Dal sito di ruoteclassiche
Gli Alfisti di mezzo mondo posso tirare un sospiro di sollievo: il 31 gennaio, la Soprintendenza regionale per i beni ambientali, braccio lombardo del ministero dei Beni culturali, ha esteso a tempo inderminato il vincolo che di fatto impedisce a chicchessia di sradicare il Museo Alfa Romeo di Arese dal proprio territorio.
A questa decisione si è arrivati nonostante la fiera opposizione dei vertici Fiat di Torino, che avrebbero di gran lunga preferito poter disporre a proprio piacimento della struttura e delle 250 vetture che vi sono conservate. Ma il ministero non ha voluto sentire ragioni e alla scadenza, ha reso definitivo il vincolo, facendo la gioia della comunità di Alfisti che da tutto il mondo aveva fatto sentire la propria voce attraverso un blog realizzato apposta per difendere questo patrimonio.
Una battaglia importante è stata vinta, grazie all'apporto tenace del sindaco di Arese Gianluigi Fornaro e di tutto il consiglio comunale. Di fronte alle voci circolate in queste settimane di una possibile acquisizione di Alfa Romeo da parte di Volkswagen, Fornaro ha anzi dichiarato "Certo, Magari arrivassero i tedeschi! Di sicuro qui ci sarebbe più lavoro".
La guerra però è tutt'altro che conclusa, perché già si vocifera di un possibile ricorso di Fiat. E sarebbe davvero assurdo. Non solo, infatti, la Casa torinese non mostra di gioire per un pronunciamento che difende un "suo" patrimonio riconosciuto in tutto il mondo, ma addirittura non nasconde la propria irritazione di fronte a quanti si sono battuti e si stanno battendo perché il museo rimanga lì dov'è nato (nel 1976), nell'unica sua collocazione appropriata e sacrosanta: tra la sua gente.
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