<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Ebbravi ...zitti zitti (aiuti a PSA) | Il Forum di Quattroruote

Ebbravi ...zitti zitti (aiuti a PSA)

...si son fatti seminazionalizzare e si son fatti dare aiuti di stato.
Stavano peggio del previsto :shock: allora:
Entrata dello stato e del sindacato nel cda
Garanzie statali sulle obbligazioni
Linea di credito e liquidità di 11 miliardi di ? finanziata da soldi pubblici.

Di macchine non è che ne sapessero fare granche ma così è veramente una roba da paura ...

Avrete capito di chi stiam parlando...della rivale " privata " del produttore francese a partecipazione statale "storica".
 
:shock: mi era sfuggito
ecco un articolo del Sole, abbastanza chiaro
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-24/hollande-soccorso-peugeot-064112.shtml?uuid=Ab9DsCwG

Accordo raggiunto tra Governo e Psa (Peugeot-Citroen) sull'intervento pubblico a sostegno della banca captive del gruppo, Banque Psa Finance. L'intesa verrà ufficialmente presentata oggi, ma i punti principali sono già noti: il pool di banche finanziatrici (una trentina) si impegna a riscadenziare, di un paio d'anni, circa 4 miliardi di esposizione della Bpf e a fornire alla banca nuovi crediti per 1,1-1,5 miliardi; lo Stato, dal canto suo, fornirà garanzie per consentire a Bpf di aprire line di credito per altri 5 miliardi nei prossimi tre anni (cifra che potrebbe salire, in caso di necessità, a 7 miliardi).
Il Governo e il costruttore hanno dovuto fare molto in fretta. Oggi Psa annuncerà i risultati del terzo trimestre e le prospettive per il quarto, con notizie tutt'altro che rassicuranti. Il timore è che queste cifre possano avere un impatto sul rating del gruppo e di conseguenza su quello della sua banca, che rischia quindi di doversi rifinanziare sul mercato a tassi troppo alti per poter essere competitiva nella concessione di prestiti a clienti e concessionari. Innescando una spirale negativa destinata a ripercuotersi sulle vendite e sugli stock.
Va ricordato che se le banche captive sono cruciali per tutti i gruppi automobilistici (e non solo), questo è particolarmente vero per Psa, che ha chiuso il primo semestre con un risultato operativo positivo (di soli 4 milioni) grazie ai 271 milioni arrivati proprio da Bpf.
In cambio, il Governo avrebbe chiesto e ottenuto da Psa un ritocco del piano di ristrutturazione (che prevede la chiusura dello stabilimento di Aulnay e il taglio di 8mila addetti). Il ministro del Rilancio produttivo, Arnaud Montebourg, ha parlato di «qualche centinaio di posti di lavoro salvaguardati». Ci sarà inoltre una modifica della governance del gruppo (controllato dalla famiglia Peugeot con General Motors al 7%) in modo da far entrare nel consiglio di sorveglianza un rappresentante dei dipendenti e un indipendente incaricato di fare da ufficiale di collegamento tra la società e lo Stato. L'obiettivo del Governo è insomma quello di controllare e possibilmente influenzare le scelte strategiche del gruppo pur senza esserne azionista. Un'anomalia assoluta
Non è inoltre scontato che la strada dell'accordo sia tutta in discesa. Perché le garanzie pubbliche dovranno essere votate in Parlamento e perché, come ha già sottolineato Il Sole giovedì scorso, assomigliano molto a un aiuto (mascherato) di Stato. E infatti, ancora prima di diventare ufficiale, l'intesa è già entrata nel mirino del presidente della Cdu della Bassa Sassonia, David McAllister, che siede nel consiglio di sorveglianza di Volkswagen in nome della quota (20%) detenuta dal Land. «Volkswagen e la Bassa Sassonia - ha detto all'agenzia di stampa Bloomberg - valutano questo intervento in modo molto critico. Anche perché non contribuisce in alcun modo ad affrontare e risolvere i problemi che molti Paesi europei hanno con la loro industria automobilistica». Non è cioè escluso un ricorso alla Commissione europea da parte del gruppo tedesco, anche se è probabile che su questa vicenda Berlino opti per una posizione più morbida, a maggior ragione dopo aver fatto naufragare l'alleanza Eads-Bae.
L'intervento a favore di Psa si inserisce in uno scenario che proprio con Montebourg vede riemergere il protezionismo francese (che Parigi preferisce chiamare patriottismo economico). Venerdì il ministro è apparso sulla copertina del magazine del quotidiano Le Parisien con una maglia alla marinara dell'azienda bretone Armor Lux (paradossalmente la stessa che ha realizzato le t-shirt promozionali della campagna elettorale di Sarkozy), invitando a comprare francese. E lunedì ha accusato la Wto, guidata dal francese Pascal Lamy, di promuovere «una politica di libero scambio colpevole di aver creato squilibri scandalosi e distrutto centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa». Accuse alle quali ha seccamente risposto il commissario europeo al Commercio Karel De Gucht (che ha respinto il ricorso di Parigi sulle auto coreane), invitando la Francia a riflettere sul suo costo del lavoro e sulle conseguenze delle 35 ore
Il Sole 24 Ore - Marco Moussanet
 
Se solo nel bel paese si riuscissero a gestire/indirizzare le (tante) risorse economiche come accade (accaduto) con altri ... "saremmo a cavallo" ...
Ma d'altronde si sa che qui i "cavalieri" oltre ad essere in pochi, sono anche molto poco "cavallereschi"!
 
Mauro 65 ha scritto:
:shock: mi era sfuggito
ecco un articolo del Sole, abbastanza chiaro
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-24/hollande-soccorso-peugeot-064112.shtml?uuid=Ab9DsCwG

Accordo raggiunto tra Governo e Psa (Peugeot-Citroen) sull'intervento pubblico a sostegno della banca captive del gruppo, Banque Psa Finance. L'intesa verrà ufficialmente presentata oggi, ma i punti principali sono già noti: il pool di banche finanziatrici (una trentina) si impegna a riscadenziare, di un paio d'anni, circa 4 miliardi di esposizione della Bpf e a fornire alla banca nuovi crediti per 1,1-1,5 miliardi; lo Stato, dal canto suo, fornirà garanzie per consentire a Bpf di aprire line di credito per altri 5 miliardi nei prossimi tre anni (cifra che potrebbe salire, in caso di necessità, a 7 miliardi).
Il Governo e il costruttore hanno dovuto fare molto in fretta. Oggi Psa annuncerà i risultati del terzo trimestre e le prospettive per il quarto, con notizie tutt'altro che rassicuranti. Il timore è che queste cifre possano avere un impatto sul rating del gruppo e di conseguenza su quello della sua banca, che rischia quindi di doversi rifinanziare sul mercato a tassi troppo alti per poter essere competitiva nella concessione di prestiti a clienti e concessionari. Innescando una spirale negativa destinata a ripercuotersi sulle vendite e sugli stock.
Va ricordato che se le banche captive sono cruciali per tutti i gruppi automobilistici (e non solo), questo è particolarmente vero per Psa, che ha chiuso il primo semestre con un risultato operativo positivo (di soli 4 milioni) grazie ai 271 milioni arrivati proprio da Bpf.
In cambio, il Governo avrebbe chiesto e ottenuto da Psa un ritocco del piano di ristrutturazione (che prevede la chiusura dello stabilimento di Aulnay e il taglio di 8mila addetti). Il ministro del Rilancio produttivo, Arnaud Montebourg, ha parlato di «qualche centinaio di posti di lavoro salvaguardati». Ci sarà inoltre una modifica della governance del gruppo (controllato dalla famiglia Peugeot con General Motors al 7%) in modo da far entrare nel consiglio di sorveglianza un rappresentante dei dipendenti e un indipendente incaricato di fare da ufficiale di collegamento tra la società e lo Stato. L'obiettivo del Governo è insomma quello di controllare e possibilmente influenzare le scelte strategiche del gruppo pur senza esserne azionista. Un'anomalia assoluta
Non è inoltre scontato che la strada dell'accordo sia tutta in discesa. Perché le garanzie pubbliche dovranno essere votate in Parlamento e perché, come ha già sottolineato Il Sole giovedì scorso, assomigliano molto a un aiuto (mascherato) di Stato. E infatti, ancora prima di diventare ufficiale, l'intesa è già entrata nel mirino del presidente della Cdu della Bassa Sassonia, David McAllister, che siede nel consiglio di sorveglianza di Volkswagen in nome della quota (20%) detenuta dal Land. «Volkswagen e la Bassa Sassonia - ha detto all'agenzia di stampa Bloomberg - valutano questo intervento in modo molto critico. Anche perché non contribuisce in alcun modo ad affrontare e risolvere i problemi che molti Paesi europei hanno con la loro industria automobilistica». Non è cioè escluso un ricorso alla Commissione europea da parte del gruppo tedesco, anche se è probabile che su questa vicenda Berlino opti per una posizione più morbida, a maggior ragione dopo aver fatto naufragare l'alleanza Eads-Bae.
L'intervento a favore di Psa si inserisce in uno scenario che proprio con Montebourg vede riemergere il protezionismo francese (che Parigi preferisce chiamare patriottismo economico). Venerdì il ministro è apparso sulla copertina del magazine del quotidiano Le Parisien con una maglia alla marinara dell'azienda bretone Armor Lux (paradossalmente la stessa che ha realizzato le t-shirt promozionali della campagna elettorale di Sarkozy), invitando a comprare francese. E lunedì ha accusato la Wto, guidata dal francese Pascal Lamy, di promuovere «una politica di libero scambio colpevole di aver creato squilibri scandalosi e distrutto centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa». Accuse alle quali ha seccamente risposto il commissario europeo al Commercio Karel De Gucht (che ha respinto il ricorso di Parigi sulle auto coreane), invitando la Francia a riflettere sul suo costo del lavoro e sulle conseguenze delle 35 ore
Il Sole 24 Ore - Marco Moussanet

gli aiuti di stato tanto più se sfacciati e ad personam come questi sono vietati dal trattato UE artt. 87 88 89.
è ora di metterli di fronte alle proprie responsabiltà.
troppo facile scaricare perdite e inefficienze sulle tasse dei lavoratori.
e con questa la francia perde ogni credibilità residua sia sul piano industriale sia governativo ;)
 
capnord ha scritto:
Infatti, ma gli aiuti di stato non erano vietati? A noi rompono le balle e la Francia fà quel che gli pare?

stai tranquillo che se li davamo noi alla fiat (come si è fatto per 40 anni) avrebbero storto il naso... ;)
giustamente peraltro
 
si può vedere in due modi:

lo stato interviene salvaguardando posti di lavoro e sviluppo del proprio paese. Perchè alla fine è anche questo il suo scopo. Mettono dentro dei rappresentati sindacali e statali affinchè vigilino.

Secondo punto di vista: è una società privata e che quindi chiuda o porti il lavoro dove conviene di più. In barba a quanti possono avere un problema salariale. Si interviene con la cassa integrazione che paga comunuque lo stato senza avere nessun controllo o qualcosa in cambio.

A chi si scandalizza, vorrei ricordare il protezionismo nostrano per il gruppo Fiat, dalla notte dei tempi. Renault ha aiuti ma rende conto e lascia in lavoro anche in Francia. Da noi hanno preso i soldi e poi fanno come gli pare.

Da quanto so, anche in Germania i costruttori hanno una linea di credito agevolato.

Concorrenza sleale? Non saprei, vorrei anche vedere cosa avviene altrove (Asia) e capirne l'entità.
La realtà dei fatti è che c'è una guerra economica con relativa crisi senza precedenti. Ogni stato si regola diversamente ma hanno anche filosofie di diritto (nonchè storia) molto diverse gli uni dagli altri.
La peggiore, a mio vedere, è quella di non fare nulla e lasciare tutto in balia del mercato e la speculazione.

Settore dell'auto a parte, gli USA, qualche anno fa FALLIRONO.
Avete capito bene, andarono a zampe per l'aria.
Stamparono dollari e spostarono il problema qui da noi.
Spero non facciano la morale a nessuno, con le loro agenzie di rating che "non si ritengono responsabili" per le valutazioni. Sono solo consigli.
Peccato che alcuni titoli passarano da A++ a carta straccia in pochi giorni.
Mi fa specie il Sole che è un giornale di settore, che dia un informazione cosi circostanziata alla sola azione francese...Potrebbe paragonarla a quella italiana ? Tipo Alcoa? Fiat? e sai quante altre.
Da noi lo stato non sta tirando fuori un centesimo di aiuto per la crisi economica e andiamo a criticare i francesi...
Ci vuole fegato ragazzi!
 
quello che era la Fiat 30 anni fa sono PSA e Renault adesso...e non è che li tedeschi scherzano! Anche loro hanno l'aiutino....vorrei vedere senza STATO cosa sarebbero capaci di fare....almeno la Fiat ADESSO quello che fa (in Italia) lo fa da sola!
P.S. però gli aiuti statali li prendono in america,serbia e polonia....ma anche GM e Ford hanno lo stesso trattamento.
 
ottovalvole ha scritto:
quello che era la Fiat 30 anni fa sono PSA e Renault adesso...e non è che li tedeschi scherzano! Anche loro hanno l'aiutino....vorrei vedere senza STATO cosa sarebbero capaci di fare....almeno la Fiat ADESSO quello che fa (in Italia) lo fa da sola!
P.S. però gli aiuti statali li prendono in america,serbia e polonia....ma anche GM e Ford hanno lo stesso trattamento.
Forse PSA è come Fiat 30 anni orsono. Renault, visti i risultati di Nissan, è messa mooolto meglio..
 
capnord ha scritto:
Infatti, ma gli aiuti di stato non erano vietati? A noi rompono le balle e la Francia fà quel che gli pare?
in eurabia un pó tutti - soprattutto F e D) fanno quel he vogliono; siamo solo noi che seguiamo all lettera tutto. E pensiamo di essere i piú furbi.
 
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