<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> I.T.I.S. Indirizzo Meccanica e Meccatronica: CHIEDO PARERI | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

I.T.I.S. Indirizzo Meccanica e Meccatronica: CHIEDO PARERI

Ok, mi era sfuggito. Grazie per l'obiezione.
Però questo non sposta il discorso di tanto, perché chi studia al classico e poi va a fare fisica o ingegneria è una percentuale ridottissima di studenti, che evidentemente, per motivi più disparati, sono già molto attratti dalla materia scientifica e che sicuramente hanno già dentro di loro acquisito qualche conoscenza extra-scolastica che li ha fatti decidere di cambiare strada. Sono quindi un campione per niente significativo: anzi, sono l'eccezione per definizione.
Assolutamente no. Sono parecchi, e per nulla autodidatti o con percorsi extrascolastici. Sperimentato sia a Fisica, Matematica, Chimica, e in genere facoltà scientifiche e tecnologiche.
 
A questo punto mi arrendo, non ho altre argomentazioni. Evidentemente la mia statistica è fallata per delle cause a me sconosciute.
 
e' che, alle medie, chi va bene, si divide in due scuole
quelli che capiscono la matematica (o gli piace) vanno allo scientifico, quelli che non la sopportano, al classico.
poi ci sono le eccezioni, quelli che vanno bene, ma gli piace qualche materia particolare, quindi vanno seguendo quello che gli piace.
tutti quelli che vanno male, vengono indirizzati verso altri indirizzi o professionali, ma non al liceo.
d'altronde a 13 anni, non sei in grado di scegliere una mazza.
quindi, o temporeggi con un liceo, o punti a qualcosa che un minimo ti sembra piacere.

all'universita', quelli che han fatto il liceo, non sono quelli con la mente piu' aperta, semplicemente son quelli che gia' andavano meglio alle medie e studiavano (o sapevano studiare).

quindi sembra che insegnino meglio al liceo ma, per me, son solo stati selezionati prima.
 
Ok, mi era sfuggito. Grazie per l'obiezione.
Però questo non sposta il discorso di tanto, perché chi studia al classico e poi va a fare fisica o ingegneria è una percentuale ridottissima di studenti, che evidentemente, per motivi più disparati, sono già molto attratti dalla materia scientifica e che sicuramente hanno già dentro di loro acquisito qualche conoscenza extra-scolastica che li ha fatti decidere di cambiare strada. Sono quindi un campione per niente significativo: anzi, sono l'eccezione per definizione.
Occhio.
Prima di tutto, fatto 100, già gli iscritti al classico sono una minoranza.
E poi, se è vero che pochi di essi scelgono percorsi tecnico-scientifici, è altrettanto vero, che chi sceglie di farlo, lo fa con grande successo (e questo te lo confermo da professore universitario)
 
e' che, alle medie, chi va bene, si divide in due scuole
quelli che capiscono la matematica (o gli piace) vanno allo scientifico, quelli che non la sopportano, al classico.
poi ci sono le eccezioni, quelli che vanno bene, ma gli piace qualche materia particolare, quindi vanno seguendo quello che gli piace.
tutti quelli che vanno male, vengono indirizzati verso altri indirizzi o professionali, ma non al liceo.
d'altronde a 13 anni, non sei in grado di scegliere una mazza.
quindi, o temporeggi con un liceo, o punti a qualcosa che un minimo ti sembra piacere.

all'universita', quelli che han fatto il liceo, non sono quelli con la mente piu' aperta, semplicemente son quelli che gia' andavano meglio alle medie e studiavano (o sapevano studiare).

quindi sembra che insegnino meglio al liceo ma, per me, son solo stati selezionati prima.
Guarda ma è proprio per questo che se il ragazzo di cui ci ha parlato l'opener è un ragazzino sveglio e con la passione per la matematica, ha tutte le carte in regola per fare il liceo scientifico.
E se non dovesse andare potrà eventualmente andare all'itis. Il contrario, potrebbe non essere così facile
 
Evidentemente la mia statistica è fallata per delle cause a me sconosciute.
Non saprei risponderti. In quale corso di laurea e dove hai raccolto i tuoi dati per la statistica? Io primcipalmente a Scienze MFN di Torino dalla laurea in Fisica al perfezionamento post dottorato, ma anche facendo ricerca in collaborazione con Chimica, Politecnico, Geologia e Agraria, mentre da assistente docente a Farmacia, CTF, Agraria e Veterinaria. A Genova a Fisica, Ingegneria e Medicina, poi altre varie nei miei trasferimenti a Reggio (Bologna), Cagliari e Ancona, principalmente con la laurea in scienze radiologiche. Unico neo dei vecchi liceali classici era la limitata abitudine all'inglese, ora colmata, ma negli esami erano, mediamente, un semestre avanti a tutti e con tutti 30 e lodi. E si sono laureati praticamente tutti con voti pieni ed in meno tempo di noi scientifici e dei periti. Ancora adesso nella professione si nota la differenza nell'approccio logico, oltre, ovviamente, alla proprietà di linguaggio scientifico e non.
 
chi sceglie di farlo, lo fa con grande successo (e questo te lo confermo da professore universitario)
Confermo, un caro amico, con cui preparai i test di ammissione alla normale, veniva dal classico ed i test da risoluzione logica erano tutti i suoi... ora è docente universitario, prima al polimi, poi in USA, adesso in Germania, detentore anche di alcuni brevetti.
 
Da docente ( questo è il mio 20esimo anno ) posso dire che il futuro di un ragazzo dipende da molteplici fattori.
Secondo me - poi magari altri daranno un giudizio differente dal mio - conta il q.i. : come esiste la bellezza e la bruttezza, l'altezza e la bassezza, esiste l'intelligenza brillante ed esistono i normodotati. Lo vedo praticamente ogni giorno e se uno non ha la stoffa ( ossia un q.i. brillante ) potrà raggiungere certi livelli solo ammazzandosi di lavoro il doppio o il triplo e questo avviene raramente perché solitamente chi ha un q.i. normale va incontro ad una fatica maggiore che col tempo lo fa desistere. Spesso ci sono oggettive difficoltà nel decodificare un testo scritto anche in italiano e chi non ha un buon bagaglio lessicale/culturale fatica tanto sia nel momento dell'apprendimento sia nella fase espositiva.
E' pur vero che esistono diverse forme di intelligenza. Ricordo studenti bravi nelle discipline scientifiche e molto meno in quelle umanistiche, e viceversa. Poi ci sono i fuoriclasse, che sono comunque rari, ma qualcuno l'ho incontrato.
Dopo il quoz. intellettivo, sempre secondo me, conta l'ambizione. Ho avuto figli di operai desiderosi di farsi strada e figli di medici che non aprivano un libro neanche sotto minaccia armata.
Dopo l'ambizione, conta l'ambiente famigliare, stimolante o meno.
Comunque, per quanto concerne le tipologie di scuola, credo che alcuni tecnici non abbiano nulla da invidiare ad alcuni licei. E da docente liceale posso dire che non tutti gli studenti sono brillanti. Alcuni siedono tra i banchi liceali per n motivi, ma si diplomeranno con voti modesti ( tra il 60 e il 70 ).
Il gap tra le medie e le superiori è enorme, spetta a noi docenti avere un atteggiamento moderato e comprensivo ( nei limiti del possibile ) onde evitare che fuggano dopo due settimane.
Per frequentare un buon liceo occorre mettere in conto 4 ore di studio pomeridiane, domenica inclusa.
Solitamente gli anni che mettono in crisi gli studenti sono il 2° e il 3°. Nel primo anno cerchiamo di essere comprensivi ma se uno studente non ha almeno una media finale del 7 pieno al primo anno....mhmmmm....al secondo anno si beccherà un po' di debiti, che spesso portano alla bocciatura al 2° oppure al 3° anno. Se non si verifica la bocciatura, si va avanti comunque in maniera faticosa ( 2-3 debiti a giugno...) .
Alcuni vanno via al 2° anno, capita che altri arrivino fino al 3° ma poi decidano di andare via ( e a quel punto restano solo le scuole private )
Alla fine della fiera però non è detto che una laurea garantisca una maggiore sicurezza economica rispetto alla scelta di tentare subito concorsi appena diplomati.
Per me quello che conta è ovviamente la salute e non è scontato ( ho già perso qualche studente/ssa ) . Una strada la troveranno rimboccandosi le maniche.
 
Occhio.
Prima di tutto, fatto 100, già gli iscritti al classico sono una minoranza.
E poi, se è vero che pochi di essi scelgono percorsi tecnico-scientifici, è altrettanto vero, che chi sceglie di farlo, lo fa con grande successo (e questo te lo confermo da professore universitario)

però forse va detta una cosa:
chi cambia percorso spesso è perché quello delle superiori gli è stato imposto o consigliato alle medie.*
Ergo finisce per scegliere una facoltà dove risiedono i suoi interessi.
Altri invece proseguono un percorso che gli è stato tracciato ma alla fine non è ciò che gli interessa veramente.

* Una figlia di amici ne è l'esempio, opposto a quelli citati, essendo passata dallo scentifico a Lettere con splendidi risultati ed oggi lavora nell'editoria (magari, non di rado, quello che leggete è passato dalle sue mani).
Però alle medie le avevano detto che era portata alla matematica ed alle scienze. Quando ha potuto - scartata veterinara dopo aver visto partorire una vacca - ha seguito i suoi interessi.
 
Una figlia di amici ne è l'esempio, opposto a quelli citati, essendo passata dallo scentifico a Lettere
Ma non è mica tanto strano. Del resto allo scientifico le ore di lezione di materie umanistiche (italiano, latino, storia, geografia, filosofia, inglese, storia dell'arte) superano quelle scientifiche (matematica, fisica, scienze naturali).
Nella mia classe ci siamo laureati in materie propriamente scientifiche in 3, io in fisica e 2 in geologia, una in architettura, contro 3 o 4 laureati in legge, 3 o 4 in economia e commercio, credo, uno in lettere, boh, altri non ricordo...
 
Un mio studente è, secondo me,plusdotato, media del 9 ...e che vuol fare ? Giornalismo ! Ho detto ai genitori che deve fare medicina, diamine. Ma niente da fare. Vuol diventare giornalista.
Uno spreco enorme. Un ragazzo con le sue capacità diverrebbe un medico scrupoloso e di grande professionalità.
 
Un mio studente è, secondo me,plusdotato, media del 9 ...e che vuol fare ? Giornalismo ! Ho detto ai genitori che deve fare medicina, diamine. Ma niente da fare. Vuol diventare giornalista.
Uno spreco enorme. Un ragazzo con le sue capacità diverrebbe un medico scrupoloso e di grande professionalità.
Perché mai? Un bravo giornalista è una ricchezza per la comunità, esattamente come un bravo medico, medicina è un percorso impegnativo, non proibitivo, ma occorre molto impegno e motivazione, sopratutto nei confronti del paziente. Ho conosciuto medici preparatissimi laureati in tempissimo, con 30 e lodi e basta. Arrivati davanti al paziente, un muro insormontabile. Uno si è chiuso in sé stesso, recluso in casa, uno ha deciso di fare ricerca e professore in fisiologia su cellule, uno il ricercatore in genetica, uno il medico legale per enti ed assicurazioni, e potrei andare avanti per un bel po'... meglio fare quello per cui ci si sente portati...
 
Uno spreco enorme. Un ragazzo con le sue capacità diverrebbe un medico scrupoloso e di grande professionalità.
O forse un medico demotivato e frustrato, infelice di fare un lavoro che non lo appassiona e al quale non dedicherà mai la passione e l'entusiasmo che avrebbe dato come giornalista...
È meglio un muratore felice della propria vita o un avvocato che detesta ciò che sta facendo?
 
Un mio studente è, secondo me,plusdotato, media del 9 ...e che vuol fare ? Giornalismo ! Ho detto ai genitori che deve fare medicina, diamine. Ma niente da fare. Vuol diventare giornalista.
Uno spreco enorme. Un ragazzo con le sue capacità diverrebbe un medico scrupoloso e di grande professionalità.

Fare il medico è quasi una missione (anzi, forse senza il quasi) e bisogna esserci portati.
Occorre avere notevoli doti umane ed etiche, capacità di rapportarsi con i pazienti, e non basta essere bravissimi negli studi.
Altrimenti fai l'ingegnere o il ricercatore, per esempio.

Comunque, se uno vuole fare giornalismo, perché no? Anche quella può essere una grande passione.

P.s. ho visto solo dopo che Pi_greco mi ha anticipato
 
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