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Domanda per commercialisti

pian e ben

un conto sono i contratti di somministrazione di mano d'opera (sostanzialmente gli interinali)
qui ci vuole una serie di autorizzazioni "pesanti"

un altro conto è il distacco di personale (no autorizzazioni, ma un filino di "burocrazia")

altro ancora è il contratto di appalto

dipende poi dalla natura delle prestazioni

il mondo è complesso

p.s. dimenticavo, poi c'è tutto il mondo delle prestazioni subordinate mascherate da prestazioni autonome :-/
 
Allora, mi spiego meglio.
Il figlio di un mio ex collega sta iniziando a lavorare in uno studio professionale (circa 9 ore al giorno tutti i giorni), piccolo problema non lo assumono ma lo pagano a fattura mensile (ha la partita iva ovviamente). Ora a parte che, almeno nel mio ambiente, è prassi comune questo tipo di pagamento, in teoria da quel che ricordo non sarebbe legale in quanto il lavoro "continuativo" non può essere retribuito tramite fattura.
Ora il mio ex collega mi ha chiesto se ci sono dei rischi se malauguratamente a qualcuno tornasse in mente che l'italia non è solo un'espressione geografica ma uno stato con le sue leggi che in teoria dovrebbero essere rispettate.. :D
 
Yggdrasill ha scritto:
Allora, mi spiego meglio.
Il figlio di un mio ex collega sta iniziando a lavorare in uno studio professionale (circa 9 ore al giorno tutti i giorni), piccolo problema non lo assumono ma lo pagano a fattura mensile (ha la partita iva ovviamente). Ora a parte che, almeno nel mio ambiente, è prassi comune questo tipo di pagamento, in teoria da quel che ricordo non sarebbe legale in quanto il lavoro "continuativo" non può essere retribuito tramite fattura.
Ora il mio ex collega mi ha chiesto se ci sono dei rischi se malauguratamente a qualcuno tornasse in mente che l'italia non è solo un'espressione geografica ma uno stato con le sue leggi che in teoria dovrebbero essere rispettate.. :D

Secondo me (non sono però commercialista/consulente del lavoro, quindi prendi le mie parole con tutte le pinze possibili) non lo pagheranno davvero con fattura mensile, ma si faranno fare fatture un po' "a caso" sia come date che come importi, usando ovviamente duemila scuse diverse e contando sul rapporto di "amicizia" con il "collaboratore". Se non lo fanno, rischiano che dopo qualche tempo, al ragazzo salti lo sghiribizzo di intentare causa per farsi riconoscere lo status di lavoratore subordinato e quindi, interrompendo il rapporto di lavoro, farsi riconoscere come dipendente a tutti gli effetti, con richiesta di arretrati dei contributi e del TFR...
 
Il lavoro continuativo può essere retribuito anche "a mezzo fattura", anche di importo e frazionamento temporale costante.

La discriminante tra liceità ed illiceità non sta nella continuatività, ma nella tipologia delle prestazioni svolte e nella natura concreta del rapporto instaurato.

Nel caso di incongruenza tra forma e sostanza contrattuale, usualmente il prestatore d'opera / di servizi viene considerato "parte debole" ed i guai li passa il committente.

Tuttavia, la richiesta di attribuzione di "partita iva" è un atto unilaterale, pure di data certa, che sottende una forte dichiarazione di volontà, e come tale difficilmente contestabile dagli organi ispettivi.

Detto questo, andrebbe valutato il settore professionale cui ti riferisci, quando ci segnali che questa forma è prassi comune "nel tuo ambiente".

Lamps
 
Mauro965 ha scritto:
Il lavoro continuativo può essere retribuito anche "a mezzo fattura", anche di importo e frazionamento temporale costante.

La discriminante tra liceità ed illiceità non sta nella continuatività, ma nella tipologia delle prestazioni svolte e nella natura concreta del rapporto instaurato.

Nel caso di incongruenza tra forma e sostanza contrattuale, usualmente il prestatore d'opera / di servizi viene considerato "parte debole" ed i guai li passa il committente.

Tuttavia, la richiesta di attribuzione di "partita iva" è un atto unilaterale, pure di data certa, che sottende una forte dichiarazione di volontà, e come tale difficilmente contestabile dagli organi ispettivi.

Detto questo, andrebbe valutato il settore professionale cui ti riferisci, quando ci segnali che questa forma è prassi comune "nel tuo ambiente".

Lamps

Hai ragione. Il fatto è che avevo in mente situazioni dove la forte dichiarazione di volontà d'indipendenza si scontra con la natura dell'incarico, fortemente soggetto ad opera di supervisione e controllo pressoché incondizionato da parte del committente, nel qual caso diventa un po' delicato sostenere l'ipotesi della libera organizzazione del lavoro tipica di chi lavora in proprio. Mi sembra in ogni caso un'opzione sconsigliabile o da adottare solo per un breve periodo.

Porto avanti la discussione solo per curiosità personale, non perché abbia informazioni certe al riguardo. Ciao!
 
GuguLeo ha scritto:
++++
avevo in mente situazioni dove la forte dichiarazione di volontà d'indipendenza si scontra con la natura dell'incarico, fortemente soggetto ad opera di supervisione e controllo pressoché incondizionato da parte del committente, nel qual caso diventa un po' delicato sostenere l'ipotesi della libera organizzazione del lavoro tipica di chi lavora in proprio.
++++

bingo! :D

a prescindere da situazioni evidentemente insostenibili (es. il cameriere a fattura ...) bisogna valutare con molta razionalità caso per caso.

Ti faccio un esempio: il commercialista che fattura un tot al mese per prestazioni continuative ad un'associazione di categoria, con un contratto fatto in un modo ma di fatto un orario fisso ? :D :D

P.S. a scanso di equivoci, trattasi di periodo ampiamente prescritto 8)

P.S. - II: e qui ho pure complicato il tema introducendo la questione della "licenza professionale"
 
In realtà, in un mondo come l'attuale, soprattutto nell'area dei servizi, è facile che siano richieste contemporaneamente tanto una elevata preparazione e competenza professionale (che farebbe propendere per la tesi del lavoro autonomo) quanto un organico e coordinato inserimento (rapporto potenzialmente subordinato) in una struttura complessa responsabile finale della prestazione globalmente erogata.

Pensiamo ad uno studio di consulenza giuridico - economica alle imprese;
oppure ad una società di engineering;
oppure ad un'impresa che progetta, collauda ed implementa servizi informatici "complessi" ...
 
Mauro965 ha scritto:
Ti faccio un esempio: il commercialista che fattura un tot al mese per prestazioni continuative ad un'associazione di categoria, con un contratto fatto in un modo ma di fatto un orario fisso ? :D :D

...oppure l'informatico neodiplomato che opera con tanto di biglietto da visita personalizzato del suo "cliente", ufficio, recapiti telefonici, orari fissi coincidenti in toto con quelli del "cliente"... :D :D :D

...beh...quasi quasi ci sarebbe da augurarsi di avercene di situazioni simili...
 
Mauro965 ha scritto:
In realtà, in un mondo come l'attuale, soprattutto nell'area dei servizi, è facile che siano richieste contemporaneamente tanto una elevata preparazione e competenza professionale (che farebbe propendere per la tesi del lavoro autonomo) quanto un organico e coordinato inserimento (rapporto potenzialmente subordinato) in una struttura complessa responsabile finale della prestazione globalmente erogata.

Pensiamo ad uno studio di consulenza giuridico - economica alle imprese;
oppure ad una società di engineering;
oppure ad un'impresa che progetta, collauda ed implementa servizi informatici "complessi" ...

a me sembrerebbe ovvio che l'elevata preparazione e competenza professionale non può essere discriminante per la valutazione del lavoro autonomo...
 
eh ehe ... altro caso molto concreto, "quelli delle consegne" (Ups, Tnt, Bartolini e tutti gli altri che ora non mi sovvengono)

Livrea del furgoncino e divisa del "committente"

Status di "padroncino"

E' vero, il mezzo è del "padroncino" ... ma ....
 
GuguLeo ha scritto:
a me sembrerebbe ovvio che l'elevata preparazione e competenza professionale non può essere discriminante per la valutazione del lavoro autonomo...

ed invece non è tanto ovvio

non c'è solo l'assunzione di rischio economico a fare da discriminante
 
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