<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Battery swapping e distributori | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

Battery swapping e distributori

Io tempo fa avevo immaginato una soluzione di emergenza.
Predisporre l'aggiunta di un pacco batteria ausiliario che potrebbe essere posizionato nel bagagliaio uguale per tutte le elettriche.
Ovviamente ci vorrebbe un accordo per fare in modo che tutte le case si adeguino e sviluppare una sorta di sistema di ancoraggio che vada bene a tutti.
Come l'isofix per i seggiolini.
Più facile a dirsi che a farsi.
 
Io tempo fa avevo immaginato una soluzione di emergenza.
Predisporre l'aggiunta di un pacco batteria ausiliario che potrebbe essere posizionato nel bagagliaio uguale per tutte le elettriche.
Ovviamente ci vorrebbe un accordo per fare in modo che tutte le case si adeguino e sviluppare una sorta di sistema di ancoraggio che vada bene a tutti.
Come l'isofix per i seggiolini.
Più facile a dirsi che a farsi.


Si quello potrebbe servire per dare un boost temporaneo se uno rimane al 2% un po' come per i telefonini. Si potrebbe anche pensare una sorta di rete di distribuori automatici di ricariche aperto 24/7. Comunque siamo sempre qui a tappare dei buchi con le ns idee e guardando a quanto spesso piccoli produttori stanno proponendo.

Devo dire, che mi pare ci sia molta piu' competenza su questi Forum vari e in generale su QR che in tante riunioni di "esperti" UE o nostrani su queste tematiche
 
Io tempo fa avevo immaginato una soluzione di emergenza.
Predisporre l'aggiunta di un pacco batteria ausiliario che potrebbe essere posizionato nel bagagliaio uguale per tutte le elettriche.
Ovviamente ci vorrebbe un accordo per fare in modo che tutte le case si adeguino e sviluppare una sorta di sistema di ancoraggio che vada bene a tutti.
Come l'isofix per i seggiolini.
Più facile a dirsi che a farsi.

Più che altro, parliamo di parecchie decine di kg per avere un minimo di autonomia sfruttabile. Già caricarlo e scaricarlo non è alla portata di tutti, poi bisogna ancorarlo in modo che alla prima frenata non te lo trovi sul coppino..... e comunque ti falcidia il bagagliaio.
 
Più che altro, parliamo di parecchie decine di kg per avere un minimo di autonomia sfruttabile. Già caricarlo e scaricarlo non è alla portata di tutti, poi bisogna ancorarlo in modo che alla prima frenata non te lo trovi sul coppino..... e comunque ti falcidia il bagagliaio.

Si sarebbe un po' complicato.
 
lo scambio e' praticabile solo per le bici e i monopattini.
per le auto, son troppo pesanti, anche fosse piccola, son sempre decine di kg.
 
lo scambio e' praticabile solo per le bici e i monopattini.
per le auto, son troppo pesanti, anche fosse piccola, son sempre decine di kg.

Così uno risparmia i soldi della palestra...:emoji_wink:
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lo scambio e' praticabile solo per le bici e i monopattini.
per le auto, son troppo pesanti, anche fosse piccola, son sempre decine di kg.

Nel caso del trabiccolo cino-veneziano dell'altro topic sono batterie da 10 kWh suddivise in tre moduli da 20 kg l'uno. Ancora tantini..... no, non ci siamo.
 
20 km sono veramente ancora troppi in effetti per pensare che uno da se, a casa, faccia questa operazione.
Ma rimane l'opzione di allestire centri per queste operazioni, idealmente nei distributori di carburanti che cosi' bilancerebbero anche la perdita dalla vendita di combustibili tradizionali. E questa infrastruttura potrebbe essere agevolata dallo stato, parte della nuova rete di distribuzione.
E servire magari per allungare di 20 anni i tempi per la ricerca di soluzioni migliori.

Resta il fatto che la mobilita' elettrica a mio modesto parere dovrebbe essere vista come UNA soluzione (per una certa nicchia) e non come LA soluzione.
 
Io nel caso cerco di tenermi in allenamento per il futuro.
Oggi vado a prendere 3 sacchi da 25 kg di sale per l'addolcitore dei miei.
Così se un domani ci fossero batterie da 20 kg da scambiare sono pronto.
 
Ambiente: stazione Centrale di Milano, notte. Personaggi: poco raccomandabili. Situazione: black-out dei pannelli informativi e degli orologi. Arriva trafelato un signore, naturalmente senza orologio che non sa se il suo treno sia pronto o meno, cerca qualcuno a cui chiedere l'ora ma non si fida di nessuno. Vede arrivare tutto sudato un grosso signore, apparentemente tedesco, con due enormi valigie e decide di chiedere l'ora a lui: "Scusi sa dirmi l'ora?". Il signore si ferma, posa le valigie, si terge il sudore e sfodera al polso un orologio molto complesso, pieno di pulsantini: "Essere ore 11.32:18.5 ja". Il signore senza orologio ammira la sveglia del tedesco che non si fa pregare a mostrargli tutte le funzioni del miracoloso oggetto. Conquistato il nostro vuole acquistare l'orologio: "500 euro!". "Nein nein, essere modello unico fatto da me, no possibile". "2.000 euro! ". "Nein...". E così via fino a... 10.000 euro. "E fa bene eccovelo" e si slaccia l'orologio in cambio del cospicuo assegno. Il nostro si mette il prezioso acquisto al polso e sta andandosene contento quando il tedesco: "Signore, Herr, signore..." e mostrando le valigie: "Ha dimenticato le batterie!".
 
La cinese Nio punta a espandere la sua presenza in Europa e ad accelerare il ritmo di crescita, sfruttando anche una rete di concessionari. In particolare, secondo la Reuters, la Casa cinese avrebbe iniziato a esaminare alcuni possibili partner distributivi nei principali mercati del Vecchio continente.

Le "House" non bastano più. La Nio, nel pieno di una fase di crescita forte ma comunque inferiore alle aspettative, è entrata in Europa nel 2021, partendo dalla Norvegia per poi sbarcare in Germania, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca con un modello commerciale incentrato sull'online e su negozi fisici in gestione diretta (sei "Nio House"). Tuttavia, i cinesi hanno iniziato a ripensare il loro modello di business per tenere conto di "alcune peculiarità" dei consumatori europei, in particolare per la prossima fase di espansione in Francia, Italia, Ungheria, Svizzera e Austria. Inoltre, i concessionari sarebbero più adatti per il progetto Firefly, ossia il lancio nel 2025 di un nuovo marchio di elettriche low-cost, e consentirebbero di allentare le pressioni finanziarie in un momento di forti investimenti sulle attività di ricerca e sviluppo e sulla creazione di una rete di stazioni per il battery-swapping. Per ora, la Nio ha escluso cambiamenti nella strategie di vendita diretta per il suo brand omonimo, mentre per il progetto Firelfy ha ribadito l'intenzione di valutare un modello multi-canale "scegliendo quello che meglio si adatta al mercato locale e alle esigenze di sviluppo del marchio".
 
Uhm.... ci manca solo che ogni costruttore si metta a farsi la rete di stazioni di swap.... e comunque, resto del parere che togliere e mettere una cassa da morto che pesa qualche quintale non è una buona idea, dal punto di vista strutturale. Sai dopo un po' di volte che concerto di scricchiolii che si sente sotto il pianale?
 
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