l'anno dell'inaugurazione dello stabilimento di Pomigliano d'Arco.
ottovalvole ha scritto:è<paradossale di come la fabbrica Alfa è usata per fare le Fiat (anche Arese alla fine l'hanno usata per assemblare la Multipla) e quelle Fiat per fare le Alfa...non aveva più senso lasciare a Pomigliano la produzione di MiTo e Giulietta e far fare la Panda a Melfi,Cassino o Mirafiori?
vecchioAlfista ha scritto:topic incomprensibile, che più che aspirazioni "storiche" e revisionistiche, appare evidenziare altre finalità.
Senza parole
killernoise ha scritto:vecchioAlfista ha scritto:topic incomprensibile, che più che aspirazioni "storiche" e revisionistiche, appare evidenziare altre finalità.
Senza parole
Condivido in pieno, sembra come voler trovare delle giustificazioni su quello che FIAT ha fatto all'Alfa Romeo.
Il mio parere personale è che Alfa Romeo poteva anche fare 90 anni della sua storia a Napoli, ma nel logo ha CROCE e BISCIONE, simboli propri della città di Milano. Quindi niente Napoli nè tantomeno Torino; come ha ricordato un'altro Utente prima, se non ci fosse stata la politica, le auto col marchio Alfa Romeo non avrebbero mai visto Pomigliano nè tantomeno Pratola Serra.
"Un impegno politico-produttivo viene siglato nel 1967 per la costituzione dell'Alfasud, a Pomigliano d'Arco (vicino Napoli), con l'obiettivo di creare posti di lavoro qualificati nel Mezzogiorno e di commercializzare, a partire dal 1972, una vettura, chiamata appunto Alfasud, collocabile in una fascia di mercato più bassa rispetto a quelle tradizionalmente occupate dai modelli Alfa Romeo: amministratore delegato e direttore generale di questa nuova società è l'ingegner Rudolf Hruska. Sempre nel 1972 esordisce l'Alfetta, modello destinato a rimanere un classico della produzione della Casa per la raffinata sospensione posteriore a ponte De Dion. Nel 1974, causa il siluramento politico di Giuseppe Eugenio Luraghi, l'azienda iniziò una lunga e lenta agonia, dove alle innovazioni tecniche si sostituì una gestione atta a soddisfare, quasi solo ed esclusivamente, i giochi politici dell'epoca. Nonostante questo però, la gamma Alfa Romeo degli anni successivi, fino all'Alfa 75 (l'ultima vera Alfa Romeo) continuò ad essere ben sopra i livelli della concorrenza generalista, grazie sopratutto alle eccellenti proprietà tecnico/intellettuali ereditate dagli anni precedenti. Nel giugno 1981, iniziano i lavori per la costruzione dello stabilimento ARNA di Pratola Serra (Avellino), frutto di una poco fortunata joint-venture con la Nissan per la produzione (dal 1983) di un'altra vettura di classe medio-inferiore, sarà l'ennesima mossa fallimentare dell'allora amministratore delegato Ettore Massacesi, l'uomo che causò uno stato aziendale tale che nel 1986 l'IRI di Romano Prodi decise di vendere l'Alfa Romeo alla Fiat degli Agnelli, non a caso fortemente legati anch'essi, come Massacesi, alla Democrazia Cristiana."
ExPug24 - 1 giorno fa
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omniae - 3 giorni fa