<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La fragilità dell'essere umano | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

La fragilità dell'essere umano

Distrutte? ci son mai state? O sembrano solo "belle famiglie"?

Ho operato per una decina d'anni in mezzo a giovani ed adolescenti, come volontario nel tempo libero. Ragazzi teoricamente ed aprima vista "normali" erano in realtà bombe ad orologeria, a 12 anni pressati dal successo a scuola (perché la mmama vuole i 10 sennò non va bene), a calcio (il papà è nella sportiva).
Le bimbe ballerine, cantanti o ginnaste.

Le belle famigliole? dopo un paio d'anni uno spariva con un'altra, lei si metteva con qualcuno oppure usciva che la brava madre di famiglia aveva deciso di farsi l'amante.
Poi gare fra chi ha il figlio o la figlia "più" qualsiasi cosa. E giù di veleni, cricche.
Un bordello che spesso con mia moglie ci chiedevamo se eravamo noi gli anormali. Ed abbiam deciso di farci i fatti nostri.
A volte certi film possono sembrare assurdi o grotteschi ma tante volte la realtà è pure peggio.

Per famiglie distrutte intendevo soprattutto queste. I figli sono delle vittime di genitori eternamente adolescenti.
 
Per famiglie distrutte intendevo soprattutto queste. I figli sono delle vittime di genitori eternamente adolescenti.
L'avevo intuito. L'ho sottolineato perché negli anni '70 si pensava che il problema fossero "i soldi", cioè che il disagio sociale nei giovani arrivasse perché non c'era benessere.
Credo si sia dimostrato che il benessere aiuta ma non basta.
 
Credo si sia dimostrato che il benessere aiuta ma non basta.

Non mi piace la dietrologia o la frase fatta del tipo '' si stava meglio quando si stava peggio ''. Ma c'è un ma.............e per spiegarlo si sono scritti fiumi di inchiostro a volte simpatico ( cioè parole inutili ).
Fatto stà che finita la guerra ( tutti con il c@@o per terra, cantava Dalla) nonostante la miseria nera non c'era una situazione simile a quella attuale.
 
Io nella mia limitata esperienza ho visto molta più fragilità e tendenza a commettere errori grossi (tipo fare uso di droghe) nei figli di famiglie benestanti se non addirittura ricche.
Non so in passato ma oggi credo che più che il disagio sociale spesso siano la noia e la trascuratezza a portare i giovani sulla cattiva strada.

Poi in questi casi si dice spesso che prima di gesti simili ci devono essere stati dei segnali.
Imho è vero ma è altrettanto vero che i segnali non li nota più nessuno perchè probabilmente sono troppi e troppo frequenti.
Specialmente in un periodo come questo io penso che una persona su due abbia dato segnali di un possibile crollo emotivo.
Se non tutti vanno a finire sui giornali nella sezione dedicata alla cronaca è solo perchè certi gesti non sono per tutti e la maggioranza delle persone,anche se portata alla disperazione,per fortuna non ha il coraggio di commetterli.
 
Non mi piace la dietrologia o la frase fatta del tipo '' si stava meglio quando si stava peggio ''. Ma c'è un ma.............e per spiegarlo si sono scritti fiumi di inchiostro a volte simpatico ( cioè parole inutili ).
Fatto stà che finita la guerra ( tutti con il c@@o per terra, cantava Dalla) nonostante la miseria nera non c'era una situazione simile a quella attuale.
Parlavo sabato con un amico delle stesse cose. Mi diceva una cosa interessante detta da una conoscente che si occupa di storia: La nostra società (occidentale) da una condizione di grande miseria man mano si è evoluta in positivo guadagnando mano mano libertà e benessere passando da momenti di grande difficoltà. Probabilmente questo top si è raggiunto alla fine dello scorso secolo (con qualche scricchiolio all'orizzonte).
Da allora anziché un miglioramento abbiamo una fase di decrescita.
Insomma, molte generazioni adulte hanno camminato solamente in discesa o in piano, al massimo qualche momentanea salita.
La strada che invece si prospetta davanti ai giovani è solo e sempre più in salita. Sanno che non possono cambiare nulla, che avranno poco lavoro, difficoltà ad avere famiglia in un mondo che desertifica moralmente e ambientalmente.
 
Insomma, molte generazioni adulte hanno camminato solamente in discesa o in piano, al massimo qualche momentanea salita.

Purtroppo però non tutti se ne rendono conto.
Io conosco diverse persone nate dopo la seconda guerra mondiale,diventate adulte nel periodo in cui nelle stazioni delle grandi città c'erano i reclutatori che aspettavano chi scendeva dal treno proveniente dal sud,che per fortuna loro hanno vissuto un'esistenza serena sia dal punto di vista della salute che da quello economico senza dover fare grossi sacrifici.
Ma se ci parli assieme sembra che loro abbiano passato la campagna di russia e che i giovani oggi invece siano tutti dei buoni a nulla.
La realtà è ben diversa purtroppo.
 
Purtroppo però non tutti se ne rendono conto.
Io conosco diverse persone nate dopo la seconda guerra mondiale,diventate adulte nel periodo in cui nelle stazioni delle grandi città c'erano i reclutatori che aspettavano chi scendeva dal treno proveniente dal sud,che per fortuna loro hanno vissuto un'esistenza serena sia dal punto di vista della salute che da quello economico senza dover fare grossi sacrifici.
Ma se ci parli assieme sembra che loro abbiano passato la campagna di russia e che i giovani oggi invece siano tutti dei buoni a nulla.
La realtà è ben diversa purtroppo.

E' proprio qui il problema: loro cercavano di migliorare la loro condizione rispetto a quella dei genitori.
Mia figlia sa che non riuscirà probabilmente MAI a raggiungere gli obiettivi che abbiamo raggiunto noi suoi genitori.
Indipendentemente da quello che può fare. Se non ci fossimo noi a mantenerla farebbe la fame.

Loro erano partiti per smettere di fare la fame. E con sacrficio hanno raggiunto una condizione migliore. Esattamente come i migranti odierni.

Ha senso chiedere a chi già vive bene di perdere tutto lavorando 12 ore al giorno, per guadagnare un nulla? Nessuno accetta di fare un lavoro meno retribuito e con più dispendio di ore. Salvo vedere oltre l'ostacolo l'occasione per poi migliorare notevolmente.
 
Loro erano partiti per smettere di fare la fame. E con sacrficio hanno raggiunto una condizione migliore

Non tutti.
C'è anche chi la fame non l'ha mai vista,per sua fortuna.
Io conosco un signore sulla settantina che gode a rimproverare la figlia e a rinfacciarle che lui alla sua età aveva raggiunto ben altri traguardi.
Se c'è una frase che mi irrita è proprio quella.
Anche perchè lui all'età della figlia con la licenza media ha potuto dire di no a una serie di lavori offertigli.
Pur provenendo da una famiglia di produttori di olio di oliva ha deciso che non era la strada per lui perchè le ceste piene di olive pesano.
Poi un parente gli ha chiesto se voleva lavorare con lui nelle onoranze funebri ma ha deciso che i morti gli facevano impressione.
Alla fine è diventato autotrasportatore.
Qualcun altro gli pagato la casa e ha messo la firma perchè potesse comprarsi il suo primo camion.
A meno di 30 anni circa aveva una figlia in cantiere e un tetto pagato sopra la testa.
La figlia invece pur avendo studiato molto di più (perchè ricordiamoci che oggi volenti o nolenti fino ai 18 si deve andare a scuola,se si ambisce a qualcosa di più di un lavoro manuale fino a 23-24 minimo,difficile a 25 aver già messo su famiglia) oggi fatica a pagarsi l'affitto di un monolocale.
La figlia è meno brava del padre?Meno propensa al sacrificio?
Imho assolutamente no.
E' il padre che ha avuto la strada spianata e scambia la propria fortuna per bravura.
 
Altro esempio.
Parlando col mio meccanico mi chiede cosa faccio nella vita.
Gli racconto e lui,pur conoscendomi appena,si apre e mi dice di essere preoccupato per il figlio.
Non perchè si sia ritrovato in casa un lavativo,anzi.
Cito testualmente mi ha detto "Io alla sua età ho potuto scegliere,mi piacevano le macchine così invece di diventare muratore o elettricista ho iniziato a lavorare in un'officina.Dopo qualche anno sono riuscito ad aprirne una tutta mia e per un po' di tempo ho avuto anche 3 dipendenti".
Mentre il figlio si trova in una condizione molto diversa,come diceva gbortolo senza speranze all'orizzonte.
Non sa che strada prendere perchè ha paura,fondatissima purtroppo,che se sbaglia strada si ritroverà senza nulla in mano.
Il mio meccanico sembrava veramente sconcertato dalla situazione attuale.
 
Io sarei curioso di sapere gli esiti di un ipotetico sondaggio.
Se chiedessimo a 100000 persone in maniera del tutto anonima se trovandosi a camminare su un viadotto abbiano mai avuto in vita loro la tentazione di buttarsi giù secondo me verrebbe fuori una percentuale sorprendentemente alta di risposte affermative.
La mia lo sarebbe.
Anche da parte di persone apparentemente forti,affermate e prive di problemi.
Se poi restringessimo il campo intervistando una campione di popolazione piuttosto giovane imho i numeri salirebbero ulteriormente.
Per una serie di fattori.
Le speranze sono poche,l'incertezza è molta,le pressioni sono elevatissime,le aspettative spesso sono irrealistiche...
E immaginiamoci in paesi diversi dal nostro in cui ad esempio lo studio non è un diritto per tutti e solo gli studenti migliori hanno la possibilità di accedere all'università.
In Cina i genitori fanno prendere ripetizioni ai figli già alle elementari perchè siano più preparati e non si trovino in svantaggio nella loro carriera futura,scolastica ma inevitabilmente anche lavorativa.
Se sommiamo il fatto che i target da raggiungere sono sempre più alti e allo stesso tempo le opportunità sono sempre inferiori a me onestamente non sorprende affatto scoprire che le generazioni più giovani sono spesso molto fragili.
 
Ultima modifica:
E' il padre che ha avuto la strada spianata e scambia la propria fortuna per bravura.

Per la generazione passata era il lavoro che cercava i lavoratori, chiunque avesse un minimo di voglia di fare e di capacità (e un po' di spirito imprenditoriale) poteva farcela. E con uno stipendio da operaio ci si manteneva dignitosamente una famiglia. Adesso..... serve elencare le differenze?
 
Parlavo sabato con un amico delle stesse cose. Mi diceva una cosa interessante detta da una conoscente che si occupa di storia: La nostra società (occidentale) da una condizione di grande miseria man mano si è evoluta in positivo guadagnando mano mano libertà e benessere passando da momenti di grande difficoltà. Probabilmente questo top si è raggiunto alla fine dello scorso secolo (con qualche scricchiolio all'orizzonte).
Da allora anziché un miglioramento abbiamo una fase di decrescita.
Insomma, molte generazioni adulte hanno camminato solamente in discesa o in piano, al massimo qualche momentanea salita.
La strada che invece si prospetta davanti ai giovani è solo e sempre più in salita. Sanno che non possono cambiare nulla, che avranno poco lavoro, difficoltà ad avere famiglia in un mondo che desertifica moralmente e ambientalmente.

Sono stati fatti errori di valutazione indefinibili( nel senso che non ho trovato una parola che rende bene l'idea delle c@@@te fatte), era scontato che la crescita non poteva essere infinita specie a certi ritmi. E che prima o poi il giocattolo si sarebbe rotto. E' un pò come le catene di Sant'Antonio: l'ultimo resta con il cerino in mano. A questa generazione è toccato il cerino.
 
Io sarei curioso di sapere gli esiti di un ipotetico sondaggio.
Se chiedessimo a 100000 persone in maniera del tutto anonima se trovandosi a camminare su un viadotto abbiano mai avuto in vita loro la tentazione di buttarsi giù secondo me verrebbe fuori una percentuale sorprendentemente alta di risposte affermative.
La mia lo sarebbe.
Anche da parte di persone apparentemente forti,affermate e prive di problemi.
Se poi restringessimo il campo intervistando una campione di popolazione piuttosto giovane imho i numeri salirebbero ulteriormente.
Per una serie di fattori.
Le speranze sono poche,l'incertezza è molta,le pressioni sono elevatissime,le aspettative spesso sono irrealistiche...
E immaginiamoci in paesi diversi dal nostro in cui ad esempio lo studio non è un diritto per tutti e solo gli studenti migliori hanno la possibilità di accedere all'università.
In Cina i genitori fanno prendere ripetizioni ai figli già alle elementari perchè siano più preparati e non si trovino in svantaggio nella loro carriera futura,scolastica ma inevitabilmente anche lavorativa.
Se sommiamo il fatto che i target da raggiungere sono sempre più alti e allo stesso tempo le opportunità sono sempre inferiori a me onestamente non sorprende affatto scoprire che le generazioni più giovani sono spesso molto fragili.


Guarda,
se non l' ho fatto io di buttarmi
e
nemmeno mi sono mai drogato
con tutte le sfaighe sul lavoro
che mi son ritrovato....
E in contemporanea con un figlio di 18 anni compiuti....
Evidentemente ci vuole anche un po' di carattere

" Ci vuole un fisico bestiale "
( reprise - post 2 - L. Carboni )
 
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