<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La paghetta ai figli | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

La paghetta ai figli

Con mia figlia faccio come faceva l'agricolo senior con me: se mi serviva qualcosa chiedevo e mi era dato (se ragionevole).

Io ho sempre pensato che questo sistema fosse valido fino a una certa età.
Dopo le esigenze cambiano e può essere un po' pesante per un figlio quasi adulto dover "elemosinare" qualche euro dai genitori che magari gli servono per comprare qualcosa di cui preferisce non parlare con loro.
Non so se si capisce a cosa mi riferisco.
 
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Io ho sempre pensato che questo sistema sia valido fino a una certa età.
Dopo le esigenze cambiano e può essere un po' pesante per un figlio quasi adulto dover "elemosinare" qualche euro dai genitori che magari gli servono per comprare qualcosa di cui preferisce non parlare coi genitori.
Non so se si capisce a cosa mi riferisco.
Anche con me fecero così i miei e penso che farò altrettanto io con mia figlia.

Poi diciamo che a un certo punto il “quasi adulto “ si da una mossa e comincia a guadagnarsi qualcosa e non serve più la paghetta
Io ho cominciato a scaricare i tir da uno spedizioniere (facevo pesi senza pagare la palestra), poi a fare pratica in uno studio di geometri e via così
 
Anche con me faxerò così e penso che farò altrettanto
Poi diciamo che a un certo punto il “quasi adulto “ si da una mossa e comincia a guadagnarsi qualcosa e non serve più la paghetta
Io ho cominciato a scaricare i tir da uno spedizioniere (facevo pesi senza pagare la palestra) scherzi a parte, poi a fare pratica in uno studio di geometri e via così

Si ma ripeto non so se si capisce a cosa mi riferivo.
Un ragazzo di 16-17 anni potrebbe non sentirsi a suo agio a chiedere ai genitori i soldi per andare in farmacia a comprare una scatola di quel prodotto che serve per non farli diventare nonni prima del tempo.
Peggio ancora se si tratta di una figlia femmina il cui papà la vede ancora come una bambina.
E siccome quelle sono spese sulle quali è meglio non risparmiare potrebbe non essere saggio applicare alla lettera la regola del chiedi e ti sarà dato.
Poi magari in famiglie più moderne della mia,in cui c'è anche meno differenza d'età tra genitori e figli,è facile parlare anche di certi acquisti.
Ma ai miei tempi per me non lo sarebbe stato.
 
Un ragazzo di 16-17 anni potrebbe non sentirsi a suo agio a chiedere ai genitori i soldi per andare in farmacia a comprare una scatola di quel prodotto che serve per non farli diventare nonni prima del tempo.
Peggio ancora se si tratta di una figlia femmina il cui papà la vede ancora come una bambina.

Dato che si tratta di spese irrisorie, si possono benissimo mascherare sotto qualche altra "voce di costo"........
 
Dato che si tratta di spese irrisorie, si possono benissimo mascherare sotto qualche altra "voce di costo"........

Beh per le tasche di ragazzi di quell'età mica tanto irrisorie,e alle ragazze andava anche peggio.
Io mi ricordo una volta in cui furbescamente decisi di acquistare quel determinato prodotto al distributore automatico di una farmacia,perchè un po' mi vergognavo.
Il distributore fagocitò i miei 20 euro e non mi diede ne il prodotto ne il resto.
A parte la figura di dover entrare a chiedere il rimborso ci vollero mi sembra 2 settimane perchè dovevano aspettare il tecnico.
Morale della favola rimasi senza prodotto,senza soldi e andai in bianco...
 
Adesso li si trova anche al supermercato e non c’è il problema dell’inceppamento del distributore :emoji_wink:
 
Adesso li si trova anche al supermercato e non c’è il problema dell’inceppamento del distributore :emoji_wink:

Si anche all'epoca c'erano nei supermercati.
Ma il distributore era la scelta più "discreta".
Poi si rivelò una pessima idea...

In quel caso avere un fondo per le emergenze mi avrebbe fatto comodo.
Devo dire che verso i 18-20 anni mia madre iniziò ad allungarmi qualche soldo ogni tanto senza che le chiedessi nulla e fu una cosa saggia.
Anche se io le dicevo che non mi servivano lei me li lasciava lo stesso,non grandi cifre ma comunque potevano tornare utili.

E poi diceva che ero talmente oculato,o tirchio se preferite,che quasi quasi le conveniva dare a me i soldi almeno sapeva che a distanza di giorni o settimane ce li avevo ancora...:emoji_sweat_smile:
 
Mi viene in mente un natale,mi pare 10 anni fa' ma non sono sicuro,in cui ricevetti in regalo 1000 euro.
Era mancato mio nonno e mia nonna decise di dare a ciascuno dei nipoti un po' di soldi (onestamente sospetto che la cifra fosse diversa da nipote a nipote).
Io chiesi ai miei genitori se volevano tenerli loro,non è che navigassimo nell'oro in quel periodo.
Ma mia madre non volle sentire ragioni,disse che erano soldi miei e di usarli per comprare qualcosa che volevo (ovviamente se avessi fatto un unico acquisto da 1000 euro mi avrebbe spellato vivo).
Credo che mio padre invece li avrebbe accettati di buon grado.
A distanza di circa 1 anno capitò una spesa imprevista in casa e convinsi i miei genitori a usare quei soldi.
Non c'erano proprio tutti ma penso di aver speso 200 euro non di più.
 
Argomento interessante...io prendevo 20 euro/ settimana... poi appena laureato ho lavorato per 4 mesi prendendo due milioni e mezzo al mese... la prima cosa che comprai fu una videocamera Panasonic di 1 milione che ora giace da qualche parte, impolverata...poi presi una borsa di studio di svariati milioni, per cui non ho piu chiesto nulla ...poi ho iniziato a lavorare e "figliare"... ecco ora sì che mi servirebbe la paghetta. Ai miei darò la paghetta ma se scopro che fanno bischerate, li prendo a calci nelle gengive :)
 
Io una parte della “paghetta” la mettevo da parte, anche perché non ho mai fumato sigarette e tanto meno spinelli e perché mio padre guadagnava molto bene perciò le paghette erano diciamo corpose, e servivano solo per lo svago (benzina, cinema, flipper, dolcetti al bar, luna park, discoteche, bowling, biliardo, pizze con gli amici). Insomma i divertimenti degli anni ‘70 e fine ‘60.

Con le quote paghette messe da parte, qualche regalo di compleanno e una parte della vendita della moto comprai la prima auto a 19 anni (parlo del 1973): una vecchia Fiat 500 di un’amica di mia madre che me la svendette in ottime condizioni a 160.000 lire.

In famiglia c’erano già 2 auto e mio padre disse: se vuoi la macchina personale devi comprartela tu. Così poi dovetti anche mantenerla e non riuscii ovviamente a mettere da parte nulla. Per mantenerla utilizzavo anche i guadagni delle suonate fuori con il “complesso” dove ero batterista.
Con quello che avanzò della vendita della moto invece comprai un volante Momo e uno scarico Abarth...
 
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ritengo anche io che sia educativo...si impara a gestire le risorse che si hanno, e effettivamente persone che conosco che non la avevano faticano a gestire...in ogni caso non parlo di paghette enormi..50/settimana in università..serviva per tutto..cibo, gasolio auto, benzina moto....prima dell´università non avevo paghetta ma potevo contrattare sul guadagno sulle "prestazioni" casalinghe straordinarie..che so..piccoli lavori idraulici/elettrici/meccanici sulle auto/moto..ho sempre avuto il pallino del fai da te..insomma..di tutto un po´...le vere boccate d´ossigeno arrivavano (ho iniziato a 14 anni) quando rivendevo le moto che compravo e sistemavo come hobby...anche se erano boccate relative...(diciamo che intascavo il 20%, il restante 80% era destinato a acquisto e spese di parti della successiva)...
 
Mai avuta una "paghetta", se no per un periodo le 500 £ a settimana per comprare il Topolino, ed anche per mio figlio faccio così; difficilmente chiede soldi ma, con i quelli messi da parte tra compleanni, onomastici e festività, è riuscito quasi (il nonno ha contribuito per il restante 30%) a comprarsi un pianoforte usato.
Inutile dire che la cosa mi ha rassicurato non poco sulla sua capacità di gestire i soldi.

Riguardo il fatto di dare o meno la paghetta, secondo me dipende dai casi, un po come quando uno è stipendiato o fa il libero professionista. Bisogna capire di cosa hanno bisogno i cuccioli per responsabilizzarsi.
Per alcuni caratteri avere una entrata fissa può essere educativo, ma se si ha a che fare con un figlio con le mani bucate l'effetto può essere negativo (spenderebbe tutto e poi verrebbe a battere cassa); meglio allora fargli chiedere quando gli serve qualcosa e ogni tanto dirgli di no.
 
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Chiamala come vuoi, ma quando avevi 14 anni e andavi con i tuoi amici al cinema chi pagava?
Forse meglio un tot fisso che un tot ogni volta che serve, così almeno cominciano a gestire le risorse che hanno

In realtà fino ai 18 anni (poi iniziai ad essere economicamente indipendente) mi divertivo con gli amici senza spendere più di tanto, quasi nulla in realtà... mi spiego meglio. Sono cresciuto in campagna e molto tempo l'ho trascorso con i miei nonni paterni che erano contadini ed il mio giro di amicizie era esclusivamente in quel "settore"... da adolescente i miei coetanei di città facevano gli aperitivi al bar, io con gli amici andavo a travasare il vino nelle cantine dei nonni o dei genitori. I coetanei di città andavano in discoteca, noi facevamo grigliate in casa sia d'estate che d'inverno o se faceva troppo freddo per le grigliate si cucinava qualcosa a casa di qualcuno. Al cinema ci andavo pochissimo e solo quando mio padre portava a casa dal posto in cui lavorava i biglietti convenzionati per il cinema locale... un cinema con due sale, poltrone di legno sullo stesso piano e una battaglia preparativa a chi riusciva a prendere per primo gli adattatori (cuscini rigidi) per stare seduto più alto e riuscire a vedere quasi tutto lo schermo! Questo cinema esiste tutt'ora e non è cambiato di una virgola, nonostante ciò è sempre pieno... ormai è un simbolo.
Le mance migliori le ho avute alla comunione ed alla cresima, soldi che però vennero requisti dai miei per pagare la festa... mio nonno però mi dava 10.000 lire per ogni dente da latte perso, era un buon affare ma la merce di scambio era un'edizione limitata.
Poi a 18/19 anni cominciai a lavorare ed avere uno stile di vita più mondano ma seppur non mi sia mai mancato nulla in età adolescenziale (anzi, pagherei oro per rivivere quella beata spensieratezza) forse grazie allo stile di vita di allora non ho mai chiesto (anche perché per la mentalità dei miei genitori nemmeno l'avrei ottenuta) una paghetta e le rare volte che ho chiesto piccole cifre una tantum credo di averle potute contare sulle dita della mano.
Per quello la storia della paghetta mi ha sempre lasciato un po' perplesso temendo che potesse essere un atteggiamento diseducativo. Ma ora leggendo tutti i vostri commenti mi sto ricredendo considerando anche il fatto che i miei figli hanno e avranno di certo una vita più mondana e molto meno campagnola della mia e dovranno sapersi gestire le piccole spese da soli anche già a 14 anni.
 
Si ma ripeto non so se si capisce a cosa mi riferivo.
Un ragazzo di 16-17 anni potrebbe non sentirsi a suo agio a chiedere ai genitori i soldi per andare in farmacia a comprare una scatola di quel prodotto che serve per non farli diventare nonni prima del tempo.
Peggio ancora se si tratta di una figlia femmina il cui papà la vede ancora come una bambina.
E siccome quelle sono spese sulle quali è meglio non risparmiare potrebbe non essere saggio applicare alla lettera la regola del chiedi e ti sarà dato.
Poi magari in famiglie più moderne della mia,in cui c'è anche meno differenza d'età tra genitori e figli,è facile parlare anche di certi acquisti.
Ma ai miei tempi per me non lo sarebbe stato.

Prima del diploma (poi sono andato subito a lavorare) tagliavo e raccoglievo l'erba di tutti i parenti, siepi comprese... le mance erano magre, specie considerando che in campagna i giardini non erano piccoli, ma d'estate riuscivo a racimolare abbastanza soldi per acquistare i prodotti di cui parli tu per tutto l'anno... bisogna sudarsele certe cose.
 
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