Allora, si parla spesso sul forum di lavoro. Come in tutte le cose c'è chi è contento del proprio lavoro e chi no, chi guadagna bene e chi a fatica arriva a fine mese.
Bene, spesso leggo (o sento dire) di contratti allucinanti, praticamente tutti gli oneri a carico del lavoratore e praticamente niente a carico del datore di lavoro; altre volte invece, e sono la maggioranza, sento inveire contro i dipendenti della P.A. che sono visti come dei paraculati privilegiati. Infine, c'è chi dice che è giusto così, e che i lavoratori hanno fin troppi diritti....
Senza polemica, racconto la mia esperienza.
Dunque, premetto che nonostante qualcuno mi tacci di comunismo/fancazzismo cronico in quanto adesso sono alle dipendenze di babbo Stato, ci tengo a precisare che più o meno ho sempre lavoricchiato anche quando studiavo, quel tanto che mi serviva per pagarmi l'auto, i vestiti e le vacanze estive.
Ma andiamo con ordine. Ho 28 anni ed in passato ho fatto un pò di tutto: cameriere, vendemmiatore, carrozziere, imbianchino ecc. talvolta ho lavorato nel "mio" (mio nonno aveva un'azienda agricola), spesso però ho lavorato sotto privati.
Ovviamente non possono considerarsi lavori veri e propri perchè li ho fatti in modo discontinuo, spesso durante i periodi liberi dallo studio e per non più di un paio di mesi consecutivi. Quindi tutti questi piccoli lavoretti, per il momento, non li considero nemmeno.
Dopo essermi laureato in Giurisprudenza nel 2005 con la laurea di primo livello ed aver completato un anno di studio all'estero (Inghilterra) seguiti a ruota da 4 mesi di lavoro a Londra, venni contattato da una importante assicurazione italiana per un colloquio di lavoro nel maggio 2008.
Arrivato nella sede della società, in un palazzo storico di Siena, venni ricevuto da una avvenente segretaria che mi introdusse nello studio dell'agente generale.
Dopo le classiche domande di rito, il signore in oggetto iniziò una filippica di mezz'ora sulle brillanti prospettive di carriera all'interno della società, dell'importanza delle assicurazioni in Italia e della forza del gruppo che stava rappresentando. Non fece parola sul tipo di contratto, nè tantomeno sulla tipologia di lavoro in se, si limitò a dire che quella sarebbe stata per me una grande opportunità da non perdere, anche perchè i guadagni erano ingenti (sparò la cifra di "oltre mille euro al mese") :shock: il primo mese di lavoro.
Uscii dallo studio un pò perplesso, ma al tempo stesso contento nell'aver trovato un lavoro che pensavo fosse il proseguio logico di quanto iniziato in Inghilterra (anche li lavoravo presso una società di assicurazioni).
Dopo pochi giorni mi richiamarono e da li a poco, iniziai un intensivo "corso di formazione" nel quale ci avrebbero illustrato tutte le cose principali da sapere per svolgere al meglio il lavoro di "assicuratore".
Ben motivato mi presentai il primo giorno del corso in ufficio dove l'avvenente segretaria mi fece accomodare in una stanza e mi dette dei depliant da leggere pieni di informazioni sulla società e di dati di analisi di mercato. Mi disse "Intanto leggi questi". In realtà dopo 2 ore che stavo ancora leggendo nessuno venne a chiedere di me, e l'avvenente signorina mi disse che per il primo giorno andava bene così (ma come, mi avevano chiesto di andare in giacca e cravatta solo per leggere 2 depliant? ).
Comunque andai a casa ed il giorno seguente ritornai.
Da li effettivamente iniziarono una serie di lezioni tenute da un dipendente dell'azienda (il cui cellulare non smetteva di squillare mentre "spiegava") il cui contenuto era suddiviso nel 10% di spiegazioni sui prodotti assicurativi e 90% di tecniche di convincimento del cliente.
Già li i primi dubbi sorgevano, ma andai avanti.
Dopo una settimana, il giorno dell'ultima lezione del corso mi fecero fare un "test" totalmente a sorpresa nel quale mi si chiedeva di rispondere a delle domande con risposta multipla.
Difronte al mio stupore, il tizio mi disse:" Non ti preoccupare, è solo una formalità, quelle che non sai le facciamo insieme" :shock: :shock: .
Su circa 30 domande le lasciai circa una decina insolute e lui prese la penna in mano e le completò (alla faccia del "facciamole insieme!"). Mi disse che tale test serviva per essere iscritto al registro ISVAP dei consulenti assicurativi e che, una volta ottenuto l'attestato ISVAP avrei potuto iniziare a "lavorare".
Contento, ma anche un pò perplesso, venni ricontattato dopo circa 15gg. per iniziare il periodo di "tutoraggio".
Da li iniziò il mio "incubo".
Il "lavoro", che io credevo simile a quello in banca, non era altro che una vendita di polizze assicurative a domicilio. Gli spostamenti avvenivano esclusivamente con la mia auto e non c'era alcun tipo di rimborso spese (benzina, gomme o altro) :shock: . Inoltre gli "alti guadagni" prospettati fin dal primo momento, non erano altro che delle misere provvigioni che venivano pagate dall'azienda una volta ottenuta la firma sul contratto.
Inutile dire che in circa 8 mesi che ho lavorato per tale compagnia ho guadagnato in media 300 euro al mese ma ne ho spese molte di più per andare a lavoro! Tra abiti "business", gasolio, scarpe e pranzi fuori spendevo in media 500 euro al mese che non mi sono mai state rimborsate! :shock: :shock: :shock:
Ovviamente sia i miei genitori che io stesso rimanemmo scandalizzati ogni giorno di più di fronte a questo "lavoro" e di li a breve decisi di iniziare a cercare qualcos altro.
Intanto mi presi la laurea specialistica e poi a Febbraio feci un concorso pubblico presso la società che gestisce le case popolari a Siena.
Ricevuta la comunicazione di idoneità al posto (contratto di 6 mesi) non ci ho pensato certo 2 volte a lasciare l'assicurazione e fiondarmi dove sono adesso!
8)
Ora, con il 31 Dicembre il mio contratto scade e so già che le possibilità di rinnovo sono molto basse.
Tuttavia mi sento solo di dire che tra questo lavoro che faccio adesso e quello che facevo prima c'è la stessa differenza tra un pollo arrosto con patate ed un BigMac consumato in piedi.
Bene, spesso leggo (o sento dire) di contratti allucinanti, praticamente tutti gli oneri a carico del lavoratore e praticamente niente a carico del datore di lavoro; altre volte invece, e sono la maggioranza, sento inveire contro i dipendenti della P.A. che sono visti come dei paraculati privilegiati. Infine, c'è chi dice che è giusto così, e che i lavoratori hanno fin troppi diritti....
Senza polemica, racconto la mia esperienza.
Dunque, premetto che nonostante qualcuno mi tacci di comunismo/fancazzismo cronico in quanto adesso sono alle dipendenze di babbo Stato, ci tengo a precisare che più o meno ho sempre lavoricchiato anche quando studiavo, quel tanto che mi serviva per pagarmi l'auto, i vestiti e le vacanze estive.
Ma andiamo con ordine. Ho 28 anni ed in passato ho fatto un pò di tutto: cameriere, vendemmiatore, carrozziere, imbianchino ecc. talvolta ho lavorato nel "mio" (mio nonno aveva un'azienda agricola), spesso però ho lavorato sotto privati.
Ovviamente non possono considerarsi lavori veri e propri perchè li ho fatti in modo discontinuo, spesso durante i periodi liberi dallo studio e per non più di un paio di mesi consecutivi. Quindi tutti questi piccoli lavoretti, per il momento, non li considero nemmeno.
Dopo essermi laureato in Giurisprudenza nel 2005 con la laurea di primo livello ed aver completato un anno di studio all'estero (Inghilterra) seguiti a ruota da 4 mesi di lavoro a Londra, venni contattato da una importante assicurazione italiana per un colloquio di lavoro nel maggio 2008.
Arrivato nella sede della società, in un palazzo storico di Siena, venni ricevuto da una avvenente segretaria che mi introdusse nello studio dell'agente generale.
Dopo le classiche domande di rito, il signore in oggetto iniziò una filippica di mezz'ora sulle brillanti prospettive di carriera all'interno della società, dell'importanza delle assicurazioni in Italia e della forza del gruppo che stava rappresentando. Non fece parola sul tipo di contratto, nè tantomeno sulla tipologia di lavoro in se, si limitò a dire che quella sarebbe stata per me una grande opportunità da non perdere, anche perchè i guadagni erano ingenti (sparò la cifra di "oltre mille euro al mese") :shock: il primo mese di lavoro.
Uscii dallo studio un pò perplesso, ma al tempo stesso contento nell'aver trovato un lavoro che pensavo fosse il proseguio logico di quanto iniziato in Inghilterra (anche li lavoravo presso una società di assicurazioni).
Dopo pochi giorni mi richiamarono e da li a poco, iniziai un intensivo "corso di formazione" nel quale ci avrebbero illustrato tutte le cose principali da sapere per svolgere al meglio il lavoro di "assicuratore".
Ben motivato mi presentai il primo giorno del corso in ufficio dove l'avvenente segretaria mi fece accomodare in una stanza e mi dette dei depliant da leggere pieni di informazioni sulla società e di dati di analisi di mercato. Mi disse "Intanto leggi questi". In realtà dopo 2 ore che stavo ancora leggendo nessuno venne a chiedere di me, e l'avvenente signorina mi disse che per il primo giorno andava bene così (ma come, mi avevano chiesto di andare in giacca e cravatta solo per leggere 2 depliant? ).
Comunque andai a casa ed il giorno seguente ritornai.
Da li effettivamente iniziarono una serie di lezioni tenute da un dipendente dell'azienda (il cui cellulare non smetteva di squillare mentre "spiegava") il cui contenuto era suddiviso nel 10% di spiegazioni sui prodotti assicurativi e 90% di tecniche di convincimento del cliente.
Già li i primi dubbi sorgevano, ma andai avanti.
Dopo una settimana, il giorno dell'ultima lezione del corso mi fecero fare un "test" totalmente a sorpresa nel quale mi si chiedeva di rispondere a delle domande con risposta multipla.
Difronte al mio stupore, il tizio mi disse:" Non ti preoccupare, è solo una formalità, quelle che non sai le facciamo insieme" :shock: :shock: .
Su circa 30 domande le lasciai circa una decina insolute e lui prese la penna in mano e le completò (alla faccia del "facciamole insieme!"). Mi disse che tale test serviva per essere iscritto al registro ISVAP dei consulenti assicurativi e che, una volta ottenuto l'attestato ISVAP avrei potuto iniziare a "lavorare".
Contento, ma anche un pò perplesso, venni ricontattato dopo circa 15gg. per iniziare il periodo di "tutoraggio".
Da li iniziò il mio "incubo".
Il "lavoro", che io credevo simile a quello in banca, non era altro che una vendita di polizze assicurative a domicilio. Gli spostamenti avvenivano esclusivamente con la mia auto e non c'era alcun tipo di rimborso spese (benzina, gomme o altro) :shock: . Inoltre gli "alti guadagni" prospettati fin dal primo momento, non erano altro che delle misere provvigioni che venivano pagate dall'azienda una volta ottenuta la firma sul contratto.
Inutile dire che in circa 8 mesi che ho lavorato per tale compagnia ho guadagnato in media 300 euro al mese ma ne ho spese molte di più per andare a lavoro! Tra abiti "business", gasolio, scarpe e pranzi fuori spendevo in media 500 euro al mese che non mi sono mai state rimborsate! :shock: :shock: :shock:
Ovviamente sia i miei genitori che io stesso rimanemmo scandalizzati ogni giorno di più di fronte a questo "lavoro" e di li a breve decisi di iniziare a cercare qualcos altro.
Intanto mi presi la laurea specialistica e poi a Febbraio feci un concorso pubblico presso la società che gestisce le case popolari a Siena.
Ricevuta la comunicazione di idoneità al posto (contratto di 6 mesi) non ci ho pensato certo 2 volte a lasciare l'assicurazione e fiondarmi dove sono adesso!
8)
Ora, con il 31 Dicembre il mio contratto scade e so già che le possibilità di rinnovo sono molto basse.
Tuttavia mi sento solo di dire che tra questo lavoro che faccio adesso e quello che facevo prima c'è la stessa differenza tra un pollo arrosto con patate ed un BigMac consumato in piedi.