<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> CRISI passata? Allora leggete questo | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

CRISI passata? Allora leggete questo

DareAvere(exTDI89) ha scritto:
geltrudefroschio ha scritto:
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
geltrudefroschio ha scritto:
marimasse ha scritto:
Ho la sensazione non siano necessarie chissà quali conoscenze o fonti di informazione per sapere che la crisi non è finita e che la sua fine non sarà il ritorno alla situazione precedente ma piuttosto il raggiungimento di un nuovo equilibrio, ovvero una economia meno appariscente e meno fasulla, non più pesantemente fondata sui debiti e sugli sprechi ma su qualcosa di più solido.

Penso sia sufficiente una modesta dose di oggettività e di razionalità, gli stessi ingredienti che negli anni scorsi hanno permesso a tanta gente di prevedere l'arrivo della crisi. Non è che ci volesse un gran che: se una persona si imbottisce di stupefacenti per sentirsi sempre in forma non serve essere medici chirurghi per sapere che prima o poi quella persona avrà un tracollo; magari un medico può fare previsioni più accurate, ma il succo del discorso non cambia.

Gli stessi ingredienti dovrebbero anche bastare per capire che forse invocare tanto la "ripresa", intendendola come ritorno alla situazione precedente, non è una mossa particolarmente geniale. Se l'andazzo precedente ci ha portato dritti dritti a questa crisi, a me non sembra molto sensato sperare di tornare ad esso.

quotone,,,
non credo propio si tornera' ai livelli di prima,non lo credo possibile per motivi che gia' hai detto,
ora sono tutti piu cauti nell investire e la gente nello spendere,
prima c era gente con tre prestiti accesi, perche' diceva che tanto c era lavoro e avrebbe pagato.
come chi contava su quelle ore di straordinario che ora non ci sono piu'...
spero solo da questa crisi il mondo diventi migliore.
ciao jo
Ma guardate che se i consumi dovessero comprimersi ancora ci rimetteremo tutti, io spero che la flessione sia solo temporanea. La soluzione non è certo quella di accettare una riduzione generalizzata dei consumi spingendo la gente a comprare solo ciò che serve, è necessario INCENTIVARE le imprese a produrre di più(con effetti positivi sul prodotto nazionale lordo e ovviamente sull'occupazione) e di conseguenza i cittadini a consumare in misura maggiore. Con i soldi nei salvadanai ci rimettiamo tutti, chi ha un'attività deve investire i denari nella sua impresa, gli altri devono consumare(chiaramente in proporzione alle proprie possibilità e alle proprie entrare) e sostenere le grandi imprese nazionali(ad esempio attraverso la sottoscrizione di obbligazioni o l'acquisto di azioni delle stesse). S'è generata nel Paese un paura ingiustificata verso gli strumenti finanziari e il consumismo, un paura che se dovesse perdurare di farà fare un balzo indietro di 50 anni.

certo il tuo nik la dice giusta,dare x avere,
non dico di non spendere piu,credo di esser uno dei pochi che essendo anche in cassa integrazione una settimana al mese non abbia cambiato abitudini,
per aiutarci sicuramente dobbiamo spendere,ma spendere bene,comperare magari poco ma buono,altrimenti fa festa solo il made in cina,
ma non credo che si possa continuare nemmeno facendo un prestito solo x le ferie,o il telefonino come succedeva fino poco tempo fa.
il problema grosso credo sia il valore delle buste paga, che dall introduzione dell euro si e' perso per la strada,e l operaio o l impiegato guadagna ancora col valore delle lire,che viene ancora scritto sulla busta cosi da illuderci un po',
ma le aziende o imprese grosse hanno cominciato a guadagnare in euro un sacco di soldi,
ora pero' con la crisi,servono aiuti x le imprese,e la cassa integrazione verra' sfruttata fino all osso.
possibile che a guadagnare sono sempre gli stessi??
poi c e' anche da dire che la cassa al povero disgraziato, a cui non viene anticipata dalla ditta, chissa' quando l imps pagnera'?? mistero!!!
io da marzo non ho beccato un euro di cassa integrazione,
nonostante ci hanno sempre trattenuto dalla busta paga i soldi del fondo che serve propio a questo.
sicuramente si riprendera',ma ci vorranno tempi lunghi,e ripeto che non si arrivera' ai livelli di prima.
poi vieterei in modo piu assoluto le ore di straordinario,
non credo sia giusto che ci sia gente che non puo' lavorare per colpa di chi lavora il doppio,oppure pensionati che lavorano in nero.
e' ora di cambiare.
Mi spiace sinceramente per la tua situazione. Purtroppo in Italia ancora non esiste un sistema di protezione sociale che tuteli in egual modo, e in maniera efficace, tutti i lavoratori.

io non mi lamento,per fortuna non ho debiti,e facendo solo una settimana al mese porto ancora una buona busta,poi lavora anche mia moglie,
pero' conosco delle situazioni per niente belle di gente che da mesi non vede un soldo xke' e' a casa di continuo,e ha quasi esaurito quei pochi che avevano,
anche i sindicati in questi casi possono fare veramente poco o niente,
si devono vergognare prima di tutto i datori di lavoro,potrebbero almeno dare i soldi per mangiare,
e in secondo l imps,per i motivi gia' detti..
tutti bravi a prendere i soldi ma a sganciare,, mai
ciao jo
 
da Televideo: secondo l'OCSE ci sono segnali di ripresa in Italia e Francia in quanto la crisi sembra aver toccato il fondo. Capito perchè inghilterra e Spagna ce la hanno con l'Italia?
 
DareAvere ha scritto:
...se i consumi dovessero comprimersi ancora ci rimetteremo tutti, io spero che la flessione sia solo temporanea... S'è generata nel Paese una paura ingiustificata verso gli strumenti finanziari e il consumismo, un paura che se dovesse perdurare di farà fare un balzo indietro di 50 anni.
50-60 anni fa i debiti erano una cosa di cui vergognarsi o comunque una sorta di malattia dalla quale tenersi il più lontano possibile; non si spendeva 10 (specie per comprare qualcosa di non indispensabile) se non si aveva già in tasca almeno 100 e così via. Gente che di fatto, vivendo al di sotto delle proprie possibilità finanziarie (ma su questa definizione ci sarebbe davvero parecchio da discutere) ha creato i presupposti per tutto il benessere, prima vero e poi fasullo, che è seguito.

Nel passare da una generazione all'altra quella mentalità si è prima affievolita (che senso ha risparmiare, si vive una volta sola) e poi definitivamente estinta ("compriamo" oggi e pagheremo, forse, domani, senza ovviamente la benché minima certezza di guadagnare i soldi necessari).

Siamo quindi arrivati alla situazione esattamente opposta, della cui maggiore pericolosità proprio negli ultimi mesi abbiamo iniziato ad accorgerci. I nostri avi esibivano poco (anche troppo poco) ma avevano le spalle coperte. Negli anni 70 c'era l'inflazione al 20% e lo stato era pieno di debiti, mentre le famiglie no.
Oggi lo stato è ancor più indebitato e, in più, tantissime persone e famiglie esibiscono un benessere (automobili, casa, vestiti, cellulari, televisori, vacanze...) che di fatto non posseggono, nel senso che non sono padroni di quelle cose ma soltanto dei debiti che hanno contratto per poterle portare a casa. Gente che quindi, finanziariamente, non solo non ha le spalle coperte ma è addirittura debitrice verso terzi di un cappotto e due maglioni.

Quindi io davvero non so quanto sia opportuno dipingere come tragedia un eventuale "ritorno" alla situazione di 50anni fa, ovviamente non in termini oggettivi (non possiamo certo far sparire i computer, i cellulari, la qualità costruttiva degli edifici, i progressi della medicina ecc. ecc.) ma piuttosto in termini di mentalità, recuperando in buona misura l'attitudine a vivere con i piedi per terra. Cosa che per certi versi sta già succedendo; moltissime persone si stanno ad esempio accorgendo che anche se si lascia ferma la macchina una domenica non si soffre poi così tanto, che anche se non si possiede l'ultimissimo modello di cellulare si vive ugualmente e così via. Soprattutto, molte persone oggi si ritrovano a provare grande invidia non per colui che ha il macchinone o il televisorone (magari ancora tutti da pagare) ma per colui che, pur avendo la macchina così così, non ha rate mensili da pagare ed ha qualche soldino da parte con cui affrontare molto meno angosciosamente le difficoltà.

Credo quindi che questa crisi (a mio parere imprevedibile come il mal di testa dopo una sbornia) potrebbe davvero essere un'opportunità per costruire una situazione migliore, esattamente come, per un cocainomane, un periodo in cui la cocaina non si trova potrebbe essere l'occasione per disintossicarsi, abituandosi ad una vita sicuramente meno "pompata" ma molto più vera e durevole.
 
marimasse ha scritto:
DareAvere ha scritto:
...se i consumi dovessero comprimersi ancora ci rimetteremo tutti, io spero che la flessione sia solo temporanea... S'è generata nel Paese una paura ingiustificata verso gli strumenti finanziari e il consumismo, un paura che se dovesse perdurare di farà fare un balzo indietro di 50 anni.
50-60 anni fa i debiti erano una cosa di cui vergognarsi o comunque una sorta di malattia dalla quale tenersi il più lontano possibile; non si spendeva 10 (specie per comprare qualcosa di non indispensabile) se non si aveva già in tasca almeno 100 e così via. Gente che di fatto, vivendo al di sotto delle proprie possibilità finanziarie (ma su questa definizione ci sarebbe davvero parecchio da discutere) ha creato i presupposti per tutto il benessere, prima vero e poi fasullo, che è seguito.

Nel passare da una generazione all'altra quella mentalità si è prima affievolita (che senso ha risparmiare, si vive una volta sola) e poi definitivamente estinta ("compriamo" oggi e pagheremo, forse, domani, senza ovviamente la benché minima certezza di guadagnare i soldi necessari).

Siamo quindi arrivati alla situazione esattamente opposta, della cui maggiore pericolosità proprio negli ultimi mesi abbiamo iniziato ad accorgerci. I nostri avi esibivano poco (anche troppo poco) ma avevano le spalle coperte. Negli anni 70 c'era l'inflazione al 20% e lo stato era pieno di debiti, mentre le famiglie no.
Oggi lo stato è ancor più indebitato e, in più, tantissime persone e famiglie esibiscono un benessere (automobili, casa, vestiti, cellulari, televisori, vacanze...) che di fatto non posseggono, nel senso che non sono padroni di quelle cose ma soltanto dei debiti che hanno contratto per poterle portare a casa. Gente che quindi, finanziariamente, non solo non ha le spalle coperte ma è addirittura debitrice verso terzi di un cappotto e due maglioni.

Quindi io davvero non so quanto sia opportuno dipingere come tragedia un eventuale "ritorno" alla situazione di 50anni fa, ovviamente non in termini oggettivi (non possiamo certo far sparire i computer, i cellulari, la qualità costruttiva degli edifici, i progressi della medicina ecc. ecc.) ma piuttosto in termini di mentalità, recuperando in buona misura l'attitudine a vivere con i piedi per terra. Cosa che per certi versi sta già succedendo; moltissime persone si stanno ad esempio accorgendo che anche se si lascia ferma la macchina una domenica non si soffre poi così tanto, che anche se non si possiede l'ultimissimo modello di cellulare si vive ugualmente e così via. Soprattutto, molte persone oggi si ritrovano a provare grande invidia non per colui che ha il macchinone o il televisorone (magari ancora tutti da pagare) ma per colui che, pur avendo la macchina così così, non ha rate mensili da pagare ed ha qualche soldino da parte con cui affrontare molto meno angosciosamente le difficoltà.

Credo quindi che questa crisi (a mio parere imprevedibile come il mal di testa dopo una sbornia) potrebbe davvero essere un'opportunità per costruire una situazione migliore, esattamente come, per un cocainomane, un periodo in cui la cocaina non si trova potrebbe essere l'occasione per disintossicarsi, abituandosi ad una vita sicuramente meno "pompata" ma molto più vera e durevole.
Come per ogni cosa, ad essere deleterio è l'abuso(o, meglio ancora in questo caso, il cattivo uso) degli strumenti finanziari, non certo l'uso. Ad aver salvato l'Italia dal tracollo non sono stati solo i risparmi degli italiani, ma la sostanziale stabilità della maggior parte dei rapporti di lavoro(una quota rilevante di lavoratori è impiegata presso amministrazioni pubbliche, società controllate o a partecipazione pubblica, ex enti pubblici, grandi imprese private operanti nel settore del credito e delle assicurazioni). Il comprare solo quando si hanno in tasca i soldi necessari a mio avviso è l'espressione di una mentalità arretrata. Per lavoro spesso sono abituato a dare un giudizio su delle aziende, e quel giudizio non lo formulo solamente sul risultato di esercizio di un anno, lo formulo guardando le prospettive di quell'impresa, l'equilibrio economico nel medio-lungo periodo. Stesso ragionamento può farlo il singolo o la famiglia nel valutare la situazione finanziaria famigliare. Se lavoro come dirigente per un ente pubblico che mi paga uno stipendio mensile di 7000 Euro netti, pur non avendo nulla in tasca, per quale motivo dovrei andare in autobus quando posso tranquillamente destinare per un determinato periodo una quota del mio reddito al pagamento di un autovettura? Se ho la quasi certezza che il mio reddito si protrarrà nel tempo, io compro un GLK. Posso permetterlo. E questo discorso può essere esteso a tutti gli acquisti ovviamente. A mio avviso questa è la mentalità giusta. Personalmente, non ravvisando seri rischi per la mia situazione finanziaria, non ho affatto ridotto i consumi, anzi, penso di averli aumentati. Molti invece, pur non correndo rischi effettivi, hanno smesso di comprare, creando problemi non da poco al sistema economico.
Saluti
 
la maggior parte degli stipendi credo si aggiri intorno a una media dei 1300? al mese,cerchiamo di fare paragoni in questo senso,non sono tutti dirigenti..
l economia va' fatta girare dal grande al piccolo,
ma bisogna essere consapevoli di quello che si guadagna,
con quella cifra mensile e' un incubo fare un mutuo x la casa,e voler metter su' famiglia,
certo che si puo' fare un prestito,ma sempre in un certo limite.
il problema di questa crisi a mio parere e' il grande divario che si' e' creato tra chi e' ricco e chi non ne ha,
il ricco in questi anni ha guadagnato piu soldi,
e l operaio o l impiegato,hanno perso un sacco di soldi..
raccontatela come volete con 50.000lire si comperava qualcosa,ora con 50? non si riesce nemmeno a fare il pieno...
forse ci siamo dimenticati in fretta delle lire :?
 
geltrudefroschio ha scritto:
la maggior parte degli stipendi credo si aggiri intorno a una media dei 1300? al mese,cerchiamo di fare paragoni in questo senso,non sono tutti dirigenti..
l economia va' fatta girare dal grande al piccolo,
ma bisogna essere consapevoli di quello che si guadagna,
con quella cifra mensile e' un incubo fare un mutuo x la casa,e voler metter su' famiglia,
certo che si puo' fare un prestito,ma sempre in un certo limite.
il problema di questa crisi a mio parere e' il grande divario che si' e' creato tra chi e' ricco e chi non ne ha,il ricco in questi anni ha guadagnato piu soldi,
e l operaio o l impiegato,hanno perso un sacco di soldi..
raccontatela come volete con 50.000lire si comperava qualcosa,ora con 50? non si riesce nemmeno a fare il pieno...
forse ci siamo dimenticati in fretta delle lire :?

Parlando di realtà piccole e contadine ( il paesotto di campagna con 5-6-7000 abitanti..), posso dire che è vero il contrario. Il secolo scorso, ma non 100 anni fa...diciamo negli anni '60, i poveri erano VERAMENTE poveri e i ricchi ( pochissimi, il sindaco, il farmacista, il medico, il notaio e il proprietario terriero...) erano VERAMENTE ricchi.
La problematica vera è ripresa, secondo me, da marimasse e parzialmente da te e DareAvere. Il povero non vuole più essere povero. Il ricco può continuare a fare il ricco e male che vada diventerà meno ricco,oppure solo abbiente. E' cambiata profondamente anche la concezione di "povertà".
Con quel che possono avere i "poveri" di oggi, un povero di allora, anche rapportando i valori alle epoche, ci poteva fare la bella vita.
Alla fine, un mio ricordo dell'ultimo periodo delle Lire: per fare lo sbruffone e anche per prendere un pò in giro quelli che mettevano 5.000 :shock: lire nel serbatoio, usavo fare il pieno ( 2 volte al mese...) nella mia superpetroliera dell'epoca ( Audi 200Turbo) rispondendo alla fatale domanda (quanto mettiamo?) con un bel CENTOMILA, detto in modo ben udibile e tenendo tra le dita la banconota corrispondente.... :D :D
Non bastavano mica, a fare il pieno.. :( :(
 
Grattaballe ha scritto:
geltrudefroschio ha scritto:
la maggior parte degli stipendi credo si aggiri intorno a una media dei 1300? al mese,cerchiamo di fare paragoni in questo senso,non sono tutti dirigenti..
l economia va' fatta girare dal grande al piccolo,
ma bisogna essere consapevoli di quello che si guadagna,
con quella cifra mensile e' un incubo fare un mutuo x la casa,e voler metter su' famiglia,
certo che si puo' fare un prestito,ma sempre in un certo limite.
il problema di questa crisi a mio parere e' il grande divario che si' e' creato tra chi e' ricco e chi non ne ha,il ricco in questi anni ha guadagnato piu soldi,
e l operaio o l impiegato,hanno perso un sacco di soldi..
raccontatela come volete con 50.000lire si comperava qualcosa,ora con 50? non si riesce nemmeno a fare il pieno...
forse ci siamo dimenticati in fretta delle lire :?

Parlando di realtà piccole e contadine ( il paesotto di campagna con 5-6-7000 abitanti..), posso dire che è vero il contrario. Il secolo scorso, ma non 100 anni fa...diciamo negli anni '60, i poveri erano VERAMENTE poveri e i ricchi ( pochissimi, il sindaco, il farmacista, il medico, il notaio e il proprietario terriero...) erano VERAMENTE ricchi.
La problematica vera è ripresa, secondo me, da marimasse e parzialmente da te e DareAvere. Il povero non vuole più essere povero. Il ricco può continuare a fare il ricco e male che vada diventerà meno ricco,oppure solo abbiente. E' cambiata profondamente anche la concezione di "povertà".
Con quel che possono avere i "poveri" di oggi, un povero di allora, anche rapportando i valori alle epoche, ci poteva fare la bella vita.
Alla fine, un mio ricordo dell'ultimo periodo delle Lire: per fare lo sbruffone e anche per prendere un pò in giro quelli che mettevano 5.000 :shock: lire nel serbatoio, usavo fare il pieno ( 2 volte al mese...) nella mia superpetroliera dell'epoca ( Audi 200Turbo) rispondendo alla fatale domanda (quanto mettiamo?) con un bel CENTOMILA, detto in modo ben udibile e tenendo tra le dita la banconota corrispondente.... :D :D
Non bastavano mica, a fare il pieno.. :( :(

il povero si accontenta come ha sempre fatto,pero credo abbia un santo diritto di vivere un po in pace e riuscire ad arrivare alla fine del mese.
io lavoro in una ditta che fino un anno fa' raddoppiava fatturati di anno in anno,naturalmente le bustepaga sono sempre rimaste uguali, i premi produzione a chi l ha' visto,nemmeno se gli davi il sangue :(
l unaca cosa che aumentava x tutti gli operai, erano le cose da fare,gli straordinari,e come ringraziamento,lavorare il sabato la domenica senza giornata di ferie di recupero..
in un certo senso la crisi l ho vista come una liberazione,ho ricominciato a vivere :D
con l arrivo della crisi,il ringraziamento della ditta ai propi operai e' stato quello di non anticipare la cassa integrazione, nemmeno un mese...
la domanda spontanea e'... ma i soldi che hanno messo in tasca gli anni prima???
ora anche se ci sara' una ripresa,noi continueremo a fare cassaintegrazione fino a fine anno,cosi i poveri padroni guadagneranno ancora un sacco di soldini :D
ridiamo x non piangere va',tanto ci siamo abituati..

siamo tutti lavoratori e meritiamo di avre una vita dignitosa,e non stare a guardare se al riccone cade qualche soldo dalle tasche.
smettiamola di lavorare a gratis!!
io e' un po' che non lavoro a gratis,a forza di rompere le balle!! :D
ciao jo
 
DareAvere ha scritto:
...la sostanziale stabilità della maggior parte dei rapporti di lavoro (una quota rilevante di lavoratori è impiegata presso amministrazioni pubbliche, società controllate o a partecipazione pubblica, ex enti pubblici...
A me uno stipendio fatto più o meno direttamente di soldi pubblici, ovvero di debito pubblico, non suona poi così "stabile", così come lo stipendio pagato ai dipendenti da un'azienda privata magari piena di debiti (quante ce ne sono?) e nemmeno padrona dei macchinari che adopera.

...comprare solo quando si hanno in tasca i soldi necessari a mio avviso è l'espressione di una mentalità arretrata...
A conferma, direi, di quanto avevo scritto in precedenza.

...Se lavoro come dirigente per un ente pubblico che mi paga uno stipendio mensile di 7000 Euro netti, pur non avendo nulla in tasca, per quale motivo dovrei andare in autobus quando posso tranquillamente destinare per un determinato periodo una quota del mio reddito al pagamento di un autovettura?...
Per la semplice ragione che potrebbe sempre capitarmi qualche cosa che, ad esempio, mi impedisce di andare a lavorare; oppure potrebbe capitare qualcosa a livello familiare o domestico (anche una forte grandinata, ad esempio) per cui si rendono improvvisamente necessari dei soldi che io non ho messo da parte; oppure perché per qualche ragione improvvisamente il mio posto di lavoro vacilla e mi ritrovo senza stipendio o con uno stipendio inferiore e così via. Nessuno, per quanto privilegiato o blindato sia il suo contratto di lavoro, può razionalmente considerare certi i guadagni futuri. Tanto meno coloro che non sono privilegiati (quante persone vantano 7000mila euro netti al mese di stipendio pubblico?) e che non hanno alcun tipo di garanzia, nemmeno teorica, come ad esempio tanti lavoratori autonomi.

...questo discorso può essere esteso a tutti gli acquisti ovviamente...
Appunto.
 
geltrudefroschio ha scritto:
...forse ci siamo dimenticati in fretta delle lire...
Io ho l'impressione che si siano dimenticati molto in fretta delle lire anche tantissimi tra coloro che tanto si lamentano dell'euro.

Mi capita sempre più spesso di sentire persone tutt'altro che naviganti nell'oro che commentano i prezzi o le tariffe con frasi del tipo "sono solo 30euro" oppure "non costa tanto, 60euro appena" e così via. Oppure sento dire e leggo, a proposito delle multe esattoriali che tanto vanno di moda, che chi va a 70 con il limite 50 la multa è "leggera", di "soli 160euro", come se si trattasse di una cifra banale, quasi insignificante.

Se noi per primi ragioniamo in questa maniera, altro non facciamo che favorire e promuovere attivamente proprio il meccanismo di cui tanto ci lamentiamo.
 
geltrudefroschio ha scritto:
...ma i soldi che hanno messo in tasca gli anni prima???...
Senza voler fare santini di sorta, diciamo che molte aziende, probabilmente facendo lo stesso infelice gioco d'azzardo di molte famiglie, hanno usato gli utili degli anni prima come garanzia per fare nuovi debiti, magari per "comprare" nuovi macchinari o per ampliare le reti di vendita o per pubblicità e così via, sperando (realisticamente?) che il fatturato continuasse ad aumentare all'infinito.

Io personalmente lavoravo anni fa in un'azienda che aveva avuto un periodo di grande fortuna e grandi guadagni, cui fece seguito una notevole espansione: niente aumenti di stipendio ai dipendenti ma parecchie nuove assunzioni, nuova sede, nuovi impianti, potenziata rete di vendita ecc. ecc.
Peccato che poco dopo, non appena il settore manifestò i primi segni di difficoltà, l'azienda sia andata a gambe all'aria, soffocata dai tanti debiti, lasciando a casa più di cento persone, ovvero sia i nuovi assunti che quelli vecchi.
 
marimasse ha scritto:
geltrudefroschio ha scritto:
...ma i soldi che hanno messo in tasca gli anni prima???...
Senza voler fare santini di sorta, diciamo che molte aziende, probabilmente facendo lo stesso infelice gioco d'azzardo di molte famiglie, hanno usato gli utili degli anni prima come garanzia per fare nuovi debiti, magari per "comprare" nuovi macchinari o per ampliare le reti di vendita o per pubblicità e così via, sperando (realisticamente?) che il fatturato continuasse ad aumentare all'infinito.

Io personalmente lavoravo anni fa in un'azienda che aveva avuto un periodo di grande fortuna e grandi guadagni, cui fece seguito una notevole espansione: niente aumenti di stipendio ai dipendenti ma parecchie nuove assunzioni, nuova sede, nuovi impianti, potenziata rete di vendita ecc. ecc.
Peccato che poco dopo, non appena il settore manifestò i primi segni di difficoltà, l'azienda sia andata a gambe all'aria, soffocata dai tanti debiti, lasciando a casa più di cento persone, ovvero sia i nuovi assunti che quelli vecchi.

quello che dici e' vero e lo potrei anche capire,
ma credo che anche loro, essendo in difficolta' avessero guardato un po' anche al risparmio personale,
ma invece le loro spese personali sono andate avanti come prima,
quello che voglio dire e' che,spendere 300? per un paio di scarpe si,ma anticiparli a un loro operaio che da un mese non prende una lira no',,
tanto questi soldi loro li recuperano comunque..
questa secondo me' e' cattiveria pura.

ci sono datori di lavoro che hanno,oltre anticipare i soldi della cassa,fatto prestiti a interessi zero agli operai che erano in difficolta' con il mutuo.
spero solo che se riparte tutto come prima raccolgano la cattiveria che hanno seminato in questo anno di crisi..
 
geltrudefroschio ha scritto:
...ci sono datori di lavoro che hanno, oltre anticipare i soldi della cassa, fatto prestiti a interessi zero agli operai che erano in difficoltà con il mutuo. spero solo che se riparte tutto come prima raccolgano la cattiveria che hanno seminato in questo anno di crisi...
Non metto in dubbio una parola di quanto racconti.
Diciamo allora, come forse si dovrebbe imparare a fare più spesso, che le persone che si comportano bene o male nei confronti del prossimo, le persone che danno una mano e quelle che si girano dall'altra parte, le persone che cercano di arrangiarsi e quelle che restano passivamente in attesa di qualcuno che si adoperi per loro ecc. ecc. non solo esistono, ma esistono in tutte le categorie, classi sociali, età, razze, località geografiche e che quindi ogni generalizzazione è sempre sbagliata.

Per quanto riguarda la cattiveria, credo sia umano e forse anche giusto sperare che chi è stato cattivo venga prima o poi premiato con la stessa moneta, però non credo sia sempre facile giudicare con equità, cioè sapere se uno davvero si è comportato in maniera cattiva e dolosa. In fin dei conti, molti non industriali (dipendenti, autonomi, precari...) che in questo periodo se la passano male non necessariamente si privano di tante consuete abitudini che percepiscono come piccole (una pizza, il pacchetto di sigarette, il cinema, la gitarella domenicale...) per dare i corrispondenti soldi a chi sta peggio di loro, che sempre esiste. Eppure per chi sta molto peggio di loro il costo di una pizza o di un giretto fuori porta è una cifra enorme, così come per loro sono una enormità i 300? per un paio di scarpe. Questo fa automaticamente di loro, allora, persone cattive meritevoli di disprezzo e castigo?
 
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