Dalla globalizzazione non si esce? Bisogna vedere come la pensa il coronavirus, che ci ha dimostrato di intendersene lui, di globalizzazione, visto come si é diffuso sul pianeta, e che se domani mattina decidesse di mutare periodicamente mantenendo una letalità non trascurabile, ci vedrebbe costretti a rivedere tante nostre presunte certezze, specie quelle in campo economico (dopo aver già messo in crisi quelle nel campo della medicina), e che ci siamo (=ci hanno) imposto come dogmi.
E sempre lui, il virus, ha fatto emergere la sostanziale stupidità del genere umano, che pur conscio che la globalizzazione nei modi in cui fino a oggi si é realizzata crea spesso squilibri (e non solo in campo economico), persiste nel volerci rimanere, rassegnato. Perché dobbiamo rassegnarci? Dove sta scritto?
Il vero problema é che la globalizzazione ha cancellato la maggior parte degli ideali umani degni di tale definizione anzi, in maniera ancora piú subdola, ne ha disattivato la capacità di pensarli, difenderli, sognarli. Il brutto (ma magari per qualcuno é il bello) é che ne siamo consci ma allo stesso tempo disinteressati.
Proprio come la morfina, ci fa sentire il dolore ma cancella il fatto di doversene preoccupare.
Homo homini virus, la versione aggiornata del motto latino. Oppure la globalizzazione come nuova religione, il nuovo oppio dei popoli.
Imho.
P. S. Relativamente alla tartaruga e alla sua lentezza, per lei é perfettamente naturale il suo mondo a bassa velocità. Le sue esigenze di vita, i rischi a cui si espone sono tutti in funzione di questa lentezza, e sa che andar contro natura per lei sarebbe fatale.
Noi invece, esseri intelligenti e razionali, spesso pretendiamo di piegare la natura ai nostri voleri, ma non sempre con esiti felici.
Sul sesso degli angeli non mi pronuncio, lascio ad ognuno i suoi gusti in materia...![]()
E quale?la soluzione per me può essere solo una
E quale?
Nella nostra storia comunque società chiuse in se stesse senza rapporti tra di loro, interscambi o interazioni penso non siano mai esistite, prova ne sono in male le continue guerre, in bene gli scambi economici e culturali, in misto i colonialismi, gli imperialismi, le alleanze... ovvio che ci sono vincitori e vinti, chi prevale e chi soccombe.
Probabilmente si facevano riflessioni simili anche tra il 1900 e il 1914...così sono sorte le entità nazionali, ora probabilmente queste entità non reggono più il passo della globalizzazionwe, nel senso che lo svuppo in tutti i campi le ha rese obsolete, probabilmente abbiano bisogno di strutture più grandi proprio per gestire al meglio la globalizzazione
Il prodotto italiano in Italia non può essere venduto, o almeno non a tutti, visti gli alti costi di produzione. Il sistema italiano poi, inutile nascondersi, è marcio. Basta vedere cosa sta accadendo con la raccolta di frutta e ortaggi: si è invocato l’arrivo di 200.000 migranti dall’Africa dicendo che gli italiani non sono disposti a farlo. Ed è vero, perché in quel settore con un salario GIUSTO e non 2-3 euro a ora, non ci sarebbe bisogno dì manodopera esterna.Ritengo che l'abbandono dell'industria o meglio di gran parte di essa sia stato colpa anche degli italiani stessi che tendono a risparmiare non comprando made in Italy. Aggiungiamo le politiche inadeguate (non le descrivo perché fuori regolamento) ed eccoci che ci ritroviamo senza industrie, quindi senza posti di lavoro ben pagati e quindi sempre più costretti a comprare roba economica fatta all'estero eccezion fatta per alcuni prodotti come le auto dove c'è chi si indebita. Per invertire il trend bisognerebbe prendere un pizzico di nazionalismo francese e iniziare a comprare più roba fatta in Italia che magari costa il 10% in più. Piano piano le industrie di roba prodotta all'estero potrebbero tornare. Nel frattempo bisognerebbe anche bloccare i flussi economici di denaro dell'indotto verso l'estero preferendo i commercianti italiani o quelli stranieri che hanno tutta la famiglia non Italia.
Perché la paghi 300000 euro. Semplice.Sparire... Non capisco perché la Ferrari non la fanno in Cina, perché limitino la produzione, perché continua a correre in F1, perché non monta un motore Mercedes?
Vero, noi poveracci, non siamo pronti alla globalizzazione. Vedere la Ferrari con un motore Mercedes sarebbe troppo incomprensibile..![]()
La storia italiana non andò proprio così...dopo i Comuni ci furono le varie dominazioni straniere (Angioini, spagnoli, austriaci ecc ecc ecc) che di fatto hanno affossato il potenziale del nostro paese.Nel corso della storia abbiamo dovuto cambiare le nostre strutture sociali soprattutto perché il progresso le ha rese obsolete, le piccole società di nomadi sono state superate da quelle più grandi nel momento che abbiamo scoperto l'agricoltura, andando più avanti il nostro paese è testimone come le città stato che avevamo non erano più utili ad una società che si spostava meglio, che aveva quindi più scambi commerciali, e così sono sorte le entità nazionali, ora probabilmente queste entità non reggono più il passo della globalizzazionwe, nel senso che lo svuppo in tutti i campi le ha rese obsolete, probabilmente abbiano bisogno di strutture più grandi proprio per gestire al meglio la globalizzazione
La storia italiana non andò proprio così...dopo i Comuni ci furono le varie dominazioni straniere (Angioini, spagnoli, austriaci ecc ecc ecc) che di fatto hanno affossato il potenziale del nostro paese.
Probabilmente si facevano riflessioni simili anche tra il 1900 e il 1914...
Dalla globalizzazione non si esce? Bisogna vedere come la pensa il coronavirus, che ci ha dimostrato di intendersene lui, di globalizzazione, visto come si é diffuso sul pianeta, e che se domani mattina decidesse di mutare periodicamente mantenendo una letalità non trascurabile, ci vedrebbe costretti a rivedere tante nostre presunte certezze, specie quelle in campo economico (dopo aver già messo in crisi quelle nel campo della medicina), e che ci siamo (=ci hanno) imposto come dogmi.
E sempre lui, il virus, ha fatto emergere la sostanziale stupidità del genere umano, che pur conscio che la globalizzazione nei modi in cui fino a oggi si é realizzata crea spesso squilibri (e non solo in campo economico), persiste nel volerci rimanere, rassegnato. Perché dobbiamo rassegnarci? Dove sta scritto?
Il vero problema é che la globalizzazione ha cancellato la maggior parte degli ideali umani degni di tale definizione anzi, in maniera ancora piú subdola, ne ha disattivato la capacità di pensarli, difenderli, sognarli. Il brutto (ma magari per qualcuno é il bello) é che ne siamo consci ma allo stesso tempo disinteressati.
Proprio come la morfina, ci fa sentire il dolore ma cancella il fatto di doversene preoccupare.
Homo homini virus, la versione aggiornata del motto latino. Oppure la globalizzazione come nuova religione, il nuovo oppio dei popoli.
Imho.
P. S. Relativamente alla tartaruga e alla sua lentezza, per lei é perfettamente naturale il suo mondo a bassa velocità. Le sue esigenze di vita, i rischi a cui si espone sono tutti in funzione di questa lentezza, e sa che andar contro natura per lei sarebbe fatale.
Noi invece, esseri intelligenti e razionali, spesso pretendiamo di piegare la natura ai nostri voleri, ma non sempre con esiti felici.
Sul sesso degli angeli non mi pronuncio, lascio ad ognuno i suoi gusti in materia...![]()
La prima reazione più "sanguigna" che sale effettivamente è questa, stile "meglio un giorno da leone che cento da pecora".
Sarà che, e forse personalmente per formazione cultural politica, io tenderei ad una soluzione mediata, ammesso però che esista un tavolo dove potersi mettere tutti assieme seduti a discuterne. Sarebbe il famoso salto culturale (quello globale, sì) di cui ha assolutamente bisogno la nostra società, ma come scrivevo nel mio post precedente, se mancano gli ideali o, almeno meno poeticamente ma più
prosaicamente, degli obbiettivi comuni...
Diceva quello che la globalizzazione è un tavolo da pranzo dove ci si può stare solo in due modi, o da commensali o come pietanza scritta
sul menù….
Il mio intervento voleva avere un altro senso, cioè: mentre in Europa tra il 1200 e il 1500 si sono create quelle strutture che hanno poi portato agli Stati nazionali (Francia, Inghilterra, Spagna ecc) l’Italia nello stesso periodo invece che formarsi come nazione ha avuto le dominazioni straniere.Quello a mio avviso è uno dei tanti percorsi che la storia ha preso per giungere comunque ad un punto a cui si doveva giungere, ovvero ad un unità nazionale, altrimemti dovremmo pensare che la struttura dei Comuni poteva andare bene anche nel proseguo e fino ai giorni nostri
Il mio intervento voleva avere un altro senso, cioè: mentre in Europa tra il 1200 e il 1500 si sono create quelle strutture che hanno poi portato agli Stati nazionali (Francia, Inghilterra, Spagna ecc) l’Italia nello stesso periodo invece che formarsi come nazione ha avuto le dominazioni straniere.
gbortolo - 49 minuti fa
quicktake - 2 anni fa
Suby01 - 2 mesi fa