<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La guerra dei poveri | Il Forum di Quattroruote

La guerra dei poveri

Dopo lungo postare in questo forum ho deciso di scrivere su un forum di architetti, per sentire pareri da colleghi circa la situazione di crisi generale.

Non l'avessi mai fatto, saputa la mia posizione di assunto a tempo indeterminato, sono quasi stato linciato, mi hanno affibiato l'appellativo di "privilegiato".

E' vergognoso che una situazione contrattuale che dovrebbe essere una base lavorativa, nell'Italia di oggi sia un'anomalìa, sembra di essere nel Medioevo.

Penso ad un cugino di mia madre, che entrò come stenodattilografo alla Camera dei Deputati, divenne Segretario e a cinquant'anni è andato in pensione con 8.000 euro al mese. Privilegiato o fortunato e bravo?
 
io mi sento, lavorativamente parlando, come una barca a remi in un bosco....e a volte cerco di guardarmi intorno il meno possibile poichè, scusate la brutalità, vedo merda ovunque....e nn lavoro ne in un'azienda di concimi ne al depuratore....
 
elancia ha scritto:
un cugino di mia madre, che entrò come stenodattilografo alla Camera dei Deputati, divenne Segretario e a cinquant'anni è andato in pensione con 8.000 euro al mese. Privilegiato o fortunato e bravo?
Buona la prima, nel senso che all'epoca era possibile.
Altro esempio: nei '60 era possibile senza diploma entrare in banca come cassieri (posizione inferiore a quella impiegatizia); dopodichè si riusciva a "fare il passaggio" e diventare impiegati, e da lì in poi non era possibile pensare di diventare direttore.
Senza un diploma.

Quando pronuncio la locuzione "altri tempi" mi sento vetusto, ma tant'è...
 
ferrets ha scritto:
la Marcegaglia qualche tempo fa disse che il futuro sarà fatto di tempo determinato, che zocc. :rolleyes:

...allora... la bravissima ha detto una cosa che in "Opportunity Land" sarebbe molto valida, darebbe la possibilità a me, per esempio, di fare varie esperienze retribuite e contrattualizzate, potendo accedere in studi qualificati e fare carriera sulla base del merito, entrare in società con altri e mettermi in proprio.

Ma l'Italia non è un paese di opportunità e, in questo quadro, mi sa di sfruttamento del lavoro.
 
A mio modesto modo di vedere, appare un po' "strano" il concetto di "architetto" ovvero, per definizione, un potenziale libero professionista, "assunto a tempo indeterminato".

Per esercitare una professione liberale è meglio non avere padroni
 
|Mauro65| ha scritto:
A mio modesto modo di vedere, appare un po' "strano" il concetto di "architetto" ovvero, per definizione, un potenziale libero professionista, "assunto a tempo indeterminato".

Per esercitare una professione liberale è meglio non avere padroni

Infatti molti lavorano sotto padrone senza contratto.
 
elancia ha scritto:
Dopo lungo postare in questo forum ho deciso di scrivere su un forum di architetti, per sentire pareri da colleghi circa la situazione di crisi generale.

Non l'avessi mai fatto, saputa la mia posizione di assunto a tempo indeterminato, sono quasi stato linciato, mi hanno affibiato l'appellativo di "privilegiato".

E' vergognoso che una situazione contrattuale che dovrebbe essere una base lavorativa, nell'Italia di oggi sia un'anomalìa, sembra di essere nel Medioevo.

Penso ad un cugino di mia madre, che entrò come stenodattilografo alla Camera dei Deputati, divenne Segretario e a cinquant'anni è andato in pensione con 8.000 euro al mese. Privilegiato o fortunato e bravo?
la situazzione in Italia e molto critica, anche a me dicono che fattore c. che hai , perche' ho un lavoro a tempo indeterminato come amministratore esecutivo in anagrafe con uno stipendio di 1180 ? , venerdi' scorso siamo andati ad un'assemblea dove ci spiegavano le regole della nuova finanziaria, la cosa e molto critica, fino a poco tempo fa' qualcuno diceva che la crisi era passata, invece il brutto comincia adesso, pensa che mio figlio con diploma di perito informatico dopo quasi due anni, oltre allo stage che ha fatto alla Ducati lo hanno chiameto ieri per un lavoro a tempo determinato x 3 mesi a 500? al mese sempre Ducati ma distaccamento a Rimini ??? 8 ore al di piu' il sabato 4 ore ? chi puo' essere piu' arabbiato di lui, certo io non trovo il perche' arrabbiarsi con una persona che ha un lavoro fisso :!: :!:
 
elancia ha scritto:
|Mauro65| ha scritto:
A mio modesto modo di vedere, appare un po' "strano" il concetto di "architetto" ovvero, per definizione, un potenziale libero professionista, "assunto a tempo indeterminato". Per esercitare una professione liberale è meglio non avere padroni
Infatti molti lavorano sotto padrone senza contratto.
Penso di essermi spiegato male.
Per me (ripeto, è solo una mia modesta opinione) è del tutto inconcepibile che un soggetto laureato ed abilitato ad esercitare una libera professione si inquadri come lavoratore subordinato (senza nulla togliere ai subordinato)
Il concetto "subordinato" confligge con "libera"
Non so se mi sono spiegato
 
|Mauro65| ha scritto:
elancia ha scritto:
|Mauro65| ha scritto:
A mio modesto modo di vedere, appare un po' "strano" il concetto di "architetto" ovvero, per definizione, un potenziale libero professionista, "assunto a tempo indeterminato". Per esercitare una professione liberale è meglio non avere padroni
Infatti molti lavorano sotto padrone senza contratto.
Penso di essermi spiegato male.
Per me (ripeto, è solo una mia modesta opinione) è del tutto inconcepibile che un soggetto laureato ed abilitato ad esercitare una libera professione si inquadri come lavoratore subordinato (senza nulla togliere ai subordinato)
Il concetto "subordinato" confligge con "libera"
Non so se mi sono spiegato

In teoria hai ragione, in pratica non consideri il fattore inesperienza. Un neolaureato difficilmente si sente in grado di lavorare da solo, l'università non può insegnare tutto tutto.

Inoltre bisogna pure distinguere i padroni dai maestri.
 
Io credo che qualsiasi neolaureato troverà il modo di fare esperienza, anche lavorando gratis se serve (cosa peraltro successa anche a me all'inizio). Ma sono d'accordo con Mauro: ad un certo punto devi staccarti per tentare la strada della libera professione che non è fatta solo di tecnica e lavoro ma anche di rapporti professionali e personali. Certo non è cosa per tutti, ma nessuno, credo, ti punta una pistola alla tempia per costringerti a seguire quella strada.
In alternativa si possono tentare altre strade:
1) la P.A. ed i suoi concorsi.
2) l'esperienza all'estero, soprattutto se non si hanno legami qui e si è disponibili ad una vita più "randagia".
3) le grandi aziende.
 
|Mauro65| ha scritto:
elancia ha scritto:
|Mauro65| ha scritto:
A mio modesto modo di vedere, appare un po' "strano" il concetto di "architetto" ovvero, per definizione, un potenziale libero professionista, "assunto a tempo indeterminato". Per esercitare una professione liberale è meglio non avere padroni
Infatti molti lavorano sotto padrone senza contratto.
Penso di essermi spiegato male.
Per me (ripeto, è solo una mia modesta opinione) è del tutto inconcepibile che un soggetto laureato ed abilitato ad esercitare una libera professione si inquadri come lavoratore subordinato (senza nulla togliere ai subordinato)
Il concetto "subordinato" confligge con "libera"
Non so se mi sono spiegato

Ok, ma è una visione "illuminata", poichè tra l'abilitazione e la professione (avviata) c'è un mare in mezzo che spesso viene navigato solo grazie ai mezzi messi a disposizione dalla famiglia, grazie alle conoscenze ecc...
Col merito e basta non vai da nessuna parte, è come una zattera, per questo credo che un periodo di "incubazione" stabile serva a darti i mezzi (non da privilegiato) e la rotta per imparare a lavorare, magari mettendoti poi in società con i tuoi titolari che ti apprezzano e conoscono.
Quello che in Italia manca è una visione umana del rapporto di collaborazione e di lavoro, manca una prospettiva incentivata da forme non clientelari. E non solo nel mio settore imho.
 
E' vergognoso che una situazione contrattuale che dovrebbe essere una base lavorativa, nell'Italia di oggi sia un'anomalìa, sembra di essere nel Medioevo.

Penso ad un cugino di mia madre, che entrò come stenodattilografo alla Camera dei Deputati, divenne Segretario e a cinquant'anni è andato in pensione con 8.000 euro al mese. Privilegiato o fortunato e bravo?

[/quote]

Domanda retorica credo :!: :cry:
Ciao
 
acrobat_68 ha scritto:
Io credo che qualsiasi neolaureato troverà il modo di fare esperienza, anche lavorando gratis se serve (cosa peraltro successa anche a me all'inizio). Ma sono d'accordo con Mauro: ad un certo punto devi staccarti per tentare la strada della libera professione che non è fatta solo di tecnica e lavoro ma anche di rapporti professionali e personali. Certo non è cosa per tutti, ma nessuno, credo, ti punta una pistola alla tempia per costringerti a seguire quella strada.
In alternativa si possono tentare altre strade:
1) la P.A. ed i suoi concorsi.
2) l'esperienza all'estero, soprattutto se non si hanno legami qui e si è disponibili ad una vita più "randagia".
3) le grandi aziende.

E' vero, ma io vorrei mettermi in proprio "agganciandomi" ad un'azienda o a dei professionisti avviati che dicano: "Sei bravo, proviamo!".
Ma forse è fantascienza o forse ci sono già, nel mio piccolo, a parte il piccolo dettaglio che è da quasi 2 anni che non entra un lavoro nuovo.
 
elancia ha scritto:
acrobat_68 ha scritto:
Io credo che qualsiasi neolaureato troverà il modo di fare esperienza, anche lavorando gratis se serve (cosa peraltro successa anche a me all'inizio). Ma sono d'accordo con Mauro: ad un certo punto devi staccarti per tentare la strada della libera professione che non è fatta solo di tecnica e lavoro ma anche di rapporti professionali e personali. Certo non è cosa per tutti, ma nessuno, credo, ti punta una pistola alla tempia per costringerti a seguire quella strada.
In alternativa si possono tentare altre strade:
1) la P.A. ed i suoi concorsi.
2) l'esperienza all'estero, soprattutto se non si hanno legami qui e si è disponibili ad una vita più "randagia".
3) le grandi aziende.

E' vero, ma io vorrei mettermi in proprio "agganciandomi" ad un'azienda o a dei professionisti avviati che dicano: "Sei bravo, proviamo!".
Ma forse è fantascienza.
Non solo è fantascienza pensare che possa succedere in Italia, ma lo è anche credere che possa accadere all'estero. Lavorare per qualcuno vuol dire fornire un servizio: se ce ne sono mille come te (tanto per dare un numero) sarai sempre sacrificabile oppure interscambiabile; quello che fa la differenza è la capacità di rendersi indispensabili e, per conseguenza, appetibili.
Io temo, e lo dico con affetto, che tu non sia davvero pronto alla libera professione della quale hai un'idea romantica ed un po' fuori dalla realtà...
 

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