Cari appassionati,
ancora per una volta il Direttore di ruoteclassiche scrive un editoriale per ribadire la sua lecita, quanto conveniente, idea che il nostro Museo di Arese debba essere smantellato.
Credo che sia l'unico a schierarsi a favore della Fiat, che sta utilizzando il ricatto della chiusura agli appassionati contro la delibera di bene culturale del museo stesso.
Certamente, e l'ho scritto subito, ogni pensiero è lecito nella piena ottica democratica, ma di certo che un direttore, che dovrebbe rappresentare la nutrita schiera di appassionati lettori, si schieri contro di loro è un caso unico e strano.
Delle innumerevoli lettere dissenzienti ricevute, nel numero scorso ne ha fatto un trafietto di un quinto di pagina; questo mese, per ribadire il suo accanito contrasto alla struttura di Arese, ha usato due pagine di editoriale.
Poi per primo, e vorrei sottolineare la zizzania, ha insinuato la presenza di "amianto", senza citare una prova certa.
Non ci risultano invece casi di mesotelioma dei lavoratori di Arese, compresi quei pochi che da molti anni lavorano nel museo.
Per me il solo fatto che il museo sia stato proditoriamente chiuso per ripicca al vincolo doveva essere motivo per non schierarsi a favore della Fiat.
Forse è bene tenersi "buona" l'unica casa del settore italiana ?
Essendo in Italia non mi meraviglierei di questo, sarebbe...naturale.
Io non so chi è questo signore, quanti anni ha, qual'è la sua competenza e come è arrivato ad occupare tale posto; di sicuro in altre epoche non avremmo avuto un giudizio così netto e contrastato.
Invito tutti a meditare, anche i non alfisti (ricordando che non parliamo di politica e partiti).
Ricordo amaramente cosa era Arese al momento del regalo alla Fiat e cos'è oggi, anche se il cuore, il museo e l'archivio appunto, ancora batte.
ancora per una volta il Direttore di ruoteclassiche scrive un editoriale per ribadire la sua lecita, quanto conveniente, idea che il nostro Museo di Arese debba essere smantellato.
Credo che sia l'unico a schierarsi a favore della Fiat, che sta utilizzando il ricatto della chiusura agli appassionati contro la delibera di bene culturale del museo stesso.
Certamente, e l'ho scritto subito, ogni pensiero è lecito nella piena ottica democratica, ma di certo che un direttore, che dovrebbe rappresentare la nutrita schiera di appassionati lettori, si schieri contro di loro è un caso unico e strano.
Delle innumerevoli lettere dissenzienti ricevute, nel numero scorso ne ha fatto un trafietto di un quinto di pagina; questo mese, per ribadire il suo accanito contrasto alla struttura di Arese, ha usato due pagine di editoriale.
Poi per primo, e vorrei sottolineare la zizzania, ha insinuato la presenza di "amianto", senza citare una prova certa.
Non ci risultano invece casi di mesotelioma dei lavoratori di Arese, compresi quei pochi che da molti anni lavorano nel museo.
Per me il solo fatto che il museo sia stato proditoriamente chiuso per ripicca al vincolo doveva essere motivo per non schierarsi a favore della Fiat.
Forse è bene tenersi "buona" l'unica casa del settore italiana ?
Essendo in Italia non mi meraviglierei di questo, sarebbe...naturale.
Io non so chi è questo signore, quanti anni ha, qual'è la sua competenza e come è arrivato ad occupare tale posto; di sicuro in altre epoche non avremmo avuto un giudizio così netto e contrastato.
Invito tutti a meditare, anche i non alfisti (ricordando che non parliamo di politica e partiti).
Ricordo amaramente cosa era Arese al momento del regalo alla Fiat e cos'è oggi, anche se il cuore, il museo e l'archivio appunto, ancora batte.