<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> chi spende è un cretino? O è invidia? | Page 14 | Il Forum di Quattroruote

chi spende è un cretino? O è invidia?

skamorza ha scritto:
spesso mi chiedo dove viviate. personalmente non conosco nessuno che si trovi in difficoltà o anche solo a rinunciare ad una pizza perchè ha comperato l'auto "prestigiosa". al limite ho alcuni conoscenti che si privano di molti piaceri della vita, ma viaggiano con auto vecchie e quasi sempre scassate (e qualche volta prive della manutenzione indispensabile, vedasi gomme e lampade). eppure ad occhio e croce dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) avere più disponibilità di me.
non sarà forse che alcuni ritengono (a torto o a ragione non è affar mio) ancora oggi di dover solo accantonare in attesa di non si sa bene cosa?
va bene risparmiare, va bene non indebitarsi, ma diventare "il più ricco del cimitero" quali soddisfazioni offre?

io invece conosco parecchia gente che ha il conto costantemente in rosso e non ha nemmeno le lacrime per piangere di proprietà ma gira con le così dette premiun tedesche,ha l'iphone e almeno 1000 euro di roba da vestire addosso.

dove sta scritto,scusa,che chi viaggia con le auto scassate debba avere necessariamente i soldi da parte?

ci vuole equilibrio.e secondo me ne peccano gravemente sia quello che si gode i piaceri della vita tutti a rate (ed è spesso preso per la gola...),sia il più ricco del cimitero.
 
skamorza ha scritto:
...va bene risparmiare, va bene non indebitarsi, ma diventare "il più ricco del cimitero" quali soddisfazioni offre?...
Il fatto è che non si conosce il futuro. Nessuno sa, ad esempio, quanti anni di vita ha ancora davanti, quali eventi più o meno dolorosi lo aspettano, quali "imprevisti" si presenteranno ecc.
Personalmente non ho alcun interesse a diventare il più ricco del cimitero, cosa che comunque non si verificherà, a meno che io non venga sepolto nel mio stesso giardino. A dire il vero devo ammettere che, egoisticamente, nemmeno gradisco molto l'idea che un domani qualcuno si ritrovi in tasca per grazia ricevuta i miei risparmi.
Se sapessi con certezza che la mia vita finirà ad es. tra due anni, allora magari smetterei di lavorare e pianificherei le cose in modo da spendere tutto in due anni: viaggi, macchine, soddisfazioni, divertimenti e via dicendo. Anzi, potrei anche spendere parecchio di più, come oggi va di moda, impegnandomi allegramente a pagare rate postume.
Invece, purtroppo, io non so quanto tempo mi resta da vivere in buona salute e quanto in malattia, non ho idea di quanto ancora il mio lavoro potrà permettermi di mantenermi senza attingere ai risparmi (cosa peraltro già parzialmente accaduta negli ultimi anni), non so quanto effettivamente i miei risparmi potranno valere con il passare del tempo (basta che qualche acuto individuo accenda un petardo dall'altra parte del mondo perché i miei risparmi evaporino spontaneamente) e via dicendo.

In queste condizioni è oggettivamente impossibile stabilire quale sia esattamente la linea di demarcazione tra "risparmiare e non indebitarsi" e "diventare il più ricco del cimitero", tra il comportamento prudente e l'esagerazione.
Se calcolo quanto ho speso finora di assicurazione auto ottengo una cifra enorme: al di là dell'obbligatorietà, pagare tutti quei quattrini, che in fin dei conti a nulla sono serviti (per fortuna), è stato saggio o stupido?

A questo proposito, inoltre, mi sembra interessante osservare l'attuale vistoso contrasto tra la mentalità ultra esagitata che sempre più prende piede quando si parla di sicurezza (più basso è il limite meglio è, linea continua dappertutto, mai troppe luci sono accese, mettiamo i marciapiedi in mezzo alla strada ecc. ecc.) e quella ultra fatalista e gaudente che invece sempre più si promuove (con successo) quando si parla di consumi e sprechi: compri oggi e paghi in futuro, si vive una volta sola, i soldi servono a spendere ecc ecc.
Se si dovesse amministrare la sicurezza stradale con la stessa mentalità con cui si amministra la sicurezza economica allora, praticamente, si dovrebbe abolire il codice nonché rimuovere tutte le segnaletiche, oltre ovviamente ad eliminare il concetto stesso di patente di guida (non serve alcuna patente e neanche la maggiore età per indebitarsi). Nell'ipotesi inversa, dovremmo essere tutti straricchi e avari fino all'inverosimile.
 
marimasse ha scritto:
skamorza ha scritto:
...va bene risparmiare, va bene non indebitarsi, ma diventare "il più ricco del cimitero" quali soddisfazioni offre?...
Il fatto è che non si conosce il futuro. Nessuno sa, ad esempio, quanti anni di vita ha ancora davanti, quali eventi più o meno dolorosi lo aspettano, quali "imprevisti" si presenteranno ecc.
Personalmente non ho alcun interesse a diventare il più ricco del cimitero, cosa che comunque non si verificherà, a meno che io non venga sepolto nel mio stesso giardino. A dire il vero devo ammettere che, egoisticamente, nemmeno gradisco molto l'idea che un domani qualcuno si ritrovi in tasca per grazia ricevuta i miei risparmi.
Se sapessi con certezza che la mia vita finirà ad es. tra due anni, allora magari smetterei di lavorare e pianificherei le cose in modo da spendere tutto in due anni: viaggi, macchine, soddisfazioni, divertimenti e via dicendo. Anzi, potrei anche spendere parecchio di più, come oggi va di moda, impegnandomi allegramente a pagare rate postume.
Invece, purtroppo, io non so quanto tempo mi resta da vivere in buona salute e quanto in malattia, non ho idea di quanto ancora il mio lavoro potrà permettermi di mantenermi senza attingere ai risparmi (cosa peraltro già parzialmente accaduta negli ultimi anni), non so quanto effettivamente i miei risparmi potranno valere con il passare del tempo (basta che qualche acuto individuo accenda un petardo dall'altra parte del mondo perché i miei risparmi evaporino spontaneamente) e via dicendo.

In queste condizioni è oggettivamente impossibile stabilire quale sia esattamente la linea di demarcazione tra "risparmiare e non indebitarsi" e "diventare il più ricco del cimitero", tra il comportamento prudente e l'esagerazione.
Se calcolo quanto ho speso finora di assicurazione auto ottengo una cifra enorme: al di là dell'obbligatorietà, pagare tutti quei quattrini, che in fin dei conti a nulla sono serviti (per fortuna), è stato saggio o stupido?

A questo proposito, inoltre, mi sembra interessante osservare l'attuale vistoso contrasto tra la mentalità ultra esagitata che sempre più prende piede quando si parla di sicurezza (più basso è il limite meglio è, linea continua dappertutto, mai troppe luci sono accese, mettiamo i marciapiedi in mezzo alla strada ecc. ecc.) e quella ultra fatalista e gaudente che invece sempre più si promuove (con successo) quando si parla di consumi e sprechi: compri oggi e paghi in futuro, si vive una volta sola, i soldi servono a spendere ecc ecc.
Se si dovesse amministrare la sicurezza stradale con la stessa mentalità con cui si amministra la sicurezza economica allora, praticamente, si dovrebbe abolire il codice nonché rimuovere tutte le segnaletiche, oltre ovviamente ad eliminare il concetto stesso di patente di guida (non serve alcuna patente e neanche la maggiore età per indebitarsi). Nell'ipotesi inversa, dovremmo essere tutti straricchi e avari fino all'inverosimile.
vedi caro Marimasse, noi e dovresti saperlo dato che "ci" leggiamo da tempo, siamo fondamentalmente d'accordo. sono il primo a dire che è necessario fare il passo in base alla propria gamba, che i debiti si fanno solo se realmente inevitabili (penso sempre alla casa, se una persona vive in una casa discreta pagando un affitto molto basso può rinunciare alla casa di proprietà, ma se "butta" svariate centinaia di euro tutti i mesi meglio un mutuo e l'acquisto).
ma neppure si può pensare di risparmiare il max possibile rinunciando ad ogni piacere, svago o hobby perchè potebbe accadere in futuro di avere gravi necessità di spesa. meglio a quel punto rivolgersi a polizze assicurative, sperando come è successo sino ad ora con le auto di pagarle per niente. anche perchè, parliamoci chiaro, nel caso servisse un intervento di chirurgia supermegaspecialistico da qualche milione di euro se non ci si affida ad un gesto di solidarietà civile per tanto che si abbia risparmiato...
 
No è cretino se ne spende 22 per una puntmito con le balestre dietro, se li spende al (vero) multilik della Golf co tutto il resto in piu' lo è.
 
sghescia ha scritto:
No è cretino se ne spende 22 per una puntmito con le balestre dietro, se li spende al (vero) multilik della Golf co tutto il resto in piu' lo è.
Scusami, ma non ho capito un tubo di quello che hai detto. Meglio evitare lo stile "SMS"! :D :D ;)
 
skamorza ha scritto:
...neppure si può pensare di risparmiare il max possibile rinunciando ad ogni piacere, svago o hobby...
Questo sarebbe un approccio estremista.
...servisse un intervento di chirurgia ... da qualche milione di euro...
Anche questo è un esempio estremo; un simile evento, fortunatamente, non è molto probabile o, per lo meno, è mooolto meno probabile di tantissimi altri, molto meno gravi e costosi.

Io non rinuncio ad ogni piacere per risparmiare.
Nemmeno credo, addirittura, che in questo ambito sia corretto parlare di "rinuncia". Rinunciare significa, secondo me, privarsi di qualcosa che si vorrebbe, ovvero fare un sacrificio, infliggersi una sofferenza. Io non percepisco come un sacrificio il fatto di non avere una casa più grande e bella o un guardaroba più sofisticato o, tanto meno, una moto o una macchina nuova e appariscente. Stessa cosa potrei dire per altre cose che non ho o non faccio.
Si tratta di cose che io non compro perché mi sta bene così, perché ho scelto così.
Parlando di consumi, per me rientra nel concetto di "piacere" non solo il possedere una certa cosa ma anche il sapere che l'ho comprata senza particolari sprechi, senza farmi abbindolare, senza indebitarmi e pagandola un prezzo ragionevolmente corretto. La mancanza di questi requisiti intacca pesantemente il piacere, fino anche a farlo evaporare. Se, ad esempio, cedessi un giorno alla periodica tentazione di comprarmi una bella moto, il giramento di sfere che ne ricaverei dopo, rendendomi conto di esserci cascato e ritrovandomi a dover circolare in un modo che nemmeno in lontananza somiglia a quello archiviato nei miei ormai quasi ventenni bei ricordi di moto-turista, renderebbe quella moto una fonte di dispiacere.

Nessuna rinuncia, nessuna autoflagellazione e nessuna esasperata privazione, quindi; solo, caso mai, un costante tentativo di valutare le scelte con obiettività e distinguendo il fumo dall'arrosto, senza perdere di vista talune priorità che ritengo essenziali affinché i "piaceri" siano, all'atto pratico, effettivamente tali.
 
14 PAGINE per scrivere e ribadire l'ovvio: quanti siamo a questo mondo? 8.000.000.000?? Ebbene 8.000.000.000 di modi di pensare diversi. E tutti hanno lo stesso diritto di cittadinanza.
 
capnord ha scritto:
14 PAGINE per scrivere e ribadire l'ovvio: quanti siamo a questo mondo? 8.000.000.000?? Ebbene 8.000.000.000 di modi di pensare diversi. E tutti hanno lo stesso diritto di cittadinanza.

come tutti hanno diritto ad esprimere la loro opinione ;)

comunque il 'diritto di cittadinanza' non deve in alcun modo ledere i pari diritti di altre persone.
 
capnord ha scritto:
14 PAGINE per scrivere e ribadire l'ovvio: quanti siamo a questo mondo? 8.000.000.000?? Ebbene 8.000.000.000 di modi di pensare diversi. E tutti hanno lo stesso diritto di cittadinanza.

il 98% dello scritto sul forum è ovvio...e ti dò un bel 5 stelle
e non perchè sei mio amico.
 
emi70 ha scritto:
sono stanco di leggere che se una persona compra un Audi A1 (per citare l'esempio più recente) è un cretino perchè costa molto e, secondo alcuni saccentoni, non li vale.

Ricordate Esopo e la favola della Volpe e l'Uva?

A mio avviso, nessuno può ergersi a giudice dell'intelligenza altrui: ognuno è libero di spendere i propri soldi come meglio crede (senza per questo essere un cretino) e, allo stesso tempo, ognuno è libero di esprimere il proprio parere su un determinato prodotto (senza per questo essere un saccentone o un invidioso).
 
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