<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Giovani Avvocati e Architetti uno su due lavora GRATIS | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

Giovani Avvocati e Architetti uno su due lavora GRATIS

Jambana ha scritto:
Epme ha scritto:
Jambana ha scritto:
Secondo me non è giusto lavorare gratis anche se non si ha esperienza: una retribuzione, anche minima, deve essere assicurata. Altrimenti è sfruttamento. Siamo forse l'unico paese d'Europa occidentale dove ciò viene tollerato. In Francia per esempio il contratto di stage è regolato rigidamente con delle convenzioni tra strutture d'insegnamento e imprese, nei primi anni 2000 il compenso per gli studenti d'architettura che effettuavano lo stage obbligatorio in uno studio prima della laurea, era di circa 600? mensili.
Il compenso, in generale, è obbligatorio per tutti gli stage universitari che durano più di due mesi, e non può essere inferiore a 425?.
Ma nel nostro paese vige la regola per cui quando sei giovane devi essere gabbato (volevo utilizzare un'espressione più cruda ma credo sia sconveniente su un forum) per poi a tua volta gabbare quando avrai l'età l'esperienza e soprattutto la possibilità di farlo. Il nostro non è, definitivamente, un paese per i giovani.

Pero' guarda il dato a monte.
Quanti sono gli avvocati in Francia e quanti sono il laureati in Giurisprudenza in Italia ? :shock: 8)
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/06/avvocati-esubero-cancellazione-albi.shtml
Non parliamo poi degli architetti ...
http://www.professionearchitetto.it/news/notizie/8872/Sono-piu-di-136-000-gli-Architetti-in-Italia

Sono d'accordissimo, avrei voluto scriverlo, infatti è un'anomalia tutta nostra...ed è molto complesso capire il perché. O forse no: conviene a molti un'università con moltissimi iscritti che pagano salatissime tasse universitarie, fanno lavorare tanti professori, fanno affittare case nelle città universitarie a prezzi spropositati, rendono necessari lavori, ampliamenti e appalti alle sedi didattiche, e quella percentuale (fortunatamente bassa rispetto agli iscritti al primo anno, anche se enorme in termini assoluti) che poi avrà la laurea e deciderà (secondo filtro) di fare la libera professione, andrà ad allargare le file degli ordini professionali (per me comunque assolutamente necessari e indispensabili per tutelare sia i professionisti sia i clienti) con i propri contributi sia all'ordine sia alle (ricche) casse di previdenza dei professionisti. Non voglio vedere ciò in modo troppo maligno, le motivazioni sono sicuramente anche altre, prima tra tutte la fascinazione esercitata da certe professioni, ma effettivamente, economicamente un'università di massa conviene proprio a tutti, fuorché ai professionisti stessi che dopo, nel mercato del lavoro, si troveranno "in guerra". Si parla giustamente dello sfruttamento dei dipendenti, ma gli onorari percepiti dagli stessi liberi professionisti, per esempio, proprio per questa concorrenza feroce, a volte sono molto inadeguati rispetto alle effettive competenze, all'impegno di mezzi e al tempo dedicato agli incarichi.

Con me si è laureata della gente che non aveva "stoffa" assolutamente.
Tra essi il figlio di un ingegnere edile importante, il quale ha fatto firmare al figlio vari progetti, a 30 anni, anche di centri direzionali ecc....
Sicuramente però egli, a differenza di me, può ricevere gli insegnamenti post lauream direttamente dal babbo.
E gestire i produttori di progetti sotto di lui, magari col doppio delle capacità, tutti dipendenti a p.iva con 600 - 800 euro netti al mese.
Chi di essi avrà molto denaro ereditato potrà tentare di cominciare (quando tra 10-20 anni il settore ripartirà)... magari lavorando gratis ...gli altri sono condannati all'oblio e a ritrovarsi senza nulla in mano.
Questo poi per accaparrarsi il 10% del mercato, visto che il 90% è in mano a delle lobbies di professionisti spesso formatisi negli anni 80 o prima che, in assenza di libera concorrenza, dettano legge.
 
Jambana ha scritto:
Guardati la Accord, eh ;)
Sì la sw
Ad esempio una cosa di questo genere

http://www.subito.it/auto/honda-accord-2-0-i-vtec-tourer-sport-milano-21133750.htm

Poi magari finisce che la prendo con l'idea di prendere un "elettrodomestico semovente" ed invece scopro che è bella da guidare
 
elancia ha scritto:
Con me si è laureata della gente che non aveva "stoffa" assolutamente.
Tra essi il figlio di un ingegnere edile importante, il quale ha fatto firmare al figlio vari progetti, a 30 anni, anche di centri direzionali ecc....
Sicuramente però egli, a differenza di me, può ricevere gli insegnamenti post lauream direttamente dal babbo.
E gestire i produttori di progetti sotto di lui, magari col doppio delle capacità, tutti dipendenti a p.iva con 600 - 800 euro netti al mese.
Chi di essi avrà molto denaro ereditato potrà tentare di cominciare (quando tra 10-20 anni il settore ripartirà)... magari lavorando gratis ...gli altri sono condannati all'oblio e a ritrovarsi senza nulla in mano.
Questo poi per accaparrarsi il 10% del mercato, visto che il 90% è in mano a delle lobbies di professionisti spesso formatisi negli anni 80 o prima che, in assenza di libera concorrenza, dettano legge.
Ma pensi che le altre professioni siano poi tanto diverse? L'unica differenza è data sostnzialmente dalla numerosità di professionisti iscritti.
Insisto poi che vi sono in Italia solo 2 libere professioni (anzi, una, visto che l'altra è da decenni quasi mero esercizio d'impresa) senza "libera concorrenza"
 
|Mauro65| ha scritto:
Jambana ha scritto:
Guardati la Accord, eh ;)
Sì la sw
Ad esempio una cosa di questo genere

http://www.subito.it/auto/honda-accord-2-0-i-vtec-tourer-sport-milano-21133750.htm

Poi magari finisce che la prendo con l'idea di prendere un "elettrodomestico semovente" ed invece scopro che è bella da guidare

Peccato col motore della mia non la facciano più. ;)
 
|Mauro65| ha scritto:
elancia ha scritto:
Con me si è laureata della gente che non aveva "stoffa" assolutamente.
Tra essi il figlio di un ingegnere edile importante, il quale ha fatto firmare al figlio vari progetti, a 30 anni, anche di centri direzionali ecc....
Sicuramente però egli, a differenza di me, può ricevere gli insegnamenti post lauream direttamente dal babbo.
E gestire i produttori di progetti sotto di lui, magari col doppio delle capacità, tutti dipendenti a p.iva con 600 - 800 euro netti al mese.
Chi di essi avrà molto denaro ereditato potrà tentare di cominciare (quando tra 10-20 anni il settore ripartirà)... magari lavorando gratis ...gli altri sono condannati all'oblio e a ritrovarsi senza nulla in mano.
Questo poi per accaparrarsi il 10% del mercato, visto che il 90% è in mano a delle lobbies di professionisti spesso formatisi negli anni 80 o prima che, in assenza di libera concorrenza, dettano legge.
Ma pensi che le altre professioni siano poi tanto diverse? L'unica differenza è data sostnzialmente dalla numerosità di professionisti iscritti.
Insisto poi che vi sono in Italia solo 2 libere professioni (anzi, una, visto che l'altra è da decenni quasi mero esercizio d'impresa) senza "libera concorrenza"

Penso di non essere così ingenuo, se permetti.

Parlavamo di architetti... ...ed io di architetti ho scritto.
Al di là del reale problema dei troppi iscritti agli ordini, me compreso pensa, il problema di questa categoria è che, a livelli medio-bassi, resta totalmente bisfrattata a scapito degli ingegneri e dei geometri, ovvero di professioni esclusivamente tecniche.
Nei livelli alti, invece, gli architetti sono riconosciuti come tali e sono il 10-15% circa degli architetti professionisti con studio avviato, che a loro volta sono il 20% circa dgli architetti che esercitano i quali sono una parte di quelli abilitati.

Questo per dire che se un avvocato nel suo piccolo può fare l'avvocato, un architetto che inizia è molto difficile che si veda riconosciuta la propria professionalità, che lo distingue da un mero tecnico.

Poi che vi siano molti architetti buoni a nulla sono io il primo a dirlo. ;)
 
elancia ha scritto:
Parlavamo di architetti... ...ed io di architetti ho scritto.
Al di là del reale problema dei troppi iscritti agli ordini, me compreso pensa, il problema di questa categoria è che, a livelli medio-bassi, resta totalmente bisfrattata a scapito degli ingegneri e dei geometri, ovvero di professioni esclusivamente tecniche.
Ovvio, e non serve nemmeno che dica il perché

Nei livelli alti, invece, gli architetti sono riconosciuti come tali e sono il 10-15% circa degli architetti professionisti con studio avviato, che a loro volta sono il 20% circa dgli architetti che esercitano i quali sono una parte di quelli abilitati.
Come sopra. Nessun dubbio sulla bontà dell'attuale iter universitario? troppe facoltà - troppi posti disponibili - troppo spesso poca cura nella preparazione tecnica. Non molto tempo fa una docente (ing,) mi raccontava sconsolata che al suo esame, quando buttava fuori perché magari il candidato non sapeva evidenziare la differenza tra una trave ed un cordolo (in termini di elemento soggetto flessione piutosto che compressione), questi ancora si lamentava "ma è solo lei che è così severa, i suoi colleghi (arch) non si perdono su queste cose, tanti i calcoli mica li dobbiamo fare noi ..." :rolleyes:
Probabilmente è un caso singolo che non fa stato (ma, per l'esperienza diretta di cui accennavo, sono intimamente convinto del contrario)

Questo per dire che se un avvocato nel suo piccolo può fare l'avvocato
Non ti viene forse in mente che il giovane avvocato neoabilitato abbia qualche difficoltà a procurarsi da solo la clientela (perché il cliente con rogne cerca uno "bravo" ovvero uno che abbia già dato prova di saper togliere dai guai la gente?
 
|Mauro65| ha scritto:
elancia ha scritto:
Parlavamo di architetti... ...ed io di architetti ho scritto.
Al di là del reale problema dei troppi iscritti agli ordini, me compreso pensa, il problema di questa categoria è che, a livelli medio-bassi, resta totalmente bisfrattata a scapito degli ingegneri e dei geometri, ovvero di professioni esclusivamente tecniche.
Ovvio, e non serve nemmeno che dica il perché

Nei livelli alti, invece, gli architetti sono riconosciuti come tali e sono il 10-15% circa degli architetti professionisti con studio avviato, che a loro volta sono il 20% circa dgli architetti che esercitano i quali sono una parte di quelli abilitati.
Come sopra. Nessun dubbio sulla bontà dell'attuale iter universitario? troppe facoltà - troppi posti disponibili - troppo spesso poca cura nella preparazione tecnica. Non molto tempo fa una docente (ing,) mi raccontava sconsolata che al suo esame, quando buttava fuori perché magari il candidato non sapeva evidenziare la differenza tra una trave ed un cordolo (in termini di elemento soggetto flessione piutosto che compressione), questi ancora si lamentava "ma è solo lei che è così severa, i suoi colleghi (arch) non si perdono su queste cose, tanti i calcoli mica li dobbiamo fare noi ..." :rolleyes:
Probabilmente è un caso singolo che non fa stato (ma, per l'esperienza diretta di cui accennavo, sono intimamente convinto del contrario)

Questo per dire che se un avvocato nel suo piccolo può fare l'avvocato
Non ti viene forse in mente che il giovane avvocato neoabilitato abbia qualche difficoltà a procurarsi da solo la clientela (perché il cliente con rogne cerca uno "bravo" ovvero uno che abbia già dato prova di saper togliere dai guai la gente?

Sì, ma di luoghi comuni sugli architetti se ne sentono molti e, forse, non conoscendo tu questa realtà da vicino ne sei un pò vittima, malgrado l'obiettività.

La formazione dell'architetto è la migliore per progettare perchè comprende sia aspetti tecnici che umanistico-culturali.
A causa di ciò, tuttavia, questa risulta spesso essere dispersiva e disorganizzata e sta proprio all'architetto (vero) trovare una sintesi arricchendosi di esperienza.

Non sai, ad esempio, che oltre agli esami teorici scientifici, per esempio per me, è stato necessario un laboratorio di 1 anno con prof. ing. dove si è fatto un progetto esecutivo strutturale completo di un edificio (altro che trave-cordolo :lol: ), proprio per compensare i precetti teorici... ...infatti, a differenza di vari tecnici che considerano il prog. solo come un sunto misurativo-tecnico-economico, e per questo non si pongono altri problemi (vedi sopra nel tuo post ma lo rovesci), un architetto intelligente si pone SEMPRE in armonia con i tecnici a monte, altrimenti non è un architetto.
Che poi vi siano tecnici che, a livelli bassi, di bassa edilizia, possono essere apprezzati come progettisti (cioè come architetti), è un altro discorso, vuol dire che fanno gli architetti, è come se un ragioniere fa il dott. commercialista e magari, per le piccole pratiche, lo fa meglio.

Potrei scrivere pagine di post, andando anche O.T., se vuoi approfondire c'è la bacheca di Professione Architetto dove emerge un bel quadro della situazione attuale per i giovani (professionisti e non), dove ho scritto decine di post, e che forse può servire a dissipare un pò la coltre di luoghi comuni in merito.
 
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