Te porti spesso il tuo esempio del tuo paese in cui sono morte persone quasi esclusivamente nella rsa.
Ma non è dappertutto così, probabilmente il vostro paese è stato fortunato e ha scampato il contagio a meno della rsa e sappiamo anche perché.
Io parlo dei numeri certi che ho cercato e brevissimamente analizzato (dati Istat relativi ai decessi totali e nello specifico del comune in cui risiedo), integrati dai dati, meno certi, resi faticosamente e tardivamente pubblici dalla RSA, dalla ATS e dal Comune. Al netto dell'incertezza residua di questa seconda fonte (regionale/locale) di dati, penso di poter dire che nel mio comune non c'è stato alcun incremento di decessi rispetto agli anni passati al di fuori della RSA in questione. Comune del milanese al confine col lodigiano. Un allarme dalla RSA, comunque non quantificato in termini di numero di decessi e/o contagi, è arrivato solo il 16 marzo, a fronte di un incremento del ritmo dei decessi che è partito il 7 marzo. E i decessi sono sicuramente stati preceduti da una fase di malattia conclamata. Nessuno mi toglie dalla testa che quella situazione specifica è stata tenuta nascosta il tempo necessario ad evitare che il Comune fosse dichiarato zona rossa, quando ancora non c'era l'allarme complessivo a livello nazionale.
Che in altre località le cose siano andate diversamente è una possibilità, ma vorrei vedere delle analisi puntuali di dati credibili prima di accettare una realtà complessiva che contrasterebbe in maniera evidente con quella che conosco meglio e più direttamente.
In generale il mio Comune è sensibilmente più impattato di quelli limitrofi, quindi starei anche attento a dire che saremmo stati 'fortunati'.
Da me nei paesi che conosco ad esempio è morta della gente nella rsa ma non la maggioranza.
Mi tocca chiederti la fonte di questa valutazione e l'origine dei dati su cui si basa.
Poi nelle rsa a molti non han fatto il tampone in tempo quindi saranno anche di più ma non posso comunque sbilanciarmi e dire che sono morti esclusivamente li.
C'è una bella differenza però tra dire "esclusivamente lì" e "in gran parte lì" e soprattutto col dire "non nella maggioranza" dei casi.
Ovvio se guardo il mio paese di residenza attuale pure da me i primi casi sono stati a marzo ma se già guardo quello di mia origine, poco distante ma più legato a Bergamo per via della posizione e maggior numero di imprese, già da fine febbraio c'era stato qualche caso ed un defunto.
Il singolo defunto è un dato incerto, per via del campione chiaramente irrisorio, per via della classificazione di tale morte con/per Covid e del fatto che sia stato fatto il tampone.
Si parlava in via generale sulla partenza dei contagi a livello italiano e di sovraccarico degli ospedali, quest'ultimo a mio parere buon indicatore di contagio.
Non è stato un buon indicatore, nei fatti, perché ai ricoverati nelle RSA è stato negato il ricovero in ospedale.
E non lo è in generale fin tanto che l'intensità della sintomatologia derivante da 'sto virus rimane poco chiara e perlomeno molto variegata.
Il fatto che colpisce duramente persone di una certa età e magari già debilitate è palese, ma come lo è anche il fatto che il contagio può esser portato loro da figli o nipoti per questo bisogna comunque controllare la situazione di diffusione ad ampio livello.
Io dico che se questa (molto) maggior esposizione di una certa categoria di persone fosse stata tenuta in considerazione al momento giusto e se l'impatto specifico dell'epidemia fosse stato correttamente descritto nella comunicazione con l'opinione pubblica ora staremo parlando di un risultato diverso, sia in termini di bilancio sanitario che in termini di bilancio economico.
Invece si è lanciato e si continua a lanciare il messaggio che se si respira senza mascherina fuori dalla porta di casa si muore.
Non possiamo segregare i nonni sia perché sarebbe difficile tanto sono importanti nel tessuto familiare sia perché anche per loro psicologicamente non è facile.
Beh, non possiamo segregare i nonni, ma abbiamo segregato tutti, nonni compresi.
Segregarli no, proteggerli si, e la protezione passa anche dall'agire alle radici della diffusione quindi monitoraggio anche su persone meno anziane non solo dal non farle uscire di casa o andarle a trovare con mascherina e guanti pur se fondamentali.
"Monitoraggio" sì (quando ti organizzi seriamente per farlo), "andarli a trovare con mascherina" sì (il che non vuol dire mascherina sempre e ovunque). I guanti non servono a nulla, ovunque. "Non farle uscire di casa" lo stai dicendo tu, ma equivale al "segregarli" a cui dici "no":
Ciao, Nicola.