elancia
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Jambana ha scritto:Epme ha scritto:Jambana ha scritto:Secondo me non è giusto lavorare gratis anche se non si ha esperienza: una retribuzione, anche minima, deve essere assicurata. Altrimenti è sfruttamento. Siamo forse l'unico paese d'Europa occidentale dove ciò viene tollerato. In Francia per esempio il contratto di stage è regolato rigidamente con delle convenzioni tra strutture d'insegnamento e imprese, nei primi anni 2000 il compenso per gli studenti d'architettura che effettuavano lo stage obbligatorio in uno studio prima della laurea, era di circa 600? mensili.
Il compenso, in generale, è obbligatorio per tutti gli stage universitari che durano più di due mesi, e non può essere inferiore a 425?.
Ma nel nostro paese vige la regola per cui quando sei giovane devi essere gabbato (volevo utilizzare un'espressione più cruda ma credo sia sconveniente su un forum) per poi a tua volta gabbare quando avrai l'età l'esperienza e soprattutto la possibilità di farlo. Il nostro non è, definitivamente, un paese per i giovani.
Pero' guarda il dato a monte.
Quanti sono gli avvocati in Francia e quanti sono il laureati in Giurisprudenza in Italia ? :shock: 8)
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/06/avvocati-esubero-cancellazione-albi.shtml
Non parliamo poi degli architetti ...
http://www.professionearchitetto.it/news/notizie/8872/Sono-piu-di-136-000-gli-Architetti-in-Italia
Sono d'accordissimo, avrei voluto scriverlo, infatti è un'anomalia tutta nostra...ed è molto complesso capire il perché. O forse no: conviene a molti un'università con moltissimi iscritti che pagano salatissime tasse universitarie, fanno lavorare tanti professori, fanno affittare case nelle città universitarie a prezzi spropositati, rendono necessari lavori, ampliamenti e appalti alle sedi didattiche, e quella percentuale (fortunatamente bassa rispetto agli iscritti al primo anno, anche se enorme in termini assoluti) che poi avrà la laurea e deciderà (secondo filtro) di fare la libera professione, andrà ad allargare le file degli ordini professionali (per me comunque assolutamente necessari e indispensabili per tutelare sia i professionisti sia i clienti) con i propri contributi sia all'ordine sia alle (ricche) casse di previdenza dei professionisti. Non voglio vedere ciò in modo troppo maligno, le motivazioni sono sicuramente anche altre, prima tra tutte la fascinazione esercitata da certe professioni, ma effettivamente, economicamente un'università di massa conviene proprio a tutti, fuorché ai professionisti stessi che dopo, nel mercato del lavoro, si troveranno "in guerra". Si parla giustamente dello sfruttamento dei dipendenti, ma gli onorari percepiti dagli stessi liberi professionisti, per esempio, proprio per questa concorrenza feroce, a volte sono molto inadeguati rispetto alle effettive competenze, all'impegno di mezzi e al tempo dedicato agli incarichi.
Con me si è laureata della gente che non aveva "stoffa" assolutamente.
Tra essi il figlio di un ingegnere edile importante, il quale ha fatto firmare al figlio vari progetti, a 30 anni, anche di centri direzionali ecc....
Sicuramente però egli, a differenza di me, può ricevere gli insegnamenti post lauream direttamente dal babbo.
E gestire i produttori di progetti sotto di lui, magari col doppio delle capacità, tutti dipendenti a p.iva con 600 - 800 euro netti al mese.
Chi di essi avrà molto denaro ereditato potrà tentare di cominciare (quando tra 10-20 anni il settore ripartirà)... magari lavorando gratis ...gli altri sono condannati all'oblio e a ritrovarsi senza nulla in mano.
Questo poi per accaparrarsi il 10% del mercato, visto che il 90% è in mano a delle lobbies di professionisti spesso formatisi negli anni 80 o prima che, in assenza di libera concorrenza, dettano legge.