<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Cottarelli: l'Italia è messa maluccio (dati 2018) | Page 10 | Il Forum di Quattroruote

Cottarelli: l'Italia è messa maluccio (dati 2018)

Ecco...
Io provo a mordermi la lingua ma ho visto diversi medici non emettere manco mezza fattura,nemmeno quando visitavano privatamente in ospedale e non nel loro studio privato.
Poi che le competenze di un medico debbano essere giustamente ricompensate d'accordo ma c'è un limite a tutto.
E come è possibile? anch'io faccio visite specialistiche presso ospedali o centri poliambulatoriali ma prima di entrare in studio bisogna aver pagato.
 
Si ma siccome alcuni non pagano le tasse l'obbligo di utilizzare i pagamenti elettronici e i relativi oneri vengono imposti a tutti.

E che dovrei dire io, allora?
Siccome alcuni (o molti) non pagano le tasse, io sono costretto a pagare una marea di tasse.
Altro che oneri dei pagamenti elettronici...
 
E che dovrei dire io, allora?
Siccome alcuni (o molti) non pagano le tasse, io sono costretto a pagare una marea di tasse.
Altro che oneri dei pagamenti elettronici...
Sai se gli oneri dei pagamenti elettronici sono inclusi in....
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Ma cosa stai dicendo? sarebbe come dire che l'esercente non può pagare la merce per venderla, sono cose che fanno parte del lavoro, se non hai nemmeno i soldi per un registratore di cassa allora che stai aperto a fare?

Il registratore,o meglio il registratore nuovo,è un costo ulteriore.
La merce da vendere è un costo essenziale.
Il nocciolo della questione è che non si possono imporre continuamente costi ulteriori alle piccole attività che riescono a malapena a far fronte ai costi essenziali.
Poi quest'anno che le attività sono state chiuse oltre due mesi,e quindi hanno continuato a sostenere le spese fisse senza incassare 1 euro in quel periodo,ho idea che siano in tanti quelli che stanno aperti a fare.
Se poi secondo te c'è da augurarsi che chiudano perchè se non ce la fanno nemmeno ad affrontare una spesa imprevista da 2000 euro nell'anno del covid significa che non sono capaci contento tu.
Vorrà dire che da domani avremo un tot di migliaia di ex imprenditori negati che si metteranno in coda per ricevere sussidi.
 
Ultima modifica:
E come è possibile? anch'io faccio visite specialistiche presso ospedali o centri poliambulatoriali ma prima di entrare in studio bisogna aver pagato.

In quel caso il primario riceveva privatamente in un'ala dell'ospedale che aveva delle sale visita/studi a disposizione dei medici per le loro visite private.
Immagino a fronte di una percentuale.
Però il medico si accontentò di 150 euri.
E qualche anno dopo l'anno pure nominato cittadino dell'anno.
 
infatti...é tutto il resto che costa non certo un pó di pasta, di pomodoro e mozzarella. E comunque dalle mie parti a 4.5€ una margherita la vedi solo nei sogni. É anche vero che qui andare al ristorante/pizzeria costa piú che in altre zone della Lombardia.
Io non avevo idea della spese che hanno ma in questi mesi di confinamento, ho sentito i pareri relativi ai costi di molti ristoratori e sono rimasto allibito. 3000€ di EE, altrettanti per i rifiuti, l’affitto ecc ecc.

Ho fatto un rapido calcolo a mente.
Per un'attività come quella dei miei si parla di spese fisse annuali intorno ai 25000-30000 euro.
Per fisse intendo indipendenti dalla quantità di lavoro e quindi di introito.
Affitto,contributi,inail,camera di commercio (che non ho mai capito a cosa serva pagare ogni anno la camera di commercio) etc.
Spese fisse che ci sono anche se la serranda resta abbassata,come durante il lockdown (2 mesi di lockdown almeno 4000 euro di spese comunque da pagare a incasso zero).
Se poi si inizia a lavorare ci mettiamo 6000 euro annui di energia,poi acqua,prodotti,smaltimento rifiuti normali e speciali,imballaggi...
E sicuramente mi dimentico qualcosa.

Per un ristorante penso che tali spese siano ancora maggiori.
Locali più grandi,necessità di più personale,spese vive maggiori.
Imho anche una piccola pizzeria con pochi coperti non ha meno di 50000 euro all'anno di spese.
A 5 euro a pizza significa sfornarne 10000 per andare in pari,dopo di che si può iniziare a parlare di guadagno.
E per tenere aperto un locale ci si deve fare un mazzo così,lavorando tante ore al giorno con tutele quasi nulle.

Vedendo da fuori un'attività è facile cadere nel tranello di pensare che 10000 euro al mese di incassi significhino 100000 euro all'anno di guadagni.
In realtà poi si va a scoprire che un'attività che incassa 50000 euro all'anno magari ne ha 40000 di spese.
Che vorrebbe dire guadagni inferiori rispetto a chi ha un modesto stipendio da 1000 euro al mese.
 
Tre, quattro anni fa, mio padre ha pagato 250 euro per una visita oculistica di 10 minuti , svolta da primario. Nello studio, ad attendere il loro turno, c'erano 6-7 pazienti. Meno male che almeno ci ha rilasciato la fattura.

Può sembrare una cifra spropositata, ma da diverse esperienze di visite mediche private (per me o per familiari) della durata di un quarto d'ora al massimo, posso dire che è abbastanza normale.
 
E se l'esercente non si può permettere di acquistare un nuovo registratore di cassa?
Si indebita oppure fa il furbo e si sottrae all'obbligo?
Ho capito che rientra tra le spese dell'attività ma per potersi permettere di affrontare una simile spesa l'esercente deve essere in attivo,pensare che gli autonomi ce la faranno sempre perchè tanto c'è il sommerso a cui attingere è un modo estremamente miope di vedere la realtà delle piccole imprese italiane.
Si attiva e chiede il bonus statale (50% del costo sino a 250€) per l'acquisto o aggiornamento del registratore esistente.
Un pò come i telefonini, ci sono registratori di cassa con prezzi diversi. Un piccolo artigiano potrà accontentarsi di un modello più economico e con meno funzioni, in modo da recuperare il più possibile con il bonus.
D'altronde, il registratore di cassa è una spesa che per molti c'è sempre stata.

PS: un registratore da 2mila € non ci fa nulla in una piccola attività. Conosco chi ne ha speso 600 tutto compreso...
 
un registratore da 2mila € non ci fa nulla in una piccola attività. Conosco chi ne ha speso 600 tutto compreso...

600 euro per quello che fa solo le ricevute.
Se a un'attività occorre emettere scontrini e ricevute separate si parla di cifre molto più alte.
Il bonus lo hai scritto tu copre solo parte della spesa che per molti esercenti,specie quest'anno,resta molto difficile da affrontare.
 
se non hai nemmeno i soldi per un registratore di cassa allora che stai aperto a fare?

Mi spiace per i toni un po' accesi,senza rancore penso che abbiamo punti di vista molto distanti.
Non voglio farti i conti in tasca ma da quello che scrivi,la parola nemmeno mi ha colpito particolarmente,mi sembra di capire che tu non vivi le difficoltà che io vedo in moltissime piccole attività con cui ho a che fare sia per lavoro che nella vita privata.
E sono contento se è così,nel senso che non auguro nemmeno ai nemici figuriamoci agli amici del forum di passarsela male.
Però ti prego di credermi se ti dico che ci sono tante,ma proprio tante,piccole attività che letteralmente sopravvivono.
Tu ti chiedi cosa stanno aperte a fare se non tirano fuori abbastanza soldi da far fronte a tutte le spese.
Tanti stanno aperti perchè se chiudono hanno probabilità zero di trovare un impiego,magari gli mancano 5 o 10 anni per avere l'età pensionabile.
Per molti lavoratori autonomi la pensione è una sorta di miraggio che sperano di raggiungere il prima possibile,più che altro per non buttare al vento 20 o 30 anni di sacrifici.
Poi se parliamo di spese impreviste di 1000 o 2000 euro non dimentichiamoci che non sono cifre da poco.
Ognuno ragiona in base alle proprie possibilità ma tante famiglie con 2000 euro ci mangiano 4 mesi oppure ci pagano le bollette di gas e luce per 1 anno.
Non so nella tua zona ma nella mia ci sono sempre più negozi e locali vuoti.
Anche attività che erano gestite da persone in gamba ma che non ce l'hanno più fatta a far fronte alle spese
Non si può limitarsi a guardare da fuori e presumere che se uno sta aperto significa che se la passa bene quindi si risparmi le lamentele.
Purtroppo non è così e forse se anche da parte della clientela ci fosse un pochino di solidarietà in più nei confronti delle piccole imprese potremmo stare tutti un po' meglio.
Questo non significa andare a regalare soldi a tutti,ma per esempio non tirare sul prezzo alla morte o pretendere di entrare in un negozio e stabilire il prezzo.
Sarò ripetitivo ma continuo a ricordare che un'attività anche piccola rappresenta una fonte di entrate per lo stato,ammazzarla significa non solo rinunciare a tali entrate ma rischiare addirittura che un ex contribuente si trasformi in un neo indigente che ha bisogno di sussidi.
 
Io ho sempre il portamonete piene proprio per poter pagare il caffè con la moneta. Se avessi un pezzo da 20/50€ chiedo se ha darmi il resto, se non ce lo ha tolgo il disturbo. Non so perchè ma mal sopporto quelli che vogliono pagare un caffè con banconota da 50€
Purtroppo c'è gente che se ha moneta in tasca, appena arriva a casa la mette in un cassetto o in un vaso. Valli a capire.

Tanti detestano il rumore e il peso delle monete in tasca quindi le accumulano in casa finchè non fanno un mucchietto magari da 20 o 30 euro.
Poi non so se sia un dato rilevante,non ne posso trarre una regola generale ovviamente basandomi solo sulla mia esperienza personale,ma a me pare che stiano sparendo dalla circolazione le banconote di grosso taglio.
Non solo quelle da 500 e 200 euro (anni fa' una mia compagna di studi mi chiese "Ma la banconota da 200 euro è gialla?" perchè l'avevano pagata con una banconota da 200 ed era la prima volta che ne vedeva una) ma anche quelle da 100.
Io penso che negli ultimi 2 anni sul lavoro avrò visto massimo 10 banconote da 100 euro.
Mentre prima ne vedevo molte di più.
Ora il taglio più grande che circola è quello da 50 euro.
Mi è capitato di vedere un benzinaio che effettuava un versamento ed erano quasi tutte banconote da 10 e 20 euro.
Si può leggere come un brutto segnale.
 
Pochi giorni fa' parlavo coi miei genitori del piccolo centro commerciale in cui hanno la loro attività.
Io me lo ricordo vagamente com'era una volta,nel 1994 dovevo ancora compiere 7 anni.
Comunque era una dei primi centri commerciali della città,non era una cattedrale come quelli odierni però comunque c'erano una decina di negozi tra cui il panettiere,il pescivendolo,l'edicolante,il ciabattino etc etc.
Oggi sono rimasti in tutto 2 negozi di quelli originari (e uno ha cambiato gestione molte volte).
Ed è stata aggiunta la farmacia che mancava nel quartiere.
I prezzi per l'affitto dei locali si sono quasi triplicati dal 1994 a oggi col risultato che molti negozianti hanno chiuso perchè non ce la facevano più a far fronte alle spese.
E i loro locali sfitti sono stati riassorbiti dal supermercato che ora li utilizza come uffici e magazzini.
La moria dei negozi ha impoverito il giro di clientela del centro che nel frattempo ha visto la concorrenza aumentare esponenzialmente perchè sono stati aperti un gran numero di nuovi supermercati e centri commerciali in città.
A me questo sembra un chiaro esempio di come le pretese economiche nei confronti delle piccole attività abbiano continuato ad aumentare negli anni fino a diventare insostenibili.
E allo stesso tempo gli introiti sono diminuiti.
Non so se sono l'unico ma quando entro in un centro commerciale e vedo che buona parte dei negozi sono sfitti mi preoccupo,significa che le cose vanno male e qualcuno non se ne rende proprio conto infatti continua a chiedere affitti spropositati rispetto all'effettivo valore dei locali.
Perchè secondo voi?
Semplice perchè se abbassano i prezzi per attirare nuovi affittuari poi saranno costretti a rinegoziare i contratti d'affitto esistenti con gli esercenti che finora ce l'hanno fatta a pagare.
Oggi ci sono locali il cui valore reale è di circa 500/700 euro mensili d'affitto che vengono affittati a più di 1000 euro.
Quindi preferiscono affittare la metà dei locali a 10 piuttosto che affittarli tutti a 5.
Qualcuno potrebbe pensare "Ma se l'affitto è così insostenibile perchè gli esercenti non se ne vanno?".
Non è così facile a volte.
Innanzitutto spostarsi non garantisce che la clientela segua l'esercente,specie se si tratta di clienti anziani o che vogliono la loro comodità e non vogliono sbattersi per andare dall'altra parte della città magari.
E poi non tutte le attività si possono spostare velocemente e facilmente.
Spostare un'attività come quella dei miei costa circa 15000 euro salvo imprevisti e necessità di sostituire macchinari che non rispettano più le norme per una nuova installazione.
I proprietari dei locali lo sanno e quindi hanno il coltello dalla parte del manico.
Poco tempo fa' un'attività storica della mia città si è spostata in una zona periferica.
Una scelta che qualche anno fa' sarebbe apparsa semplicemente folle.
Si tratta di un colorificio ma forse dovrei scrivere IL colorificio,è il più noto della città tanto che quasi tutti conoscono il proprietario per nome.
Aveva un bel locale con 3 vetrine su uno dei corsi principali (uno di quelli che oggi è una distesa di serrande abbassate).
E si è trasferito in un locale molto più anonimo dietro a un concessionario d'auto su una provinciale che porta fuori città.
Rispetto a prima è praticamente nascosto.
Motivazione?
Mantenere il vecchio locale era diventato insostenibile e il locale nuovo costa meno della metà.
Visto da fuori chissà quanti avranno pensato che il titolare fosse pieno di soldi.
Ma se davvero navigava nell'oro chi glielo faceva fare di trasferirsi fuori città rischiando di perdere parte della sua clientela?
Evidentemente non è tutto oro quello che luccica.
 
Percepito i 600 euro e nel frattempo ha dovuto continuare a pagarne quasi 1400 al mese solo per l'affitto del suo locale... bilancio resta fortemente in negativo.

Per i mesi di marzo, aprile e maggio spetta un credito fiscale pari al 60% del canone di locazione.

Non è risolutivo, ma chi ha potuto fare consegne a domicilio in qualche modo se l'è cavata (contrattando talvolta la riduzione temporanea del canone)
 
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