skamorza ha scritto:
...va bene risparmiare, va bene non indebitarsi, ma diventare "il più ricco del cimitero" quali soddisfazioni offre?...
Il fatto è che non si conosce il futuro. Nessuno sa, ad esempio, quanti anni di vita ha ancora davanti, quali eventi più o meno dolorosi lo aspettano, quali "imprevisti" si presenteranno ecc.
Personalmente non ho alcun interesse a diventare il più ricco del cimitero, cosa che comunque non si verificherà, a meno che io non venga sepolto nel mio stesso giardino. A dire il vero devo ammettere che, egoisticamente, nemmeno gradisco molto l'idea che un domani qualcuno si ritrovi in tasca per grazia ricevuta i miei risparmi.
Se sapessi con certezza che la mia vita finirà ad es. tra due anni, allora magari smetterei di lavorare e pianificherei le cose in modo da spendere tutto in due anni: viaggi, macchine, soddisfazioni, divertimenti e via dicendo. Anzi, potrei anche spendere parecchio di più, come oggi va di moda, impegnandomi allegramente a pagare rate postume.
Invece, purtroppo, io non so quanto tempo mi resta da vivere in buona salute e quanto in malattia, non ho idea di quanto ancora il mio lavoro potrà permettermi di mantenermi senza attingere ai risparmi (cosa peraltro già parzialmente accaduta negli ultimi anni), non so quanto effettivamente i miei risparmi potranno valere con il passare del tempo (basta che qualche acuto individuo accenda un petardo dall'altra parte del mondo perché i miei risparmi evaporino spontaneamente) e via dicendo.
In queste condizioni è oggettivamente impossibile stabilire quale sia esattamente la linea di demarcazione tra
"risparmiare e non indebitarsi" e
"diventare il più ricco del cimitero", tra il comportamento prudente e l'esagerazione.
Se calcolo quanto ho speso finora di assicurazione auto ottengo una cifra enorme: al di là dell'obbligatorietà, pagare tutti quei quattrini, che in fin dei conti a nulla sono serviti (per fortuna), è stato saggio o stupido?
A questo proposito, inoltre, mi sembra interessante osservare l'attuale vistoso
contrasto tra la mentalità ultra esagitata che sempre più prende piede quando si parla di sicurezza (
più basso è il limite meglio è, linea continua dappertutto, mai troppe luci sono accese, mettiamo i marciapiedi in mezzo alla strada ecc. ecc.) e quella ultra fatalista e gaudente che invece sempre più si promuove (con successo) quando si parla di consumi e sprechi:
compri oggi e paghi in futuro, si vive una volta sola, i soldi servono a spendere ecc ecc.
Se si dovesse amministrare la sicurezza stradale con la stessa mentalità con cui si amministra la sicurezza economica allora, praticamente, si dovrebbe abolire il codice nonché rimuovere tutte le segnaletiche, oltre ovviamente ad eliminare il concetto stesso di patente di guida (non serve alcuna patente e neanche la maggiore età per indebitarsi). Nell'ipotesi inversa, dovremmo essere tutti straricchi e avari fino all'inverosimile.