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Notizia del 22/09/2009 - 14:30
"Caro Flavio ti hanno fregato"
Giancarlo Minardi commenta la sentenza Fia sull'affaire Renault: "Usati due pesi e due misure. Piquet se l'è cavata come se nulla fosse solo perché ha confessato. Per vendetta". Partecipa anche tu al sondaggio: sentenza giusta o regolamento di conti.
RAVENNA - Una sentenza pesante, un solo colpevole in un processo con molti protagonisti, documenti segreti e una giustizia che lascia dubbi e perplessità. Dal Consiglio mondiale della Fia, riunitosi ieri sullo scandalo Renault, l'unico a pagarne le conseguenze, e pesantemente, è Flavio Briatore, reo di aver pianificato a tavolino l'incidente di Piquet nel Gran premio di Singapore dello scorso anno, per favorire la vittoria dello spagnolo Alonso.
Una sentenza-stangata che punisce la mente del gesto pericoloso e antisportivo, e con una pacca sulla spalla, ammonisce il responsabile materiale (Piquet) e la proprietà del team. Una responso che non può non far discutere, considerando tra le altre cose, che il danno maggiore da quella disgraziata decisione, l'ha subito la Ferrari, che perdendo il mondiale scorso per un punto, non potrà comunque presentare ricorso vista la scadenza dei termini, fissata per il 30 novembre 2008.
Giancarlo Minardi, un suo commento sulla sentenza del Consiglio mondiale della Fia sul caso Renault.
"Difficile giudicare traendo informazioni solo da giornali e televisioni. E' un argomento molto complesso. Di certo sono stati usati due pesi e due misure, personalmente sono incredulo, sono state fatte cose molto strane. Su Briatore sono stati estremamenti pesanti e alla fine paga dazio solo ed esclusivamente lui.
Anche se non si può paragonare il calcio alla Formula 1, perché l'esclusione di un team è una decisione molto pesante, a suo tempo su episodi simili furono prese altre decisioni. Fatto sta che per Briatore c'è stata una decisione severa e invece morbida per gli altri componenti.
Piquet, autore materiale dell'incidente, ha confessato dopo un anno solo perché non gli hanno rinnovato il contratto, e per questo non è stato punito con lo stesso metro di giudizio. E' un po' come se uno commette un omicidio, dopo un anno lo confessa e non viene ritenuto responsabile in virtù della sua ammissione di colpevolezza.
Come è stato possibile non sentenziare una responsabilità oggettiva della Renault?
"Davvero difficile capirlo. La cosa dubito finisca qui con questa immagine negativa che ora c'è all'esterno. Mi dispiace per Briatore, credo che possa ricorrere al Tribunale sportivo o anche attraverso la giustizia normale. Bisogna vedere se è vero che la Fia ha in mano questi documenti segreti che qualcuno sbandiera. E' una situazione molto complessa".
Quanto in questa sentenza c'è dell'affaire Fia-Fota?
"Indubbio. Se uno segue gli eventi degli ultimi mesi è chiaro che emerge una battaglia ancora in corso tra Fia e Fota. Mosley dimostra che quel che vuole lo sta ottenendo coi risultati: la Bmw si è ritirata, la Toyota sta rivedendo i suoi piani di sviluppo e Briatore è stato fatto fuori da questa sentenza".
Che tipo è Briatore? E' davvero una persona sospetta come ne è uscito da questa sentenza o magari è vittima delle sue caratteristiche.
"Briatore è entrato nella Formula 1 nel 1988 quando era già grande, non è entrato propriamente per la passione per l'automobilismo e questo forse è uno dei motivi per cui ha avuto tanto successo. Faccio veramente fatica ad immaginare che abbia compiuto una cosa così. Mi trovo perplesso, nei miei 21 anni di Formula 1 non ho mai visto una cosa simile, è vero che si viaggia al limite dei regolamenti ma questa sarebbe davvero stravolgente".
