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La nostra piccola Grecia l'abbiamo anche noi italiani. In un lungo articolo a pagina 2 del Financial Times di lunedì, infatti, il giornalista ed economista Guy Dinmore mette impietosamente a confronto la situazione nazionale della Grecia a quella di alcune nostre regioni "spendaccione".
"Come Bruxelles sta lavorando per imporre disciplina fiscale alla lontana Atene, così il governo centrale italiano sta lottando per controllare i conti della sue Regioni capricciose coperte di debiti".
Per non fare nomi e cognomi, il pezzo pubblicato sull'autorevole testata britannica mette dietro la lavagna Lazio, Campania e Calabria, i cui buchi di bilancio nel 2009 dipenderebbero dalla gestione dei servizi e, soprattutto, dalla sanità, per un totale che, se calcoliamo anche quello della regione Molise, ammonta nel 2009 a 3,7 miliardi di euro, di cui 2 maturati nello scorso anno e i rimanenti frutto di disavanzi dei precedenti esercizi finanziari.
E la patata bollente, ora, finisce nella mano del premier Berlusconi, che ha nell'altra un paio di forbici per sforbiciare il tagliabile.
"Per Silvio Berlusconi, il premier di centro-destra che nella campagna elettorale del 2008 aveva promesso tagli alle tasse e non aumenti, questo è un tema particolarmente delicato", si commenta infatti nel pezzo, osservando come Lazio, Campania e Calabria fossero state governate dal centro sinistra fino all'ultima tornata elettorale del 2009.
Che fare ora? L'Italia, come la Grecia, non può certo stare a guardare.
"L'Italia è come un microcosmo dell?Europa", ha commentato Stefano Marzocchi, docente di economia internazionale dell?Università Luiss. "Quello che è capitato alla Grecia obbliga l?Italia a risolvere questa situazione".
Nel pezzo dell'inglese Dinmore trapela anche qualche indiscrezione della manovra che verrà discussa martedì nel Consiglio dei Ministri.
"Si prevedono tagli ai generosi stipendi di ministri e parlamentari. Tutti i funzionari pubblici potrebbero dover affrontare un congelamento dei loro stipendi, e alcune amministrazioni regionali saranno costrette ad alzare le tasse locali sui redditi personali e sulle imprese per sanare i loro deficit", il tutto in un nuovo impianto statale che punta al federalismo.
"Come Bruxelles sta lavorando per imporre disciplina fiscale alla lontana Atene, così il governo centrale italiano sta lottando per controllare i conti della sue Regioni capricciose coperte di debiti".
Per non fare nomi e cognomi, il pezzo pubblicato sull'autorevole testata britannica mette dietro la lavagna Lazio, Campania e Calabria, i cui buchi di bilancio nel 2009 dipenderebbero dalla gestione dei servizi e, soprattutto, dalla sanità, per un totale che, se calcoliamo anche quello della regione Molise, ammonta nel 2009 a 3,7 miliardi di euro, di cui 2 maturati nello scorso anno e i rimanenti frutto di disavanzi dei precedenti esercizi finanziari.
E la patata bollente, ora, finisce nella mano del premier Berlusconi, che ha nell'altra un paio di forbici per sforbiciare il tagliabile.
"Per Silvio Berlusconi, il premier di centro-destra che nella campagna elettorale del 2008 aveva promesso tagli alle tasse e non aumenti, questo è un tema particolarmente delicato", si commenta infatti nel pezzo, osservando come Lazio, Campania e Calabria fossero state governate dal centro sinistra fino all'ultima tornata elettorale del 2009.
Che fare ora? L'Italia, come la Grecia, non può certo stare a guardare.
"L'Italia è come un microcosmo dell?Europa", ha commentato Stefano Marzocchi, docente di economia internazionale dell?Università Luiss. "Quello che è capitato alla Grecia obbliga l?Italia a risolvere questa situazione".
Nel pezzo dell'inglese Dinmore trapela anche qualche indiscrezione della manovra che verrà discussa martedì nel Consiglio dei Ministri.
"Si prevedono tagli ai generosi stipendi di ministri e parlamentari. Tutti i funzionari pubblici potrebbero dover affrontare un congelamento dei loro stipendi, e alcune amministrazioni regionali saranno costrette ad alzare le tasse locali sui redditi personali e sulle imprese per sanare i loro deficit", il tutto in un nuovo impianto statale che punta al federalismo.