vezpd ha scritto:
.... dopo una lunga giornata di lavoro e leggere che una persona che neanche conosco mi sta giudicando come se fossi un mostro mi lascia molto perplesso... Ci metto sempre l'anima in tutto quello che faccio, il cuore, la passione..... Qualche calo di attenzione credo che ci stia, specie in questo periodo che siamo oberrati dalla mole di lavoro (rottamazioni...). ...... Come io qui sto mettendo la mia faccia, ritengo opportuno che questa persona, prima di giudicare, venga a conoscermi e mi affronti a quattro occhi. ... ma con la stessa cattiveria con la quale questa persona ha deciso di pubblicare il suo pensiero pubblicamente, replico scrivendo che sono a Sua completa disposizione per porgere le mie più sentite scuse. ... E questa persona che tanto male ha scritto di me, neanche la conosco....
Come qualcuno ha fatto già osservare, le elementari buone maniere dovrebbero far parte di un venditore ancor prima delle sue capacità professionali.
Su queste ultime non discuto, oramai troppe volte abbiamo tutti avuto esempi chiari di scarsa professionalità che non solo è ridicola se comparata a quella del cliente, all'opposto di quello che dovrebbe essere, ma è talvolta anche offensiva verso chi sta spendendo vagonate di euro e si vede trattato alla stessa stregua dello scemo di paese, firma qua e non rompere tanto le scatole che già ti diamo una macchina, che vuoi di più?
Torniamo al caso di specie, dove la professionalità non è contesa, quello che invece è stato reso evidente, senza tra l'altro fare nomi, è la scarsa attenzione del potenziale cliente, forse giudicato da alcuni aspetti esteriori oppure ritenuti non interessanti, comunque troppo frettolosamente ma soprattutto senza mancanza di educazione.
In un qualunque rapporto commerciale, ancorchè sul nascere, correttezza e buona fede sono stati considerati da sempre elementi fondamentali.
Frasi come "una persona che neanche conosco mi giudica " oppure "questa persona prima di giudicare mi affronti a quattr'occhi" ovvero "questa persona che tanto ha male scritto di me neanche la conosco" o ancora "che con la stessa spudoratezza con la quale ha parlato male di me senza pensarci due volte" mi sembrano ottime testimonianze del fatto che le scuse porte, ancorchè facciano onore, in realtà nascondono una reale riluttanza e quasi una costrizione dovuta solo alla pubblicità della lamentela (e sono molti i padovani, me compreso, e non che conoscono questo concessionario).
Metterci la propria faccia con un nickname non è poi così difficile, di più ha fatto il nostro amico che quantomeno si è firmato.
Generalizzando, tuttavia, quello che mi lascia più perplesso è che non siamo di fronte ad un caso isolato, certo giustificabile con un calo di zuccheri (anche se avrei voluto sentire i commenti immediatamente successivi alla "chiusura" del dialogo), ma di un comportamento abbastanza diffuso.
Insomma, o i venditori credono che i soldi degli altri, a differenza dei tanto amati propri, piovano nelle tasche della gente dal cielo oppure il mercato è drogato da fattori come i leasing e le rottamazioni che oberano (con una erre, mi raccomando) i concessionari e fanno scintillare di denari gli occhi degli agenti di vendita per i mirabolanti introiti garantiti (tanto da dimenticarsi che gli sconti sono cosa differente), teoria secondo la quale il povero, misero ed insignificante nostro che vuole spendere solamente 40 mila euro per un'unica auto rientra nella categoria di cui supra "prego firmare il modulo e non rompere più di tanto".
Del resto, come giustamente osservato, questo qui rappresenta il 100-99,9=0,01% dei clienti, una mezza calzetta insomma.
Allora, per i marchi tedeschi lo giustifichiamo con il fatto che le macchine si vendono da sole, ma per il nostro amato marchio svedese?
La soddisfazione del cliente è un goal che va anche mantenuto.
Il miglior modo di dimostrare la soddisfazione del prodotto, che non è solo l'oggetto automobile, è quella di prendere i 40 mila euro su cui qualcuno ha sputato e consegnarli ad altro soggetto che merita la propria attenzione.
Alessandro