<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Foresta amazzonica | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

Foresta amazzonica

Io ci andrei piano a dare per scontate cose che scontate non sono.
Consiglio a chi volesse seriamente approfondire l'argomento di leggere un libro recente che però ha fatto storia : Armi, acciaio e malattie.
Tra le varie, si dimostra (...) che un medesimo ceppo, colonizzando varie isole non comuncanti, ha dato origine a modelli sociali completamente diversi.

Non sembra (la questione è dibattuta) che l'uomo sia fondamentalmente questo disastro, di sicuro non lo è per intero.
L'aggressività è necessaria all'evoluzione tanto quanto la collaborazione, ed il nostro genoma sembra confermarlo (ma siamo davvero all'inizio della ricerca).

Il problema dei nostri giorni è la concentrazione di potere,
la tirannia che i pochi esercitano sui molti in un pianeta massificato ed oramai saturo, nel quale gli spazi (anche quelli del pensiero) sono costretti.
 
Io ci andrei piano a dare per scontate cose che scontate non sono.
Non sembra (la questione è dibattuta) che l'uomo sia fondamentalmente questo disastro, di sicuro non lo è per intero.
L'aggressività è necessaria all'evoluzione tanto quanto la collaborazione, ed il nostro genoma sembra confermarlo (ma siamo davvero all'inizio della ricerca).
Il problema dei nostri giorni è la concentrazione di potere,
la tirannia che i pochi esercitano sui molti in un pianeta massificato ed oramai saturo, nel quale gli spazi (anche quelli del pensiero) sono
costretti.


Gli UMANI se sono ristretti a gruppi limitati
sono completamente diversi se diventano NAZIONI....
I primi devono per forza di cose sostenersi l' un l' altro
I secondi sono in competizione
Non c'e' bisogno che lo dimostri....
basta pensare,
agli Esquimesi,
ai Taithiani....
 
Io ci andrei piano a dare per scontate cose che scontate non sono.
Consiglio a chi volesse seriamente approfondire l'argomento di leggere un libro recente che però ha fatto storia : Armi, acciaio e malattie.
Tra le varie, si dimostra (...) che un medesimo ceppo, colonizzando varie isole non comuncanti, ha dato origine a modelli sociali completamente diversi.

Non sembra (la questione è dibattuta) che l'uomo sia fondamentalmente questo disastro, di sicuro non lo è per intero.
L'aggressività è necessaria all'evoluzione tanto quanto la collaborazione, ed il nostro genoma sembra confermarlo (ma siamo davvero all'inizio della ricerca).

Il problema dei nostri giorni è la concentrazione di potere,
la tirannia che i pochi esercitano sui molti in un pianeta massificato ed oramai saturo, nel quale gli spazi (anche quelli del pensiero) sono costretti.

concordo , consiglio letterario interessante , dello stesso autore consiglio anche Collasso , che forse tratta il tema in oggetto ancora in maniera più specifica.

Io personalmente aggiungo anche un altro elemento di analisi, senza entrare ovviamente in questioni politiche, credo che l'evoluzione della nostra società( con evoluzione non necessariamente la intendo positiva) ha portato opportunità ma anche problematiche che non possono essere più gestite a livello nazionale, l'entità nazionale in questo genere di discussioni ha forti limitazioni e capacità e quindi la ritengo obsoleto. A tal proposito propongo l'analisi di un altro saggio di cui purtroppo non ricordo il nome(ricordato - 'Il caos prossimo venturo' di Prem Shankar) che aveva dimostrato che nella storia le geografie politiche create dall'uomo proprio per via dell'evoluzione sono diventate nel corso della storia obsolete, ad esempio le città stato erano utili in un certo contesto storico ma con il progresso diventarono obsolete e vennero sostituite dalle entità nazionali che erano più adatte a quello che la società voleva, il saggio dimostrava che quando le società non hanno accettato questo cambiamento sono intervenute guerre a renderlo attivo.
 
concordo , consiglio letterario interessante , dello stesso autore consiglio anche Collasso , che forse tratta il tema in oggetto ancora in maniera più specifica.

Io personalmente aggiungo anche un altro elemento di analisi, senza entrare ovviamente in questioni politiche, credo che l'evoluzione della nostra società( con evoluzione non necessariamente la intendo positiva) ha portato opportunità ma anche problematiche che non possono essere più gestite a livello nazionale, l'entità nazionale in questo genere di discussioni ha forti limitazioni e capacità e quindi la ritengo obsoleto. A tal proposito propongo l'analisi di un altro saggio di cui purtroppo non ricordo il nome(ricordato - 'Il caos prossimo venturo' di Prem Shankar) che aveva dimostrato che nella storia le geografie politiche create dall'uomo proprio per via dell'evoluzione sono diventate nel corso della storia obsolete, ad esempio le città stato erano utili in un certo contesto storico ma con il progresso diventarono obsolete e vennero sostituite dalle entità nazionali che erano più adatte a quello che la società voleva, il saggio dimostrava che quando le società non hanno accettato questo cambiamento sono intervenute guerre a renderlo attivo.

Quindi? Anche le nazioni sono obsolete?
A questo proposito anch'io consiglio una lettura altamente profetica: ''Il padrone del mondo'' di Robert Hugh benson
 
Quindi? Anche le nazioni sono obsolete?
A questo proposito anch'io consiglio una lettura altamente profetica: ''Il padrone del mondo'' di Robert Hugh benson

Probabilmente per alcune aspetti delle società moderne le nazioni sono obsolete, per fare un paragone , se io da single ho una spider se poi metto su famiglia probabilmente non è più il tipo di vettura che fa per me. I temi ambientalisci e anche economici probabilmente non sono più alla portata della gestione di entità nazionali
 
Il problema dei nostri giorni è la concentrazione di potere,
la tirannia che i pochi esercitano sui molti in un pianeta massificato ed oramai saturo, nel quale gli spazi (anche quelli del pensiero) sono costretti.

E che cosè se non l'egoismo che porta a questo? E l'egoismo non è forse figlio di una visione parziale della vita?
 
'Il caos prossimo venturo' di Prem Shankar
concordo , consiglio letterario interessante , dello stesso autore consiglio anche Collasso , che forse tratta il tema in oggetto ancora in maniera più specifica.

Io personalmente aggiungo anche un altro elemento di analisi, senza entrare ovviamente in questioni politiche, credo che l'evoluzione della nostra società( con evoluzione non necessariamente la intendo positiva) ha portato opportunità ma anche problematiche che non possono essere più gestite a livello nazionale, l'entità nazionale in questo genere di discussioni ha forti limitazioni e capacità e quindi la ritengo obsoleto. A tal proposito propongo l'analisi di un altro saggio di cui purtroppo non ricordo il nome(ricordato - 'Il caos prossimo venturo' di Prem Shankar) che aveva dimostrato che nella storia le geografie politiche create dall'uomo proprio per via dell'evoluzione sono diventate nel corso della storia obsolete, ad esempio le città stato erano utili in un certo contesto storico ma con il progresso diventarono obsolete e vennero sostituite dalle entità nazionali che erano più adatte a quello che la società voleva, il saggio dimostrava che quando le società non hanno accettato questo cambiamento sono intervenute guerre a renderlo attivo.

e sì, Collasso l'ho messo in lista da tempo e prima o poi lo leggerò
(lo dico e lo penso e gli anni passano) mentre il libro di Shankar, che è poi una ennesima distopica analisi critica del capitalismo, l'ho avuto tra le mani per un paio di giorni, leggendone diverse parti... prestatomi da uno studente (i giovani sono parecchio sensibili al tormentone distopico)

L'argomento (o meglio, gli argomenti) sono tali e tanti da non poter essere sviscerati sul forum.
Mi sovvengono, mentre scrivo, decine di libri davvero imperdibili che, in vario modo, sono pertinenti al tema.
Quando parlo di concentrazioni di potere mi riferisco al concetto di trasversalità dello stesso (il potere). La particolarità della nostra epoca sta proprio in ciò : le concentrazioni economiche soverchiano le autorità sovrane degli stati, e dove questo non accade, politica, ideologia ed interesse finanziario possono confliggere o interagire in modo caleidoscopico, originando dinamiche totalmente dissimili.

L'idea di un'autorità sovra nazionale, di un Diritto universale e democratico come nella Carta di Algeri, a me appare utopistica,
non tanto per le difficoltà legate di riunire attorno ad un comune principio gli stati nazione del mondo, ma proprio perché gli stati nazione hanno un potere (anche coercitivo) assai relativo.
 
Penso che la chiave sia proprio in questo: l'uomo oggi è un'animale che segue piu i suoi desideri e i suoi istinti è egoista e individualista. Ha sempre più dell'animale e sempre meno dell'umano.
Sbagliato.

Questi comportamenti ci sono sempre stati, non sono una caratteristica dei nostri tempi : basti pensare a quante guerre di conquista (non di difesa) ci sono state in passato, anche in un passato che è soltanto ieri (pensiamo alla Germania nazista e, per restare in casa nostra, alla penosa Italia fascista, che voleva fare la parte dell'aquila imitando la Germania ma che era soltanto un'anatra zoppa) ed a quanti giovani sono morti combattendo guerre non decise né sentite da loro, guerre decise da una ristrettissima oligarchia quando non addirittura da singoli dittatori ed in cui i soldati non erano considerati molto più di carne da macello.

Non mitizziamo la bellezza del passato : la vita una volta era molto più dura, la società era divise in caste da cui era molto difficile uscire e gli appartenenti alle caste più umili erano visti o come schiavi o come appunto carne da macello.

Le differenze dell'oggi rispetto al passato sono soprattutto due :

- le cose accadono su scala molto maggiore, perché siamo sempre di più ed impieghiamo molte più risorse : solo negli ultimi 17/18 anni la popolazione mondiale è aumentata di 1,5 miliardi di persone, che è quanto, soltanto all'epoca della nascita dei miei nonni - un passato tutt'altro che remoto - corrispondeva all'intera popolazione del pianeta (!).

- si viene a sapere tutto e subito, spesso con tanto di immagini a supporto che creano un impatto emotivo amplificato e distorcente, drammatizzando fatti che più o meno sono sempre successi, ma una volta erano percepiti come "lontani" ed indiretti ed inoltre appartenevano, quando si venivano a sapere, già al passato, mentre oggi vengono spiattellati sotto il naso in tempo quasi reale : e siccome è la cronaca nera, ed in genere le notizie drammatiche, ad essere di gran lunga più seguita e "fare audience", ecco le conseguenze : gli sprovveduti pensano che ormai succedano solo disastri.
Non è così, per fortuna.
.
 
Offendi gli animali, da sempre in equilibrio con la natura e l'ambiente.
L' uomo è peggio.
Vero. Ma è anche vero che quello degli animali è un equilibrio che non fa sconti e che spesso è spietato, almeno ai nostri occhi umani : gli animali uccidono talvolta facilmente, sia pure per quella che secondo natura è una buona ragione (vedasi i leoni maschi che uccidono i cuccioli non loro per rendere nuovamente disposta a riprodursi la femmina, la quale anziché vendicarsi come farebbe una femmina umana accetta la cosa e genera con loro una nuova cucciolata) e soprattutto accettano la morte (ed il rischio di morire) molto più degli uomini, trovando quindi molto più facilmente un equilibrio, basato sul fatto che sopravvivono quelli che possono sopravvivere in quel determinato ambiente : gli altri muoiono, e la loro morte è accettata.

Per i parametri etici degli umani, tutto ciò è difficilmente accettabile...
.
 
Sbagliato.

Questi comportamenti ci sono sempre stati, non sono una caratteristica dei nostri tempi : basti pensare a quante guerre di conquista (non di difesa) ci sono state in passato, anche in un passato che è soltanto ieri (pensiamo alla Germania nazista e, per restare in casa nostra, alla penosa Italia fascista, che voleva fare la parte dell'aquila imitando la Germania ma che era soltanto un'anatra zoppa) ed a quanti giovani sono morti combattendo guerre non decise né sentite da loro, guerre decise da una ristrettissima oligarchia quando non addirittura da singoli dittatori ed in cui i soldati non erano considerati molto più di carne da macello.

Non mitizziamo la bellezza del passato : la vita una volta era molto più dura, la società era divise in caste da cui era molto difficile uscire e gli appartenenti alle caste più umili erano visti o come schiavi o come appunto carne da macello.

Le differenze dell'oggi rispetto al passato sono soprattutto due :

- le cose accadono su scala molto maggiore, perché siamo sempre di più ed impieghiamo molte più risorse : solo negli ultimi 17/18 anni la popolazione mondiale è aumentata di 1,5 miliardi di persone, che è quanto, soltanto all'epoca della nascita dei miei nonni - un passato tutt'altro che remoto - corrispondeva all'intera popolazione del pianeta (!).

- si viene a sapere tutto e subito, spesso con tanto di immagini a supporto che creano un impatto emotivo amplificato e distorcente, drammatizzando fatti che più o meno sono sempre successi, ma una volta erano percepiti come "lontani" ed indiretti ed inoltre appartenevano, quando si venivano a sapere, già al passato, mentre oggi vengono spiattellati sotto il naso in tempo quasi reale : e siccome è la cronaca nera, ed in genere le notizie drammatiche, ad essere di gran lunga più seguita e "fare audience", ecco le conseguenze : gli sprovveduti pensano che ormai succedano solo disastri.
Non è così, per fortuna.
.


Passare da 6 mld a 7,5....
In percentuale e' quasi ridicolo....
( Se poi consideri che non ci sono state, ne' guerre, ne' forti epidemie ).
Che il cibo, di riffa o di raffa, scarseggia solo su 1/1,5 mld di abitanti, ma non fa da impedimento come nel Medioevo....
Che quei paesi senza problemi, come gli USA producono 3 figli a famiglia....
Mi sembra il minimo
:emoji_wink::emoji_wink:

Dipende da cosa si intende per
" disastri "
 
Ultima modifica:
La regola esiste non per questioni di politically correct ma perché i forumisti hanno abusato della libertà concessa, esibendosi in liti e discussioni inqualificabili.
Il forum è sempre vivo, queste regole sono in vigore da parecchi anni, tutti si sono adeguati e la discussione proseguirà anche in tua assenza, così come è già avvenuto.


La mia domanda rimane non risposta: praticamente quindi, non possiamo parlare di niente che sia OFF TOPIC dal mondo automobilistico, visto che praticamente qualsiasi argomento trattato è riconducibile a scelte “politiche”?
Dov’è il limite del poter parlare di “politica”?

E, ripeto, ho letto il regolamento e non mi sono espresso in modo scurrile.
 
La mia domanda rimane non risposta: praticamente quindi, non possiamo parlare di niente che sia OFF TOPIC dal mondo automobilistico, visto che praticamente qualsiasi argomento trattato è riconducibile a scelte “politiche”?
Dov’è il limite del poter parlare di “politica”?

E, ripeto, ho letto il regolamento e non mi sono espresso in modo scurrile.
Vietato citare personaggi politici, esprimere considerazioni su schieramenti politici, esprimere commenti su gruppi e fazioni politiche e in generale tutto ciò che può portare a discussioni sulla politica anzichè sui fatti.
Deridere altre persone non è mai ammesso, al di là della politica.
Buon proseguimento
 
In questi giorni non si parla più di "deforestazione" della foresta amazzonica (in atto da decenni), ma di qualcosa probabilmente di più devastante: gli incendi!

La foresta sta bruciando al ritmo di tre campi di calcio ogni 2 minuti. E' qualcosa di catastrofico, inaudito. La foresta amazzonica fornisce il 20% dell'ossigeno mondiale. Stiamo assistendo a uno dei fenomeni più disastrosi degli ultimi decenni, forse della Storia.

Occorrerebbe una mobilitazione mondiale, un intervento univoco di tutte le forze possibili e immaginabili. E' qualcosa di terribile, penso alle mie nipotine e alle nipotine/i nipotini di tutto il globo, questa è una cosa mondiale, non riguarda solo il sud-America. Bisogna fare presto. :emoji_slight_frown::emoji_slight_frown::emoji_slight_frown:
 
Back
Alto