<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> immagini e didascalie dello stabilmento di Arese (molto interessante) guardatelo | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

immagini e didascalie dello stabilmento di Arese (molto interessante) guardatelo

vecchioAlfista ha scritto:
v-tec ha scritto:
http://motori.virgilio.it/auto/gallery/2785.html,zoom=94232.html

mi ha fatto venire molta malinconia...questo è solo per veri alfisti

bellissima carrellata, sia nelle foto che nelle "descrizioni" poste a lato.

Probabilmente il più bel topic del forum :)

Un saluto a tutti gli Alfisti di ieri ed ai Alfiatisti di oggi
ti ringrazio
 
giampi47 ha scritto:
v-tec ha scritto:
caro giampy dalla tua spettacolare esposizione di ricordi (che ha appassionato tutti i lettori di questo argomento) emerge la grande passione che hai verso il marchio del biscione e la sua storia vissuta in parte in prima persona, grazie e speriamo tu ci possa raccontare altri ricordi :D p.s spero tu abbia gradito il link che ho postato riguardo la storia della 164, è davvero lunga e affascinante tra l'altro ho scoperto su youtube dei video riguardanti i test dei prototipi guardali perchè sono davvero belli, già negli anni 80 l'alfa faceva i test compiuterizzati del confort acustico e durata del cambio!!!! questi video vengono menzionati anche nel link comunque cercali su youtube: "164 preserie"

Caro " v-tec " ho gradito e ti ringrazio tanto. Quella di questa auto fu comunque una gestazione un po' sofferta. Per fortuna che l'Ing. V.Ghidella, da quanto si poteva leggere ai tempi ed in tempi piu' recenti anche su alcuni libri, si prese la responsabilita' in prima persona affinche' fosse commercializzata una vettura un po' piu' prestazionale (anche come assetto ecc.) rispetto le sue dirette concorrenti. Come ho avuto modo di scrivere (e mi pare rispondendo all'amico "transaxle", qualche rivista 4R della fine anni '80 riportava intervista con l'Ingegnere.
Grazie, cerchero' su youtube come consigli tu.
Circa vari test di durata ecc. devo avere da qualche parte articoli ma soprattutto le foto dei tests che in Alfa gia' nella meta' anni '60 effettuavano sulle Giulia. In particolare su sospensioni, apertura e chiusura portiere, cambio di velocita' e accensione motore dopo una permanenza in una cella frigorifera che se non erro arrivava a - 40° e forse di piu'. Tutto cio' in buona parte ad Arese ma qualche cosa (poco) al Portello. Pero' chissa' dove ho messo tutto questo materiale. Ma come sempre, poi , qualche giorno andro' alla ricerca di detto materiale. Ora che ricordo, guardero' sui vari " il Quadrifoglio" di quegli anni. Se trovo novita' o curiosita' te le posto. Ciao.

Caro " v-tec " , come ti avevo preanninciato ho trovato un articolo "mini" sulla prova apertura / chiusura porte delle Alfa anni '60-'70 della durata di non so quanti e piu' giorni di funzionamento. Circa le sospensioni devo andare a memoria perche' ricordo altro articolo inerente queste. Anche se il vero collaudo, come sai , lo facevano sui terreni che piu' accidentati non si poteva (e non si puo' anche ora) della pista di Balocco (pave' Italiano-Belga-Francese-superamento di ostacoli come alti marciapiedi e tante tante altre prove che avevano reso robustissime le auto). Circa la "cella frigorifera" ancora non ho trovato niente ma ricordo la foto di una Giulia inserita in una di queste celle ed un collaudatore vestito con una specie di scafandro che si accingeva a salire ed ad avviarla- dopo non so quante ore di permanenza a -40° (mi pare). Questa sera ho trovato un articolo del Sig. Gonzalo Alvarez Garcia che desidero riportare. Si intitola= La Croce ed il Biscione: Storia e leggenda. Forse tempo addietro qualcuno ne ha gia' parlato. Io lo propongo egualmente.
L'Alfa Romeo nasceva come ALFA il 24 Giugno 1910 alla periferia di Milano, al num. 95 della scomparsa Strada del Portello, nello stesso luogo dove 4 anni prima era stato costruito uno stabilimento per il montaggio delle auto Darracq.
Ricevette il nome di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili - ( A.L.F.A. ) -.
La nuova Casa adotto' uno stemma suggestivo e pieno di colore formato dai 2 emblemi milanesi : quello del Comune nella parte destra; quello della famiglia dei Visconti nella parte sinistra. Le origini degli stemmi milanesi si perdono nella leggenda. La croce rossa in campo bianco,emblema del Comune,risale alla seconda meta' del secolo XI°. Il piu' antico stendardo milanese pare risalga al 1045 - (millequarantacinque)- anno in cui , dopo un periodo di sanguinosa guerra civile, avvenne la pacificazione tra il popolo ed i nobili della citta'. Il popolo aveva un'insegna bianca mentre quella dei nobili era rossa. Dopo la pacificazione, lo stendardo portava le 2 insegne poste l'una accanto all'altra in uno scudo "partito". Alla fine del secolo XI° , in seguito alla I° Crociata, lo stemma assunse la forma attuale: croce rossa in campo bianco. L'ipotesi piu' diffusa lo fa risalire all'impresa compiuta dai crociati lombardi, i quali, capeggiati da Giovanni da Rho, piantarono per primi la croce sulle mura di Gerusalemme. La croce rossa rappresenterebbe l'emblema dei crociati mentre il campo bianco sarebbe il ricordo della tunica bianca con la quale i crociati dovettero coprire le loro armature di ferro per difendersi dal rovente sole palestinese. E' verosimile che la croce rossa tragga le sue origini dall'emblema dei crociati. Altre citta' italiane adottarono pressapoco nello stesso periodo lo stemma crociato. Invece il fondo bianco dello stemma milanesee' stato adottato semplicemente come ossequio alla norma araldica di sovrapporre il colore rosso su un fondo unito di smalto che doveva essere oro ed argento. Il bianco starebbe a significare l'argento.
Piu' leggendaria e controversa e' l'origine del Biscione visconteo. Secondo il cronista del Medioevo milanese Fiamma , tra i primi reduci di Terrasanta dopo la presa di Gerusalemme nel 1099 si trovava Ottone Visconti fondatore della dinastia viscontea, del quale si impadroni' la leggenda per attribuirgli l'uccisione in duello di un saraceno che portava a suo stemma sullo scudo la
" vipera divorante un uomo " , donde sarebbe derivata poi l'insegna viscontea.
Il Fiamma racconta pure che quando Ottone Visconti parti' per la crociata gli sarebbe stata affidata , come al comandante dei crociati milanesi , "una bandiera con la mosaica vipera di bronzo". In realta' si trattava del simbolo militare longobardo: bandiera bianca con serpente azzurro, segno della massima autorita' militare che la tradizione confondeva con il serpente biblico posto in Sant'Ambrogio dall'Arcivescovo Arnoldo. Infatti il serpente era l'animale totemico dei Longobardi , i quali lo portavano come amuleto in una borsa appesa al collo. La tradizione ci ha tramandato anche l'immagine del Re dei Longobardi, Desiderio , considerato capostipite dei Visconti , con un serpente che si attorciglia intorno al suo corpo senza fargli del male e ci parla di Uberto, signore di Angera, anch'egli capostipite dei Visconti, il quale all'inizio del V° (quinto) secolo uccise un drago che terrorizzava la citta' ed i dintorni di Milano. Secondo l'ipotesi piu' attendibile il "biscione visconteo" altro non e' che il ricordo di queste tradizioni degli antichi Longobardi per i quali il serpente era diventato animale totemico ed insegna militare, protezione e nello stesso tempo simbolo di forza. I Visconti raccolsero l'eredita' Longobarda ed il serpente azzurro divento' loro stemma,simbolo delle loro ambizioni e della loro potenza. L'uomo che il biscione divora non e' un saraceno ma un simbolo generico dei nemici dei Visconti che il biscione distrugge. Lo stemma applicato sulle vetture costruite al Portello negli anni 1910-1915 portava la scrittura = ALFA - Milano. Sulle vetture costruite negli anni 1920-1925 invece la scritta era gia' Alfa Romeo - Milano. Romeo ( l'Ing. Romeo di Napoli) era il titolare della Societa' che nel 1915 aveva assorbito l'Alfa. Dopo la vittoria conseguita al 5° GranPremio d'Italia a Monza,con la quale la Casa milanese si aggiudico' il Primo Campionato Automobilistico del Mondo, la societa' decise di ricordare questa importante affermazione aggiungendo una corona d'alloro intorno allo stemma; il diametro dello stesso passo' da 65 a 75 mm. Alla fine della II° Guerra Mondiale,in seguito alla proclamazione della Repubblica nel 1946 , i nodi sabaudi furono sostituiti da 2 linee ondulate . Grazie per l'attenzione. Ciao.
 
giampi47 ha scritto:
Grazie per Vs/ gentilezza cari "loopo" - " v-tec " - "SZ" e tutti gli altri amici per l'Ok. Grazie in anticipo ancora a " v-tec " per quanto segnalera' prossimamente. Per favore, valutate che cio' che scrivero' e' cio' che Vi riporta un cliente Alfa. In primis tutta la mia famiglia a far parte dal 1952 in poi e quindi anch'io dal 1966. Di tutte le foto, ho scelto di commentarne 5.
Dalla foto "aerea", risalta (verso il centro-destra) un fabbricato curvilineo. Di fronte c'e' un bel terreno ampio. Questo fabbricato era posto in Via Grosotto. Al termine, si incrociava (sia a dx che a sx) con Via Marco Ulpio Traiano , ma seguitando a dx, proseguiva per 200-300 mt. sino a lambire la sopraelevata.
Ma torniamo in Via Grosotto. A mia memoria, questo fabbricato fu eretto credo verso meta' o verso la fine anni '50 perche' quando nell'anno 1952 accompagnai mio nonno ad acquistare la II° Alfa 1900 che entrava in famiglia, ricordo passammo dal cancello che in altra foto piu' ingrandita si vede meglio e ci si ritrovava in un grandissimo spiazzo ove , ai tempi, venivano posteggiati i camion Alfa 900 e 950 (quelli che l'amico "SZ" chiama "le Guanciotte" ) e successivamente negli anni , i camion Alfa MILLE ed i furgoni Romeo. Sempre dentro questo cancello, ma con spazio oramai piu' limitato a causa di questa nuova costruzione, vidi quella famosa Rover 2000 TC che Alfa acquisto' per comparare il suo ponte DeDion con il futuro DeDion della Alfetta che sarebbe uscita dopo 2 / 3 anni. Dalla foto ingrandita= contiamo 6 finestroni; il 7° (ove vediamo anche auto posteggiate) e' un grosso e largo portone che era l'entrata all'Assistenza. Ivi c'era una portineria posta al centro che divideva le auto in entrata ed in uscita. Si entrava in un vastissimo salone
tutto elegante,ben rivestito e ben piastrellato e di ottima fattura. Parcheggiavi l'auto e ti venivano incontro, a turno ovviamente, uno degli 8 (o forse 10) Collaudatori (i piu' bravi e-permettetemelo - i piu' "estrosi" ) Alfa. Tutta gente che si era fatto "un mazzo tanto..." - tutta gente che deliberava anche i prototipi delle future Alfa, tutta gente che conosceva come nessun altro i segreti delle Alfa. E qualcuno di loro, partecipava anche a competizioni. Il destino ha voluto che con le mie Alfa e di tutta la mia famiglia, mi appoggiassi a 2 di questi "grandi" personaggi. I Sigg. S.R. e M.L. coi quali ho condiviso tanta amicizia per tanti anni. Curiosita'= Le Montreal, in Alfa preferivano (compatibilmente con la possibilita' del cliente a recarsi a Milano) consegnarle direttamente al cliente in quel salone. Per l'amicizia che mi legava con queste 2 persone, immaginate cosa provai (al di la' di ricevere quel po' po' di vettura) quando tutti e 2 insieme me la consegnarono scendendo dall'auto e dicendomi : Eccola qua'. E' tua !! La signorilita' , l'educazione e la vera amicizia era veramente di casa in Alfa.
Andando ancora piu' in su' coi finestroni, il primo dopo il grosso portone era di una sala con all'interno una scala che portava al primo piano sede di uffici.
Una volta ci posizionarono (ci parcheggiarono) quella Montreal Bianca che poi ebbe l'incidente di cui avevo parlato in altro forum (scoppio di pneumatico sulla tratta di ritorno Balocco-Milano con a bordo un dirigente).
Gli altri finestroni a venire(in su) erano gli uffici dei Collaudatori. Gli altri ancora erano i finestroni del grande Uffico Cassa. Esso comprendeva tanto personale sempre gentile e tante belle figliole ! Tornando indietro dall'Uff.Cassa, c'era uno scalone che anch'esso portava agli uffici del piano superiore, sede di Dirigenti vari. Salivi, svoltavi a sx e dopo pochi metri trovavi ............(sorpresa.....) .....l'ufficio ove lavorava la Sig.na G.... !!! Mamma mia quanto era bella !!! A detta di molti, forse la piu' bella di tutte le figliole della grande famiglia Alfa. Aveva ragione l'amico "GenLee" quando in un messaggio di risposta mi scrisse che a quei tempi in Alfa erano in Paradiso!!
Tornando nel salone-ricevimento auto, sulla dx c'erano le grosse porte automatiche che ti permettevano di recarti in Officina presso quel "grandissimo" personaggio (scusate ma non finiro' mai di lodarlo) del Cav. Ferrario che ne era il direttore assoluto. Si saliva al II° piano tramite uno "scivolo" a chiocciola a senso unico alternato e pertanto vi era un semaforo. Sulla sx del Salone, c'era una porta che immetteva al Magazzino Ricambi riservato solo agli operatori dell'Officina.
Immettendoci su Via Traiano (andando a dx - alla fine del fabbricato su Via Grosotto), dopo 100 mt. c'era l'entrata del Magazzino Ricambi per tutti (Conce-Privati ecc.). Era una cosa enorme.
Le altre foto che ho preso in considerazione sono: quella dell' Alfona 2500.
Come noterete, nel 1947-1950 e fino al 1951 non c'era catena di montaggio. Io pero' ho ancora presente quel suo bel musone ma tanto tanto imponente che ( io piccolo bambino) mi fece spaventare quando, scendendo dall'auto, mi trovai di fronte alle ultimissime di codeste auto, in attesa della consegna ai clienti. Altra foto la catena di montaggio della 1900 che, come ho gia' avuto modo di scrivere, ho avuto il privilegio di visitare. Ultima foto la catena di montaggio della Giulietta che, stante la larghezza del cofano baule, mi sembra della I° e/o della II° serie (la III° serie l'aveva piu' largo.
Ragazzi mi sono dilungato troppo,come sempre. Vi ringrazio per l'attenzione ed....a presto. Ciao.

bellissima testimonianza, complimentoni!!!
 
giampi47 ha scritto:
giampi47 ha scritto:
v-tec ha scritto:
caro giampy dalla tua spettacolare esposizione di ricordi (che ha appassionato tutti i lettori di questo argomento) emerge la grande passione che hai verso il marchio del biscione e la sua storia vissuta in parte in prima persona, grazie e speriamo tu ci possa raccontare altri ricordi :D p.s spero tu abbia gradito il link che ho postato riguardo la storia della 164, è davvero lunga e affascinante tra l'altro ho scoperto su youtube dei video riguardanti i test dei prototipi guardali perchè sono davvero belli, già negli anni 80 l'alfa faceva i test compiuterizzati del confort acustico e durata del cambio!!!! questi video vengono menzionati anche nel link comunque cercali su youtube: "164 preserie"

Caro " v-tec " ho gradito e ti ringrazio tanto. Quella di questa auto fu comunque una gestazione un po' sofferta. Per fortuna che l'Ing. V.Ghidella, da quanto si poteva leggere ai tempi ed in tempi piu' recenti anche su alcuni libri, si prese la responsabilita' in prima persona affinche' fosse commercializzata una vettura un po' piu' prestazionale (anche come assetto ecc.) rispetto le sue dirette concorrenti. Come ho avuto modo di scrivere (e mi pare rispondendo all'amico "transaxle", qualche rivista 4R della fine anni '80 riportava intervista con l'Ingegnere.
Grazie, cerchero' su youtube come consigli tu.
Circa vari test di durata ecc. devo avere da qualche parte articoli ma soprattutto le foto dei tests che in Alfa gia' nella meta' anni '60 effettuavano sulle Giulia. In particolare su sospensioni, apertura e chiusura portiere, cambio di velocita' e accensione motore dopo una permanenza in una cella frigorifera che se non erro arrivava a - 40° e forse di piu'. Tutto cio' in buona parte ad Arese ma qualche cosa (poco) al Portello. Pero' chissa' dove ho messo tutto questo materiale. Ma come sempre, poi , qualche giorno andro' alla ricerca di detto materiale. Ora che ricordo, guardero' sui vari " il Quadrifoglio" di quegli anni. Se trovo novita' o curiosita' te le posto. Ciao.

Caro " v-tec " , come ti avevo preanninciato ho trovato un articolo "mini" sulla prova apertura / chiusura porte delle Alfa anni '60-'70 della durata di non so quanti e piu' giorni di funzionamento. Circa le sospensioni devo andare a memoria perche' ricordo altro articolo inerente queste. Anche se il vero collaudo, come sai , lo facevano sui terreni che piu' accidentati non si poteva (e non si puo' anche ora) della pista di Balocco (pave' Italiano-Belga-Francese-superamento di ostacoli come alti marciapiedi e tante tante altre prove che avevano reso robustissime le auto). Circa la "cella frigorifera" ancora non ho trovato niente ma ricordo la foto di una Giulia inserita in una di queste celle ed un collaudatore vestito con una specie di scafandro che si accingeva a salire ed ad avviarla- dopo non so quante ore di permanenza a -40° (mi pare). Questa sera ho trovato un articolo del Sig. Gonzalo Alvarez Garcia che desidero riportare. Si intitola= La Croce ed il Biscione: Storia e leggenda. Forse tempo addietro qualcuno ne ha gia' parlato. Io lo propongo egualmente.
L'Alfa Romeo nasceva come ALFA il 24 Giugno 1910 alla periferia di Milano, al num. 95 della scomparsa Strada del Portello, nello stesso luogo dove 4 anni prima era stato costruito uno stabilimento per il montaggio delle auto Darracq.
Ricevette il nome di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili - ( A.L.F.A. ) -.
La nuova Casa adotto' uno stemma suggestivo e pieno di colore formato dai 2 emblemi milanesi : quello del Comune nella parte destra; quello della famiglia dei Visconti nella parte sinistra. Le origini degli stemmi milanesi si perdono nella leggenda. La croce rossa in campo bianco,emblema del Comune,risale alla seconda meta' del secolo XI°. Il piu' antico stendardo milanese pare risalga al 1045 - (millequarantacinque)- anno in cui , dopo un periodo di sanguinosa guerra civile, avvenne la pacificazione tra il popolo ed i nobili della citta'. Il popolo aveva un'insegna bianca mentre quella dei nobili era rossa. Dopo la pacificazione, lo stendardo portava le 2 insegne poste l'una accanto all'altra in uno scudo "partito". Alla fine del secolo XI° , in seguito alla I° Crociata, lo stemma assunse la forma attuale: croce rossa in campo bianco. L'ipotesi piu' diffusa lo fa risalire all'impresa compiuta dai crociati lombardi, i quali, capeggiati da Giovanni da Rho, piantarono per primi la croce sulle mura di Gerusalemme. La croce rossa rappresenterebbe l'emblema dei crociati mentre il campo bianco sarebbe il ricordo della tunica bianca con la quale i crociati dovettero coprire le loro armature di ferro per difendersi dal rovente sole palestinese. E' verosimile che la croce rossa tragga le sue origini dall'emblema dei crociati. Altre citta' italiane adottarono pressapoco nello stesso periodo lo stemma crociato. Invece il fondo bianco dello stemma milanesee' stato adottato semplicemente come ossequio alla norma araldica di sovrapporre il colore rosso su un fondo unito di smalto che doveva essere oro ed argento. Il bianco starebbe a significare l'argento.
Piu' leggendaria e controversa e' l'origine del Biscione visconteo. Secondo il cronista del Medioevo milanese Fiamma , tra i primi reduci di Terrasanta dopo la presa di Gerusalemme nel 1099 si trovava Ottone Visconti fondatore della dinastia viscontea, del quale si impadroni' la leggenda per attribuirgli l'uccisione in duello di un saraceno che portava a suo stemma sullo scudo la
" vipera divorante un uomo " , donde sarebbe derivata poi l'insegna viscontea.
Il Fiamma racconta pure che quando Ottone Visconti parti' per la crociata gli sarebbe stata affidata , come al comandante dei crociati milanesi , "una bandiera con la mosaica vipera di bronzo". In realta' si trattava del simbolo militare longobardo: bandiera bianca con serpente azzurro, segno della massima autorita' militare che la tradizione confondeva con il serpente biblico posto in Sant'Ambrogio dall'Arcivescovo Arnoldo. Infatti il serpente era l'animale totemico dei Longobardi , i quali lo portavano come amuleto in una borsa appesa al collo. La tradizione ci ha tramandato anche l'immagine del Re dei Longobardi, Desiderio , considerato capostipite dei Visconti , con un serpente che si attorciglia intorno al suo corpo senza fargli del male e ci parla di Uberto, signore di Angera, anch'egli capostipite dei Visconti, il quale all'inizio del V° (quinto) secolo uccise un drago che terrorizzava la citta' ed i dintorni di Milano. Secondo l'ipotesi piu' attendibile il "biscione visconteo" altro non e' che il ricordo di queste tradizioni degli antichi Longobardi per i quali il serpente era diventato animale totemico ed insegna militare, protezione e nello stesso tempo simbolo di forza. I Visconti raccolsero l'eredita' Longobarda ed il serpente azzurro divento' loro stemma,simbolo delle loro ambizioni e della loro potenza. L'uomo che il biscione divora non e' un saraceno ma un simbolo generico dei nemici dei Visconti che il biscione distrugge. Lo stemma applicato sulle vetture costruite al Portello negli anni 1910-1915 portava la scrittura = ALFA - Milano. Sulle vetture costruite negli anni 1920-1925 invece la scritta era gia' Alfa Romeo - Milano. Romeo ( l'Ing. Romeo di Napoli) era il titolare della Societa' che nel 1915 aveva assorbito l'Alfa. Dopo la vittoria conseguita al 5° GranPremio d'Italia a Monza,con la quale la Casa milanese si aggiudico' il Primo Campionato Automobilistico del Mondo, la societa' decise di ricordare questa importante affermazione aggiungendo una corona d'alloro intorno allo stemma; il diametro dello stesso passo' da 65 a 75 mm. Alla fine della II° Guerra Mondiale,in seguito alla proclamazione della Repubblica nel 1946 , i nodi sabaudi furono sostituiti da 2 linee ondulate . Grazie per l'attenzione. Ciao.

Bravo Giampi :D
 
merosi ha scritto:
Più che rammaricarsi per i danni irreparabili fatti nel passato, mi preoccuperei delle due polpette avvelenate che Fiat ha in programma di rifilarci: centro stile e museo storico.
Un saluto a tutti gli alfisti.

a distanza di due anni direi...profetico
 
Ciao a tutti AMICI.
Grazie a coloro che hanno desiderato riportare in evidenza , dopo circa 2 anni , queste testimonianze che , oggigiorno , si indirizzano soprattutto all'attenzione dei piu' giovani e dei nuovi frequentatori del Forum.
Qualche giorno , mi risultera' gradito dare continuita' a cio' che ancora ricordo e lo faro' amalgamando il tutto con ulteriori notizie storiche e curiosita' che dovro' anche estrapolare dalle pubblicazioni in mio possesso.

Grazie ancora e.....Buona Pasqua a TUTTI.

P.S.= Permettetemi un positivo pensiero ed un caro augurio per la mamma del nostro comune amico Dott. MENECH. Grazie.

Ciao.
 
giampi47 ha scritto:
giampi47 ha scritto:
v-tec ha scritto:
caro giampy dalla tua spettacolare esposizione di ricordi (che ha appassionato tutti i lettori di questo argomento) emerge la grande passione che hai verso il marchio del biscione e la sua storia vissuta in parte in prima persona, grazie e speriamo tu ci possa raccontare altri ricordi :D p.s spero tu abbia gradito il link che ho postato riguardo la storia della 164, è davvero lunga e affascinante tra l'altro ho scoperto su youtube dei video riguardanti i test dei prototipi guardali perchè sono davvero belli, già negli anni 80 l'alfa faceva i test compiuterizzati del confort acustico e durata del cambio!!!! questi video vengono menzionati anche nel link comunque cercali su youtube: "164 preserie"

Caro " v-tec " ho gradito e ti ringrazio tanto. Quella di questa auto fu comunque una gestazione un po' sofferta. Per fortuna che l'Ing. V.Ghidella, da quanto si poteva leggere ai tempi ed in tempi piu' recenti anche su alcuni libri, si prese la responsabilita' in prima persona affinche' fosse commercializzata una vettura un po' piu' prestazionale (anche come assetto ecc.) rispetto le sue dirette concorrenti. Come ho avuto modo di scrivere (e mi pare rispondendo all'amico "transaxle", qualche rivista 4R della fine anni '80 riportava intervista con l'Ingegnere.
Grazie, cerchero' su youtube come consigli tu.
Circa vari test di durata ecc. devo avere da qualche parte articoli ma soprattutto le foto dei tests che in Alfa gia' nella meta' anni '60 effettuavano sulle Giulia. In particolare su sospensioni, apertura e chiusura portiere, cambio di velocita' e accensione motore dopo una permanenza in una cella frigorifera che se non erro arrivava a - 40° e forse di piu'. Tutto cio' in buona parte ad Arese ma qualche cosa (poco) al Portello. Pero' chissa' dove ho messo tutto questo materiale. Ma come sempre, poi , qualche giorno andro' alla ricerca di detto materiale. Ora che ricordo, guardero' sui vari " il Quadrifoglio" di quegli anni. Se trovo novita' o curiosita' te le posto. Ciao.

Caro " v-tec " , come ti avevo preanninciato ho trovato un articolo "mini" sulla prova apertura / chiusura porte delle Alfa anni '60-'70 della durata di non so quanti e piu' giorni di funzionamento. Circa le sospensioni devo andare a memoria perche' ricordo altro articolo inerente queste. Anche se il vero collaudo, come sai , lo facevano sui terreni che piu' accidentati non si poteva (e non si puo' anche ora) della pista di Balocco (pave' Italiano-Belga-Francese-superamento di ostacoli come alti marciapiedi e tante tante altre prove che avevano reso robustissime le auto). Circa la "cella frigorifera" ancora non ho trovato niente ma ricordo la foto di una Giulia inserita in una di queste celle ed un collaudatore vestito con una specie di scafandro che si accingeva a salire ed ad avviarla- dopo non so quante ore di permanenza a -40° (mi pare). Questa sera ho trovato un articolo del Sig. Gonzalo Alvarez Garcia che desidero riportare. Si intitola= La Croce ed il Biscione: Storia e leggenda. Forse tempo addietro qualcuno ne ha gia' parlato. Io lo propongo egualmente.
L'Alfa Romeo nasceva come ALFA il 24 Giugno 1910 alla periferia di Milano, al num. 95 della scomparsa Strada del Portello, nello stesso luogo dove 4 anni prima era stato costruito uno stabilimento per il montaggio delle auto Darracq.
Ricevette il nome di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili - ( A.L.F.A. ) -.
La nuova Casa adotto' uno stemma suggestivo e pieno di colore formato dai 2 emblemi milanesi : quello del Comune nella parte destra; quello della famiglia dei Visconti nella parte sinistra. Le origini degli stemmi milanesi si perdono nella leggenda. La croce rossa in campo bianco,emblema del Comune,risale alla seconda meta' del secolo XI°. Il piu' antico stendardo milanese pare risalga al 1045 - (millequarantacinque)- anno in cui , dopo un periodo di sanguinosa guerra civile, avvenne la pacificazione tra il popolo ed i nobili della citta'. Il popolo aveva un'insegna bianca mentre quella dei nobili era rossa. Dopo la pacificazione, lo stendardo portava le 2 insegne poste l'una accanto all'altra in uno scudo "partito". Alla fine del secolo XI° , in seguito alla I° Crociata, lo stemma assunse la forma attuale: croce rossa in campo bianco. L'ipotesi piu' diffusa lo fa risalire all'impresa compiuta dai crociati lombardi, i quali, capeggiati da Giovanni da Rho, piantarono per primi la croce sulle mura di Gerusalemme. La croce rossa rappresenterebbe l'emblema dei crociati mentre il campo bianco sarebbe il ricordo della tunica bianca con la quale i crociati dovettero coprire le loro armature di ferro per difendersi dal rovente sole palestinese. E' verosimile che la croce rossa tragga le sue origini dall'emblema dei crociati. Altre citta' italiane adottarono pressapoco nello stesso periodo lo stemma crociato. Invece il fondo bianco dello stemma milanesee' stato adottato semplicemente come ossequio alla norma araldica di sovrapporre il colore rosso su un fondo unito di smalto che doveva essere oro ed argento. Il bianco starebbe a significare l'argento.
Piu' leggendaria e controversa e' l'origine del Biscione visconteo. Secondo il cronista del Medioevo milanese Fiamma , tra i primi reduci di Terrasanta dopo la presa di Gerusalemme nel 1099 si trovava Ottone Visconti fondatore della dinastia viscontea, del quale si impadroni' la leggenda per attribuirgli l'uccisione in duello di un saraceno che portava a suo stemma sullo scudo la
" vipera divorante un uomo " , donde sarebbe derivata poi l'insegna viscontea.
Il Fiamma racconta pure che quando Ottone Visconti parti' per la crociata gli sarebbe stata affidata , come al comandante dei crociati milanesi , "una bandiera con la mosaica vipera di bronzo". In realta' si trattava del simbolo militare longobardo: bandiera bianca con serpente azzurro, segno della massima autorita' militare che la tradizione confondeva con il serpente biblico posto in Sant'Ambrogio dall'Arcivescovo Arnoldo. Infatti il serpente era l'animale totemico dei Longobardi , i quali lo portavano come amuleto in una borsa appesa al collo. La tradizione ci ha tramandato anche l'immagine del Re dei Longobardi, Desiderio , considerato capostipite dei Visconti , con un serpente che si attorciglia intorno al suo corpo senza fargli del male e ci parla di Uberto, signore di Angera, anch'egli capostipite dei Visconti, il quale all'inizio del V° (quinto) secolo uccise un drago che terrorizzava la citta' ed i dintorni di Milano. Secondo l'ipotesi piu' attendibile il "biscione visconteo" altro non e' che il ricordo di queste tradizioni degli antichi Longobardi per i quali il serpente era diventato animale totemico ed insegna militare, protezione e nello stesso tempo simbolo di forza. I Visconti raccolsero l'eredita' Longobarda ed il serpente azzurro divento' loro stemma,simbolo delle loro ambizioni e della loro potenza. L'uomo che il biscione divora non e' un saraceno ma un simbolo generico dei nemici dei Visconti che il biscione distrugge. Lo stemma applicato sulle vetture costruite al Portello negli anni 1910-1915 portava la scrittura = ALFA - Milano. Sulle vetture costruite negli anni 1920-1925 invece la scritta era gia' Alfa Romeo - Milano. Romeo ( l'Ing. Romeo di Napoli) era il titolare della Societa' che nel 1915 aveva assorbito l'Alfa. Dopo la vittoria conseguita al 5° GranPremio d'Italia a Monza,con la quale la Casa milanese si aggiudico' il Primo Campionato Automobilistico del Mondo, la societa' decise di ricordare questa importante affermazione aggiungendo una corona d'alloro intorno allo stemma; il diametro dello stesso passo' da 65 a 75 mm. Alla fine della II° Guerra Mondiale,in seguito alla proclamazione della Repubblica nel 1946 , i nodi sabaudi furono sostituiti da 2 linee ondulate . Grazie per l'attenzione. Ciao.
purtroppo mi sembra un coccodrillo
 
giampi47 ha scritto:
Ciao a tutti AMICI.
Grazie a coloro che hanno desiderato riportare in evidenza , dopo circa 2 anni , queste testimonianze che , oggigiorno , si indirizzano soprattutto all'attenzione dei piu' giovani e dei nuovi frequentatori del Forum.
Qualche giorno , mi risultera' gradito dare continuita' a cio' che ancora ricordo e lo faro' amalgamando il tutto con ulteriori notizie storiche e curiosita' che dovro' anche estrapolare dalle pubblicazioni in mio possesso.

Grazie ancora e.....Buona Pasqua a TUTTI.

P.S.= Permettetemi un positivo pensiero ed un caro augurio per la mamma del nostro comune amico Dott. MENECH. Grazie.

Ciao.
OT Caro giampi, ho letto ora il tuo intervento, ti ringrazio molto per la tua abituale gentilezza, spero di leggerti più frequentemente e che tu sia in buona salute! :thumbup:
Ricambio gli auguri di Buona Pasqua e approfitto per estenderli a tutti gli altri forumisti, vecchi alfisti, nuovi, alfiattari, romeofiattari e così via.... :D
 
vecchioAlfista ha scritto:
merosi ha scritto:
Più che rammaricarsi per i danni irreparabili fatti nel passato, mi preoccuperei delle due polpette avvelenate che Fiat ha in programma di rifilarci: centro stile e museo storico.
Un saluto a tutti gli alfisti.

a distanza di due anni direi...profetico

beh, con fiat è facile. Tu pensi al peggio del peggio e loro ti accontentano :evil:
 
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