Un'altra SORPRESINA per quelli che vedono tutto nero per FIAT e rose e fiori per gli altri:
ECONOMIA
Il ministro dell'Economia tedesco, Peer Steinbrueck:
"Russia e Canada apprezzano e sostengono l'accordo"
Opel, Berlino insiste su Magna
Il Lingotto pronto a subentrare
Opel, Berlino insiste su Magna Il Lingotto pronto a subentrare
ROMA - I fari della Fiat restano puntati su Opel. E anche se Berlino insiste su Magna, il filo non si è ancora spezzato. Cresce però il disappunto del marchio torinese per il modo con cui vengono fatte filtrare notizie che, viste dalla finestra di Sergio Marchionne, hanno il sapore del rilancio. La partita a poker per Opel è quindi ancora lunga e difficile: le notizie che continuano ad arrivare dalla Germania tengono alta l'attenzione dei vertici del Lingotto, ancora pronti a rituffarsi nell'operazione. A patto, sostengono i manager torinesi, che dalle parole e dai sussurri ripresi puntualmente dalla stampa finanziaria e specializzata tedesca, si passi ai fatti.
Nelle ultime ore, però, i contatti tra governo tedesco e i Paesi che sostengono con forza il gruppo austro-canadese Magna proseguono e si intensificano. Ieri, il ministro alle Finanze Peer Steinbrueck, a margine dei lavori del G8 in corso a Lecce, ha ribadito che Russia e Canada appoggiano in pieno il passaggio dello storico marchio automobilistico tedesco sotto l'ala di Magna. Steinbrueck, ha detto di aver "parlato di Opel con il ministro delle Finanze russo, Alexei Kudrin, e con quello canadese Jim Flaherthy". Entrambi, ha spiegato, "hanno detto chiaramente che apprezzano l'accordo e che lo sosterranno il più possibile".
Nelle stesse ore Porsche, altro marchio che ha fatto la storia del settore automobilistico mondiale, ha accettato l'offerta della Qatar Investment Authority per l'acquisizione di una quota della società tedesca. Secondo il quotidiano Frankfurter Allgemine Zeitung, nelle prossime ore verrà ufficializzato l'accordo grazie al quale l'emiro del Qatar, lo sceicco Hamad al-Thani, rileverà con il suo fondo sovrano, il 25% delle azioni della casa automobilistica, la cui proprietà è divisa tra la famiglia Porsche e la famiglia Piech. E il settimanale Der Spiegel riferisce che l'operazione è stata sostenuta da una "consistente maggioranza" all'interno della famiglia Porsche, che ha messo in minoranza Ferdinand Piech, patron della Volkswagen e oppositore della trattativa appoggiata, peraltro, anche da suo fratello Hans Michel. L'appoggio finanziario del Qatar rappresenta per Porsche lo strumento per risolvere le intricate trattative di fusione in corso con la Volkswagen, prendendo la guida del gruppo.
(lu. ci.)
(14 giugno 2009)