Ovvioelancia ha scritto:[Si vede che non siamo tutti uguali (a livello di carattere)
Dissento, ci sono certamenet specificità, ma il mondo delle (diverse) professioni presenta molti tratti comuni. Uno di questi è la cosiddetta "meritocrazia": i professionisti sono i meritocratici per definizione: chi sbaglia generalmente paga con il regresso professionaleo che le professioni non sono tutte uguali.
O piuttosto hanno la capacità (più imprenditoriale che professionale) di individuare collaboratori bravi e di vendersi bene?L'eccellenza professionale deve avere un terreno meritocratico di crescita, nel mio settore non c'è, e se anche vi fosse, davanti a te ci DEVONO essere degli altri inamovibili, anche incapaci, che grazie ad amicizie e parentele e sfruttando le eccellenze degli insubordinati APPAIONO come eccellenti, firmando e sviluppando, per esempio, progetti di cui hanno paternità solo marginale.
Mi pare che tu ambisca al mercato per così dire "pubblico" auspicando criteri selettivi di tipo "privatistico" ... scusa se mi permetto ma sei un po' fuori stradaNon parlo di diritto ad essere al top (potrei non esserlo, ora non lo so neppure), ma di diritto di potermi confrontare in un mercato libero per avere delle chances.
Se io volessi incarichi di questo tipo (esempio consigli di amministrazione e/o collwgi sindacali di partecipate pubbliche) prima dovrei scegliere un partito, spendermi per esso (in pratica fare "tirocinio non remunerato" :lol: ) poi pian pianino aspirare a qualche posto, ma sempre offrendo come pre requisito un'assoluta eccellenza professionale (perché, diversamente, un collega della sponda opposta mi abbatterebbe come un birillo). Mi fecero queste proposte (ed ero assolutamente figlio di nessuno), una più esplicita all'inizio della mia carriera e l'altra più velata alcuni anni fa. Ho declinato con serenità, non mi interessa.