<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Fusione Fiat-Chrysler inevitabile nel 2014 | Il Forum di Quattroruote

Fusione Fiat-Chrysler inevitabile nel 2014

Un'altra inchiappettata da parte del nostro amato Marchionne, cosa succederà, le riviste diranno è interessante, i politici staranno zitti, la fiom protesterà sta di fatto che l'uomo col maglionne ci sta prendendo gusto!

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/11/15/Marchionne-2014-fusione-Chrysler-Mossa-inevitabile-_7801598.html
 
HenryChinaski ha scritto:
Un'altra inchiappettata da parte del nostro amato Marchionne, cosa succederà, le riviste diranno è interessante, i politici staranno zitti, la fiom protesterà sta di fatto che l'uomo col maglionne ci sta prendendo gusto!

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/11/15/Marchionne-2014-fusione-Chrysler-Mossa-inevitabile-_7801598.html

scusa ma non riesco a vedere cosa ci sia di strano...
 
HenryChinaski ha scritto:
Un'altra inchiappettata da parte del nostro amato Marchionne, cosa succederà, le riviste diranno è interessante, i politici staranno zitti, la fiom protesterà sta di fatto che l'uomo col maglionne ci sta prendendo gusto!

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/11/15/Marchionne-2014-fusione-Chrysler-Mossa-inevitabile-_7801598.html
Se ne è parlato tanto. Senza la fusione con Chrysler, Fiat sarebbe scomparsa.
Oltre al fatto che il mercato Europeo non tira più, gli stabilimenti italiani sono in perdita.
La mossa Chrysler è stata vincente, salverà anche gli stabilimenti italiani.

E quando si parlerà di Fiat, non si potrà più parlare solo di Fiat, Alfa e Lancia, perchè l'azienda vorrà dire anche Chrysler, Jeep, Dodge...
 
Knowledge ha scritto:
HenryChinaski ha scritto:
Un'altra inchiappettata da parte del nostro amato Marchionne, cosa succederà, le riviste diranno è interessante, i politici staranno zitti, la fiom protesterà sta di fatto che l'uomo col maglionne ci sta prendendo gusto!

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/11/15/Marchionne-2014-fusione-Chrysler-Mossa-inevitabile-_7801598.html
Se ne è parlato tanto. Senza la fusione con Chrysler, Fiat sarebbe scomparsa.
Oltre al fatto che il mercato Europeo non tira più, gli stabilimenti italiani sono in perdita.
La mossa Chrysler è stata vincente, salverà anche gli stabilimenti italiani.

E quando si parlerà di Fiat, non si potrà più parlare solo di Fiat, Alfa e Lancia, perchè l'azienda vorrà dire anche Chrysler, Jeep, Dodge...

che Fiat sarebbe scomparsa senza l'acquisizione di Chrysler è tutto da dimostrare...
 
ci tengo a sottolineare che dopo questa dichiarazione così importante ben poco sia stato detto sulle conseguenze quotidiane, di natura pratica, per l'Italia....vedremo, ma prevedo tempi bui...
 
INTERVISTA, L'AMMINISTRATORE DELEGATO DEL LINGOTTO

«Possiamo farcela, ecco la svolta Fiat
Investiamo in Italia, poi fusione Chrysler»

Marchionne: credo nel Paese, ora uno sforzo di tutti Sfideremo i marchi tedeschi con Alfa e Maserati

TORINO - «Ha visto come ha reagito la Borsa? Totalmente prevedibile». Perché non chiude in Italia? «Ovviamente». Dopodiché Sergio Marchionne smette di guardare le quotazioni. Amen, se gli analisti «non condividono la strada che abbiamo scelto». Lui, alla fine, sul Paese ha deciso di puntare. Le tre sacche da viaggio sono lì, in un angolo dell'ufficio: sempre pronte, messe in fila una dietro l'altra. Le ore di volo fanno 40 giorni all'anno, e tra poco riparte di nuovo per Detroit. Ma intanto il messaggio è questo: «Ci credo. Credo nell'Italia, quella di Mario Monti, quella che vuole cambiare». Dunque: «Prima investo qui per andare a fare concorrenza ai tedeschi». Solo dopo manderà avanti la completa fusione Fiat-Chrysler: «Diciamo 2014-2015. Tutto insieme non lo posso fare».

Promette: pieno rilancio di tutti e cinque gli stabilimenti italiani, riassorbimento completo dei 23 mila dipendenti. L'aveva già fatto. Poi, con la crisi in Europa, sono arrivati i dubbi. Perché adesso gli scettici le dovrebbero credere?
«Perché bugie non ne ho mai dette. Ho guardato il mercato, l'ho affrontato resistendo alle critiche ma senza fare macelleria sociale. Adesso, dico che nonostante tutto le condizioni ci sono. È vero, questo è un Paese complicato. Molto complicato. Martedì ero al consiglio d'amministrazione. C'era la Fiom, fuori, che fischiava. Noi, dentro, prendevamo decisioni di grande coraggio. Se la Fiat avesse scelto di andarsene, l'impatto sociale forse si sarebbe potuto gestire, quello sull'immagine dell'Italia a livello internazionale no. Il più grande gruppo industriale del Paese che lascia? Sarebbe stato devastante».

Eppure lei per primo lo ha ammesso: era un'opzione. E non è che, nel frattempo, le condizioni strutturali del Paese siano così cambiate. Fosse andato in Polonia, o in Brasile, alla Fiat sarebbe costato meno.
«Vero, e perciò la Borsa ha reagito come ha reagito. Vero pure che Monti era riuscito a calmare le acque ma ora siamo di nuovo in attesa di atterraggio: un periodo indefinito, scandito dal clima elettorale. Vero, infine, che il mercato europeo dell'auto sta raschiando il fondo del barile e per altri due anni continueremo a vederlo da lì, dal basso».

Appunto. E quindi? Dove sta la convenienza? Se dice che lo fa solo per responsabilità verso il Paese non le crederanno.
«Chiariamo subito: io stesso l'ho definita una scelta "non per deboli di cuore". In Europa tre costruttori chiudono fabbriche, Ford guadagna in America ma non mette soldi qui, la Francia dà a Peugeot sette miliardi pubblici. Noi faremo da soli. Ma vede: la Fiat è un cantiere aperto, non chiude mai. Per la terza volta, con la condivisione totale di John Elkann e della famiglia, rivoltiamo l'azienda. L'abbiamo fatto nel 2004. Rifatto nel 2009, con Chrysler. Ed è stata quella la mossa, intelligente, che ci consente ora di ridisegnarla completamente, puntando ovviamente a guadagnare nonostante tutti gli scenari italiani ed europei. Oggi è grazie a Chrysler che possiamo far leva su Alfa e Maserati e andare a dare fastidio ai concorrenti dei brand premium».

Nuova dichiarazione di guerra ai tedeschi? L'obiettivo è ambizioso.
«Vedrete».

Il rilancio Alfa l'ha promesso altre volte, in passato. Per sua stessa ammissione ha sempre fallito.
«Se non avessi avuto le architetture e le piattaforme della Chrysler, i motori base, i 2.300 concessionari americani mi sarebbe impossibile anche adesso. Li ho. Possiamo metterci i soldi».

Quanti? Quando?
«Non l'ho detto nemmeno ai sindacati. L'annuncio di Fabbrica Italia è stato il mio più grande errore: il mercato è crollato e mi hanno impiccato sui dettagli. Ora lavoreremo in silenzio, a testa bassa, lasciando che a parlare siano i fatti. Il primo lo vedrete a gennaio, con la nuova Maserati Quattroporte».

È vero che Melfi partirà presto, a giorni?
«La prossima settimana ci vanno i nostri tecnici. Entro l'anno cominceremo a spendere i primi soldi».

Perché ha spostato lì i mini Suv, Jeep compresa, che fino a tre mesi fa sembravano ancora previsti a Mirafiori?
«Perché da due i modelli sono diventati tre. A Mirafiori l'impianto non sarebbe bastato. E poi è quello con i maggiori costi strutturali».

Dunque qui, a Torino, conferma: polo dell'alta gamma Alfa-Maserati?
«Confermo. Mirafiori e Grugliasco saranno la nostra arma per sfondare anche negli Usa. E di nuovo c'entra Chrysler: il Suv della Maserati, che chiameremo Levante, lo possiamo fare perché abbiamo la piattaforma della Grand Cherokee».

Intanto cancella la Lancia.
«No. Rimane la Ypsilon. Il resto arriverà da Chrysler».

Ridimensiona anche il marchio Fiat, se è vero che Panda e 500 saranno un brand nel brand.
«Di nuovo: no, Fiat resta. È però "500" il marchio spendibile anche all'estero. Negli Usa da un anno sorpassiamo stabilmente le vendite Mini: ma chi la compra vuole guidare la 500, non la Fiat. Mi devo spendere il marchio, allargarlo a un'intera famiglia. Con la 500L, che abbiamo appena iniziato a vendere. E altre sorprese che arriveranno».

Per la Panda non è la stessa cosa.
«Non in America. Ma là il prossimo Freemont sarà di fatto un "Pandone"».

Quella che lei promette è una totale rivoluzione Fiat. Marchi, modelli, fasce di mercato. Tutto in due, tre anni al massimo. Stavolta non si torna indietro?
«Legga quest'agenzia. La solita Fiom: "Mirafiori, lo stabilimento delle illusioni". Ma non scherziamo. Ci vuole un enorme coraggio a investire adesso, andare sulla fascia alta mettendo in gioco tutte le nostre competenze ed eredità migliori. La Ferrari, l'Alfa, la Maserati, dall'altro fronte i 70 anni della Jeep. Se l'avessi fatto in questi due anni, buttando soldi nel sistema come molti avrebbero voluto, avrei portato i libri in Tribunale. Adesso che possiamo permettercelo, però, occorre sempre la stessa cosa: pagherò le royalties a Montezemolo, ma il concetto è quello suo, è fare squadra. Con i sindacati e con il governo».

Ai primi, ossia a Cisl, Uil, Fismic e Ugl che con Fiat hanno firmato i nuovi modelli contrattuali, ha sostanzialmente detto: o anche voi vi impegnate attivamente per isolare le minoranze che «non fanno il bene del Paese e soprattutto dei lavoratori», o la competitività per l'export è a rischio. Non si stupisca se la Fiom dice che vuole dividere il sindacato.
«È la Fiom che si è divisa da sola. È incapace di adattarsi a una realtà in cui la maggioranza vuole lavorare e non farsi condizionare dalla minoranza. Non mi importano gli attacchi personali. Ma ai referendum ha vinto il lavoro. Sono quelle persone, sono i ragazzi di Pomigliano che io devo difendere. Gente che non mi ha mai mollato e che devo proteggere».

Ne manda a casa 19 per far posto agli iscritti Fiom reintegrati dal giudice.
«È totalmente coerente. La cassa integrazione è arrivata anche lì. Non c'è lavoro sufficiente, dove metto anche solo un assunto in più? Risponda la Fiom. Ma non accetto lezioni di democrazia».

Problema di sindacato?
«Problema di rappresentanza. Poi è vero che il sindacato in Italia è troppo frammentato: ma con Cisl, Uil, Fismic, Ugl condividiamo un progetto, hanno accettato di mettersi in gioco, la loro parte la fanno. Perché devono essere considerati servi di un padrone che non esiste più se non nella storia dell'Ottocento? Perché c'è chi va a fare comizi davanti all'Irisbus, costretta a chiudere perché da anni è senza commesse pubbliche, e poi però compera autobus in Turchia? E perché i media questo non lo raccontano? A proposito di giornali: dobbiamo starci, all'aumento di capitale di Rcs?».

Deve dirlo lei.
«L'ha già detto John. Se ci sono piani credibili, si sostengono».

La Fiat usata in campagna elettorale: non dica che non se l'aspettava.
«Guardi, non so cosa vogliano fare i partiti. So che l'alternativa a Monti non è bella. Se non ci va lui, all'estero, chi ci mandiamo? Abbiamo recuperato credibilità. Il coraggio di quest'uomo che si è giocato tutto, faccia e credibilità, è unico».
Quanto gioca la sua presenza sulla sua scommessa per l'Italia?
«Un bel po'. E anche la speranza che rimanga. Quando l'ho visto per la prima volta da premier mi ha detto: "Non ho un euro". Avete scritto che ieri ci siamo sentiti. È vero. Mi ha detto solo: "Decisione stoica, la ringrazio". Ho apprezzato allora e adesso. Anche se "chi comanda è solo", quella di Monti è un'Italia diversa da quella che ho conosciuto in questi anni. È quella per cui si può scommettere».

Dal governo non si aspetta proprio niente? L'ha detto lei, che agevolazioni all'export sono necessarie.
«Guardi, l'Europa della libera concorrenza nell'auto è già saltata. La Francia dà sette miliardi a Psa. La Germania l'ha fatto in passato e, se sarà necessario, alla fine interverrà su Opel. Noi sappiamo che in Italia, mercato che in cinque anni ha perso il 40%, non c'è niente da dare a nessuno e comunque noi non lo vorremmo. Continueremo a fare da soli. Ma per l'export, per tutte le imprese, i paletti ci sarebbero. In entrata e in uscita. Se uno fa cento bottiglie da esportare, su quelle cento gli si potrebbero magari ridurre le imposte ed eliminare i passaggi burocratici».

Ci crede?
«C'è un tavolo, lavoriamo insieme. Vediamo».

«Vediamo» pure le voci su una maxifusione con Gm, Opel, Psa e lei alla guida?
«Pettegolezzi».

Che contribuiscono, però, a farla finire in mezzo alla campagna elettorale non soltanto in Italia: anche Mitt Romney l'ha tirata in ballo contro Barack Obama.
«Un autogol, credo. Posso dirle questo: qui mi chiamano "l'americano", là mi ha dato fastidio quello sprezzante " Italians " con cui Romney ha bollato la Fiat. Non è piaciuto a me e, credo, a nessun altro italiano».
 
Estimatore58 ha scritto:
che Fiat sarebbe scomparsa senza l'acquisizione di Chrysler è tutto da dimostrare...

E invece è facilissimo da dimostrare.

PSA - conti in rosso nell'unico mercato che ha - quasi statalizzata
Opel - conti in rosso nell'unico mercato che ha - esiste solo per GM, che ci ha smenato 12 miliardi - probabile chiusura dello storico stabilimento di Bochum
Ford - conti in rosso in Europa - si salva col resto del mondo - chiusura di uno/due stabilimenti
Renault-Nissan - per fortuna che c'è Nissan

Questi sono i concorrenti che si sono salvati, tutti in forma smagliante mi pare... :rolleyes:
Praticamente, l'unica che non ha un altro sbocco per recuperare le perdite europee, PSA, si è presa 7 miliardi dal governo, in barba a tutte le norme contro gli aiuti di stato, e si è presa un funzionario statale in consiglio di amministrazione

QUESTO era il destino di Fiat se non si fondeva con Chrysler, visto che il suo mercato principale in Europa perde il 25% a botta.

Ora, tutte le altre campano sui ricavi che fanno su altri mercati, e stanno programmando la chiusura di stabilimenti (anche strategici) sul vecchio continente.
Stabilimenti a parte (per fortuna), anche Fiat è tra queste.

Se ancora qualcuno pensa che Fiat potesse campare senza questa fusione, ho un ottimo medico da consigliarvi :twisted:

E non venitemi a tirare in ballo Volkswagen, per Diana, che quella ha margini che i generalisti si sognano ed è 20 anni che sta consolidandosi, acquisendo e crescendo, mentre intanto Fiat veniva sbudellata da Romiti & co. e nel 2004 era praticamente MORTA E SEPOLTA.
 
-Logan- ha scritto:
Estimatore58 ha scritto:
che Fiat sarebbe scomparsa senza l'acquisizione di Chrysler è tutto da dimostrare...

E invece è facilissimo da dimostrare.

PSA - conti in rosso nell'unico mercato che ha - quasi statalizzata
Opel - conti in rosso nell'unico mercato che ha - esiste solo per GM, che ci ha smenato 12 miliardi - probabile chiusura dello storico stabilimento di Bochum
Ford - conti in rosso in Europa - si salva col resto del mondo - chiusura di uno/due stabilimenti
Renault-Nissan - per fortuna che c'è Nissan

Questi sono i concorrenti che si sono salvati, tutti in forma smagliante mi pare... :rolleyes:
Praticamente, l'unica che non ha un altro sbocco per recuperare le perdite europee, PSA, si è presa 7 miliardi dal governo, in barba a tutte le norme contro gli aiuti di stato, e si è presa un funzionario statale in consiglio di amministrazione

QUESTO era il destino di Fiat se non si fondeva con Chrysler, visto che il suo mercato principale in Europa perde il 25% a botta.

Ora, tutte le altre campano sui ricavi che fanno su altri mercati, e stanno programmando la chiusura di stabilimenti (anche strategici) sul vecchio continente.
Stabilimenti a parte (per fortuna), anche Fiat è tra queste.

Se ancora qualcuno pensa che Fiat potesse campare senza questa fusione, ho un ottimo medico da consigliarvi :twisted:

E non venitemi a tirare in ballo Volkswagen, per Diana, che quella ha margini che i generalisti si sognano ed è 20 anni che sta consolidandosi, acquisendo e crescendo, mentre intanto Fiat veniva sbudellata da Romiti & co. e nel 2004 era praticamente MORTA E SEPOLTA.

opinioine del tutto personale che si basa su una valutazione temporale che tiene conto del presente senza considerare minimamente l'evoluzione della gestione Fiat dal 2004 ad oggi....

i medici lasciali consigliare a me....
 
-Logan- ha scritto:
Estimatore58 ha scritto:
che Fiat sarebbe scomparsa senza l'acquisizione di Chrysler è tutto da dimostrare...

E invece è facilissimo da dimostrare.

PSA - conti in rosso nell'unico mercato che ha - quasi statalizzata
Opel - conti in rosso nell'unico mercato che ha - esiste solo per GM, che ci ha smenato 12 miliardi - probabile chiusura dello storico stabilimento di Bochum
Ford - conti in rosso in Europa - si salva col resto del mondo - chiusura di uno/due stabilimenti
Renault-Nissan - per fortuna che c'è Nissan

Questi sono i concorrenti che si sono salvati, tutti in forma smagliante mi pare... :rolleyes:
Praticamente, l'unica che non ha un altro sbocco per recuperare le perdite europee, PSA, si è presa 7 miliardi dal governo, in barba a tutte le norme contro gli aiuti di stato, e si è presa un funzionario statale in consiglio di amministrazione

QUESTO era il destino di Fiat se non si fondeva con Chrysler, visto che il suo mercato principale in Europa perde il 25% a botta.

Ora, tutte le altre campano sui ricavi che fanno su altri mercati, e stanno programmando la chiusura di stabilimenti (anche strategici) sul vecchio continente.
Stabilimenti a parte (per fortuna), anche Fiat è tra queste.

Se ancora qualcuno pensa che Fiat potesse campare senza questa fusione, ho un ottimo medico da consigliarvi :twisted:

E non venitemi a tirare in ballo Volkswagen, per Diana, che quella ha margini che i generalisti si sognano ed è 20 anni che sta consolidandosi, acquisendo e crescendo, mentre intanto Fiat veniva sbudellata da Romiti & co. e nel 2004 era praticamente MORTA E SEPOLTA.

Caro Logan, il medico non me lo faccio consigliate da uno che vede il buono delle cose contro ogni logica, i fatti sono che la fiat versa in una condizione disastrosa, è l'unico marchio che per adesso ha chiuso delle fabbriche veramente e con la fusione con Chrysler nel 2014 probabilmente non esisterà più e sarà un marchio americano.
Ammirare questo è contrario ad ogni logica.
 
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