Parafrasando il titolo di una famosa commedia, ecco un breve excursus semi-serio e vero-sarcastico sul miglior modo di accoppare qualcuno che vi sta sul piloro... alla luce di recenti fatti di cronaca.
Cominciamo a escludere a priori gli esplosivi. Sono difficili da reperire, richiedono competenze tecnologiche che non tutti hanno (per fare un timer mica basta una sveglia), sono pericolosi per chi li usa quasi quanto per la vittima, e tendono a fare un numero spropositato di vittime innocenti. E noi non vogliamo fare vittime innocenti, giusto? Prima di tutto perche' siamo brave persone, e poi perche' tende a pesare parecchio all'eventuale processo.
Un buon sistema potrebbe essere l'accoltellamento: chiunque ha l'arma del delitto in casa, o la puo' comprare per pochi euro, e un trinciante o un coltello per disossare prosciutti sono armi davvero temibili. Purtroppo, il vantaggio della facile reperibilita' e' ampiamente superato dagli svantaggi: prima di tutto sferrare delle coltellate letali non e' cosi' facile come mostrano i film, e se indossate una buffa maschera bianca che restringe la visibilita' le cose si fanno ancora piu' complicate. Inoltre le inevitabili urla tendono ad attirare un mucchio di attenzione facendovi notare, senza contare che i copiosi schizzi di sangue lasciano poco scampo all'assassino, con le moderne tecniche di polizia scientifica: entro qualche ora dall'omicidio vi suonano alla porta e vi trovate Grissom od Orazio con le manette. Anche il coltello dunque va escluso.
La pistola? Bhe, certo, e' la prima cosa che chiunque pensa. Pero' procurarsene una non registrata e, magari, con matricola abrasa e' cosa davvero difficile per il cittadino incensurato e privo degli agganci necessari nella mala. Poi le armi da fuoco fanno un mucchio di chiasso, e al giorno d'oggi, con tutti i film d'azione che passano in TV, anche un bambino di 5 anni sa riconoscere uno sparo. Inoltre, uccidere qualcuno a revolverate e' cosa piu' facile a dirsi che a farsi. Prendete l'attentato a Reagan: l'attentatore sparo' sei colpi da una distanza di meno di 4 metri, in un gruppo compatto di persone. Di questi, solo tre andarono direttamente a segno, e nessuno colpi' la vittima designata. Il proiettile che colpi' il presidente, infatti, lo fece solo fortuitamente, e non certo grazie alla mira dell'attentatore, dopo essere rimbalzato contro la fiancata della limousine presidenziale. Altri due andarono completamente a vuoto. Anche l'attentato a Giovanni Paolo II fu un fiasco. Insomma, sparare dritto con una pistola richiede un mucchio di allenamento. Inoltre le armi da fuoco sono terribilmente "politicamente scorrette" e invise all'opinione pubblica. Chiunque possieda un'arma, anche legalmente, e' visto come un criminale che ANCORA non ha ammazzato nessuno, ma certamente prima o poi lo fara'. Se vi pigliano, e avete usato una pistola, tranquilli che 30 anni non ve li leva nessuno. Non va bene, anche la pistola deve andare.
Il fucile di precisione e' un grande classico per grandi e piccini, pilastro portante di innumerevoli film, ma costa uno sproposito di soldi, e' ingombrantissimo, richiede grande abilita' per tarare correttamente il cannocchiale e, dopo aver sparato, sareste costretti ad abbandonarlo sul posto. Insomma: riunisce gli svantaggi del coltello (immaginatevi Grissom che lo esamina...) a quelli della pistola (arma da fuoco politicamente scorretta) il tutto a un prezzo stratosferico. Meglio lasciare il fucile a Hollywood.
Resterebbe il veleno, ma, diciamocelo, ancorche' esotico e subdolo, e' un'arma assai inadatta a commettere un omicidio, se non nel medioevo o in un giallo di Agatha Christie. Necessita di arrivare vicinissimi alla vittima, di conoscerla bene e persino della sua fiducia. Senza contare che organizzare un banchetto e' molto costoso e gli anelli portaveleno sono assai rari e dovreste probabilmente prima rubarne uno in un museo. Per giunta, con la medicina moderna la quasi totalita' dei veleni disponibili comunemente sono facilmente contrastabili e non offrono le necessarie garanzie. Niente da fare anche per il veleno, dunque.
No, il metodo migliore, signore e signori, e' l'AUTO. Pensateci: tutti ne abbiamo una. Non c'e' bisogno di esercitarsi, la sappiamo usare. Per strada ne circolano a milioni, nessuno ci bada. Uno sciamannato che vi si avventa contro con un coltellaccio suscita allarme, ma un'auto? Potrete essere tranquilli che la vittima sara' ignara delle vostre intenzioni fino all'ultimo. Anzi, vedendo come molti attraversano la strada, gettandosi nella via certi che chi sopraggiunge si attacchera' ai freni per non spianarli come opossum, ci sono buone possibilita' che possiate far passare tutto come suicidio. Inoltre l'auto non richiede una mira particolare: se anche la vittima designata si accorgesse che cercate di centrarlo, e schivasse, l'auto puo' essere guidata facilmente per andare a segno.
Una tonnellata e mezza lanciata a qualche decina di metri al secondo non lascia scampo: investite la vittima per bene, ed e' fatta. Certo, mi direte, la targa e' come andare in giro col nome scritto addosso, ma pensateci un momento... La gente va in giro con la testa per aria, pensando agli affari suoi (specie quando guida), e non certo guardando la vostra targa, che e' perfettamente inutile come mezzo di riconoscimento, se non per le multe. Anche chi sia testimone diretto dell'investimento di rado ha la prontezza di spirito di annotare il numero di targa, sempre che ci riesca. Quanti investimenti da auto pirata sono stati risolti grazie al numero di targa? Pochissimi. Nella stragrande maggioranza dei casi "si cerca il pirata della strada" e quello e' quanto.
E, se anche vi pizzicano, le pene sono una barzelletta: lo zingaro che, drogato e ubriaco, uccise quattro ragazzini investendoli col furgone (mica un semplice omicidio, eh, QUATTRO ragazzini: 'na straggge, con tre "G", 'na spremuta de sangue) venne condannato a sei mesi di domiciliari da scontarsi in un residence al mare... no, dico, si puo' fare, no? Pure pagati! Che pacchia... E se perdete il lavoro, facilmente ne troverete uno come testimonial per una marca di jeans, o potrete scrivere un libro.
Certo, mi direte, ora le pene sono inasprite, c'e' il pacchetto sicurezza, c'e' il decreto... Ma quante volte sono state applicate 'ste benedette pene? Dai, prendiamo quello che e' passato bel bello col rosso ammazzando secchi quei due fidanzati. Gli han forse dato omicidio? No. Anzi, riduzione della pena. Due annetti e se la cava, alla peggio. Stesso per quell'altro, anche lui pirata, anche lui assassino di una povera ragazza mentre guidava marinato nell'etilene, anche lui graziato con sconto e attenuanti varie. Per non parlare di tutti quelli che manco finiscono sui giornali. Quello che ha ammazzato quella motociclista, dopo averla fatta cadere ed esserle passato sopra, lo stanno ancora cercando.
Insomma: se ammazzate una persona sola,ammesso che vi piglino e male che vi vada, probabilmente vi fate sei mesi. Se poi mostrate pentimento e chiedete scusa, facile che manco lo vedete, il carcere.
Ecco qui l'arma perfetta per l'omicidio perfetto o quanto meno "ragionevolmente ben riuscito" e, certamente, a poco prezzo. Eh si', signori miei, ammazzare qualcuno in auto, oggi CONVIENE! Che aspettate? Approfittate della grande opportunita' e degli sconti liberandovi di scocciatori e persone sgradite! Creditori, suocere, capiufficio o semplici passanti non sono piu' un male inevitabile. La legge, miei cari aspiranti assassini, e' con voi!
Cominciamo a escludere a priori gli esplosivi. Sono difficili da reperire, richiedono competenze tecnologiche che non tutti hanno (per fare un timer mica basta una sveglia), sono pericolosi per chi li usa quasi quanto per la vittima, e tendono a fare un numero spropositato di vittime innocenti. E noi non vogliamo fare vittime innocenti, giusto? Prima di tutto perche' siamo brave persone, e poi perche' tende a pesare parecchio all'eventuale processo.
Un buon sistema potrebbe essere l'accoltellamento: chiunque ha l'arma del delitto in casa, o la puo' comprare per pochi euro, e un trinciante o un coltello per disossare prosciutti sono armi davvero temibili. Purtroppo, il vantaggio della facile reperibilita' e' ampiamente superato dagli svantaggi: prima di tutto sferrare delle coltellate letali non e' cosi' facile come mostrano i film, e se indossate una buffa maschera bianca che restringe la visibilita' le cose si fanno ancora piu' complicate. Inoltre le inevitabili urla tendono ad attirare un mucchio di attenzione facendovi notare, senza contare che i copiosi schizzi di sangue lasciano poco scampo all'assassino, con le moderne tecniche di polizia scientifica: entro qualche ora dall'omicidio vi suonano alla porta e vi trovate Grissom od Orazio con le manette. Anche il coltello dunque va escluso.
La pistola? Bhe, certo, e' la prima cosa che chiunque pensa. Pero' procurarsene una non registrata e, magari, con matricola abrasa e' cosa davvero difficile per il cittadino incensurato e privo degli agganci necessari nella mala. Poi le armi da fuoco fanno un mucchio di chiasso, e al giorno d'oggi, con tutti i film d'azione che passano in TV, anche un bambino di 5 anni sa riconoscere uno sparo. Inoltre, uccidere qualcuno a revolverate e' cosa piu' facile a dirsi che a farsi. Prendete l'attentato a Reagan: l'attentatore sparo' sei colpi da una distanza di meno di 4 metri, in un gruppo compatto di persone. Di questi, solo tre andarono direttamente a segno, e nessuno colpi' la vittima designata. Il proiettile che colpi' il presidente, infatti, lo fece solo fortuitamente, e non certo grazie alla mira dell'attentatore, dopo essere rimbalzato contro la fiancata della limousine presidenziale. Altri due andarono completamente a vuoto. Anche l'attentato a Giovanni Paolo II fu un fiasco. Insomma, sparare dritto con una pistola richiede un mucchio di allenamento. Inoltre le armi da fuoco sono terribilmente "politicamente scorrette" e invise all'opinione pubblica. Chiunque possieda un'arma, anche legalmente, e' visto come un criminale che ANCORA non ha ammazzato nessuno, ma certamente prima o poi lo fara'. Se vi pigliano, e avete usato una pistola, tranquilli che 30 anni non ve li leva nessuno. Non va bene, anche la pistola deve andare.
Il fucile di precisione e' un grande classico per grandi e piccini, pilastro portante di innumerevoli film, ma costa uno sproposito di soldi, e' ingombrantissimo, richiede grande abilita' per tarare correttamente il cannocchiale e, dopo aver sparato, sareste costretti ad abbandonarlo sul posto. Insomma: riunisce gli svantaggi del coltello (immaginatevi Grissom che lo esamina...) a quelli della pistola (arma da fuoco politicamente scorretta) il tutto a un prezzo stratosferico. Meglio lasciare il fucile a Hollywood.
Resterebbe il veleno, ma, diciamocelo, ancorche' esotico e subdolo, e' un'arma assai inadatta a commettere un omicidio, se non nel medioevo o in un giallo di Agatha Christie. Necessita di arrivare vicinissimi alla vittima, di conoscerla bene e persino della sua fiducia. Senza contare che organizzare un banchetto e' molto costoso e gli anelli portaveleno sono assai rari e dovreste probabilmente prima rubarne uno in un museo. Per giunta, con la medicina moderna la quasi totalita' dei veleni disponibili comunemente sono facilmente contrastabili e non offrono le necessarie garanzie. Niente da fare anche per il veleno, dunque.
No, il metodo migliore, signore e signori, e' l'AUTO. Pensateci: tutti ne abbiamo una. Non c'e' bisogno di esercitarsi, la sappiamo usare. Per strada ne circolano a milioni, nessuno ci bada. Uno sciamannato che vi si avventa contro con un coltellaccio suscita allarme, ma un'auto? Potrete essere tranquilli che la vittima sara' ignara delle vostre intenzioni fino all'ultimo. Anzi, vedendo come molti attraversano la strada, gettandosi nella via certi che chi sopraggiunge si attacchera' ai freni per non spianarli come opossum, ci sono buone possibilita' che possiate far passare tutto come suicidio. Inoltre l'auto non richiede una mira particolare: se anche la vittima designata si accorgesse che cercate di centrarlo, e schivasse, l'auto puo' essere guidata facilmente per andare a segno.
Una tonnellata e mezza lanciata a qualche decina di metri al secondo non lascia scampo: investite la vittima per bene, ed e' fatta. Certo, mi direte, la targa e' come andare in giro col nome scritto addosso, ma pensateci un momento... La gente va in giro con la testa per aria, pensando agli affari suoi (specie quando guida), e non certo guardando la vostra targa, che e' perfettamente inutile come mezzo di riconoscimento, se non per le multe. Anche chi sia testimone diretto dell'investimento di rado ha la prontezza di spirito di annotare il numero di targa, sempre che ci riesca. Quanti investimenti da auto pirata sono stati risolti grazie al numero di targa? Pochissimi. Nella stragrande maggioranza dei casi "si cerca il pirata della strada" e quello e' quanto.
E, se anche vi pizzicano, le pene sono una barzelletta: lo zingaro che, drogato e ubriaco, uccise quattro ragazzini investendoli col furgone (mica un semplice omicidio, eh, QUATTRO ragazzini: 'na straggge, con tre "G", 'na spremuta de sangue) venne condannato a sei mesi di domiciliari da scontarsi in un residence al mare... no, dico, si puo' fare, no? Pure pagati! Che pacchia... E se perdete il lavoro, facilmente ne troverete uno come testimonial per una marca di jeans, o potrete scrivere un libro.
Certo, mi direte, ora le pene sono inasprite, c'e' il pacchetto sicurezza, c'e' il decreto... Ma quante volte sono state applicate 'ste benedette pene? Dai, prendiamo quello che e' passato bel bello col rosso ammazzando secchi quei due fidanzati. Gli han forse dato omicidio? No. Anzi, riduzione della pena. Due annetti e se la cava, alla peggio. Stesso per quell'altro, anche lui pirata, anche lui assassino di una povera ragazza mentre guidava marinato nell'etilene, anche lui graziato con sconto e attenuanti varie. Per non parlare di tutti quelli che manco finiscono sui giornali. Quello che ha ammazzato quella motociclista, dopo averla fatta cadere ed esserle passato sopra, lo stanno ancora cercando.
Insomma: se ammazzate una persona sola,ammesso che vi piglino e male che vi vada, probabilmente vi fate sei mesi. Se poi mostrate pentimento e chiedete scusa, facile che manco lo vedete, il carcere.
Ecco qui l'arma perfetta per l'omicidio perfetto o quanto meno "ragionevolmente ben riuscito" e, certamente, a poco prezzo. Eh si', signori miei, ammazzare qualcuno in auto, oggi CONVIENE! Che aspettate? Approfittate della grande opportunita' e degli sconti liberandovi di scocciatori e persone sgradite! Creditori, suocere, capiufficio o semplici passanti non sono piu' un male inevitabile. La legge, miei cari aspiranti assassini, e' con voi!