da 4ruote di febbraio... per i nostalgici e i simpatizzanti... 
"L'Alfa Gtv rossa arriva sparata sul tornantino, i cerchi Campagnolo che annaspano alla disperata ricerca della trazione, il pilota che cerca il dérapage più spettacolare per il pubblico. In quel fotocolor ingiallito è rimasta impressa l'iconografia più classica dei rally anni 70: il controsterzo esagerato, i sassi che volano sulla gente issata - si presume - sui paracarri attorno, il trattore sullo sfondo, sono tutte pennellate immancabili in un quadro che riassume in una perfetta istantanea l'età d'oro delle specialità. E nel ritratto non poteva mancare il tocco più caratteristico, l'optional inevitabile, il dettaglio imprescindibile: la batteria quadrupla dei fari di profondità Carello che adorna il nasone della GTV a mò di moderna polena. Servivano a vedere meglio, ca va sans dire, ma erano altresì un simbolo d'italianità. Gli inglesi avevano i Marchal. I francesi i Cibié. I tedeschi gli Hella. Noi i Carello. Li usavano le macchine da corsa, ma per logico spirito d'emulazione finirono a dare quarti di nobiltà sportiva a improbabili utilitarie dalle altrettanto improbabili ambizioni corsaiole. Così, tra competizioni vere e semplici proiezioni mentali, il nome Carello entrò nell'immaginario collettivo di una nazione. Oggi quel nome non esiste più, chè l'azienda è stata assorbita alla fine degli anni 80 dalla Magneti Marelli; ma ci piace ricordarla, perchè nel 2012 si festeggiano i 100 anni dal lancio del primo faro elettrico europeo, innovazione che ha segnato in maniera indelebile il progresso tecnologico dell'automobile tutta e che si deve proprio all'oramai dimenticata azienda di Torino e alla famiglia che le diede il nome"... di Gian Luca Pellegrini
aggiungo video e foto che ho scelto dalla rete...
http://www.youtube.com/watch?v=A6JN4ix8S3k
Attached files /attachments/1224749=9510-gtv imm.jpg
"L'Alfa Gtv rossa arriva sparata sul tornantino, i cerchi Campagnolo che annaspano alla disperata ricerca della trazione, il pilota che cerca il dérapage più spettacolare per il pubblico. In quel fotocolor ingiallito è rimasta impressa l'iconografia più classica dei rally anni 70: il controsterzo esagerato, i sassi che volano sulla gente issata - si presume - sui paracarri attorno, il trattore sullo sfondo, sono tutte pennellate immancabili in un quadro che riassume in una perfetta istantanea l'età d'oro delle specialità. E nel ritratto non poteva mancare il tocco più caratteristico, l'optional inevitabile, il dettaglio imprescindibile: la batteria quadrupla dei fari di profondità Carello che adorna il nasone della GTV a mò di moderna polena. Servivano a vedere meglio, ca va sans dire, ma erano altresì un simbolo d'italianità. Gli inglesi avevano i Marchal. I francesi i Cibié. I tedeschi gli Hella. Noi i Carello. Li usavano le macchine da corsa, ma per logico spirito d'emulazione finirono a dare quarti di nobiltà sportiva a improbabili utilitarie dalle altrettanto improbabili ambizioni corsaiole. Così, tra competizioni vere e semplici proiezioni mentali, il nome Carello entrò nell'immaginario collettivo di una nazione. Oggi quel nome non esiste più, chè l'azienda è stata assorbita alla fine degli anni 80 dalla Magneti Marelli; ma ci piace ricordarla, perchè nel 2012 si festeggiano i 100 anni dal lancio del primo faro elettrico europeo, innovazione che ha segnato in maniera indelebile il progresso tecnologico dell'automobile tutta e che si deve proprio all'oramai dimenticata azienda di Torino e alla famiglia che le diede il nome"... di Gian Luca Pellegrini
aggiungo video e foto che ho scelto dalla rete...
http://www.youtube.com/watch?v=A6JN4ix8S3k
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