Parliamo di due giganti. I due pilastri sui quali si regge la tradizione sportiva recente di quel che fu Alfa Romeo. Entrambi, per specifiche tecniche, materiali, soluzioni progettuali, prestazioni specifiche, portano geni marcatamente sportivi, e sono stati - finché in vita - almeno mezzo passo avanti a qualunque concorrenza sulla faccia della terra. Uno é più antico, avendo visto la luce negli anni 50, l'altro nasce per andare negli States, fine anni 60. Per prestazioni di picco, ma contemporaneamente anche per l'elasticità, ed infine per l'affidabilità, entrambi sono quasi universalmente considerati i migliori motori della categoria, dei propri tempi. E probabilmente, anche di tutti i tempi. Entrambi sono stati rimpiazzati con motori che non gli legavano nemmeno le scarpe.
Il bialbero, declinato in varie cilindrate, con il suo rombo rauco e cavernoso ha coperto quasi tutta la gamma Alfa, diventando quasi motore popolare, e frequentando così i ricordi d'infanzia di tutti noi ( fosse anche solo per l'immagine di quella gazzella dei carabinieri, che tutti conserviamo ).
Il Busso, più elitario, col suo barrito vagamente stonato e fieramente strombazzante, ha fatto venire la pelle d'oca ai fortunati possessori delle versioni più sofisticate e spinte.
Ora, secondo voi, al netto delle considerazioni ovvie e prettamente quantitative ( il busso ha più cilindri e cavalli, gli ultimi soprattutto a fine vita, quando già stava messo nel verso sbagliato ) , e allargando piuttosto lo sguardo sulle qualità, sul piacere di guida assoluto e non quantitativo, sull'anima, sul peso storico dei due aggregati, secondo voi quale dei due rappresenta e simboleggia di più l'anima Alfa Romeo?
Qui si affondano le mani nel sancta sanctorum dell' Alfa Romeo. Graditi quindi, anzi necessari, contributi storici, approfondimenti tecnici, curiosità e ricordi di chi li ha guidati, e tutt'ora li guida.
P.S. Attenzione: il mio non é l'interesse dello storiografo enciclopedico. Questi gioielli si trovano a secchiate sul mercato dell'usato, a quotazioni minime e....un mio amico.... molto intimo.... potrebbe forse doversi trovare a scegliere fra una Alfetta gt 2000 ed una Gtv6 2.5, ecco perché ho specificato le due cilindrate. Se mi chiede consiglio che gli dico?

Il bialbero, declinato in varie cilindrate, con il suo rombo rauco e cavernoso ha coperto quasi tutta la gamma Alfa, diventando quasi motore popolare, e frequentando così i ricordi d'infanzia di tutti noi ( fosse anche solo per l'immagine di quella gazzella dei carabinieri, che tutti conserviamo ).
Il Busso, più elitario, col suo barrito vagamente stonato e fieramente strombazzante, ha fatto venire la pelle d'oca ai fortunati possessori delle versioni più sofisticate e spinte.
Ora, secondo voi, al netto delle considerazioni ovvie e prettamente quantitative ( il busso ha più cilindri e cavalli, gli ultimi soprattutto a fine vita, quando già stava messo nel verso sbagliato ) , e allargando piuttosto lo sguardo sulle qualità, sul piacere di guida assoluto e non quantitativo, sull'anima, sul peso storico dei due aggregati, secondo voi quale dei due rappresenta e simboleggia di più l'anima Alfa Romeo?
Qui si affondano le mani nel sancta sanctorum dell' Alfa Romeo. Graditi quindi, anzi necessari, contributi storici, approfondimenti tecnici, curiosità e ricordi di chi li ha guidati, e tutt'ora li guida.
P.S. Attenzione: il mio non é l'interesse dello storiografo enciclopedico. Questi gioielli si trovano a secchiate sul mercato dell'usato, a quotazioni minime e....un mio amico.... molto intimo.... potrebbe forse doversi trovare a scegliere fra una Alfetta gt 2000 ed una Gtv6 2.5, ecco perché ho specificato le due cilindrate. Se mi chiede consiglio che gli dico?