Allora, cosa si rischia in caso di lavoro "dipendente" pagato tramite fattura?
Grazie
Grazie
erbyncazzato ha scritto:Yggdrasill ha scritto:Allora, cosa si rischia in caso di lavoro "dipendente" pagato tramite fattura?
Grazie
niente ....nessuno vieta di fornire dipendenti a varie aziende.
basta far la fattura...
acleMl270cdi ha scritto:E tu che c'entri? Ha chiesto consiglio a commercialisti, mica a professionisti dei vari forum
Yggdrasill ha scritto:Allora, mi spiego meglio.
Il figlio di un mio ex collega sta iniziando a lavorare in uno studio professionale (circa 9 ore al giorno tutti i giorni), piccolo problema non lo assumono ma lo pagano a fattura mensile (ha la partita iva ovviamente). Ora a parte che, almeno nel mio ambiente, è prassi comune questo tipo di pagamento, in teoria da quel che ricordo non sarebbe legale in quanto il lavoro "continuativo" non può essere retribuito tramite fattura.
Ora il mio ex collega mi ha chiesto se ci sono dei rischi se malauguratamente a qualcuno tornasse in mente che l'italia non è solo un'espressione geografica ma uno stato con le sue leggi che in teoria dovrebbero essere rispettate..![]()
Mauro965 ha scritto:Il lavoro continuativo può essere retribuito anche "a mezzo fattura", anche di importo e frazionamento temporale costante.
La discriminante tra liceità ed illiceità non sta nella continuatività, ma nella tipologia delle prestazioni svolte e nella natura concreta del rapporto instaurato.
Nel caso di incongruenza tra forma e sostanza contrattuale, usualmente il prestatore d'opera / di servizi viene considerato "parte debole" ed i guai li passa il committente.
Tuttavia, la richiesta di attribuzione di "partita iva" è un atto unilaterale, pure di data certa, che sottende una forte dichiarazione di volontà, e come tale difficilmente contestabile dagli organi ispettivi.
Detto questo, andrebbe valutato il settore professionale cui ti riferisci, quando ci segnali che questa forma è prassi comune "nel tuo ambiente".
Lamps
GuguLeo ha scritto:++++
avevo in mente situazioni dove la forte dichiarazione di volontà d'indipendenza si scontra con la natura dell'incarico, fortemente soggetto ad opera di supervisione e controllo pressoché incondizionato da parte del committente, nel qual caso diventa un po' delicato sostenere l'ipotesi della libera organizzazione del lavoro tipica di chi lavora in proprio.
++++
Mauro965 ha scritto:Ti faccio un esempio: il commercialista che fattura un tot al mese per prestazioni continuative ad un'associazione di categoria, con un contratto fatto in un modo ma di fatto un orario fisso ?![]()
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Mauro965 ha scritto:In realtà, in un mondo come l'attuale, soprattutto nell'area dei servizi, è facile che siano richieste contemporaneamente tanto una elevata preparazione e competenza professionale (che farebbe propendere per la tesi del lavoro autonomo) quanto un organico e coordinato inserimento (rapporto potenzialmente subordinato) in una struttura complessa responsabile finale della prestazione globalmente erogata.
Pensiamo ad uno studio di consulenza giuridico - economica alle imprese;
oppure ad una società di engineering;
oppure ad un'impresa che progetta, collauda ed implementa servizi informatici "complessi" ...
GuguLeo ha scritto:a me sembrerebbe ovvio che l'elevata preparazione e competenza professionale non può essere discriminante per la valutazione del lavoro autonomo...
GuidoP - 3 giorni fa
quicktake - 2 anni fa
Suby01 - 2 mesi fa