Mi sembra che il discorso del signor Toyoda , fra l'altro grande appassionate di auto e pilota , denunci in modo piuttosto convincente l'eccessivo "clamore" sulle auto alla spina , in quanto non vi sarebbero valutazioni concrete sulle conseguenze che una brusca sterzata verso la trazione elettrica - soprattutto se questa verrà imposta dall'alto- innescherebbe sui sistemi economici , in primis sul Giappone.
A fronte di ingenti emissioni di anidride carbonica per la generazione di elettricità e per la fabbricazione e smaltimento delle batterie , vi sarebbero costi sociali enormi e pure concreto pericolo di black-out elettrici drammatici sia per l'industria che per le abitazioni e la necessità di approntare in tempi strettissimi infrastrutture costosissime ( solo in Giappone si parla di 400 miliardi di euro).
Se il Giappone e le altre aree geopolitiche mondiali mettessero al bando le auto endotermiche a partire dal vicino 2035 , le conseguenze , secondo il principale azionista e ad di Toyota , sarebbero dannose per l'intero tessuto economico . Toyoda si riferisce al Giappone ,nazione che dipende fortemente, (molto più dell'Italia), dal carbone e dal gas per la produzione di energia elettrica , ma il discorso vale anche per l'Europa e gli Usa . In queste aree si verificherebbe la perdita di milioni di posti di lavoro e la distruzioni di enormi capitali , investiti nei decenni dalle industrie automobilistiche .
Infine le elettriche non saranno per tutti , ossia l'auto con l'obbligo della motorizzazione elettrica (ri)diventerebbe , soprattutto nel caso dell'attuazione di divieti drastici ai motori endotermici , un bene al di fuori della portata dei ceti medi , come prima del boom economico giapponese e pure italiano e come prima del fordismo in Usa e della "socialdemocratizzazione" dei sistemi politico-economici della Gran Bretagna e della Francia negli anni'30.