Come ho detto, bisogna distinguere tra
- precisione della misura dello strumento della percentuale di alcool nell'alito
- relazione tra alcool nell'alito e alcool nel sangue
- influenza dell'alcool nel sangue sul comportamento del soggetto.
La prima e' elevatissima, con precisioni da laboratorio che possono essere anche nell'ordine della singola ppm.
La seconda e' variabile da individuo a individuo entro livelli anche piuttosto ampi.
La terza e' assolutamente variabile e non misurabile.
Ci sono individui che riescono a essere perfettamente funzionali e coordinati a livelli ai quali altri individui sono ridotti a non riuscire a deambulare correttamente, e ci sono limiti legali di alcolemia che sulla quasi totalita' dei soggetti (esclusi ossia gli astemi) producono un'alterazione di coordinamento e percezione di gran lunga inferiori a quelli causati da un comune raffreddore o da una giornata pesante al lavoro, o da una notte in bianco.
Le cacce alle streghe non han portato mai a nulla di buono.
E i risultati di quella in corso sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. Padri di famiglia coscienziosi e responsabili con la vita rovinata (patente ritirata, sentenze di reclusione, iscrizione coatta a corsi di disintossicazione come fossero alcolizzati o drogati) per un bicchiere al ristorante, e i soliti delinquenti strafatti e marci che ammazzano e si ammazzano indisturbati ogni weekend.
