<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Forse aiuta a capire l' Alfa di ieri e di oggi. Uguale: &#34;Finiamola di litigare&#34; | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Forse aiuta a capire l' Alfa di ieri e di oggi. Uguale: &#34;Finiamola di litigare&#34;

Alfa Giulia ha scritto:
Ciao a tutti, è la prima volta che scrivo qui e sono contento di conoscervi.
Mi chiamo Roberto.
Ciao Roberto.
Benvenuto!
Condivido in toto quello che hai postato.
5 stelle anche da parte mia.
Se il buongiorno si vede dal mattino, sarai un prezioso interlocutore in questo forum.
A presto
 
Alfa Giulia ha scritto:
Ciao a tutti, è la prima volta che scrivo qui e sono contento di conoscervi.
Mi chiamo Roberto.

Ho appena letto sulle regole più severe per evitare le solite diatribe tra Alfisti di ieri e di oggi. Credo che una maggiore conoscenza del perché dei reciproci ruoli porti sicuramente ad una altrettanto reciproca comprensione.

L' Alfa di ieri, quella dal 1910 al 1986, non era la Madonna in Terra e manco Gesù. Non faceva miracoli, ma aveva una filosofia che seguiva innanzi tutto: vincere le gare. Intorno a questo nascevano poi i frutti stradali. La Giulia fu forse l' esempio più lampante. La Ti Super nel campo delle 105 berlina e le gt 1300 Jr, le GTA, GT SA, le 1750 e 2000 GTAm.

Nella sua storia l' Alfa ha sempre superato le crisi più profonde uscendone in piedi sulle sue gambe. Ad esempio, durante la seconda guerra mondiale i progettisti del reparto Esperienze Progetti di Pomigliano d' arco erano stati sfollati ad Armeno, al nord tra il Lago Maggiore ed il Lago d' Orta. Non c' era lavoro nemmeno per il settore Avio ed in qualche modo dovevano fare qualcosa per sfamarsi. Si misero a costruire ed a vendere cucine a gas con marchio Alfa Romeo ed infissi in legno e ferro in quella ex fabbrica di coltelli che li ospitava.

Ormai sanno tutti di Luraghi, dell' Alfasud, della ArNa.
Questo è invece ciò che penso ci sia stato dietro tutte quelle balle che hanno sempre detto e scritto.

Credo che l' Alfa non fu ceduta a Fiat in quanto in crisi.
C'era un disegno ben congegnato alle spalle di tutto questo: un disegno che appetiva De Mita, Prodi, Agnelli, Andreotti ed altri "compagni di merende" delle classi politiche e sindacali.
De Mita aveva mire sull' Irpinia e sulle tangenti ricavabili dagli appalti, oltre che da quelle ricavabili a Pomigliano per la realizzazione dell' Alfasud. Agnelli aveva appetiti in campo finanziario e mirava ad avere il monopolio del settore automobilistico. Prodi aveva appetiti e basta. Non gli fregava da dove venissero i soldi: al mortadella interessava solo averne tanti. Inoltre mirava ad un futuro politico di un certo livello, in Parlamento.

Questa è la mia storiella, che può essere o meno condivisa:

Agnelli, de Mita ed Andreotti pianificarono il loro progetto: la facciata era quella di un' Italia che doveva contenere la disoccupazione del mezzogiorno e la migrazione al Nord dei giovani. Dietro le quinte, invece, c' erano tangenti, mazzette, potere e posti in Parlamento, decine di migliaia di tesseramenti (a pagamento) ai sindacati.

Luraghi sapeva tutto questo ed, ovviamente, sapeva anche come sarebbe finita. Opponendosi venne indotto a lasciare l' Alfa. L' idea di costruire uno stabilimento a Pratola Serra fu la goccia che traboccò dal suo vaso.
Tutto secondo i piani.
Dopo che qualche figura gli succedette temporaneamente, venne raccomandato un certo Massaccesi che aveva il compito ben preciso di portare l' Alfa sull' orlo del fallimento così da poter avere una motivazione per cederla.
Non si poteva però cederla direttamente a Fiat per non correre rischi di indagini.
Quindi venne proposta e, tra altre, anche la Ford fece la sua offerta.
Per rendere la cosa verosimile, fecero credere che l' Alfa aveva buone possibilità di venire ceduta a Ford ma Fiat si fece avanti, come da copione.
Nel 1986 l' Alfa divenne Fiat per pochi denari, così come la storia narra che Gesù venne tradito da Giuda per un importo nei secoli equivalente.

Fiat non ha mai avuto una vera passione per le auto, ma al contrario ne ha sempre avuta per i soldi. Anche i frigoriferi Fiat degli anni '60 erano una buona fonte di guadagno, per esempio. Quindi cambiò la filosofia Alfa: non più costruire per vincere bensì costruire per vendere.

Il declino si ebbe già dal '78 in avanti con la Giulietta: acciaio sostituito da plasticaccia, finiture degne di Fiat (sembra strano, ma erano da sempre peggiori di quelle Alfa Romeo). Rimanevano le meccaniche, il mitico bialbero ed il boxer, oltre al nuovo V6 Busso. L' Alfa non era ancora Fiat, ma la stavano preparando per diventarlo.

Fiat ha cambiato tutto dell' Alfa Romeo. Tutto tranne il marchio.
Guardiamo alcune foto delle Alfa di un tempo: una 1750 era totalmente diversa da una Giulia. Se le guardavi una a fianco dell' altra, già dai frontali le distinguevi. Le Fiat, invece, sono praticamente identiche se le guardi anteriormente. Meno costi, utilizzando gli stessi componenti.
La filosofia Fiat è innegabilmente da sempre stata diversa da quella Alfa Romeo.

Il divario tra le prestazioni di una Alfa 2000 berlina del '72 ed una BMW pari cilindrata dello stesso anno era enorme. Alfa: 195Km/H, BMW: 165 Km/h. Alfa: da 0 a 100 Km/h in 9,5sec; BMW: da 0 a 100 Km/h in più di 11 secondi.
Più o meno era così.
Le case concorrenti, per stare dietro (dico: dietro) ad un' Alfa 1300cc dovevano impiegare almeno un 1600cc od un 1800cc.
Un Paragone? La Giulia Gt Sprint Veloce dava del bel filo da torcere alla Porsche 911 di quel tempo, che soccombeva in determinate condizioni per via della tenuta di strada, del motore centrale e dei freni. L' Alfa, quanto a motore, freni e tenuta di strada, non aveva concorrenti nemmeno nelle classi superiori.
Oggi è diverso: questo grosso divario non esiste più. O meglio esiste ma in modo meno evidente.

L' Alfa aveva qualcosa in più: alla fine di un viaggio avevi il culo quadro e la schiena a pezzi, ma guidare era stato quasi sentirsi in pista. Solo sentire il motore faceva si che tu non riuscissi ad avere una guida pacifica e tranquilla: ti rendevi conto di non essere in pista soltanto quando tua moglie, di fianco, si metteva ad urlare aggrappata come una scimmia alla maniglia sopra la portiera inveendo e dandoti del pazzo e dell' assassino che voleva ammazzarla (se poi a bordo c' era anche la suocera, non ne parliamo...).

Le Alfa di oggi sono comunque ottimi prodotti e credo che non sia giusto offendere chi li acquista.
Prima di tutto perché ognuno ha il diritto di non perdere la propria dignità facendo le proprie scelte, che quindi vanno rispettate quali sacre.
Poi, perché i tempi sono cambiati e nessuno può dimostrare che se oggi fosse esistita l' Alfa di ieri, i prodotti sarebbero stati all' altezza di quelli che ne hanno decretato un posto nell' Olimpo. Sono cambiati anche i cervelli: Chiti, Busso, Satta & Co. sono ormai morti.

Personalmente condanno Fiat per le barbare sevizie di ciò che poteva essere davvero un successo. Avrebbe dovuto riservare ad Alfa una nicchia particolare così come ha fatto con Ferrari. Invece ha smantellato tutto (Arese ormai fa piangere a vedere com' è ridotta). Ha sostituito ogni tecnologia Alfa con soluzioni Fiat.
Per questo non si può negare che oggi l' Alfa Romeo è una Fiat marchiata Alfa Romeo. Non ci si deve offendere per questa verità: non si sta dicendo che la Fiat è sterco, bensì che l' Alfa non è più Alfa.

Altra cosa che non sopporto della politica di vendite Fiat è questo furto delle glorie passate dell' Alfa Romeo ad uso e consumo di Fiat per illudere e gasare la gente allo scopo di incrementare le vendite.
Utilizzare nomi storici quali Giulietta e Giulia, testimonianze del passato glorioso dell' Alfa su pista, ed altri espedienti davvero di basso lignaggio.
Tutto questo fa morire anche la storia gloriosa del passato. Domani, quando si dirà "Giulia", si penserà a quella di oggi e non più a quella degli anni '60/'70.
Così per Giulietta e per altre eventuali.
Sarebbe come se un nuovo marchio giapponese chiamasse Lampredi un motore di loro costruzione: gli ex possessori ed amanti di una Fiat 124 o 125 se ne risentirebbero di sicuro.
Trovo questa iniziativa Fiat un vero e proprio sputo sulla storia dell' Alfa, una totale mancanza di rispetto verso chi vi ha lavorato con passione per decenni.
Una totale mancanza di stile e di correttezza, quasi a voler mettere sottoterra l' Alfa con ogni umiliazione, coronando di vendetta quell' odio e quell' invidia da sempre nutrite da Fiat nei confronti dell' Alfa Romeo (già negli anni '30 anelava a possederla ma non ci riuscì in quanto ceduta da Romeo allo Stato Italiano).

Ecco: queste sono le cose che mi amareggiano.
Poi, sono felice per chiunque compri una nuova Giulietta o una MiTo: hanno ciò che vogliono e non è giusto imporre loro di credere di avere una Bravetta o quant' altro. E' forse più giusto per loro dire che una 75 o una Giulia sono due catenacci: noi ci offenderemmo, ma in realtà lo sono in confronto alle nuove tecnologie. Due catenacci con lo stesso fascino di una parure di diamanti indossati da una donna stupenda.

Non si può fare la guerra dei tempi: si dovrebbe invece unirsi per cercare di migliorare l' Alfa di oggi, riportandola alla vera filosofia Alfa Romeo di un tempo.

Gli alfisti di ieri non potranno mai riconoscere un' Alfa in una MiTo così come una leonessa non potrà mai riconoscere come suo il cucciolo di una tigre.
Allo stesso modo gli alfisti di oggi se ne fregano delle alfa di ieri ed hanno altri parametri di valutazione per classificare i loro giudizi.

Con queste del tutto sterili diatribe succede solo una cosa: gli alfisti di oggi che sono affascinati dalle alfa di ieri si ritrovano prima o poi ad odiarle invece che ad amarle ed a capire qualcosa in più sull' Alfa Romeo: qualcosa che i libri non scrivono e che le testimonianze non dicono. Qualcosa che si può solo provare guidando una Giulia, una 75, ecc. (persino un' ArNa, da tanti forse ingiustamente derisa).

Spero di aver fatto capire che il tono di questo argomento non vuole essere inizio di diatribe, bensì la loro fine per sempre. Infine spero anche che per qualcuno, anche se prolisso, questo argomento sia stato interessante.

Ciao.

Ciao e benvenuto in questa gabbia di pazzi scatenati (scherzosamente parlando).

Un solo appunto sul tuo intervento; la 911 non aveva il motore centrale bensì "fuoribordo" .... da qui le maggiori difficoltà nella tenuta di strada.
 
Fancar_ ha scritto:
Le opzioni potrebbero essere 2:
1) Vendita
2) Concorrenza a Volkswagen, DS Citroen, Alpina Renault (marchio che nascerà presto), Volvo, Opel (che si sta riposizionando sul mercato per via di Chevrolet Europa) e qualche altro.

Sinceramente dubito molto che la venderanno. Il marchio gli serve proprio per fare concorrenza ai marchi che ho detto e che hanno oggi prezzi tra i 25 ed i 30.000 ?

Comunque a Francoforte hanno esposto solo due vetture, ( la 4C non é ancora in commercio ) siamo ai minimi storici se non mi sbaglio.
 
Alfa Giulia ha scritto:
Ciao a tutti, è la prima volta che scrivo qui e sono contento di conoscervi.
Mi chiamo Roberto.

Ho appena letto sulle regole più severe per evitare le solite diatribe tra Alfisti di ieri e di oggi. Credo che una maggiore conoscenza del perché dei reciproci ruoli porti sicuramente ad una altrettanto reciproca comprensione.

L' Alfa di ieri, quella dal 1910 al 1986, non era la Madonna in Terra e manco Gesù. Non faceva miracoli, ma aveva una filosofia che seguiva innanzi tutto: vincere le gare. Intorno a questo nascevano poi i frutti stradali. La Giulia fu forse l' esempio più lampante. La Ti Super nel campo delle 105 berlina e le gt 1300 Jr, le GTA, GT SA, le 1750 e 2000 GTAm.

Nella sua storia l' Alfa ha sempre superato le crisi più profonde uscendone in piedi sulle sue gambe. Ad esempio, durante la seconda guerra mondiale i progettisti del reparto Esperienze Progetti di Pomigliano d' arco erano stati sfollati ad Armeno, al nord tra il Lago Maggiore ed il Lago d' Orta. Non c' era lavoro nemmeno per il settore Avio ed in qualche modo dovevano fare qualcosa per sfamarsi. Si misero a costruire ed a vendere cucine a gas con marchio Alfa Romeo ed infissi in legno e ferro in quella ex fabbrica di coltelli che li ospitava.

Ormai sanno tutti di Luraghi, dell' Alfasud, della ArNa.
Questo è invece ciò che penso ci sia stato dietro tutte quelle balle che hanno sempre detto e scritto.

Credo che l' Alfa non fu ceduta a Fiat in quanto in crisi.
C'era un disegno ben congegnato alle spalle di tutto questo: un disegno che appetiva De Mita, Prodi, Agnelli, Andreotti ed altri "compagni di merende" delle classi politiche e sindacali.
De Mita aveva mire sull' Irpinia e sulle tangenti ricavabili dagli appalti, oltre che da quelle ricavabili a Pomigliano per la realizzazione dell' Alfasud. Agnelli aveva appetiti in campo finanziario e mirava ad avere il monopolio del settore automobilistico. Prodi aveva appetiti e basta. Non gli fregava da dove venissero i soldi: al mortadella interessava solo averne tanti. Inoltre mirava ad un futuro politico di un certo livello, in Parlamento.

Questa è la mia storiella, che può essere o meno condivisa:

Hai detto bene: una storiella!

E non è costruendosi le proprie storielle a misura di "sentimento politco" che si risolvono i problemi.

Prodi aveva appetiti?

Ma se è l'unico che si è licenziato due volte da Primo Ministro quando altri restano attaccati alla poltrona anche quando schifati a livello nazionale ed internazionale.

IRI era un carrozzone immondo, che costava ogni anno migliaia di miliardi di lire.
Ed Alfa contribuiva allo sperpero di risorse pubbliche.

Craxi, che all'epoca comandava (mi pare che te lo sei dimenticato), impose la vendiata Fiat quando c'era l'alternativa Ford, che almeno dei soldi li avrebbe scuciti. Invece Fiat ebbe l'Alfa GRATIS.

E questa è storia.

PS: quando inventi storielle almeno fai in modo che si reggano in piedi.
 
fpaol68 ha scritto:
Fancar_ ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Si, ma l'opzione 2 è in atto con risultati tutto sommato deludenti, settembre è il terzo meso col segno meno e molto pesante (-11,4 in italia, e - 9,3 in francia, i 2 mercati principali). E il fatto che anche il SUV stia sparendo (parole di Marchionne), non fa certo propendere l'ago della bilancia verso un rilancio seppur declassato.
Però se ci fai caso, con Giulietta riusciranno a tenere testa in Italia alla regina del segmento C ancora per tutto il 2012 e un pò del 2013 e questo con un'auto marchiata Fiat non avrebbero più potuto farlo perché sono finiti i tempi in cui tutti compravamo ancora auto nazionali. Oggi ci sono Nissan Juke, Qashqai, DS4, Astra ecc ecc

Si però g10 tiene testa alla Golf (per l'anno prossimo la vedo più dura) perchè è in pratica l'unica seg. C italiana comprabile. Delta è defunta e Bravo l'hanno deliberatamente uccisa per spingere la g10. Secondo me se il tuo conoscente non ti ha preso in giro, stanno ripensando il futuro di Alfa alla luce delle vendite non esaltanti.

ma se hanno solo MiTo e Giulietta con una gamma decente che possono vendere, in alfa 159 è stata privata dei motori benzina e della ottima trazione q4, oltre al fatto che l'hanno privata della motorizzazione Biturbo Mjtd da 190cv che su questo telaio era perfetto, non hanno una coupè ( la Bellissima Gt l'hanno prima fatta restare solo con il propulsore MjTd e poi l'hanno tolta dal listino ), non c'è uno spider, è già troppo quello che vendono, secondo me....
 
roby_38 ha scritto:
Alfa Giulia ha scritto:
Ciao a tutti, è la prima volta che scrivo qui e sono contento di conoscervi.
Mi chiamo Roberto.

Ho appena letto sulle regole più severe per evitare le solite diatribe tra Alfisti di ieri e di oggi. Credo che una maggiore conoscenza del perché dei reciproci ruoli porti sicuramente ad una altrettanto reciproca comprensione.

L' Alfa di ieri, quella dal 1910 al 1986, non era la Madonna in Terra e manco Gesù. Non faceva miracoli, ma aveva una filosofia che seguiva innanzi tutto: vincere le gare. Intorno a questo nascevano poi i frutti stradali. La Giulia fu forse l' esempio più lampante. La Ti Super nel campo delle 105 berlina e le gt 1300 Jr, le GTA, GT SA, le 1750 e 2000 GTAm.

Nella sua storia l' Alfa ha sempre superato le crisi più profonde uscendone in piedi sulle sue gambe. Ad esempio, durante la seconda guerra mondiale i progettisti del reparto Esperienze Progetti di Pomigliano d' arco erano stati sfollati ad Armeno, al nord tra il Lago Maggiore ed il Lago d' Orta. Non c' era lavoro nemmeno per il settore Avio ed in qualche modo dovevano fare qualcosa per sfamarsi. Si misero a costruire ed a vendere cucine a gas con marchio Alfa Romeo ed infissi in legno e ferro in quella ex fabbrica di coltelli che li ospitava.

Ormai sanno tutti di Luraghi, dell' Alfasud, della ArNa.
Questo è invece ciò che penso ci sia stato dietro tutte quelle balle che hanno sempre detto e scritto.

Credo che l' Alfa non fu ceduta a Fiat in quanto in crisi.
C'era un disegno ben congegnato alle spalle di tutto questo: un disegno che appetiva De Mita, Prodi, Agnelli, Andreotti ed altri "compagni di merende" delle classi politiche e sindacali.
De Mita aveva mire sull' Irpinia e sulle tangenti ricavabili dagli appalti, oltre che da quelle ricavabili a Pomigliano per la realizzazione dell' Alfasud. Agnelli aveva appetiti in campo finanziario e mirava ad avere il monopolio del settore automobilistico. Prodi aveva appetiti e basta. Non gli fregava da dove venissero i soldi: al mortadella interessava solo averne tanti. Inoltre mirava ad un futuro politico di un certo livello, in Parlamento.

Questa è la mia storiella, che può essere o meno condivisa:

Hai detto bene: una storiella!

E non è costruendosi le proprie storielle a misura di "sentimento politco" che si risolvono i problemi.

Prodi aveva appetiti?

Ma se è l'unico che si è licenziato due volte da Primo Ministro quando altri restano attaccati alla poltrona anche quando schifati a livello nazionale ed internazionale.


IRI era un carrozzone immondo, che costava ogni anno migliaia di miliardi di lire.
Ed Alfa contribuiva allo sperpero di risorse pubbliche.

Craxi, che all'epoca comandava (mi pare che te lo sei dimenticato), impose la vendiata Fiat quando c'era l'alternativa Ford, che almeno dei soldi li avrebbe scuciti. Invece Fiat ebbe l'Alfa GRATIS.

E questa è storia.

PS: quando inventi storielle almeno fai in modo che si reggano in piedi.

La storia .......

Prodi non si è licenziato, sono caduti i due governi da lui presieduti.
Nel primo caso il Presidente della Repubblica ha dato l'incarico ad un altro esponente del centrosinistra (ed in seguito ad un terzo), nel secondo caso si è tornati a votare.
Nessun nobile gesto.

Mi fermo qui, senza commenti sugli appetiti, in quanto già ampiamente OT ed "ai confini" del regolamento.
 
roby_38 ha scritto:
Hai detto bene: una storiella!

E non è costruendosi le proprie storielle a misura di "sentimento politco" che si risolvono i problemi.

Prodi aveva appetiti?

Ma se è l'unico che si è licenziato due volte da Primo Ministro quando altri restano attaccati alla poltrona anche quando schifati a livello nazionale ed internazionale.

IRI era un carrozzone immondo, che costava ogni anno migliaia di miliardi di lire.
Ed Alfa contribuiva allo sperpero di risorse pubbliche.

Craxi, che all'epoca comandava (mi pare che te lo sei dimenticato), impose la vendiata Fiat quando c'era l'alternativa Ford, che almeno dei soldi li avrebbe scuciti. Invece Fiat ebbe l'Alfa GRATIS.

E questa è storia.

PS: quando inventi storielle almeno fai in modo che si reggano in piedi.

Prodi non si è mai dimesso. Lo hanno sbattuto fuori come in seguito, molti anni dopo, i suoi stessi colleghi di partito hanno fatto spedendolo a Bruxelles.

Prima di Prodi c' è stato Petrilli: se avessi dovuto parlare anche di lui avrei scritto altro che un semplice romanzo.

Craxi? Non dimentico di certo... Non dimentico nemmeno quando Fincantieri era al collasso e non poteva più chiedere aiuti allo Stato. Grazie a Merzario (Casa di spedizioni internazionali all' epoca molto vicina a Craxi) Fincantieri si salvò. Merzario ai tempi era armatore e due navi erano già pronte a Fincantieri per essere varate. Merzario le fece "tagliare in due" ed allungare, indebitandosi e chiedendo quegli aiuti dallo Stato che Fincantieri non poteva più chiedere. Con questa operazione, grazie a Craxi e Merzario, la Fincantieri evitò il peggio.

Che l' IRI fosse una mezza società a delinquere lo condivido anch' io: mi meraviglia il fatto che molti oggi non siano d' accordo con Marchionne per la sua uscita da Confcommercio (che reputo al pari dell' IRI).

La mia storiella non è soltanto frutto di mera fantasia. Credimi.
Per il resto, apprezzo molto la tua opinione anche se discorde dalla mia e rispetto appieno la tua sacra libertà di pensiero. Anzi, per me è un ottimo tema di confronto e discussione dal quale anche io posso trarre vantaggi culturali. Mi aspetto quindi la tua versione un po' più dettagliata e coronata da testimonianze su come, a tuo modo di vedere, siano andate le cose.

Grazie, ciao :)

Ne approfitto per ringraziare anche tutti voi che mi avete accolto nel Forum con amicizia: non scrivo spesso, forse... Ma quando scrivo divento una mina ambulante: non la smetto più... Eheheh... Quindi preparatevi a sopportarmi.... Ahahahah

Per quanto riguarda il resto che ho letto circa l' Alfa e le vendite credo che, mia personalissima opinione, fintanto che Fiat lascerà Alfa sullo stesso segmento di Fiat non si potrà parlare altro che di vendite.

Dal momento in cui Alfa sarà posta su una piattaforma filosofica diversa, cioè a sé stante con pianali esclusivi, motori e meccaniche dedicate, allora forse ci potrebbe essere un ritorno al prestigio dell' Alfa dei tempi d' oro.
Allora si tornerà a parlare di una Giulietta in base alle sue qualità su strada e su pista invece che delle sue vendite di mercato presso le concessionarie.

La Fiat non è abituata ai sentimentalismi: quando un marchio non "tira" o lo vende o lo elimina. I sentimentalismi vengono lasciati a noi alfisti vecchi e nuovi. Noi, che metteremmo il marchio Alfa pure sulla carrozzina dei nostri figli per avere una carrozzina che vede le altre solo dallo specchietto retrovisore. :D
 
Maxetto ha scritto:
Fancar_ ha scritto:
Casualmente sono venuto a contatto con una persona che lavora in Fiat ed abbiamo toccato il tasto Alfa Romeo. A dire il vero quando provavo a parlare di Alfa Romeo cercava di cambiare discorso, ma poi quando ho cominciato a fargli delle domande dirette mi sono accorto che navigano a vista e che il rilancio non è fondamentale.
Gli ho fatto presente che Marchionne ha parlato di un "milleotto" specifico per Alfa da montare longitudinalmente. Lui mi ha risposto che il 95 % della gente non sa quali siano i benefici di un motore longitudinale e che se fanno un'Alfa da 35.000 euro la gente preferisce comprare una tedesca. Ha anche aggiunto che ormai gli alfisti sono rimasti in pochi. Il marchio avrebbe si del potenziale, ma ci vogliono tanti soldi e bisogna capire se ne vale la pena.

Motivo per cui, l'ho già detto tante volte, ma lo ripeto ancora, finché non vedrò in concessionaria i modelli che inseriscono nei piani industriali smetterò di farmi illusioni. Anche l'ammiraglia del 2015 potrebbe solo esser stata messa lì al bordo del foglio per far brodo.
Cercherò quindi di non entrare più in discussioni riguardanti quello che l'Alfa è stata e quindi dovrebbe essere. Mi limiterò a confrontarla con i prodotti a cui oggi in Italia vuole fare concorrenza, e credo che sappiate bene quale sia oggi il famoso marchio a cui, massimo massimo, vogliono contrapporsi.
Una "persona che lavora in Fiat", cosa vuol dire? Che credibilità ha? Non è detto che solo perchè ci "lavora" conosce tutto ciò che bolle in pentola.

BRAVO ! Poi, non me ne voglia la persona che lavora in FIAT, ma per quanto ci è dato sapere, potrebbe anche essere il guardiano al cancello di Mirafiori.

Cerchiamo di non cadere nel ridicolo.
 
vecchioAlfista ha scritto:
Benvenuto Giulia (Roberto).

Da un vecchioAlfista molto "vecchio".... 8) :D

Grazie :)
Forse siamo "vecchi" uguali: io sono del '63
Nei miei ricordi di bimbo ci sono, tra le altre cose, le settimane bianche a Sant' Ambrogio con il Circolo dello Sci Alfa Romeo oltre che indimenticabili Sabati a Sala Comacina (lago di Como) con il circolo nautico dell' Alfa.

Dell' Alfa di quei tempi non amo quindi solo le vetture, ma anche le persone che vi facevano parte. Forse è per questo che non accetto, oggi, questa sua lenta agonia. Non riesco ad elaborare questa realtà.

Scusa lo sfogo: da "vecchio" Alfista credo tu mi possa capire forse meglio di altri.
 
Alfa Giulia ha scritto:
vecchioAlfista ha scritto:
Benvenuto Giulia (Roberto).

Da un vecchioAlfista molto "vecchio".... 8) :D

Grazie :)
Forse siamo "vecchi" uguali: io sono del '63
Nei miei ricordi di bimbo ci sono, tra le altre cose, le settimane bianche a Sant' Ambrogio con il Circolo dello Sci Alfa Romeo oltre che indimenticabili Sabati a Sala Comacina (lago di Como) con il circolo nautico dell' Alfa.

Dell' Alfa di quei tempi non amo quindi solo le vetture, ma anche le persone che vi facevano parte. Forse è per questo che non accetto, oggi, questa sua lenta agonia. Non riesco ad elaborare questa realtà.

Scusa lo sfogo: da "vecchio" Alfista credo tu mi possa capire forse meglio di altri.

il "vecchio" è riferito alla mia referenzialità rivolta unicamente ai prodotti della vecchia scuola. Gli unici ad essere degni di essere Alfa, semplicemente perchè tali.
Essendo un classe 81 8)

le citazioni di uomini, realtà, ambienti, vissuti e storie però mi sono particolarmente care. Aumentano la percezione di una realtà aziendale ed umana straordinaria ed unica, che si è dissolta totalmente.
E quello che rimane viene deformato quotidianamente nella memoria, dalle assurde istanze come quella di chiudere il Museo, alle fiat rifatte i tutti i giorni..
 
vecchioAlfista ha scritto:
il "vecchio" è riferito alla mia referenzialità rivolta unicamente ai prodotti della vecchia scuola. Gli unici ad essere degni di essere Alfa, semplicemente perchè tali.
Essendo un classe 81 8)

le citazioni di uomini, realtà, ambienti, vissuti e storie però mi sono particolarmente care. Aumentano la percezione di una realtà aziendale ed umana straordinaria ed unica, che si è dissolta totalmente.
E quello che rimane viene deformato quotidianamente nella memoria, dalle assurde istanze come quella di chiudere il Museo, alle fiat rifatte i tutti i giorni..

Purtroppo le istanze fanno parte di quel quid chiamato commercio, che non prevede l' impiego del cuore. Se senza scrupoli, come quello di Fiat, non prevede nemmeno rispetto per qualcosa degno di essere tramandato quale patrimonio storico del nostro Paese.
Quindi tutto viene usato e distrutto secondo quanto è più di convenienza.

Ricordi di realtà, profumi, ambienti, vissuti e storie, persone... Questo è ciò che mi rimane dell' Alfa Romeo. I piccoli uffici divisi da infissi di legno al Portello, le ampie vetrate del Centro Direzionale di Arese dalle quali, nelle giornate limpide, potevi vedere tutta la catena del Monte Rosa, il Piazzalone in Piazza Diaz a Milano dove mio padre ad Aprile ritirava la Giulia per rivenderla poi ad Ottobre, le anguste stradine intorno a Quinto Romano dove i piloti dell' Auto Delta provavano le Alfetta Gt elaborate a dispetto di tutte le diffide del Comune di Settimo Milanese... Nomi quali Mazzola, Spreafico, La Mattina, Masoni, Bresciani, Marconi, Martignoni e mille altri... Nomi anonimi per molti, ma per me legati a profumi, ambienti, parole, voci tanto care.

Tanti, tanti ricordi che non mi legano soltanto ad una o più vetture ma ad un mondo indimenticabile e stupendo che la vita mi ha dato la fortuna di poter vivere negli anni della mia infanzia ed adolescenza.
All' interno di quegli ambienti sentivi l' Alfa Romeo allo stesso modo in cui puoi sentire una gara di F1 stando ai box invece che sui palchi degli spettatori.
Tutto questo era forse sentito con l' animo di un bambino, ovviamente. ma per me rimane indimenticabile.

Ecco perché non riesco ad elaborare una Fiat in abito da sera...
 
Alfa Giulia ha scritto:
Ciao a tutti, è la prima volta che scrivo qui e sono contento di conoscervi.
Mi chiamo Roberto.

Ciao.
Benvenuto anche da parte mia!!
Bell´intervento. Complimenti. Interessante il tuo punto di vista, probabimente é andata +/- cosí.
 
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