<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Le Radici dell'Alfa Romeo partono comunque da NAPOLI | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Le Radici dell'Alfa Romeo partono comunque da NAPOLI

Nel 1906 Nicola Romeo fondo' a Milano in via Ruggero di Lauria al numero 20 la Societa' in accomandita semplice Nicola Romeo & C. le dimensioni aumentarono quando nel 1911 entro in societa' Angelo Pogliani direttore della banca di Busto Arsizio e del facoltoso ingegnere ferroviario Anselmo Gobba,ancora non vi era nessun rapporto con l'A.L.F.A.
Nel febbraio del 1909 il cavaliere Ugo Stella pose alla direzione delle officine del Portello l'ing.Henry C. Elliott-Fun che ebbe un ruolo rilevante nella creazione e nelle attivita' dell'A.L.F.A.

Intanto nel 1910 inizia la produzione aeronautica dell'A.L.F.A. contemporaneamente ai primi modelli di vetture A.L.F.A. si occupo' della della realizzazione dei primi aerei Antonio Santori collaboratore di Giuseppe Merosi.
.....

Lo Stabilimento A.L.F.A. padiglioni stampaggio,1916.

Attached files /attachments/1220767=9364-Scan_Pic0024.jpg
 
A.L.F.A. 40/60 HP carrozzata Castagna.
Si tratta di un avveniristico studio aerodinamico della 40/60 HP del 1913.

Attached files /attachments/1220804=9365-Scan_Pic0025.jpg
 
MultiJet150 ha scritto:
AlfistaMilano ha scritto:
scusa multy, ma sei napoletano? no perchè non capisco tutto questo accanimento alle origini dell'alfa napoletane quando è abbastanza evidente che napoli non c'entra niente con l'alfa di milano. certo, se non ci fosse stato nicola romeo l'alfa non sarebbe andata avanti, ma egli è subentrato dopo, quando il portello esisteva già ed era anche già fallito. se poi mi parli di pomigliano d'arco, allora ti dico che quello stabilimento non doveva nemmeno essere aperto, se non fosse entrata in mezzo la politica.

No, non sono Napoletano, era solo una precisazione, molti pensano che Alfa Romeo sia nata ad Arese, mentre Arese viene dopo e come conseguenza dell'evoluzione della società legata a doppio filo a quella del paese Italia.
Complimenti Multy,
non vedo perchè non dover legare le origini dell'Alfa all'asse Napoli-Milano, quando la storia è piena di riferimenti storici ad entrambe le città; quelli milanesi sono ben noti, ecco quelli napoletani che credo siano fondamentali nella storia e nell'evoluzione del nostro appassionato marchio:
Nel 1906 nacque la Società Italiana Automobili Darracq, con sede a Napoli che poi decise di spostare la produzione nella periferia di Milano, costruendo l'opificio del Portello.
Nicola Romeo nacque nel 1876 a Sant'Antimo (Napoli)e studiò all'istituto tecnico a Napoli.
Nel 1926 fu fondata a Pomigliano d'Arco (Napoli) una fabbrica di aeroplani.
Il 1972 fu l'anno dell'inaugurazione dello stabilimento di Pomigliano d'Arco.
 
francescoalt ha scritto:
MultiJet150 ha scritto:
AlfistaMilano ha scritto:
scusa multy, ma sei napoletano? no perchè non capisco tutto questo accanimento alle origini dell'alfa napoletane quando è abbastanza evidente che napoli non c'entra niente con l'alfa di milano. certo, se non ci fosse stato nicola romeo l'alfa non sarebbe andata avanti, ma egli è subentrato dopo, quando il portello esisteva già ed era anche già fallito. se poi mi parli di pomigliano d'arco, allora ti dico che quello stabilimento non doveva nemmeno essere aperto, se non fosse entrata in mezzo la politica.

No, non sono Napoletano, era solo una precisazione, molti pensano che Alfa Romeo sia nata ad Arese, mentre Arese viene dopo e come conseguenza dell'evoluzione della società legata a doppio filo a quella del paese Italia.
Complimenti Multy,
non vedo perchè non dover legare le origini dell'Alfa all'asse Napoli-Milano, quando la storia è piena di riferimenti storici ad entrambe le città; quelli milanesi sono ben noti, ecco quelli napoletani che credo siano fondamentali nella storia e nell'evoluzione del nostro appassionato marchio:
Nel 1906 nacque la Società Italiana Automobili Darracq, con sede a Napoli che poi decise di spostare la produzione nella periferia di Milano, costruendo l'opificio del Portello.
Nicola Romeo nacque nel 1876 a Sant'Antimo (Napoli)e studiò all'istituto tecnico a Napoli.
Nel 1926 fu fondata a Pomigliano d'Arco (Napoli) una fabbrica di aeroplani.
Il 1972 fu l'anno dell'inaugurazione dello stabilimento di Pomigliano d'Arco.

Grazie per le tue precisazioni, infatti, mi permetto di aggiungere che sia da Napoli, sia da Milano, sono usciti veri capolavori di vetture, purtroppo, la storia dell'Alfa Romeo, come tutti sanno, è sempre stata molto travagliata e ricca anche di momenti negativi. Speriamo e confidiamo che dalle ceneri che abbiamo alle spalle possa risorgere una Alfa Romeo vitale e unica nel suo genere come lo è stata nel passato. Poi, visto che la storia è fatta di ricorsi ciclici, chissà che in un futuro, Pomigliano non possa dire ancora la sua per Alfa Romeo.

Staremo a vedere ................
 
ottovalvole ha scritto:
è&lt;paradossale di come la fabbrica Alfa è usata per fare le Fiat (anche Arese alla fine l'hanno usata per assemblare la Multipla) e quelle Fiat per fare le Alfa...non aveva più senso lasciare a Pomigliano la produzione di MiTo e Giulietta e far fare la Panda a Melfi,Cassino o Mirafiori?

A dir la verità, l'ho pensato anch'io, ma evidentemente, ci sfugge qualche dettaglio.

Ipotizzando, la Panda è una vettura che venderà sempre e bene, margini non troppo alti, ma numeri certi ......... quindi ????

Deve essere lì il nocciolo della questione, potremmo dire che così facendo, metti in "tranquillità" l'impianto.

Al momento attuale, non riesco a trovare altre spiegazioni.&gt;
 
vecchioAlfista ha scritto:
topic incomprensibile, che più che aspirazioni "storiche" e revisionistiche, appare evidenziare altre finalità.

Senza parole

Condivido in pieno, sembra come voler trovare delle giustificazioni su quello che FIAT ha fatto all'Alfa Romeo.

Il mio parere personale è che Alfa Romeo poteva anche fare 90 anni della sua storia a Napoli, ma nel logo ha CROCE e BISCIONE, simboli propri della città di Milano. Quindi niente Napoli nè tantomeno Torino; come ha ricordato un'altro Utente prima, se non ci fosse stata la politica, le auto col marchio Alfa Romeo non avrebbero mai visto Pomigliano nè tantomeno Pratola Serra.

"Un impegno politico-produttivo viene siglato nel 1967 per la costituzione dell'Alfasud, a Pomigliano d'Arco (vicino Napoli), con l'obiettivo di creare posti di lavoro qualificati nel Mezzogiorno e di commercializzare, a partire dal 1972, una vettura, chiamata appunto Alfasud, collocabile in una fascia di mercato più bassa rispetto a quelle tradizionalmente occupate dai modelli Alfa Romeo: amministratore delegato e direttore generale di questa nuova società è l'ingegner Rudolf Hruska. Sempre nel 1972 esordisce l'Alfetta, modello destinato a rimanere un classico della produzione della Casa per la raffinata sospensione posteriore a ponte De Dion. Nel 1974, causa il siluramento politico di Giuseppe Eugenio Luraghi, l'azienda iniziò una lunga e lenta agonia, dove alle innovazioni tecniche si sostituì una gestione atta a soddisfare, quasi solo ed esclusivamente, i giochi politici dell'epoca. Nonostante questo però, la gamma Alfa Romeo degli anni successivi, fino all'Alfa 75 (l'ultima vera Alfa Romeo) continuò ad essere ben sopra i livelli della concorrenza generalista, grazie sopratutto alle eccellenti proprietà tecnico/intellettuali ereditate dagli anni precedenti. Nel giugno 1981, iniziano i lavori per la costruzione dello stabilimento ARNA di Pratola Serra (Avellino), frutto di una poco fortunata joint-venture con la Nissan per la produzione (dal 1983) di un'altra vettura di classe medio-inferiore, sarà l'ennesima mossa fallimentare dell'allora amministratore delegato Ettore Massacesi, l'uomo che causò uno stato aziendale tale che nel 1986 l'IRI di Romano Prodi decise di vendere l'Alfa Romeo alla Fiat degli Agnelli, non a caso fortemente legati anch'essi, come Massacesi, alla Democrazia Cristiana."
 
killernoise ha scritto:
vecchioAlfista ha scritto:
topic incomprensibile, che più che aspirazioni "storiche" e revisionistiche, appare evidenziare altre finalità.

Senza parole

Condivido in pieno, sembra come voler trovare delle giustificazioni su quello che FIAT ha fatto all'Alfa Romeo.

Il mio parere personale è che Alfa Romeo poteva anche fare 90 anni della sua storia a Napoli, ma nel logo ha CROCE e BISCIONE, simboli propri della città di Milano. Quindi niente Napoli nè tantomeno Torino; come ha ricordato un'altro Utente prima, se non ci fosse stata la politica, le auto col marchio Alfa Romeo non avrebbero mai visto Pomigliano nè tantomeno Pratola Serra.

"Un impegno politico-produttivo viene siglato nel 1967 per la costituzione dell'Alfasud, a Pomigliano d'Arco (vicino Napoli), con l'obiettivo di creare posti di lavoro qualificati nel Mezzogiorno e di commercializzare, a partire dal 1972, una vettura, chiamata appunto Alfasud, collocabile in una fascia di mercato più bassa rispetto a quelle tradizionalmente occupate dai modelli Alfa Romeo: amministratore delegato e direttore generale di questa nuova società è l'ingegner Rudolf Hruska. Sempre nel 1972 esordisce l'Alfetta, modello destinato a rimanere un classico della produzione della Casa per la raffinata sospensione posteriore a ponte De Dion. Nel 1974, causa il siluramento politico di Giuseppe Eugenio Luraghi, l'azienda iniziò una lunga e lenta agonia, dove alle innovazioni tecniche si sostituì una gestione atta a soddisfare, quasi solo ed esclusivamente, i giochi politici dell'epoca. Nonostante questo però, la gamma Alfa Romeo degli anni successivi, fino all'Alfa 75 (l'ultima vera Alfa Romeo) continuò ad essere ben sopra i livelli della concorrenza generalista, grazie sopratutto alle eccellenti proprietà tecnico/intellettuali ereditate dagli anni precedenti. Nel giugno 1981, iniziano i lavori per la costruzione dello stabilimento ARNA di Pratola Serra (Avellino), frutto di una poco fortunata joint-venture con la Nissan per la produzione (dal 1983) di un'altra vettura di classe medio-inferiore, sarà l'ennesima mossa fallimentare dell'allora amministratore delegato Ettore Massacesi, l'uomo che causò uno stato aziendale tale che nel 1986 l'IRI di Romano Prodi decise di vendere l'Alfa Romeo alla Fiat degli Agnelli, non a caso fortemente legati anch'essi, come Massacesi, alla Democrazia Cristiana."

AMEN
 
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