<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> E poi ci lamentiamo che le aziende non investono in italia, diciamo grazie a.... | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

E poi ci lamentiamo che le aziende non investono in italia, diciamo grazie a....

Secondo me c'è un fattore che non si considera: il mancato rispetto reciproco tra dirigenti e operai. Pensiamo a come vive un operaio Fiat: accordi sempre più penalizzanti, spada di damocle della Cassa Integrazione che pende sulla testa, se non addirittura di un dirigente che continua a ventilare di portar tutto all'estero e via così, e nel contempo vedere i propri dirigenti prendersi premi milionari. Manca il rispetto per l'operaio da una parte e la voglia di "fregare" il capo dall'altra. Non c'è rispetto, e non solo in Fiat, lo porto come esempio perchè si parla di questo nel topic, ma ci sono moltissime altre realtà di questo tipo. Un tempo, quando c'era maggior rispetto reciproco, gli operai si sentivano ORGOGLISI di appartenere ad una determinata azienda, e davano tutto ciò che potevano per rendere e farla rendere al meglio. Fortunatamente, ci sono ancora realtà di questo tipo: dalle mie parti, in Veneto, le fabbriche funzionano in maniera un po' particolare; c'è la figura, come vene chiamata, del Paron (tradotto in italiano, il padrone), che gli operai rispettano, del quale hanno si una sorta di timore reverenziale, ma quasi tutti lo adorano, perchè è colui che da il lavoro, colui che va a controllare di persona gli oerai, che fa gli auguri a Natale con la stretta di mano, fa i complimenti quando l'azienda va bene. In questi casi, l'operaio si sente parte della ditta, è consapevole del suo ruolo, e dà il massimo per farlo bene, e, soprattutto, mai gli verrebbe in mente di giocae brutti scherzi a chi gli da lavoro. Non parlo solo di aziende piccole, uno di questi "paroni", è tale Renzo Rosso, della Diesel.
 
renatom ha scritto:
Una curiosità. Tu, in un'azienda italiana, ci hai mai lavorato?

Io lavoro in una azienda italiana di nome e di fatto e l'ambiente è del tipo che ha descritto edoMC quindi io non mi posso lamentare. Il problema nasce quando le aziende sonno troppo grandi e "l'ordine" è delegato a figure che se ne approfittano del potere dato e fanno i re del quartierino anche se sono dipendenti dell'azienda. Negli altri paesi saranno gli operai stessi a non andare bene, sia per abitudini sia per intelligenza ma noi che che ci reputiamo al di sopra di certi paesi usiamo questa "dote" per fregarci a vicenda. Un po' come una nota pubblicità "la potenza è nulla senza il controllo".
 
hpx ha scritto:
renatom ha scritto:
Una curiosità. Tu, in un'azienda italiana, ci hai mai lavorato?

Io lavoro in una azienda italiana di nome e di fatto e l'ambiente è del tipo che ha descritto edoMC quindi io non mi posso lamentare. Il problema nasce quando le aziende sonno troppo grandi e "l'ordine" è delegato a figure che se ne approfittano del potere dato e fanno i re del quartierino anche se sono dipendenti dell'azienda. Negli altri paesi saranno gli operai stessi a non andare bene, sia per abitudini sia per intelligenza ma noi che che ci reputiamo al di sopra di certi paesi usiamo questa "dote" per fregarci a vicenda. Un po' come una nota pubblicità "la potenza è nulla senza il controllo".

E allora perché, reputi che l'onestà degli operai italiani sia un problema? Ritorno sempre al post di apertura perché è la tesi che hai espresso lì che contesto
 
renatom ha scritto:
E allora perché, reputi che l'onestà degli operai italiani sia un problema? Ritorno sempre al post di apertura perché è la tesi che hai espresso lì che contesto

Di alcuni non di tutti leggi bene il senso del titolo del topic. Ma al contrario di altri paesi nel nostro certe abitudini fanno parte della quotidianità tanto da non fare notizia. Infatti l'articolo è passato inosservato e al più anche chi l'ha letto non ha trovato niente di nuovo. Infatti quando scoppiò lo scandalo in Bmw, le dichiarazioni della casa furono che su 31mila dipendenti (dello stablimento incriminato) qualche mela marcia ci può essere. Adesso ti chiedo, puoi mettere la mano sul fuoco che questa affermazione la si può applicare anche negli stablimenti italiani del gruppo Fiat ? Io no. Purtroppo queste cose come molte altre, tipo il nostro sistema sindacale, pesano sulla scelta di una azienda che vuole investire in italia. Esempio : un mio amico lavora per una azienda che ha la sede principale in Brianza e quella distaccata più piccola in svizzera. Beh con la "scusa" della crisi a chiuso quella brianzola (Sede) per ristrutturare ed espandere, quindi assumere, quella oltre confine lasciando agli oprerai la decisione di seguire l'azienda oppure licenziarsi. Secondo te su 50 persone quanti hanno deciso di seguire l'azienda ?. Lui e pochi altri si alzano alle 5 del mattino mettendo l'auto in condivisione per abbattere le spese per raggiungere il posto di lavoro, pur di non perderlo.

Leggi attentamente le prime righe di questo articolo ne primo ne ultimo di questo mal costume.

http://www.inforza.it/ancora-furti-di-pezzi-di-ricambio-alla-fiat-sata-di-melfi/

Si parla perfino di tregua, ma che siamo in guerra?
 
hpx ha scritto:
...non sono leggende, casomai è proprio il contrario...
Lo sono eccome.
Mi riferisco, ovviamente, alle leggende secondo cui l'italiano (o il francese o il tedesco o l'autonomo o il dipendente o il nordico o il meridionale...) avrebbe delle innate caratteristiche intrinseche che lo renderebbero automaticamente più (o meno) furbo o onesto o bugiardo o pulito o sincero o disciplinato ecc. ecc.

In realtà siamo tutti pressoché uguali, molto meno diversi e unici di quanto ci piaccia pensare. L'unica distinzione corretta che si può fare, caso mai, è quella tra coloro che si comportano in maniera sostanzialmente onesta ed educata nei confronti del prossimo e coloro che invece non lo fanno, ben sapendo che i rappresentanti di entrambe le categorie sono presenti ovunque, mescolati agli altri, in qualsivoglia contesto geografico o sociale.

Talune differenze tra una nazione ed un'altra potranno essere dovute, piuttosto, alle abitudini, alle tradizioni culturali e così via, ma si tratta di differenze NON legate alle singole persone in quanto tali e comunque sempre meno vistose con il passare del tempo.
 
marimasse ha scritto:
hpx ha scritto:
...non sono leggende, casomai è proprio il contrario...
Lo sono eccome.
Mi riferisco, ovviamente, alle leggende secondo cui l'italiano (o il francese o il tedesco o l'autonomo o il dipendente o il nordico o il meridionale...) avrebbe delle innate caratteristiche intrinseche che lo renderebbero automaticamente più (o meno) furbo o onesto o bugiardo o pulito o sincero o disciplinato ecc. ecc.

In realtà siamo tutti pressoché uguali, molto meno diversi e unici di quanto ci piaccia pensare. L'unica distinzione corretta che si può fare, caso mai, è quella tra coloro che si comportano in maniera sostanzialmente onesta ed educata nei confronti del prossimo e coloro che invece non lo fanno, ben sapendo che i rappresentanti di entrambe le categorie sono presenti ovunque, mescolati agli altri, in qualsivoglia contesto geografico o sociale.

Talune differenze tra una nazione ed un'altra potranno essere dovute, piuttosto, alle abitudini, alle tradizioni culturali e così via, ma si tratta di differenze NON legate alle singole persone in quanto tali e comunque sempre meno vistose con il passare del tempo.

Le differenze vere, quelle fondamentali voglio dire,
sono fra le genti con senso dello Stato o meno....
 
marimasse ha scritto:
hpx ha scritto:
...non sono leggende, casomai è proprio il contrario...
Lo sono eccome.
Mi riferisco, ovviamente, alle leggende secondo cui l'italiano (o il francese o il tedesco o l'autonomo o il dipendente o il nordico o il meridionale...) avrebbe delle innate caratteristiche intrinseche che lo renderebbero automaticamente più (o meno) furbo o onesto o bugiardo o pulito o sincero o disciplinato ecc. ecc.

In realtà siamo tutti pressoché uguali, molto meno diversi e unici di quanto ci piaccia pensare. L'unica distinzione corretta che si può fare, caso mai, è quella tra coloro che si comportano in maniera sostanzialmente onesta ed educata nei confronti del prossimo e coloro che invece non lo fanno, ben sapendo che i rappresentanti di entrambe le categorie sono presenti ovunque, mescolati agli altri, in qualsivoglia contesto geografico o sociale.

Talune differenze tra una nazione ed un'altra potranno essere dovute, piuttosto, alle abitudini, alle tradizioni culturali e così via, ma si tratta di differenze NON legate alle singole persone in quanto tali e comunque sempre meno vistose con il passare del tempo.

Detto questo è come dire detto niente. Non ho mai sollevato la problematica che sia una questione di "razza" o nazione ( giapponese, italiano , tedesco, ecc ecc) o almeno in quel senso, quindi non vedo cosa c'entra. Hai centrato l'obbiettivo solo alle fine, beh dopo averle dette tutte, mi sembrava scontato che mi riferivo alla cultura e alla mentalità, che spesso però coincide con una regione geografica o un'intera nazione, e qui di leggende non ce ne sono mi spiace per te. Di esempi te ne posso riferire a dozzine, e non per sentito dire, dove l'impiego di una manodopera numerosa i fattori culturali e la zona geografica ne preclude il rendimento. Poi se vogliamo fare i sindacalisti tutti amici tutti fratelli perché così si deve fare è un conto, ma la storia ne racconta una diversa di realtà. Ormai le aziende se ne infischiano del siamo tutti uguali, che non siamo. Come l'Enel ha introdotto test di ingresso aggiuntivi per chi arriva da certe università, come in Finlandia vogliono sapere le tue preferenze alcoliche, come, più in generale, si preferisce assumere extra comunitari perché lavorano senza storie ( ovvio se no tornano al loro paese), si accontentano, e tutto in barba ai diritti sindacali di base che sulla carta sono rispettati ma poi ciccia. Questo aspetto come molti altri non meno importanti influiscono e non poco sulle scelte di una azienda.
 
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