Buongiorno a tutti.
E' di oggi la notizia del cedimento di un tratto stradale inaugurato appena tre anni fa sulla strada statale 626 (ironia della sorte, lo stesso numero identifica la prima legge italiana organica sulla sicurezza) che collega Gela a Caltanissetta. Le indagini accerteranno cosa è accaduto, ma che sia ceduto l'appoggio della soletta al pilone o che abbia ceduto il terreno sottostante il pilone stesso, il succo è uno solo: chi può scommettere un solo centesimo che in quell'opera siano stati rispettati tutti gli standard (primo fra tutti: le imprese subappaltatrici non erano legate a clan mafiosi) sia nella costruzione che nelle fasi preliminari per la realizzazione delle fondazioni del pilastro?
Voglio far notare a tutti questa notizia in quanto, anche su Quattroruote, l'argomento criminalità organizzata rarissimamente viene accostato al nostro mondo, al mondo dell'auto. Eppure il settore auto è uno di quelli in cui le varie organizzazioni criminali operanti in Italia investono maggiormente: è infatti un settore dove, a fronte di movimenti documentali inerenti pochi prodotti, si possono movimentare (e riciclare) grandi cifre. Nelle opere pubbliche poi, le strade la fanno ovviamente da padrone nella spartizione illecita di appalti: basti pensare agli innumerevoli sequestri che hanno riguardato (anche molto recentemente) i cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria.
Una preghiera: non voltiamoci dall'altra parte. Se quella soletta avesse ceduto del tutto dal piano di appoggio, oggi parleremmo di 4 morti: ognuno di noi poteva essere sopra a quel viadotto.
Quanti viadotti sono stati costruiti così? Quanti sarebbero da verificare, ripristinare e sono invece sorretti da pali posticci (come 4R documentò qualche mese fa parlando della E45, se non erro)? Abbiamo o no il diritto di vivere in un paese normale dove, di fronte a certe situazioni, l'indignazione è tale da provocare reazioni politiche che non siano mere manifestazioni di contorno senza valore?
Spingiamo la nostra rivista a mobilitarsi per capire, almeno per i temi che ci interessano, che cosa sta succedendo in Italia?
E' di oggi la notizia del cedimento di un tratto stradale inaugurato appena tre anni fa sulla strada statale 626 (ironia della sorte, lo stesso numero identifica la prima legge italiana organica sulla sicurezza) che collega Gela a Caltanissetta. Le indagini accerteranno cosa è accaduto, ma che sia ceduto l'appoggio della soletta al pilone o che abbia ceduto il terreno sottostante il pilone stesso, il succo è uno solo: chi può scommettere un solo centesimo che in quell'opera siano stati rispettati tutti gli standard (primo fra tutti: le imprese subappaltatrici non erano legate a clan mafiosi) sia nella costruzione che nelle fasi preliminari per la realizzazione delle fondazioni del pilastro?
Voglio far notare a tutti questa notizia in quanto, anche su Quattroruote, l'argomento criminalità organizzata rarissimamente viene accostato al nostro mondo, al mondo dell'auto. Eppure il settore auto è uno di quelli in cui le varie organizzazioni criminali operanti in Italia investono maggiormente: è infatti un settore dove, a fronte di movimenti documentali inerenti pochi prodotti, si possono movimentare (e riciclare) grandi cifre. Nelle opere pubbliche poi, le strade la fanno ovviamente da padrone nella spartizione illecita di appalti: basti pensare agli innumerevoli sequestri che hanno riguardato (anche molto recentemente) i cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria.
Una preghiera: non voltiamoci dall'altra parte. Se quella soletta avesse ceduto del tutto dal piano di appoggio, oggi parleremmo di 4 morti: ognuno di noi poteva essere sopra a quel viadotto.
Quanti viadotti sono stati costruiti così? Quanti sarebbero da verificare, ripristinare e sono invece sorretti da pali posticci (come 4R documentò qualche mese fa parlando della E45, se non erro)? Abbiamo o no il diritto di vivere in un paese normale dove, di fronte a certe situazioni, l'indignazione è tale da provocare reazioni politiche che non siano mere manifestazioni di contorno senza valore?
Spingiamo la nostra rivista a mobilitarsi per capire, almeno per i temi che ci interessano, che cosa sta succedendo in Italia?