Mkkk ha scritto:
ciascun italiano fa ciò che vuole e, come scrisse un tizio quasi un secolo fa, non è impossibile governare l'italia, ma inutile. Negli stati uniti o in francia si comprano prodotti esteri solo se costretti, in italia perchè é figo.
Mah, veramente proprio in USA da sempre è "figo" comprare auto straniere, non a caso hanno coniato la denominazione "exotic cars". E proprio negli USA negli anni '50 avvenne la straordinaria storia di Max Hoffman, geniale importatore che grazie alle sue intuizioni fece nascere, proprio per il mercato americano, alcune pietre miliari della storia dell'automobile, come la Porsche 356 Speedster, o fece prosperare proprio grazie alla sua attività di importazione, ed anche lì influenzando le scelte produttive, modelli come Jaguar XK o Mercedes 300SL...
Visto che parliamo di moto, potremmo dire che Hoffman fu un Carlo Talamo dell'automobile, ante litteram.
A questo naturalmente si contrappone una parte di americani che orgogliosamente scelgono il "buy american", anche se dal punto di vista del mercato l'industria automobilistica americana ha subito un forte contraccolpo con la diffusione di massa delle automobili giapponesi, avvenuta a partire dagli anni '80.
Proprio in USA abbiamo assistito al primo esempio di brusco cambiamento di un mercato a causa dei prodotti esteri, più innovativi ed economici, fatto che ha anche costretto l'industria locale ad una profonda riorganizzazione per essere competitiva. Fatto che da noi non avvenne a causa del contingentamento.
In questo caso, però, la produzione dei modelli esteri più popolari sul mercato locale (come la Civic per esempio) si è progressivamente insediata in USA - come avviene da tempo nell'esempio sopracitato di Honda Italia ad Atessa - accontentando così anche i fautori del "proudly made in USA" e con risvolti produttivi ed occupazionali positivi.
In Italia mi pare che sia stato sempre più o meno velatamente ostacolato a livello politico l'ingresso di costruttori automobilistici stranieri sul territorio nazionale (e prima le vendite in CEE col contingentamento). Secondo me invece sarebbe stato un fatto positivo, sia per l'occupazione che per l'indotto e la concorrenza, creare le condizioni per far aprire stabilimenti di produzione a costruttori esteri, com'è avvenuto in Francia ed Inghilterra per esempio. Oggi traiamo le conseguenze di quelle scelte.
Che poi gli italiani comprino auto estere con molta naturalezza oggi è assodato, viste anche le quote di mercato (infatti ho scritto in un altro recente thread che non condivido certi luoghi comuni come quello che sia normale in ogni caso pagare di più un'auto tedesca di una italiana e considerarla migliore qualitativamente e acriticamente a priori)...ma bisogna dire che una volta non era certo così, e ce n'è voluto per far disamorare gli italiani per i prodotti nazionali, a partire dal vero e proprio smantellamento delle gamme dei nostri migliori marchi storici.
Quando semplicemente non esiste più l'offerta, come si fa ad acquistare un prodotto anche con le migliori intenzioni?
Scusate il lungo OT.
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