Non è una mia certezza: E' LA STORIA letta senza il paraocchi.
Kapler durante il primo processo ( del 1948) è' stato condannato non per aver fatto fucilare le 335 persone ma per averne fatte fucilare 5 in più senza aver avuto l'ordine diretto del suo superiore.
Questo presuppone, in modo del tutto evidente, che " i 10 italiani per ogni tedesco" era una disposizione ben nota e in vigore.
Il tribunale militare che nel 1948 condannò Kapler " dovette prendere atto che, secondo il diritto internazionale (art. I della Convenzione dell'Aia del 1907), l?attentato di via Rasella fu un fatto illegittimo. Chi invece considerò l'imboscata di via Rasella "un'azione legittima di guerra" fu la Magistratura ordinaria, che con sentenza della Corte di Cassazione dell' 11 maggio 1957 non accolse le richieste di risarcimento avanzate dai parenti delle vittime, già respinte dal Tribunale e dalla Corte d'Appello civili di Roma, e sentenziò definitivamente che ogni attacco contro i tedeschi costituiva un ?atto di guerra". In seguito, l?attentato fu sempre rivendicato come azione di guerra da tutte le autorità dello Stato.
Questo per evitare di pagare ai familiari delle vittime un risarcimento ???
E sul comportamento vigliacco degli attentatori si può aggiungere che non si presentarono mai al comando tedesco assumendosi la paternità dell'attentato: questo avrebbe evitato la rappresaglia esattamente com'era accaduto, nel settebre del 43, con l'autodenuncia di Salvo D'Acquisto, ( innocente) che evitò la fucilazione di 22 civili.
Fu scritto, sull'organo clandestino della Resistenza "L'ltalia nuova" del 4 aprile 1944: "Per Roma intera la deplorazione dell'attentato fu unanime; perché assolutamente irrilevante ai fini della guerra contro i tedeschi nella quale il nostro paese è impegnato; perché insensato, dato che il maggior danno ne sarebbe certamente derivato alla popolazione italiana