<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Alfa Romeo Junior Hybrid 136 cv (poi 145) ed elettrica 156 cv | Page 53 | Il Forum di Quattroruote

Alfa Romeo Junior Hybrid 136 cv (poi 145) ed elettrica 156 cv

Vendere fuffa? Forse non ti è chiaro che gli italiani hanno fallito miseramente: Fiat appartiene ora ad un'azienda francese. Se questa è fuffa.. La storia non la riscrivi: siamo noi i peggiori

Diciamo che in passato siamo stati bravi, molto bravi, con grande successo. Una volta le auto italiane vendute in Italia erano il 70%.

Negli ultimi 25-30 anni, per vari motivi, c’è stato un progressivo disimpegno, una caduta di professionalità della classe dirigente, un passaggio di consegne dall’ottica prodotto all’ottica finanza, una carenza di “materiale umano”, di cervelli, di ingegneri, una sostanzialmente inarrestabile parabola discendente (forse anche perché da decenni c’era un solo gruppo automobilistico in Italia), fino alla nota fusione col gruppo francese.

Per fortuna abbiamo ancora la Ferrari e volendo (per ora) anche una Maserati, per quanto decaduta. Oltre a ciò di italiano abbiamo ancora alcune fabbriche, speriamo che siano mantenute in vita. Certo che chiamare il nuovo B-Suv “Milano” sembra solo un mesto tributo a un passato che non tornerà…
 
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Diciamo che in passato siamo stati bravi, molto bravi, con grande successo. Una volta le auto italiane vendute in Italia erano il 70%.

Negli ultimi 25-30 anni, per vari motivi, c’è stato un progressivo disimpegno, una caduta di professionalità della classe dirigente, un passaggio di consegne dall’ottica prodotto all’ottica finanza, una carenza di “materiale umano”, di cervelli, di ingegneri, una sostanzialmente inarrestabile parabola discendente (forse anche perché da decenni c’era un solo gruppo automobilistico in Italia), fino alla nota fusione col gruppo francese.

Per fortuna abbiamo ancora la Ferrari e volendo (per ora) anche una Maserati, per quanto decaduta. Oltre a ciò di italiano abbiamo ancora alcune fabbriche, speriamo che siano mantenute in vita. Certo che chiamare il nuovo B-Suv “Milano” sembra solo un mesto tributo a un passato che non tornerà…
Il passato è, appunto, passato e non garantisce il futuro. E il fatto di sottolineare che tanto tempo fa il 70% (o quello che era) delle auto vendute in Italia era italiano è la certificazione del fiasco: l'Italia da sola non conta nulla, allora che si aveva la forza bisognava strategicamente puntare ad espandersi all'estero. Come ha fatto la Germania, né più né meno, che fra l'altro aveva un prodotto mediamente peggiore, escludendo Mercedes. Ma noi abbiamo avuto Romiti, il simbolo di una (sotto)cultura.

Anche la Maserati è francese, mi spiace deludervi. Per adesso mette sul mercato quello che era stato pianificato da Fiat ma poi farà quello che si decide a Parigi. E, visti i risultati ottenuti dagli italiani nell'ultimo mezzo secolo, è un bene. O per lo meno una chance
 
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Giusto per girare il coltell nella piaga, in realtà in un certo periodo degli anni '80 il gruppo FIAT non era il primo per vendite in Italia, non solo, ma era il primo gruppo automobilistico per vendite in Europa.
Poi gli altri hanno dimostrato di avere strategia, programmazione e sviluppo conseguente.
Concordo con le critiche alle dirigenze italiane in genere degli ultimi 25 anni, per la mia limitata conoscenza, ma in FIAT il problema forse è niziato prima e forse è stata l'avvisaglia perchè era l'azienda più importante. My2c
Milano è un nome impegnativo per l'auto, ma bisognerà vedere come si posizionerà: per gli appassionati il contenuto tecnico è importante, ma per gli acquirenti entrano in gioco altre diniamiche.
Personalmente non sono in grado di valutarle.
 
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Giusto per girare il coltell nella piaga, in realtà in un certo periodo degli anni '80 il gruppo FIAT non era il primo per vendite in Italia, non solo, ma era il primo gruppo automobilistico per vendite in Europa.
Poi gli altri hanno dimostrato di avere strategia, programmazione e sviluppo conseguente.
Concordo con le critiche alle dirigenze italiane in genere degli ultimi 25 anni, per la mia limitata conoscenza, ma in FIAT il problema forse è niziato prima e forse è stata l'avvisaglia perchè era l'azienda più importante. My2c
Milano è un nome impegnativo per l'auto, ma bisognerà vedere come si posizionerà: per gli appassionati il contenuto tecnico è importante, ma per gli acquirenti entrano in gioco altre diniamiche.
Personalmente non sono in grado di valutarle.
Mi limito alle tue affermazioni sulla Milano, che è ampiamente dimostrato che i principali responsabili della situazione in cui versa l'Italia, di cui Fiat è l'emblema, sono proprio gli italiani.

Milano, a mio parere, non è un'auto per gli alfisti, per lo meno per quelli che comunemente si definiscono alfisti, e pure qua si aprirebbe un discorso doloroso. La Milano è un'auto per intercettare un pubblico nuovo, che di tutta la liturgia alfistica se ne frega e la considera alla stregua del sermone domenicale: non vede l'ora che finisca per tornare alla vita vera.
D'altronde gli alfisti in questi ultimi 10 anni - li conto a partire dalla 4c - hanno dimostrato di essere una categoria quanto meno evanescente. L'hanno avute le macchine che hanno sempre predicato, i risultati commerciali sono stati scarsi, scarsissimi, e non ricominciamo con la Stelvio in Italia, che stiamo facendo l'apologia della Ypsilon. Quindi o gli alfisti sono una minoranza rumorosa o sono persone a cui piace solo rimpiangere il passato remoto ma poi al concessionario fanno come tutti gli altri, ovvero badano a display touch e tecnologia e si disinteressano totalmente del quadrilateri. Andare appresso a questi alfisti è come lavare la testa all'asino: si spreca solo sapone.

Milano è un nome forse importante per gli alfisti di cui sopra: per le persone "normali", che non hanno questo legame e che non credono nella sacralità del marchio (anzi dei marchi, tutti o quasi) è un nome che evoca Italia e stile. Punto.
Riuscirà nell'impresa? Dubito, il livello di prezzo la sovrappone con la Tesla Model 3 e ora anche con VW iD3 e Renault Megane. Ma non è certo una questione di fabbrica di provenienza o schema delle sospensioni - il motore termico invece si, fa storcere il naso anche alle persone comuni, ammesso che si informino
 
Aggiungerei un altro punto alla discussione. Magari gli alfisti ci sono anche ma non così tanti da poter spendere 50.000 euro per una buona Alfa. Le 147 che partivano da euro 18.000 nel 2001 le hanno vendute eccome. È anche l'aver inseguito il premium ad aver allontanato gli alfisti meno abbienti a cui oggi fanno il dito medio in stellantis (ma anche in altri marchi). Quando a 18 anni avevo la 146, l'auto era mediocre ma il boxer tirava bene e mi divertivo. Di tutto il resto attorno mi interessava poco, mi godevo il boxer. Quell'auto nuova costava 28 mln di lire. Oggi vendono al doppio e gli stipendi invece non si sono alzati. Io vedo tanti giovani che si stanno comprando le Giulia usate a meno di 20mila euro. Anche le Mito usate sono molto ambite dai 18enni ed hanno prezzi nell'usato esagerati per età e km che hanno. La passione c è ma non il soldo che vorrebbero i costruttori.
 
Il passato è, appunto, passato e non garantisce il futuro.

Se il glorioso passato, ai tempi, venne cassato prematuramente, per fare spazio alla finanza, poi col tempo i risultati si sono visti.


Nel 1980 Amministratore delegato di FIAT era l’ing. Vittorio Ghidella. Ghidella fu il padre della “UNO”, della THEMA, della DELTA e dell’Alfa 164, (modelli da cui derivò il rilancio FIAT ) ed aveva iniziato a svecchiare la FIAT innovando anche l’organizzazione ed i processi produttivi. Ghidella aveva, anche, cercato di realizzare joint venture con costruttori stranieri, segnatamente con FORD, cosa fortemente osteggiata in FIAT. Lo scontro fra Ghidella troppo “autocentrico” e Romiti che voleva trasformare FIAT in una holding di cui l’auto fosse solamente un settore, fu vinto da quest’ultimo grazie all’appoggio di Agnelli. Il licenziamento dell’”autocentrico” (parola di Agnelli) Vittorio Ghidella nel 1987, fu un gravissimo errore che sarà riparato solo nel 2004 con la nomina a CEO (chief executive officer) di FIAT di Sergio Merchionne. A sostituire Ghidella fu proprio Romiti (che non era un tecnico, essendosi sempre occupato di contabilità). L’unico commento di Ghidella, all’epoca, fu che “non ci si improvvisa ingegneri a 60 anni. Soltanto vent’anni dopo aver lasciato la FIAT, Ghidella rilasciò un’intervista in cui disse che se i dirigenti FIAT un giorno si fossero nascosti nei bagni e si fossero contemporaneamente tutti impiccati, in FIAT non se ne sarebbe accorto nessuno per molti mesi.

https://www.ecodisavona.it/ricordo-di-gianni-agnelli-un-monarca-laico/
 
Aggiungerei un altro punto alla discussione. Magari gli alfisti ci sono anche ma non così tanti da poter spendere 50.000 euro per una buona Alfa. Le 147 che partivano da euro 18.000 nel 2001 le hanno vendute eccome. È anche l'aver inseguito il premium ad aver allontanato gli alfisti meno abbienti
Permettimi, non sono d'accordo :
1) 147 e 156 rimangono una storia soltanto italiana. Di successo ma italiana e con la sola Italia fai al massimo la fine della Ypsilon.
Inoltre gli alfisti, sempre loro, all'epoca criticavano ferocemente le due auto perché non erano delle "vere Alfa" e "avevano il pianale della Tipo". Questa idiozia delle vere Alfa è stata una piaga; ci sono solo due tipi di auto, quelle riuscite e quelle non riuscite. 156 e 147, pur coi loro limiti, erano riuscite. O vogliamo dire che la Delta non era una vera Lancia perché derivava dalla Ritmo?
2) andare appresso al premium. Questa è stata esattamente la mossa che ha reso le Tedesche vincenti e rispettate. Se le comprano pure chi non ha i soldi, pensa tu. Io, personalmente, mai spenderei le cifre che ti chiedono per una Tonale o una X1 ma i risultati parlano chiaro: una strategia vincente sul mercato è quella di andare appresso ai ricchi (o meglio, a chi vuole mostrare di esserlo), non appresso ai poveri. Per questi devi fare come Dacia e DR ma è tutto un'altro approccio che non si sposa col marchio Alfa
 
Anche la Maserati è francese, mi spiace deludervi.

Lo so, appartiene al gruppo Stellantis, ma io intendevo un'altra cosa, e cioè che le Maserati si fanno ancora solo in Italia e che, ad oggi, hanno motori e pianali italiani. In futuro vedremo.
Inoltre Maserati ha un proprio bilancio autonomo, non è inglobata nel bilancio della ex "FCA Italy", ora "Stellantis Italia", dove ci sono Fiat, Alfa, Lancia, Abarth e Fiat Professional.
 
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Giusto per girare il coltell nella piaga, in realtà in un certo periodo degli anni '80 il gruppo FIAT non era il primo per vendite in Italia, non solo, ma era il primo gruppo automobilistico per vendite in Europa.
Poi gli altri hanno dimostrato di avere strategia, programmazione e sviluppo conseguente.
Concordo con le critiche alle dirigenze italiane in genere degli ultimi 25 anni, per la mia limitata conoscenza, ma in FIAT il problema forse è niziato prima e forse è stata l'avvisaglia perchè era l'azienda più importante. My2c
Milano è un nome impegnativo per l'auto, ma bisognerà vedere come si posizionerà: per gli appassionati il contenuto tecnico è importante, ma per gli acquirenti entrano in gioco altre diniamiche.
Personalmente non sono in grado di valutarle.

Analisi corretta e condivisibile, per me. Io sul "ruolo dell'industria automobilistica nello sviluppo economico italiano" tra l'altro ci ho fatto pure una tesi di laurea...nel 1984...
 
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Confermata la versione 4WD della "Milano", con un ibrido da 163 cv. Un po' pochini a mio avviso dato il notevole peso che avrà la vettura. Se si pensa che la 33 più potente già 30 anni fa aveva 137 cv ma pesava almeno 500 kg meno…
E la Giulietta top ne aveva 240.

Dovrebbe esserci comunque la versione elettrica da 240 cv, la stessa potenza dell'Abarth 600e.

Alfa Romeo Milano 2024: versione Q4 Hybrid e elettrica da 240 CV - Mondo Auto - AutoMoto (formulapassion.it)
Alfa-Romeo-Milano-2024.jpeg


<Dalla Francia arrivano nuove indiscrezioni riguardo la gamma dei motori di Alfa Romeo Milano, il nuovo SUV di segmento B che debutterà ad aprile e arriverà nelle concessionarie con ogni probabilità subito dopo l’estate. Secondo la stampa transalpina, la nuova compatta a ruote alte del Biscione avrà una versione ibrida a trazione integrale, una versione Q4 che si affiancherà alla declinazione full electric.>

<Su L’Argus si entra anche più nel dettaglio, parlando di quella che potrebbe essere la powertrain della nuova Alfa Romeo Milano Q4 Hybrid, un sistema che il gruppo Stellantis potrebbe utilizzare anche sulla futura Jeep Avenger 4×4: un motore 1.2 tre cilindri turbo benzina ciclo Miller da 136 CV e 230 Nm abbinato a due unità elettriche, una da circa 30 kW (circa 41 CV) sull’asse posteriore e un secondo motore elettrico da 20 kW (28 CV) all’anteriore, integrato nel cambio a doppia frizione progettato in collaborazione con Punch Powertrain. La potenza complessiva dovrebbe così essere di 120 kW (163 CV).>
 
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No, nemmeno sotto tortura. In generale le auto non valgono quello che costano, le premium di segmento c (o, peggio ancora, b), poi, sono un furto.
Se mai dovessi comprare un'auto mi rivolgere all'usato, dove coloro che comprano Audi ecc toccano con mano quanto sono fessi perdendo decine di migliaia di euro in pochi mesi. Sul nuovo proprio non se ne parla. Al limite, se costretto, una Model 3 grazie agli incentivi. Oppure, udite udite, una nuova Duster a GPL, non perché raffinato simbolo delle quattro ruote ma perché ha contenuti ad un prezzo umano e mi piace come linea. Sarebbe un vaffa ad un mondo che più passa il tempo più mi stanca: sarà l'età ma l'auto non è più un bel giocattolo, è solo una spesa del tutto non commisurata ai benefic: 50000 euro per una colata di plastica morbida invece che rigida? Ma anche no, non fa per me. E a guidare, fra condizioni delle strade e limiti, quando più ti diverti? Nah, son finiti i tempi nei quali i 70cv di una A112 abarth ti facevano sentire un pilota, e da una parte è meglio così
 
Alfa Milano: siamo ai collaudi finali (anche a Balocco). Sarà presentata il 10 aprile, 2 mesi dopo la Lancia Ypsilon.

Alfa Romeo Milano, test finali in vista del debutto | FormulaPassion - Mondo Auto - AutoMoto
alfa-romeo-milano-test.jpg

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Tra l'altro:
“Le strategie di sviluppo vengono coordinate dalla squadra italiana di ingegneri Alfa Romeo presso il Proving Ground di Balocco dove i collaudatori ritrovano le condizioni ideali per testare in pista i requisiti e target espressi dagli ingegneri dinamici Alfa Romeo, responsabili della validazione del progetto”, fa sapere il marchio di Arese. I nomi di questo team sono quelli di Domenico Bagnasco, responsabile validazione della sintesi dinamica del veicolo, Stefano Cereda, capo del progetto, e Luigi Domenichelli, responsabile dello sviluppo del veicolo."
 
Anche Quattroruote ha appena pubblicato un articolo (24/1/24 - stesse foto di FP), con la data di presentazione:

Alfa Romeo Milano: data di uscita, debutto e anticipazioni - Quattroruote.it

<La nuova Alfa Romeo Milano sarà svelata in anteprima mondiale il prossimo 10 aprile. Ad annunciare l'attesissima data dell'unveiling è stata la stessa Casa del Biscione, che ha diramato una serie di immagini di un muletto della vettura, totalmente ricoperto da camuffature. La piccola Suv sta ultimando le fasi di sviluppo sulla pista Stellantis di Balocco, dove una squadra di ingegneri italiani la sta mettendo a punto in vista dell'avvio della produzione in serie. A lavorare al progetto vi sono tecnici che già hanno contribuito a dare vita a modelli come le Giulia e Stelvio Quadrifoglio (ma anche la GTA), la 8C Competizione, la 4C e, ovviamente, la nuova 33 Stradale. D'altronde, gli ambiziosi obiettivi del marchio italiano sono quelli di creare una Suv con "handling e dinamica di guida migliori della categoria".>

Modificati sospensioni e sterzo.
<Sospensioni ad hoc. A guidare la messa a punto è stato Domenico Bagnasco, che ha portato la sua squadra di esperti a definire una dinamica di guida che la Casa definisce "eccellente". Il team di ingegneri ha apportato interventi mirati sulle sospensioni della piattaforma Cmp (condivisa con modelli come la Jeep Avenger e la Fiat 600e), affinando anche lo sterzo per renderlo "diretto ed estremamente preciso" al fine di garantire rapidi inserimenti in curva.>

Direttore progetto Stefano Cereda
<Il progetto della nuova Milano è stato affidato a Stefano Cereda, che in passato ha sviluppato – tra le altre cose – la versione plug-in hybrid della Tonale e i motori diesel impiegati su Giulia e Stelvio, contribuendo anche alla realizzazione della piattaforma Giorgio. Lo sviluppo tecnico, invece, è sotto la responsabilità di Luigi Domenichelli, che ha curato dettagli come l'interfaccia uomo-macchina, l'ergonomia (che punta a essere ai vertici della categoria) e i vari sottosistemi del veicolo legati a prestazioni, durabilità e confort.>
 
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