Però prendiamo un esempio pratico.
Io per adeguare casa mia (che non è una villa ottocentesca inefficiente ne io sono un barone o un conte che ha bisogno di 12 stanze e se ne frega se per riscaldarle consuma più energia di quella che occorre a un asilo,si tratta di un normalissimo appartamento costruito a fine anni 90 inizio 2000 che pur non essendo tecnologicamente al passo con gli standard attuali mi permette comunque di consumare poco) dovrei spendere buona parte dei risparmi che ho.
Mi conviene?
Dopo la mia qualità della vita sarebbe migliore o sarei io il farloccone (io conoscevo il termine frolloccone) che per rincorrere il luogo comune secondo cui gli altri sono avanti e chi si ferma è perduto si ritrova senza soldi che magari servivano per il dentista,per una vacanza,per cambiare la macchina o per qualsiasi altra necessità forse più impellente?
Se domani ad esempio l'azienda per cui lavoro chiudesse e io non trovassi un altro lavoro oltre a pesare sulla collettività beneficiando dei cosiddetti ammortizzatori sociali mi converrebbe avere il cappotto termico oppure 20000 euro in banca?
Io sono sempre scettico quando si fanno confronti sulla qualità della vita dei vari paesi.
Non sono convinto che siano veritiere,non del tutto almeno.
Che in cima ci siano quasi sempre i paesi più avanzati,con qualche outsider qua e la,è ovvio.
O meglio è ovvio che i paesi in cui la gente non ha l'acqua potabile siano in fondo alla classifica.
Ma sono convinto che si viva meglio a metà classifica.
Anche perchè il cosiddetto benessere che invidiamo tanto ad altri paesi imho in molti casi non è reale e non se lo potrebbero permettere nemmeno loro (vedere cosa sta succedendo in Francia).
Per me è impensabile che tutti possano tenere la stessa andatura,già in Europa non ne parliamo nel mondo.
Rincorrere chi sta davanti serve solo a stare peggio.
Certo non ci si deve fermare ma nemmeno ammazzarsi per tenere un ritmo che va oltre le proprie possibilità.
La paura dei cambiamenti però (almeno quando si tratta di cambiamenti enormi) credo che sia comprensibile.
E' un freno non ci piove,ma non sempre è un male.
Buttarsi a capo fitto verso le novità può voler dire progredire e prosperare oppure sbatterci il muso e non riprendersi più.
Capisco molto di più le resistenze e i timori di chi non è contro i cambiamenti per pigrizia o perchè è abituato a stare bene,ma perchè ha la matematica certezza che verrà lasciato indietro.
Per me la transizione lascerà indietro una marea di persone che se va bene potranno continuare a vivere nel loro modo arretrato (venendo giudicati da chi avrà già la pompa di calore e l'auto elettrica come un barbone anacronistico).
Se andrà male invece finiranno per vivere molto peggio di come vivono adesso.