<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> il miele di Porsche | Il Forum di Quattroruote

il miele di Porsche

i wüstel VW , le mascherine di Fca....si diversifica


Il primo test (su arnia, è il caso di dire) è datato 2017, presso la sede di Leipzig, famosa perché il circuito per provare i fuoristrada occupa un'area verde di ben 132 ettari, destinata in parte all'allevamento di cavalli, pony e buoi ma anche «area libera» per tante specie di uccelli, anfibi, lepri, cervi. Una piccola arca di Noè dove tre anni fa, si è deciso di far entrare tre milioni di api, il cui nettare viene venduto nel negozio del Museo di Porsche a Stoccarda, oltre che in quello riservato ai collaboratori. Non è un risultato da poco: già al primo anno aveva portato alla produzione di 1,4 tonnellate di miele per un totale di 5.600 vasetti venduti a 8 euro ciascuno. Le api hanno a disposizione in particolare piante di more, di acacia e tiglio.

Il nome del miele, Turbienchen, è un gioco di parole tra la parola «turbo» ed il vezzeggiativo di ape (Biene in tedesco). Il giochino (serissimo, peraltro) ha convinto i vertici di Porsche a bissare l'iniziativa nella storica sede della Casa: nel primo anno di attività, 650.000 imenotteri hanno prodotto 250 kg di miele millefiori, confezionati in 1.000 vasetti, rigorosamente in vetro riutilizzabile. «Continueremo l’iniziativa il prossimo anno e stiamo progettando di estenderla. Questi imenotteri sono tra le più importanti creature produttive in Germania, gravemente a rischio, nonostante siano protette dalla legge federale sulla conservazione della natura e dalle norme federali sulla protezione delle specie. Noi abbiamo il dovere di lavorare in questa direzione» ha spiegato Gerd Rupp, presidente del comitato esecutivo di Porsche Leipzig GmbH





L'operazione Turbienchen è seguita dalla divisione Gastronomia di Porsche. L'impegno alimentare del resto non è una novità nel gruppo: Volkswagen produce dal 1973 i würstel che vengono serviti nelle mense interne e venduti nei propri negozi. Sono un piccolo mito in Germania, per via della ricetta segreta (è il mix di spezie a fare la differenza) e per il fatto che il Volkswagen Originalteil - il nome del wurstel - per l’azienda automobilistica rientra sotto il codice «199 398 500 A» come fosse un componente del telaio. E funziona alla grande: nel 2019, nello stabilimento apposito a Wolfsburg, sono state preparate 6,8 milioni di salsicce contro 6,2 milioni di veicoli VW. Commercializzate in più gusti (la più celebre ed apprezzata è la Currywurst), vengono prodotte in 2 formati (12,5 e 25 cm di lunghezza) e ne esistono anche versioni per vegetariani. Sono fatte bene: presentano una percentuale di grasso del 20% contro il 40-45% di un wurstel tradizionale. Il problema è che si sposano benissimo con la salsa ketchup: guarda caso, VW produce anche quella per oltre 536 tonnellate l’anno.
 
A Vienna hanno alveari sul tetto sia al Kunsthistorisches Museum che al palazzo della Secessione

Miele.jpg
 
non é che non mi piacciono.....é il come son fatti. Dentro c’é il peggio del peggio.
Comunque quando ero a Monaco mi piacevano i polnischer mentre mi facevano proprio schifo i blut und l wur
bè, per buoni intendo fatti bene, da quando sono in ger alcuni li ho rivalutati..in italia me ne tenevo alla larga, come ora mi tengo alla larga dalle pseudo-italianate che vendono qua...preferisco portare da casa quelle buone...
 
Il miele lo prendo da un amico valdostano che porta le sue bestioline a 2.100 mt di quota.
Un "millefiori d'alta montagna" eccezionale.
Lo scorso anno vincitore di categoria al concorso "mieli d'Italia".
Dopodomani andrò a ritirare la mia assegnazione 2020..
 
bè, per buoni intendo fatti bene, da quando sono in ger alcuni li ho rivalutati..in italia me ne tenevo alla larga, come ora mi tengo alla larga dalle pseudo-italianate che vendono qua...preferisco portare da casa quelle buone...

io non mi fido neanche di quelli tedeschi.....ovvero gli “inventori” delle mozzarelle blu.:emoji_confounded:
 
Molte Case giapponesi fanno parte da sempre di grandi gruppi che hanno interessi in ogni campo. Basta pensare a Mitsubishi, da sempre impegnata in praticamente tutto, dall'alimentare all'automotive, passando per l'elettronica e l'impiantistica.
 
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