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In quale settore ci si può reinventare a 40 anni?

In quale settore ci si può reinventare a 40 anni? - opinioni e discussioni sul Forum di Quattroruote

  1. Delfino81

    Delfino81

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    Un saluto a tutti…

    Non è la prima volta che parlo di "lavoro", forse però in questo momento in cui scrivo mi rendo conto che, almeno per la azienda dove lavoro, la mia presdenza è probabilmente un canto del cigno.

    38enne, laureato in legge, diversi anni di esperienza back office/amministrativa in contesti bancari (sempre contrtti a termine), poi con l prima crisi del 2012, in mezzo a una strada, e mi son dovuto reinventare nel settore commerciale, dapprima con call center, poi in ambito di mediazione creditizia (settore prestiti/cessioni del quinto/mutui)….mai avuta partita IVA, sempre contratti a tempo determinato.
    LAvoro che non mi è mai piaciuto, il "venditore", ma ho cercato di farmelo piacere. Solo che, complice la scadenza del mio contratto a fine aprile, e complice questa emergenza coronavirus, non credo ci sarà un proseguio. La base del nostro lavoro è il contatto umano, va da sé che Stiamo producendo molto poco.

    Col curricvulum che ho, con 7 anni di vendita,un altro lavoro da venditore non mi sarebbe difficile trovarlo….ma, volendo proprio cambiare settore, un corso di formazione professionale, a quasi 40 anni, sarebbe ridicolo, o no? e soprattutto in che settore?

    In tempi "non sospetti" (ovvero pre-crisi coronavirus) i due settori che, da quanto sapevo, non hanno mai lasciato col sedere a terra gli italiani.. quello della ristorazione, e quello teconologico-informatico.

    Di seguto vi riporto i link di alcuni corsi che avevo visualizzato, tutti con qualifica della regione Campania.
    1) ANALISTA PROGRAMMATORE: http://www.engitechformazione.it/corso-analista-programmatore.asp?lg=it

    2)MONTATORE ELETTROMECCANICO http://www.engitechformazione.it/corso-operatore-montaggio-elettromeccanico.asp?lg=it

    3)CAMERIERE DI SALA https://www.dolcesalatoscuola.com/corso/diventa-operatore-di-sala/

    Punti a mio sfavore: l'età, una conoscenza dell'inglese discreta ma non fluente, la mia impossibilità di trsferirmi all'estero per motivi logistici/familiari (ho due genitori anziani), oltre anche alla mancata voglia di farlo….una decisione del genere credo debba esser presa per libera volontà, noin per costrizione...chi si sente "costretto" è chi dopo qualche mese in cui ha bestemmiato il Paese ospitante, torna. Film visto e rivisto più volte

    Punti a mio favore: grande umiltà a imparare, non eccessiva richiesta di guadagni altisonanti….1000/1200 euro al mese è quello che guadagno da quando mi sono immesso nel mondo del lavoro, se son più ben venga, ma me li son sempre fatti bastare.

    La domanda è: investire in un corso di questo genere (quando la scuola fornisce gia figure nel settore, tipo l'alberghiero per i camerieri, l'ITIS informatico per i programmatori e cosi via), pur fatto bene, con stage, ha senso, o sono soldi buttati?

    Un saluto a tutti.

    1)
     
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  2. FAUST50

    FAUST50 Moderatore Membro dello Staff

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    Difficilissimo consigliare (poi in questo periodo)potrei consiglare un lavoro in ambito edile, per esempio pittore(anni fa era chiamato imbianchino), non vorrei che lo prendi come offesa, ma e' l'unico lavoro che mi e' venuto in mente.
    Oppure partecipare a concorsi pubblici,leggevo che INPS sta cercando di assumere olre 5000 persone sempre previo concorso.
     
  3. streak

    streak

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    Personalmente sceglierei sicuramente "analista programmatore", ma bisogna essere abbastanza appassionati di tecnologia e portati per la matematica e la logica.
    Come sbocchi e possibilità di lavoro però, oggi, non saprei se è una scelta valida...
    Quando feci il corso di 6 mesi io, nel 1990, si era in pieno boom dell'informatica e le aziende assumevano a tutto spiano, anche quelli che non erano molto portati per questa professione (e all'epoca ce n'erano tanti!)
    Di questi tempi non ne ho idea, non sto più nel settore da parecchio. In teoria, con la spinta verso lo smart working e i servizi online, ce ne dovrebbe essere più bisogno. Ma viviamo tutti nella massima incertezza, economica e non.
     
  4. edoardosavoia

    edoardosavoia

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    difficile consigliare, oltretutto senza conoscere la persona.

    Due osservazioni:
    1) scarterei l'analista programmatore. Se a suo tempo hai scelto Giurisprudenza, evidentemente non sei molto portato per gli ambiti tecnici/scientifici
    2) dato l'andamento demografico, l'area dei "servizi alla persona" sarà sempre più importante
     
  5. Tonino91Roma

    Tonino91Roma

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    Mi occupo sia nell'attuale azienda che nelle scorse, di valutare i cv che arrivano perchè perennemente servono nuovi programmatori ed è difficile trovarne (che sappiano realmente farlo) e ti posso dire che a quell'età è veramente difficile.
    Principalmente perchè partire da zero ed imparare è un percorso molto lungo e cambia tutto continuamente per cui bisogna studiare continuamente(E sarà da fare sempre fuori dall'orario di ufficio), e quando si ha una famiglia alle spalle non si ha tutto il tempo che il datore di lavoro richiede per cui tendenzialmente scartano a prescindere se non si ha già molta esperienza nel settore su tecnologie recenti.

    In qualche azienda più piccola ci sono possibilità di inserirsi magari con uno stipendio base che comunque rientrerebbe nella sua richiesta, ma non è una passeggiata.

    Diciamo comunque che non è un lavoro per tutti, bisogna essere anche portati, la velocità di apprendimento/aggiornamento fa moltissimo, anche perchè chi non si aggiorna si ritrova fuori mercato dopo massimo 5 anni.
     
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  6. streak

    streak

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    Sì, confermo che per fare bene questo lavoro viene richiesto tanto impegno, e anche un continuo aggiornamento perché le tecnologie informatiche si evolvono rapidamente (mi ricordo le decine di libri e manuali che compravo di tasca mia... soprattutto quando non c'era materiale online come oggi).
    In questo caso la passione aiuta molto. Non può essere considerato un lavoro da fare come un qualunque altro. Ma se piace veramente e appassiona, può dare tante soddisfazioni.
    A me un po' manca... ma non mi manca affatto la vita da ufficio.
     
    Ultima modifica: 17 Marzo 2020
  7. 512scodalunga

    512scodalunga

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    Sono dell'81 anch'io. 3D artist nei settori architettura (2005-2012) e poi design ed automotive (dal 2012). Sempre contratti a termine e, dal 2016, a tempo indeterminato. Da pochi mesi oltre ad essere operativo ho un ruolo impegnativo di supervisione del lavoro dei "giovani" dello studio. Mi son raddoppiate le ore di lavoro, ma sono felice e motivato. Amo ciò che faccio.

    Per molte ragioni credo che, lavorativamente parlando, la nostra generazione sia tra le più sfigate. Siamo nati troppo tardi per goderci gli anni sereni dal 1960 al 1990. Arrivati sul mercato del lavoro (da laureati) appena prima della grande recessione (2007-2013), che ha segato a molti le gambe. Chi è sopravvissuto alla recessione senza doversi aprir partita IVA (io ho evitato caldamente) ha dovuto accettare pesanti ridimensionamenti di stipendio ed aspettative per non dover cambiare settore, me compreso (ho fatto almeno due anni nel passato con paga di 900 euro al mese netti)
    Ora, a 40 anni, il mercato del lavoro ci dice che siamo vecchi. Letteralmente alcuni millennials "digitali" nati con disponibilità di corsi (io sono autodidatta), tecnologia, e predisposizione al cambiamento e al giramondo innata (noi siamo gli ultimi dinosauri sedentari rimasti, credo) può eclissarci in un lampo, ma a che prezzo?
    Il potere di acquisto e i salari, per i giovanissimi, sono ridicoli. Sono dinosauro, ma economicamente ora sto bene dopo anni e anni di gavetta sommersa.
    Ho trovato così il mio posto non entrando in concorrenza con loro (sarebbe un confronto impari in partenza), ma mettendoli in condizione di lavorare bene, serenamente, di imparare non sul corso o sul videotutorial, ma sul campo, scontrandosi con i problemi di lavoro in gruppo sul server, facendoli uscire con esperienza dalle situazioni ingarbugliate, incoragginadoli quando mi dicono "non ce la faremo mai nei tempi", tenendo ordine nel caos essenzialmente...
    Scusate lo sfogo, magari è un po' fuori argomento, ma è la mia esperienza e mi ritrovo nelle parole di @Delfino81
     
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  8. moogpsycho

    moogpsycho Moderatore Membro dello Staff

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    sono un 83 e non posso che concordare purtroppo.
    Avendo fatto ingegneria me la son sempre cavata ed ora non mi lamento ma mi rendo conto che senza quella crisi nefasta ora viaggerei su altre cifre.

    tonando ai consigli per l'opener mi sento di dire che alla nostra età è meglio valorizzare le esperienze fatte che sperare di cambiare settore.
    La formazione è sempre importante ma da affiancare all'attività lavorativa, non da realizzare in sostituzione.
    Continuerei quindi a cercare nel settore commerciale dove le possibili situazioni sono infinite e con un pizzico di fortuna potrebbe trovare quello che gli piace.

    Altra cosa importantissima è credere in noi stessi, valorizzare le proprie competenze e puntare sempre un po più in alto.
    Avrai sicuramente capacità utilissime ad alcune aziende, devi semplicemente trovare la tua strada.
     
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  9. Delfino81

    Delfino81

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    Innanzitutto grazie a tutti per le risposte….

    In effetti mi ritrovo abbastanza con le parole che avete detto in tanti, soprattutto gli ultimi miei due coetanei o giu di li.

    Premetto che se ho fatto giurisprudenza, non è stata per una reale voglia di studiare legge, ma perché chi all'epoca mia "non sapeva che fare" prendeva quella laurea...

    Se avessi dovuto assecondare i miei sogni, mi sarebbe piaciuto entrare nelle forze dell'ordine, ma purtroppo per motivi di salute (non gravi, ma sufficienti a non risultare idonei, ovvero un ipotiroidismo congenito), ho dovuto abbandonare l'idea.
    Se tornassi indietro, di sicuro non farei più l'università, frequentata senza reale convinzione fin dall'inizio, più per far contenti i miei che per altro....purtroppo appartengo a quella generazione a cui è stata inculcata la frase "dove vai, senza laurea?"
    Ad oggi, per quella che è stata la mia esperienza diretta e indiretta, pur cogliendo la stessa sfiga che ha caratterizzato tutta la nostra generazione, sento di dire invece che secondo me "ha vinto" chi è partito dal basso….imparandosi un mestiere….cuoco, pasticciere, cameriere, parrucchiere, idraulico, elettricista, e cosi via

    Quando mi son trovato col culo a terra, scusate l'espressione,in piena crisi, ho fatto anche i call center, beh….ho visto laureati di tutti i tipi (specialmente umanistiche ma anche tanti economisti, qualche archietetto o ingegnere edile) ma mai uno che avesse un mestiere in mano di questi sopraelencati….un motivo ci sarà

    Il mio settore preferito era l'amministrativo…..del commerciale mi piace il rapporto con la gente, non mi piace il clima di forsennato raggiungimento degli obiettivi, in virtu dei quali, a volte devi anche scendere a patti con la tua coscienza….io sto nel settore delle promozioni bancarie/finanziarie (prestiti, mutui, cessioni del quinto) e se la gente ci considera "imbroglioni" qualche motivo ci sarà...

    In passato ho rischiato anche la depressione per questo fatto, poi ho cercato di farmela passare.

    Detto questo, credo sia scontato che uno debba fare i conti con cio per cui è portato….anche per questo, se dovessi cambiare, non mi ci vedrei proprio a fare il programmatore o il montatore elettromeccanico, dato che se mi si rompe un phon, o mi si apre una finestra insolita sul pc, so il primo a cascare dalle nuvole….

    Forse l'unico (che poi ho fatto ai tempi dell'università) sarebbe il cameriere. Il corso che avevo linkato non è certo per farlo in pizzeria, ma era formativo (con stage) in strutture di alto livello….

    Lì posso pure contare su una minima esperienza extra maturata in tempi universitari, oltre ad aver affinato i rapporti interpersonali...come contatti con la gente, senza modestia, forse posso dar lezioni anche a un maitre .Lavoro pesante,spesso sottopagato ti fai il sedere, e non hai festività...però quando l'ho fatto e tornavo a casa a dormire, dormivo come un bimbo….niente brutti sogni legati a pratiche che saltano o clienti che si ritirano all'ultimo momento, con conseguenti cazziatoni del responsabile (come se la colpa fosse la mia)...

    Unico neo....l'età avanza e inesorabilmente porterà con sé i suoi acciacchi....una cosa è stare 8/10 ore in piedi a 20 anni, una cosa è ricominciare a farlo dai 40 fino a età pensionabile (se ci sarà un'età pensionabile :) )
     
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  10. streak

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    Non ho mai fatto il cameriere, ma penso che sia un lavoro piuttosto faticoso fisicamente e che ti costringe a saper trattare con la gente, anche quando hai la luna un po' storta.
    Certo, bisogna vedere se finita l'emergenza coronavirus il settore della ristorazione si riprenderà a sufficienza...
    Comunque un cameriere che sa fare bene il suo lavoro ed è gentile (e magari simpatico) è sempre molto apprezzato. Noi facciamo sempre i complimenti quando se li meritano, e lasciamo la mancia (cosa che, a quanto vedo, non tutti fanno).
     
  11. giuliogiulio

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    io sono classe 84, ingegnere, phd lavoro nel precario mondo della ricerca.

    Detto questo, penso che i corsi di formazione regionale (spesso finanziati con il fondo sociale europeo, e questo mi sento di sottolinerlo) ritengo possano avere un senso solo se accompagnati da un percorso di tirocinio aziendale, in modo da poter mettere le competenze acquisite, e soprattutto in modo da entrare in contatto subito e direttamente con un potenziale datore di lavoro
     
  12. streak

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    30 anni fa era facile che si facesse così. Il corso da programmatore che feci nel 90 era finanziato dalla Regione Lazio, ma organizzato e svolto all'interno di una società di informatica con già oltre 200 dipendenti (poi ulteriormente cresciuti). I docenti erano dell'azienda, e specializzati nella docenza.
    Finiti i 6 mesi di corso, abbiamo sostenuto un esame e in molti siamo stati assunti dall'azienda stessa (inizialmente con contratto formazione e lavoro di 2 anni, poi trasformato in contratto a tempo indeterminato).

    Non so se oggi esiste ancora una cosa del genere... non credo.
     
  13. giuliogiulio

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    l'anno scorso ho tenuto delle lezioni nell'ambito di un corso proprio del fondo sociale europeo, e gestito a livello regionale. E diversi partecipanti a fine corso hanno trovato uno sbocco lavorativo
     
  14. Delfino81

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    Son sincero, i corsi (di qualsiasi ambito) che non prevedono uno stage applicativo in azienda, nemmeno li considero.

    Una domanda però mi sorge spontanea, riguardo la programmazione (pur non sentendomici portato, poi magari mi smbaglierò, anche perché non conosco la materia)

    Un corso regionale (con stage), per quanto fatto bene, da una scuola seria, può mai darti le stesse competenze di una scuola?

    Cioè, lasciamo perdere per un attimo il fatto che abbia 38 anni suonati e non sia proprio questo mago del computer….Poniamo che di anni ne abbia 21/22, e dopo un diploma di liceo scientifico, mi metto a frequentare presso un'ottima scuola di formazione, un corso regionale di 600 ore, comprensivo di stage di "analista programmatore" (che è come quello che avevo linkato nel mio topic di paertura, tanto per capirci ;-))

    A corso finito, e magari superato col massimo punteggio, In base a quale criterio, sul mercato del lavoro, un'azienda dovrebbe scegliere me, quando la scuola sforna ogni anno a giugno, centinaia di periti informatici (che di anni di scuola se ne fanno 5, e non 600 ore), e le varie università, altrettanto, sfornano, diversi laureati in informatica/ingegneria informatica?

    Cioè, sarei visto come lo scarto di laureati e diplomati nel settore? Cosi, giusto per chiedere, e capire, come vedete, è un settore che non mi appartiene, ignoro anche i contenuti didattici degli appositi programmi scolastici, quindi la curiosità la fa da padrona :)
     
    Ultima modifica: 17 Marzo 2020
  15. giuliogiulio

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    un'azienda dovrebbe scegliere te, perchè in quanto partner del corso, ha avuto modo di conoscerti, durante il periodo di intership. Con un neo diplomato, sarebbe un salto nel buio
     

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