<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Che fine farà la Giulietta? | Page 8 | Il Forum di Quattroruote

Che fine farà la Giulietta?

La Giulietta è sicuramente una buona auto,doti tecniche interessanti e dotazioni tecniche, vedi TCT, per poter competere con le migliori crucche, per raggiungere l'eccellenza si dovrebbe intervenire su finiture, dotazioni e gamma, cosa impossibile senza ritoccare il prezzo, arma determinante per Alfa Romeo, che deve essere sempre posizionato più in basso delle dirette concorrenti, per scelta strategica ed enunciata dal costruttore. Pertanto chi la sceglierà ,se di palato molto fine,dovrà convivere con quella sensazione di "mi manca qualche cosa", che ho provato anch'io quando ho scelto l'italico prodotto in luogo delle solite cruccone :rolleyes: :lol: ,Guardando alla curva di vendita dell'"innominabile" concorrente di sempre si scopre che nel biennio precendente all'uscita del nuovo modello le vendite rimangono sempre considerevoli, garatendo una continuità sconosciuta agli altri marchi, se Giulietta riuscirà a proporre tale costanza nel tempo sarà un successo e potrà aprire nuove strade per una evoluzione del marchio.
 
Maxetto ha scritto:
umbiBerto ha scritto:
Ma perchè in Brasile non vengono vendute Alfa Romeo vista la rete di vendita già presente ?
Già, perchè? :shock:

Forse perché come a troppe persone troppo spesso sfugge le reti di vendita non sono di proprietà né dei costruttori né degli importatori, ma si tratta di imprenditori privati che se ad esempio scelgono di vendere Buick non sono obbligati a tirarsi dietro anche Cadillac (giusto per citare 2 marchi del gruppo GMche con Fiat e con il mercato europeo non c'entrano nulla) e magari si prendono la Mercury (che invece è Ford).
 
maxime0506 ha scritto:
La Giulietta è sicuramente una buona auto,doti tecniche interessanti e dotazioni tecniche, vedi TCT, per poter competere con le migliori crucche, per raggiungere l'eccellenza si dovrebbe intervenire su finiture, dotazioni e gamma, cosa impossibile senza ritoccare il prezzo, arma determinante per Alfa Romeo, che deve essere sempre posizionato più in basso delle dirette concorrenti, per scelta strategica ed enunciata dal costruttore. Pertanto chi la sceglierà ,se di palato molto fine,dovrà convivere con quella sensazione di "mi manca qualche cosa", che ho provato anch'io quando ho scelto l'italico prodotto in luogo delle solite cruccone :rolleyes: :lol: ,Guardando alla curva di vendita dell'"innominabile" concorrente di sempre si scopre che nel biennio precendente all'uscita del nuovo modello le vendite rimangono sempre considerevoli, garatendo una continuità sconosciuta agli altri marchi, se Giulietta riuscirà a proporre tale costanza nel tempo sarà un successo e potrà aprire nuove strade per una evoluzione del marchio.

per migliorare finiture, dotazioni e gamma della Giulietta senza ritoccare il prezzo è necessario avere le economie di scala delle auto segmento C VAG che da un solo pianale tirano fuori 1milione di vetture. Che poi è la direzione imboccata da Fiat Chrysler e da tutti gli altri concorrenti mentre VAG sta provando ad avvicinarsi a 2 milioni di vetture per pianale almeno per le auto di segmento B e C. Per quanto riguarda le E ed F invece il Gruppone dovrebbe già aver raggiunto le economie di scala necessarie a competere con la migliore concorrenza. Speriamo bene ;)
 
smargia2002 ha scritto:
Maxetto ha scritto:
umbiBerto ha scritto:
Ma perchè in Brasile non vengono vendute Alfa Romeo vista la rete di vendita già presente ?
Già, perchè? :shock:

Forse perché come a troppe persone troppo spesso sfugge le reti di vendita non sono di proprietà né dei costruttori né degli importatori, ma si tratta di imprenditori privati che se ad esempio scelgono di vendere Buick non sono obbligati a tirarsi dietro anche Cadillac (giusto per citare 2 marchi del gruppo GMche con Fiat e con il mercato europeo non c'entrano nulla) e magari si prendono la Mercury (che invece è Ford).

interessante, è una realtà diffusa o parziale. Voglio dire i vari produttori hanno una rete vendita che si aggiunge alla realtà che hai descritto o il mercato è del tutto dominato dagli imprenditori privati???
 
Non credo che se gli dicessero : Se vuoi puoi vendere anche questo .... parte meccanica ed elettronica gestibile con le conoscenze "FIAT" ... con qualche distinguo naturalmente .. direbbero che schifo ....

Anche perchè vendono in Turchia .... 25 auto al mese non credo farebbero peggio in Brasile
 
smargia2002 ha scritto:
Maxetto ha scritto:
umbiBerto ha scritto:
Ma perchè in Brasile non vengono vendute Alfa Romeo vista la rete di vendita già presente ?
Già, perchè? :shock:

Forse perché come a troppe persone troppo spesso sfugge le reti di vendita non sono di proprietà né dei costruttori né degli importatori, ma si tratta di imprenditori privati che se ad esempio scelgono di vendere Buick non sono obbligati a tirarsi dietro anche Cadillac (giusto per citare 2 marchi del gruppo GMche con Fiat e con il mercato europeo non c'entrano nulla) e magari si prendono la Mercury (che invece è Ford).
Se capisco bene vuoi dire che l'Alfa non ha seguito in Brasile? Può essere per carità.
 
alexmed ha scritto:
Maxetto ha scritto:
umbiBerto ha scritto:
Ma perchè in Brasile non vengono vendute Alfa Romeo vista la rete di vendita già presente ?
Già, perchè? :shock:

Conta che da gennaio c'è un dazio del 30% sulle auto importate, cioè non prodotte sul suolo brasiliano...
Ok,però c'è il necessario per produrre delta e musa e venderle col marchio chrysler che al contrario dell'alfa ha una propria rete di vendita
 
Maxetto ha scritto:
smargia2002 ha scritto:
Maxetto ha scritto:
umbiBerto ha scritto:
Ma perchè in Brasile non vengono vendute Alfa Romeo vista la rete di vendita già presente ?
Già, perchè? :shock:

Forse perché come a troppe persone troppo spesso sfugge le reti di vendita non sono di proprietà né dei costruttori né degli importatori, ma si tratta di imprenditori privati che se ad esempio scelgono di vendere Buick non sono obbligati a tirarsi dietro anche Cadillac (giusto per citare 2 marchi del gruppo GMche con Fiat e con il mercato europeo non c'entrano nulla) e magari si prendono la Mercury (che invece è Ford).
Se capisco bene vuoi dire che l'Alfa non ha seguito in Brasile? Può essere per carità.

Rispondo a te, e, indirettamente anche a Umbierto, che mi chiedeva se questo tipo di realtà è diffusa o meno.
Rispondo che i concessionari indipendenti rappresentano più del 90% delle vendite totali anche in un mercato come l'Italia dove operano anche le filiali di proprietà dei costruttori (da noi oltre alle filiali del gruppo Fiat operano con concessionarie di proprietà anche Renault e PSA, Wolkswagen, quest'ultima a Firenze e BMW e Mercedes mi pare a Roma e, a quanto mi risulta anche la sede di PAdova di Porsche Italia vende a cliente privato). Ma si tratta di qualcosa di meno che marginale e, nel reto d'Europa e ancor di più nei mercati anglosassoni penso che le filiali dirette siano meno che una rarità, magari limitata a qualche marchio di nicchia, come Tesla o altri del genere.

Per di più spesso il rapporto con a casa mandante è di contrasto, faccio un esempio molto semplice: Kia e Hiunday appartengono all stesso gruppo automobiistico e in Italia sono distribuite dal medesimo importatore, ma praticamente non esistono concessionarie che vendono tutti e due i marchi (anche magari in sedi separate), semplicemente perché l'importatore non vuole, in maniera da aumentare la dipendenza del concessionario dai suoi prodotti e politiche e poter esercitare una qualche forma di contollo indiretto.

Sono molte le case che in forza del regolamento europeo di distribuzione degli autoveicoli, di fatto impongono il mono mandato, anche riferito a marchi appartenenti allo stesso gruppo.

Questo fa parte dell'argomento "vorrei ma non posso", nel senso che magari ad un concessionario Peugeot farebbe comodo vendere anche Citroen, a non gli viene dato il doppio mandato da parte di PSA (e infatti di concessionarie che magari in locali separati o addirittura in sedi diverse vendono sia Citroen che Peugeot, non ce ne sono tante).

Poi cìè l'aspetto "vogliono che lo faccia ma non mi conviene" ed è quello a cui mi riferivo nell'altro post, nel senso che non è che mi posso limitare ad esporre, sempre per fare un esempio, le Chevrolet vicino alle Opel (per citare invece due marchi che spesso vengono venduti dallo stesso operatore), perché TUTTE (e sottolineo TUTTE) le case hanno dei precisi standard da rispettare diversi da marchio a marchio e che riguardano tutti gli aspetti della vita della Concessionaria, anche i più banali e che costano molto ma molto denaro.

Si và dalle attrezzature di officina, ai corsi di formazione (che si pagano e pure salati) obbligatori per il personale, alle aree di consegna, al numero di auto sostitutive, al personale dedicato in esclusiva, all'altezza dei controsoffitti, al colore del pavimento e altre amenità simili.
C'è chi come Volvo ad esempio obbliga a consegnare le auto col ppieno di carburante, chi come Lexus di andare a casa del cliente a ritirare l'auto da tagliandare, tutti prevedono l'obbligo di ricontattare i clienti dopo la consegna, ma ognuno a scadenze diverse (si va dai 3 giorni dalla consegna a 2 mesi) e anche questo richiede personale e procedure dedicate, ci sono le auto demo da targare (e pagare), le convenzioni con finanziarie diverse, e fidejussioni da sottoscrivere a favore delle case e delle finanziarie collegate (sempre diverse), ci sono precisi requisiti di capitalizzazione da rispettare, metrature minime, colori delle tinteggiature diverse, abbigliaento diverso per i pneumatici dedicati ai singoli marchi, fornitori di accessori e componentistica (triangoli, kit aftermarket) diversi e forniti da fornitori magari in concorrenza e contrsto tra di loro.
Per non parlare dei sistemi informatici obbligatori che devono rispettare le specifiche delle case (per elaborazione ed invio garanzie, ordine delle vetture, statistiche da inviare periodicamente) e, ovviamente, ogni casa vuole un suo sistma specifico (se va bene bastano delle personalizzazioni al sistema informatico, che cmunque si pagano).
UN Dms (il sistema informatico gestionale) per una concessionaria di piccole dimensioni, che non venda più di 200 auto l'anno, di un solo marchio e su una sola sede e che magari impiega una decina di persone (tra venditori impiegati, magazzinieri titolare e accettazione di officina) richiede un investimento iniziale di almeno 15.000? (per il solo software, 'hardware si paga a parte) e un canone di 4 o 5.000 euro l'anno.

Ora, spesso e volentieri, prendere un altro mandato significa moltiplicare queste spese e caricare la struttura economica di costi fissi che con i margini attuali, la diminuzione delle vendite, e la crisi generale quasi sicuramente non potranno ripagarsi, sempre ammesso e concesso che si abbia la possibilità d accedere (tramite mezzi propri o attraverso il credito bancario) a queste risorse.
 
Catania c'è una succursale Fiat che è di proprietà di un grosso imprenditore che ha anche una concessionaria Ford e un'altra Citroen,più altre attività....però sono situati tutti in posti diversi fra loro. C'è pure una concessionaria Fiat,Alfa e Lancia (quando c'ho comprato la Y era solo Fiat e Lancia) che adesso vende anche Skoda,Seat e qualche altro marchio che non ricordo,questo però tutto in un'unico plesso.
 
Smargia giacchè siamo in tema di concessionarie mi spieghi perchè all'estero spesso le auto del gruppo Fiat si vendono nello stesso salone? non conviene a Fiat fare come Psa da noi?
 
Maxetto ha scritto:
Smargia giacchè siamo in tema di concessionarie mi spieghi perchè all'estero spesso le auto del gruppo Fiat si vendono nello stesso salone? non conviene a Fiat fare come Psa da noi?

Una spiegazione univoca non c'è.
Forse i volumi di vendita di Alfa e soprattutto Lancia al di fuori dell'Italia non sono tali da rendere profittevole l'esistenza di strutture dedicate, o forse il mandato è unico per i 3 marchi.
 
Ho scelto l'ultima, la più plausibile, ma anche la meno logica: prenderà il posto della Bravo ma semplicemente perchè la Bravo è stata (scelta suicida) abbandonata dalla Fiat già da tempo.
Marchionne è un grand'uomo della finanza; ha risanato il Gruppo Fiat e il Gruppo Chrysler, ma non è un uomo di prodotto come lo fu l'immenso Ghidella, sotto la cui guida Fiat riuscì a divenire, per ampiezza e completezza delle gamme e innovazione dei prodotti il primo produttore europeo.
Il Gruppo Fiat può agire, per la sua storia e a differenza di quasi tutti i concorrenti europei, sui 3 principali mercati:
- Generalista, con Fiat
- Premium lusso, con Lancia
- Premium sportivo, con Alfa Romeo
Senza contare i marchi superiori Ferrari e Maserati; insomma, marchi leggendari e di tutto rispetto, che gli stessi supermen tedeschi vorrebbero acquistare, grazie anche agli introiti assicurati dall'esterofilo cliente italiano e agli atteggiamenti disfattisti dei Giannino di turno!
Ha risorse e capacità per sviluppare, tenuto conto delle opportune e inevitabili sinergie produttive, modelli e varianti diversissime in ognuno dei segmenti in cui opera. Non sembra averne, però, la volontà...
Non ha al momento, purtroppo, strutture di vendita e di marketing capaci, motivate e organizzate per proporre i suoi prodotti ad una clientela disorientata ed estremamente suggestionabile dai messaggi pubblicitari (fattori che le case estere sfruttano appieno).
 
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