<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> fusione e forgiatura | Il Forum di Quattroruote

fusione e forgiatura

In genere i forgiati sono più leggeri e resistenti allo stesso tempo. La lega con la forgiatura ha caratteristiche meccaniche superiori.

Anche se esistono processi particolari di fusione (utilizzati da produttori come OZ ed Enkei per esempio), unite allo studio della forma, che permettono di ottenere cerchi con caratteristiche paragonabili a quelle dei forgiati. (per esempio gli Ultraleggera per OZ o gli RPF1 di Enkei)
 
anziché fuso e colato, con la forgiatura il "tocco di alluminio" viene solo scaldato facendolo diventare mollo, e li prende la forma circolare, assomigliando però ad un vecchio cerchio in acciaio. in seguito viene lavorato ed solo alla fine verniciato
 
Esempi di cerchi forgiati montati in origine:

i classici Fuchs delle Porsche 911 d'annata:

302671142585108.jpg


i cerchi RAYS della Nissan 370Z:

4)+370z_roadster_wheel_w800.jpg
 
Per capire.....la fusione e' una colata dentro uno stampo.....la forgiatura e' la lavorazione di un disco del materiale che ci interessa fino a dargli la forma richiesta?
Grazie Ciao
 
Si, è una lavorazione per fasi successive effettuata con delle presse, in genere da 8000 tonnellate, che partendo da un blocco cilindrico di lega d'alluminio (in genere Anticorodal) arriva alla ruota finita.
Le ruote costruite con questa tecnica, oltre ad essere leggere, sono anche molto robuste. La forgiatura inoltre "orienta" la struttura della lega d'alluminio secondo le geometrie del cerchio, aumentandone la resistenza.
Naturalmente le ruote ottenute con questa tecnologia sono più care di quelle fuse.

Il top del top sono le ruote in magnesio forgiato, riservate alle applicazioni agonistiche. Il carbonio è controverso, perché molto leggero ma anche abbastanza fragile in relazione agli urti a cui sono soggette le ruote anche in gara.
 
Jambana ha scritto:
Si, è una lavorazione per fasi successive effettuata con delle presse, in genere da 8000 tonnellate, che partendo da un blocco cilindrico di lega d'alluminio (in genere Anticorodal) arriva alla ruota finita.
Le ruote costruite con questa tecnica, oltre ad essere leggere, sono anche molto robuste. La forgiatura inoltre "orienta" la struttura della lega d'alluminio secondo le geometrie del cerchio, aumentandone la resistenza.
Naturalmente le ruote ottenute con questa tecnologia sono più care di quelle fuse.

Il top del top sono le ruote in magnesio forgiato, riservate alle applicazioni agonistiche. Il carbonio è controverso, perché molto leggero ma anche abbastanza fragile in relazione agli urti a cui sono soggette le ruote anche in gara.
5 stelle, complimenti per la preparazione ed il modo d'esporre!
 
Due fattori sono essenziali per la robustezza finale del manufatto finale: forma e struttura microcristallina del metallo.
Una forma errata produce un manufatto dalle caratteristiche inferiori pur se partendo da un materiale superiore. E' il caso dei cerchi in acciaio, che per fattori di forma dalle quote estreme non reggono lo sforzo in quanto realizzati a partire dalla lamiera, e pertanto con un orientamento sub ottimale degli assi di massima resistenza del materiale.
Il cerchio in lega, pur con una rigidita' inferiore del materiale di partenza, garantisce una rigidita' superiore del prodotto finito dato che il metallo puo' essere usato "dove serve", e le sezioni orientate opportunamente.
Per farlo si puo' utilizzare un processo di fusione, in cui la lega liquida viene iniettata in uno stampo che da' la forma finita della struttura, o per forgiatura, in cui il metallo viene scaldato fino a renderlo deformabile plasticamente senza generare fratture di lavorazione nella struttura microcristallina (incrudimento da lavorazione) e formato opportunamente.
In generale, la fusione prevede un raffreddamento del metallo diseguale: porzioni piu' sottili si raffreddano prima di porzioni piu' spesse, e la stessa lega non raffredda uniformemente, con metalli che solidificano prima che tendono a separarsi formando inclusioni e una struttura che viene detta "dendritica", simile a vedersi ai rami di un'albero, dal punto di iniziale cristallizzazione ai punti piu' caldi che cristallizzano per ultimi.
Questo produce una grana microcristallina grossolana e "frammentaria", che rende il manufatto meno resistente.
La forgiatura, per contro, tende a frantumare i cristalli, affinando la grana, e orientando il metallo nelle direzioni di forgiatura. Questo offre una grana microcristallina piu' fine, piu' resistente, e un raffreddamento meno drammaticamente differenziato, dato che la temperatura e' piu' bassa. Ulteriori trattamenti termici possono seguire la forgiatura o la fusione, migliorando le caratteristiche meccaniche del manufatto.

Oggi come oggi, la metallurgia delle leghe leggere ha fatto enormi progressi e la differenza tra un ottimo fuso e un forgiato non e' poi cosi' marcata, anzi.
L'uso di elementi speciali quali lo Scandio permette di ottenere un'affinamento eccezionale della lega anche in fusione (le leghe di scandio sono usate persino nella realizzazione di armi da fuoco ultracompatte in calibri che, fino a pochi anni fa, non erano utilizzabili in armi tanto compatte nemmeno realizzandole in acciaio).

Nel complesso, conta molto piu' il controllo qualita' e la cura nel processo di realizzazione che non la tecnica utilizzata, dato che la fusione ha raggiunto livelli elevatissimi, al punto che la superiorita' del forgiato in certi casi e' tutta da dimostrare.

Resta una considerazione cui attenersi nel dubbio: la fusione si presta comunque a realizzazioni mediocri di basso costo e modeste caratteristiche, grazie alla sua economicita' di fondo, mentre la forgiatura resta sempre e comunque un processo costoso e dunque usato solo per prodotti d'alta gamma ed elevate caratteristiche.
 

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