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DR Automobiles, indaga l'Antitrust: "Auto pubblicizzate come italiane, ma sono cinesi"

Diciamo che hanno un pochino insistito troppo su "una storia italiana".
C'è da dire che la provenienza era nota a tutti meno che a qualcuno totalmente inesperto (p.e. un conoscente pensava che la dr0 montasse il motore Citroen solo perché il concessionario dove l'aveva comprata pubblicizzava solo il marchio più vecchio), .

https://www.agcm.it/media/comunicati-stampa/2023/10/PS12638
 
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era nota a tutti
mica tanto, chi non è interessato alle auto, se non come "strumento" per muoversi e magari farsi vedere, non ha la minima idea di dove siano prodotte.
Legge DR italiana, le auto sono fatte in Italia.

Ho visto in errore, di persona, quarantenni che in fatto di tecnologia ne sanno una più del diavolo. :(
 
mica tanto, chi non è interessato alle auto, se non come "strumento" per muoversi e magari farsi vedere, non ha la minima idea di dove siano prodotte.
Legge DR italiana, le auto sono fatte in Italia.

Ho visto in errore, di persona, quarantenni che in fatto di tecnologia ne sanno una più del diavolo. :(
Vero, però poi si dovrebbero iniziare a fare le pulci alle altre aziende che ti aspetti siano italiane e producono in Turchia o ti aspetti siano francesi e producono in Marocco. Senza dimenticare che comunque gran parte dei pezzi usati sono cinesi come visto durante il blocco del 2020.
 
Ma il problema non è dove fai l'auto ma dove dichiari di costruirla.
Se nella pubblicità o nel sito DR scrive che le auto sono interamente costruite in Italia è pubblicità ingannevole perchè in realtà solo l'end-line è in Molise non tutto il processo.
Mica citano Toyota perchè fa le Yaris in Francia o in Rep.Ceca anzichè in Giappone..
 
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato mette sotto la lente la DR Automobiles srl dell’imprenditore Massimo Di Risio: stando all’Antitrust, che ha avviato un’istruttoria, l'azienda molisana ometterebbe il luogo di costruzione delle proprie auto (la Cina) arrivando, in alcuni casi, a parlare di auto "interamente prodotte in Italia". L'azione vede coinvolto un secondo brand del gruppo, EVO, più orientato al low cost.

Non si parla di Cina. I funzionari dell'Autorità hanno già effettuato delle ispezioni presso la sede della DR Automobiles (a Macchia d'Isernia), anche con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. Conciso il comunicato dell'Autorità, per cui l'azienda "rappresenterebbe in modo non corretto le informazioni che riguardano il luogo di produzione degli autoveicoli a marchio DR ed EVO". Di più: "In alcuni casi, ometterebbe informazioni rilevanti sull’origine dei veicoli, lasciando intendere che siano prodotti interamente in Italia, mentre si tratterebbe di produzioni cinesi".

Il problema è la promozione. Il gruppo molisano, che ultimamente ha conosciuto un enorme successo di vendite, importa notoriamente componenti e vetture provenienti dal Paese asiatico (in particolare dei gruppi Chery, Jac, Baic) commercializzandoli tramite i propri brand (oltre a DR ed EVO, anche Sportequipe e ICKX), ma per il Garante non è quello il problema: semmai, le "possibili condotte illecite, in violazione delle norme del Codice del Consumo", starebbero nella comunicazione e nella promozione di tali prodotti, "sia sul sito internet aziendale, sia in campagne pubblicitarie online e sui mass media". Una questione, in buona sostanza, di marketing.

https://www.quattroruote.it/news/in...izzate_come_100_italiane_ma_sono_cinesi_.html

Effettivamente un po' di confusione c'è ancora, soprattutto fra chi non si informa sulle riviste specializzate ad es.
 
Vero che il problema è la promozione, ma quando i grandi marchi hanno delocalizzato all'improvviso non hanno di certo messo il bando. L'esempio tipico è la 500 che è sempre stata vista come prodotto dell'italianità in quanto 500, ma prodotta all'estero. Quando lo scoprì ci rimasi molto male. Pure peggio quando la 500L prodotta in Europa aveva pezzi cinesi non solo elettronici.
 
Non c'entra nulla. La 500 era (è) ingegnerizzata in Italia, progettata con stilemi europei e realizzata in stabilimenti europei o italiani, mentre la componentistica è di origine internazionale (citofonare WTO nel caso non fosse chiaro in quale tipo di mondo ci hanno proiettato..).

Le DR sono auto in tutto e per tutto cinesi, con un marchio diverso appiccicato su alla bell'e meglio e quattro mostrine in croce. Non sto discutendo sulla qualità o altro, ma su un dato di fatto. Sono auto "made in China" dalla A alla Z.

Fossero anche assemblate totalmente in Italia, da pezzi singoli come si usava fare negli anni '60 con le varie CKD in giro per il mondo (o le "su licenza" come le Dauphine Alfa Romeo), sempre cinesi rimarrebbero.
 
Il problema è il marketing attuato da DR. Se fai intendere che le auto sono prodotte in Italia, se lo slogan è "una storia italiana", se pubblichi un immagine dove fai vedere un designer italiano che disegna su carta la linea della dr5.0, allora per quanto mi riguarda stai ingannando i tuoi clienti. Non c'è nessun problema ad importare auto cinesi, Koelliker lo faceva per le coreane, ma Koelliker non le ha mai spacciate per italiane, ne tantomeno un ministro è mai andato alla Koelliker di Milano a dire che "produrre auto a Milano vale doppio"
 
DR Motor, marchio inventato nel 2006 dall’imprenditore Massimo Di Risio che assembla componenti e motori forniti dai cinesi della Chery, nel suo piccolo ha fatto un risultato grande con cinque modelli: 24.481 unità vendute contro le 8.362 del 2021 (+192.76%). Per spiegare il successo, dedicando uno spot televisivo ai clienti “Grazie Italia” con musica e immagini tradizionali quanto d’impatto, Di Risio, però, non parla mai di low cost nelle sue interviste ma di “prezzi competitivi”, oltre che - come tutti - di qualità, tecnologia e design dei propri prodotti. Nel frattempo, la B-Suv DR 4.0 è salita al 31esimo posto nella classifica delle Top 50 più vendute. (Fonte Quattroruote).

P.S. Citazione sopra solo per evidenziare le vendite esplosive del gruppo ed è probabile che molti acquirenti pensavano pure di stare comprando un prodotto 100% made in Italy.
 
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Il problema vero non è dove costruisci un auto, soprattutto per auto low-cost che siano assemblate in Cina o in Europa cambia poco. Il problema è dove le auto sono “pensate” e per quale mercato. Le DR sono auto cinesi per i cinesi e questo anche vedendo le lamentele di molti acquirenti è chiaro a pochi.
 
Io direi che ogni cosa deve essere contestualizzata. Dr, insieme con Pagani, sono le uniche aziende automobilistiche che pagano le tasse in Italia. Fca aveva la sede legale in Olanda e lì pagava le tasse; Stellantis (compresa Ferrari) arricchisce le casse francesi...
 
Fca aveva la sede legale in Olanda e lì pagava le tasse; Stellantis (compresa Ferrari) arricchisce le casse francesi...

Sicuramente, ma chi lavora in Italia nei suoi stabilimenti, le tasse a chi le paga? Qui in DR la forza lavoro non è certo rapportata alla mole di auto che vendono, dato che si limitano a cambiare (forse) qualche dettaglio.

Ad ogni modo la comunicazione andrebbe cambiata, sono auto 100% cinesi, a parte il motore, che a volte, come per la neonata Cirelli, altra casa italiana che vende auto made in China, sono Mitsubishi.
 
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Ho però poche aspettative che risolvano la cosa, o cambino comunicazione in modo chiaro. Ad es. una nota azienda che commercializza arredi per salotti e fa pubblicità in ogni dove che finiscono per lo più con un "termina domenica", dopo essere stata ripetutamente multata per pubblicità ingannevole, adesso che fa? A me sembra quello che ha sempre fatto prima. Unico cambiamento che hanno fatto, ma che penso nessuno abbia notato è che chi li assembla adesso non è più un artigiano, ma un maestro.:emoji_blush:
 
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