[...] La conseguenza è che mangiamo chimica con i risultati che vediamo sia in termini di malattie che di inquinamento.
Posso accettare una certa critica al consumismo - che cmq dipende da noi - ma non che "mangiamo chimica".
Quando ero ragazzo, ed ho qualche anno più di te, era normale considerare persona a fine vita i 70enni ; oggi invece vedo una quantità incredibile di 90enni, e neppure così decrepiti : ho 3 zii ancora vivi, uno ha 86 anni e va ancora a sciare, gli altri due ne hanno 94 ed entrambi ancora guidano la macchina.
Persone che ricordo bene di quando ero ragazzo, sui 70÷75 anni, parevano i nonni degli 80enni odierni : erano semi-sdentati o spesso con la dentiera totale, alcuni erano mezzi zoppi perché se avevi le ossa dell'anca usurate non è che ti mettevano le protesi in titanio come adesso, alcuni si muovevano o parlavano con gran difficoltà perché non è che alle prime avvisaglie di ictus - termine allora sconosciuto, si diceva "la paralisi" - c'erano subito pronti i farmaci preventivi... e così via.
Ma vale anche per il cibo, nonostante i più stupidi luoghi comuni sostengano il contrario : a meno di voler fare paragoni - assurdi - con le epoche, diciamo fino alla 2a Guerra Mondiale, in cui il cibo era sì più genuino ma era anche poco e richiedeva, per avere quel poco, il lavoro duro della grandissima maggioranza della popolazione, fatta da contadini.... penso che nessuno, neppure il più nostalgico, vorrebbe oggi tornare a vivere in quel modo, durissimo e poverissimo : anche mio padre, classe 1926, uomo totalmente sobrio e del tutto disinteressato a qualsiasi lusso, se qualcuno gli chiedeva se gli sarebbe piaciuto tornare ai "bei vecchi tempi" rispondeva "No, grazie, ma avete idea di come si viveva allora ?".
Bene, dicevo, evitando i paragoni impossibili con epoche ormai molto remote - socialmente e culturalmente prima ancora che cronologicamente - anche la qualità del cibo, in media, è oggi migliorata, ad es. rispetto agli anni '60 : c'è molta più attenzione per la conservazione, la freschezza e le scadenze, c'è l'obbligo di dichiarare la composizione, ci sono limiti più precisi e stringenti per l'uso di sostanze chimiche e per le quantità che ne possono essere tollerate sui prodotti finiti, ci sono più organismi di controllo (tipo i NAS dei Carabinieri) ed associazioni di consumatori - enti una volta sconosciuti - che vigilano e fanno test.... tanto è vero, come detto, che gli italiani nutriti con cibo "chimico" sono adesso tra i popoli più longevi del mondo.
Quando si usa il termine "inquinamento" bisogna stare attenti a ciò che si dice : la CO², nostro maggior problema d'oggi per l'effetto serra e riscaldamento globale, non è un vero inquinante ma un normale prodotto delle combustioni che viene "riciclato" dagli alberi, solo che oggi se ne è stravolto l'equilibrio a causa sia delle troppe emissioni sia delle deforestazioni per ricavare aree coltivabili per una popolazione in aumento.
Ma, se si parla di inquinanti veri e propri (= tossici) la situazione è spesso, nei Paesi più evoluti, migliore di quella, ad esempio, di 50 anni fa, checché ne dicano i profeti di sventura : succede spesso che oggi venga considerato "inquinato" un certo contesto, che in realtà in passato poteva esserlo molto di più, solo che all'epoca semplicemente non si facevano analisi e misurazioni come si fanno oggi.