U2511
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Riporto un'intervsta al prof. Tarro, colui che guidò la battaglia contro l'epidemia di colera a Napoli, allievo di Albert Sabin
https://www.tpi.it/cronaca/virologo...ti-possono-fermare-coronavirus-20200420589031/
Ho estrapolato alcuni passaggi relativi al mantra #iostoacasa
Professor Tarro, lei dice che si può riaprire.
Assolutamente sí, e se vuole le spiego perché.
Pensa che non dovremo rinunciare alle vacanze?
Al contrario, dovremo usarle per combattere il Covid.
Ma è vero che secondo lei il contenimento dovrebbe finire?
Ne sono convinto.
Parlava di vacanze. È vero che pensa che la stagione estiva al mare non dovrebbe saltare?
Noi dobbiamo usare le armi di questo paese, il sole e il mare, per aiutarci a guarire.
Ovvero?
Invece di stare chiusi a casa ad ammalarci con il contagio familiare, usiamo il mare come una terapia.
Con le barriere di plexiglass tra gli ombrelloni?
Per l’amor di Dio no! Questa è follia pura.
Spieghi perché, secondo lei.
Perché più che camere di protezione quelle diventerebbero camere di cottura. E non solo.
Cosa?
Il virus per diffondersi ha bisogno di spazi chiusi, scarsa ventilazione o sistemi di aria condizionata, temperature basse o umide. Il mare e la spiaggia sono l’esatto contrario di questo microclima propizio.
E pensa che questo passo si possa fare anche prima che arrivi il vaccino?
Va fatto subito. Anche qui c’è un grave problema di analisi. Noi accademici in questo momento siamo tutti in attesa di questo benedetto vaccino.
E non è giusto?
Bisogna farsi un’altra domanda. Ma il vaccino che cos’è? È un anticorpo. E noi abbiamo già un vaccino naturale negli anticorpi di chi non si è ammalato, malgrado il virus, e di chi ha contratto il virus, ma è guarito.
Lei sta dicendo anche come cura?
Certo! Tutti a chiedersi quando arriveranno i vaccini, ma gli anticorpi dei guariti già ci sono! Bisogna usare il plasma dei guariti.
Con chi sta male?
L’infusione di 200 millilitri di plasma è un aiuto enorme per qualsiasi malato. Si chiama plasmaferesi, e non l’ho certo inventata io.
Quindi quella è la prima terapia?
I guariti andrebbero salassati, perché diventino donatori di anticorpi. Non trattati come appestati.
È una eresia?
Ma per chi? Ho sentito dire che in via sperimentale questo tipo di cure sono già in applicazione a Pavia, a Mantova, a Salerno.
Non solo ventilazione, dunque.
Ma ovvio. Tutti i medici stanno sperimentando. Non è normale – ad esempio – che si usi l’Eparina? A me pare una cosa scontata. È perfetto accompagnare queste terapie farmacologiche nelle terapie intensive.
Quale è secondo lei la prima misura per fermare il contagio?
Lavarsi le mani. Indossare mascherine e guanti: quando sono venuti in Lombardia i cinesi sono rimasti stupiti che così pochi cittadini indossassero le mascherine. Si presta poca attenzione ai guanti. Ed è sbagliatissimo: il Coronavirus ha la sua porta di ingresso nella nostra bocca e nelle parti inferiori delle vie respiratorie.
E poi?
Vedo che in tutto il mondo – a partire dalla Cina – si provvede a igienizzare gli spazi pubblici. Da noi non si fa.
Quindi lei dice: fine del lockdown subito?
Il virus può essere controllato con le normali misure igieniche e con la diffusione degli anticorpi: la dimensione del contagio verrà abbattuta dal cambio di clima indotto dalla stagione estiva, anche al nord.
Lo dice in via ipotetica?
Il fattore climatico è senza dubbio fortissimo nella diffusione di questa epidemia.
Lo spieghi.
Come si fa a non vedere che i numeri del contagio scendono drasticamente al sud? Il mare, il sole hanno difeso una parte d’Italia dal contagio. Ma non solo dai noi, anche all’estero. L’Africa – tocchiamo ferro – per ora risulta pressoché indenne. Poi ci sono gli altri fattori.
Perché secondo lei il mare avrebbe un effetto positivo?
Lei hai mai visto gente con la sciarpa e il fazzoletto in spiaggia?
No.
Ecco: questo perché i virus influenzali con il mare soffrono. Il Covid, pur con la sua specificità e la sua virulenza appartiene a quella famiglia. E soffre. Perché fatica a diffondersi. Il virus si replica a temperature basse e umide. Accade per il rinovirus, e spero che accada anche per il Coronavirus.
Quindi Fase 2?
Bisogna aprire. Ma con intelligenza, con attenzione. Con buonsenso. Ma aprire.
Cosa è cambiato rispetto a due mesi fa?
Tutto. Prima non avevamo le mascherine: ma ormai siamo diventati produttori di mascherine.
Anche in Lombardia?
Con più vincoli, più limitazioni, più accortezze: ad esempio con l’avvertenza di non saturare i mezzi pubblici. Il problema non è il virus, ma le opportunità di contatto, che vanno abbattute con protezioni e sanificazioni.
Servono regole eccezionali?
Bisogna introdurre l’obbligo di guanti e mascherine, potremmo aprire anche lì.
E poi?
Bisogna stare all’aperto e non negli spazi chiusi. Questa potrebbe essere una soluzione vitale, ad esempio per la scuola. Sanificare le aule, ma non chiudere le scuole.
E i suoi colleghi secondo cui sarebbe un rischio drammatico perché allentando il lockdown aumentano i contagi?
Non so che dire di loro. Lo stanno facendo in tutto il mondo. Non chiedetevi perché da noi si faccia. Chiedetevi perché noi non lo facciamo mentre in tutto il resto del mondo si fa
https://www.tpi.it/cronaca/virologo...ti-possono-fermare-coronavirus-20200420589031/
Ho estrapolato alcuni passaggi relativi al mantra #iostoacasa
Professor Tarro, lei dice che si può riaprire.
Assolutamente sí, e se vuole le spiego perché.
Pensa che non dovremo rinunciare alle vacanze?
Al contrario, dovremo usarle per combattere il Covid.
Ma è vero che secondo lei il contenimento dovrebbe finire?
Ne sono convinto.
Parlava di vacanze. È vero che pensa che la stagione estiva al mare non dovrebbe saltare?
Noi dobbiamo usare le armi di questo paese, il sole e il mare, per aiutarci a guarire.
Ovvero?
Invece di stare chiusi a casa ad ammalarci con il contagio familiare, usiamo il mare come una terapia.
Con le barriere di plexiglass tra gli ombrelloni?
Per l’amor di Dio no! Questa è follia pura.
Spieghi perché, secondo lei.
Perché più che camere di protezione quelle diventerebbero camere di cottura. E non solo.
Cosa?
Il virus per diffondersi ha bisogno di spazi chiusi, scarsa ventilazione o sistemi di aria condizionata, temperature basse o umide. Il mare e la spiaggia sono l’esatto contrario di questo microclima propizio.
E pensa che questo passo si possa fare anche prima che arrivi il vaccino?
Va fatto subito. Anche qui c’è un grave problema di analisi. Noi accademici in questo momento siamo tutti in attesa di questo benedetto vaccino.
E non è giusto?
Bisogna farsi un’altra domanda. Ma il vaccino che cos’è? È un anticorpo. E noi abbiamo già un vaccino naturale negli anticorpi di chi non si è ammalato, malgrado il virus, e di chi ha contratto il virus, ma è guarito.
Lei sta dicendo anche come cura?
Certo! Tutti a chiedersi quando arriveranno i vaccini, ma gli anticorpi dei guariti già ci sono! Bisogna usare il plasma dei guariti.
Con chi sta male?
L’infusione di 200 millilitri di plasma è un aiuto enorme per qualsiasi malato. Si chiama plasmaferesi, e non l’ho certo inventata io.
Quindi quella è la prima terapia?
I guariti andrebbero salassati, perché diventino donatori di anticorpi. Non trattati come appestati.
È una eresia?
Ma per chi? Ho sentito dire che in via sperimentale questo tipo di cure sono già in applicazione a Pavia, a Mantova, a Salerno.
Non solo ventilazione, dunque.
Ma ovvio. Tutti i medici stanno sperimentando. Non è normale – ad esempio – che si usi l’Eparina? A me pare una cosa scontata. È perfetto accompagnare queste terapie farmacologiche nelle terapie intensive.
Quale è secondo lei la prima misura per fermare il contagio?
Lavarsi le mani. Indossare mascherine e guanti: quando sono venuti in Lombardia i cinesi sono rimasti stupiti che così pochi cittadini indossassero le mascherine. Si presta poca attenzione ai guanti. Ed è sbagliatissimo: il Coronavirus ha la sua porta di ingresso nella nostra bocca e nelle parti inferiori delle vie respiratorie.
E poi?
Vedo che in tutto il mondo – a partire dalla Cina – si provvede a igienizzare gli spazi pubblici. Da noi non si fa.
Quindi lei dice: fine del lockdown subito?
Il virus può essere controllato con le normali misure igieniche e con la diffusione degli anticorpi: la dimensione del contagio verrà abbattuta dal cambio di clima indotto dalla stagione estiva, anche al nord.
Lo dice in via ipotetica?
Il fattore climatico è senza dubbio fortissimo nella diffusione di questa epidemia.
Lo spieghi.
Come si fa a non vedere che i numeri del contagio scendono drasticamente al sud? Il mare, il sole hanno difeso una parte d’Italia dal contagio. Ma non solo dai noi, anche all’estero. L’Africa – tocchiamo ferro – per ora risulta pressoché indenne. Poi ci sono gli altri fattori.
Perché secondo lei il mare avrebbe un effetto positivo?
Lei hai mai visto gente con la sciarpa e il fazzoletto in spiaggia?
No.
Ecco: questo perché i virus influenzali con il mare soffrono. Il Covid, pur con la sua specificità e la sua virulenza appartiene a quella famiglia. E soffre. Perché fatica a diffondersi. Il virus si replica a temperature basse e umide. Accade per il rinovirus, e spero che accada anche per il Coronavirus.
Quindi Fase 2?
Bisogna aprire. Ma con intelligenza, con attenzione. Con buonsenso. Ma aprire.
Cosa è cambiato rispetto a due mesi fa?
Tutto. Prima non avevamo le mascherine: ma ormai siamo diventati produttori di mascherine.
Anche in Lombardia?
Con più vincoli, più limitazioni, più accortezze: ad esempio con l’avvertenza di non saturare i mezzi pubblici. Il problema non è il virus, ma le opportunità di contatto, che vanno abbattute con protezioni e sanificazioni.
Servono regole eccezionali?
Bisogna introdurre l’obbligo di guanti e mascherine, potremmo aprire anche lì.
E poi?
Bisogna stare all’aperto e non negli spazi chiusi. Questa potrebbe essere una soluzione vitale, ad esempio per la scuola. Sanificare le aule, ma non chiudere le scuole.
E i suoi colleghi secondo cui sarebbe un rischio drammatico perché allentando il lockdown aumentano i contagi?
Non so che dire di loro. Lo stanno facendo in tutto il mondo. Non chiedetevi perché da noi si faccia. Chiedetevi perché noi non lo facciamo mentre in tutto il resto del mondo si fa
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