Concordo su tutto ed è una analisi che se protratta porterebbe ad ulteriori valutazioni, qualcuna a beneficio, qualcuno ad appesantire.
Che ci siano maggiori controlli è vero ma, un po' come nel doping sportivo, spesso ci si accorge di quanti malanni si fa solo a posteriori e spesso grazie all'insorgenza di patologie.
La chimica di cui parlo è quella necessaria alle piantagioni intensive (ormai anche per un avere un semplice pomodoro piantato nell'orto di casa è necessario usare prodotti) nonchè quella medica necessaria agli allevamenti (anche qui sembra che gli antibiotici vengano praticamente tritati assieme al cibo...).
Forse adesso rispetto ad un tempo ne sappiamo di più (grazie alle varie trasmissioni + social vari) ma il tema è che tutto va "dopato" perchè ormai il ciclo naturale è saltato.
Continuare a regolarsi come una volta, secondo quello che tu chiami il "ciclo naturale", porterebbe tanti più problemi che benefici, in primis raccolti modesti - spesso rovinati da parassiti - le cui conseguenze non si limiterebbero ai prezzi alti : semplicemente,
non ci sarebbe cibo per tutti.
Il che, tra le ovvie pesantissime conseguenze, avrebbe anche quella, come ho detto altre volte, di azzerare, in pratica, qualsiasi preoccupazione ambientale : chi ha a malapena da mangiare non può permettersi preoccupazioni del genere.
Cosa che gli ambientalisti estremisti, veri eco-terroristi, non riescono, poveretti, proprio a capire.
Il ritorno, impossibile, al "tutto naturale" sarebbe ben lungi dal creare un paradisiaco - quanto utopistico - contesto da Eden primordiale, tipo quelli astutamente prospettati dagli spot pubblicitari : produrrebbe invece il ritorno alle tante, durissime situazioni che l'umanità ha ampiamente vissuto in un passato anche molto recente : tanto per averne un esempio, basta andare a vedere cosa è successo in Irlanda a metà '800, quando la peronospera delle patate (di gran lunga la principale coltivazione nel Paese) causò la perdita della grandissima parte, talvolta quasi la totalità, del raccolto di patate intorno al 1845 / 46 : il risultato fu di circa
1.000.000 di morti di fame, più un altro milione che emigrarono, il tutto su una popolazione di qualche milione di persone in tutto (ad oggi l'Irlanda non arriva a 5 mln di anime).
Che ci siano stati abusi non lo nega nessuno : non tutti, si sa, hanno gli scrupoli delle persone civili, e questo è sicuramente un prezzo da pagare, da un punto di vista generale, per aver intrapreso coltivazioni con l'aiuto della chimica : ma si sono superati, o lo si è fatto in buona parte, secolari ed annosi problemi di malnutrizione, il cui impatto negativo sulla popolazione era ben peggiore di quelli che sono, oggi, i problemi dei residui chimici.
Problemi reali, certo : ma che non possono essere affrontati proponendo un utopistico, illusorio "ritorno alla natura" totale, natura che solo nelle pubblicità è vista come delicata e pulita generatrice di meravigliosi e sanissimi cibi e squisitezze varie : la realtà è un tantino diversa e siamo ben lungi dal poter considerare positivo tutto ciò che è di origine naturale, vedasi i parassiti distruttori dei raccolti.
Esiste già un sia pur parziale esempio di questo ed è lo Sri Lanka, in cui qualche anno fa il Governo (dittatoriale) impose improvvisamente l'abbandono, in agricoltura, di fertilizzanti, antiparassitari e simili, spingendo per un'agricoltura "biologica" : ciò, insieme ad altri gravi problemi preesistenti nel Paese e pur applicato parzialmente, generò un grave calo nella produzione agricola, risorsa base del Paese. Con i millemila problemi conseguenti.